Il commercio
elettronico dovrebbe servire a far risparmiare tempo e denaro.
Ma è davvero così? Esiste un modo per valutare le prestazioni
dei siti che offrono servizi commerciali? E come è possibile
ottenere la fiducia dell'acquirente?
Queste
(e molte altre) problematiche affronta
e-commercing 2000, la terza edizione della manifestazione
organizzata da Somedia dedicata
alle strategie imprenditoriali, alle logiche operative e alla
"catena del valore" dell' e-business e dell'
e-commerce nel settore pubblico e privato, che si sta svolgendo
a Roma in questi giorni.
Al
centro della New Economy, quella parte dell'economia che basa i
propri destini sulle tecnologie informatiche, si pone l'e-commerce,
lo svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via
elettronica. L'e-commerce comprende attività diverse, come la
vendita di beni e servizi, la distribuzione di contenuti
digitali, le operazioni finanziarie e di borsa, gli appalti
pubblici e altre procedure interattive relative alla pubblica
amministrazione.
Il
commercio elettronico è un fenomeno in crescita esponenziale,
ancora in fase di definizione, da tutti i punti di vista: devono
essere stabilite le regole, calcolati i rischi, comprese le
leggi di mercato e individuate le nuove forme di finanziamento
per le aziende e gli investitori on-line. A queste tematiche è
dedicato e-commercing 2000, che si articola in convegni promossi
e organizzati da Somedia e in seminari a cura delle società
espositrici, e comprende un'area espositiva per la presentazione
di prodotti e servizi. Questi gli argomenti dei convegni: L'evoluzione
della catena del valore nella New Economy: come cambiano le
regole, gli asset e i modelli di business emergenti
(coordinata da François de Brabant, amministratore delegato di
Beetween); Trust & Confidence on the web: costruire e
garantire la fiducia nelle relazioni on-line (coordinato da
Sergio Meacci, amministratore delegato di Databank); Le nuove
forme di finanziamento per le "dot.com": vincoli e
opportunità per le aziende e gli investitori (coordinato da
Alberto Bregani, direttore editoriale di Web Marketing Tools); Obiettivo
usabilità: le nuove leggi del marketing digitale per comunicare
e vendere on-line (coordinato da Enrico Pedemonte,
caporedattore dell'Espresso).
La
New Economy non solo introduce molte novità nello sviluppo
generale dell'economia e implica una ridefinizione del ruolo
delle istituzioni, ma produce anche una serie di cambiamenti
nella vita del singolo. In particolare, la discussione
sull'opportunità e la possibilità effettiva di regolamentare
un fenomeno dinamico e per certi versi imprevedibile come quello
del commercio elettronico è ben lungi dall'aver prodotto
risultati definitivi; un tema essenziale è quello della
"fiducia" e della "confidenza" che il
compratore, sia esso rappresentato da un'azienda o da un
singolo, deve avere per comprare qualcosa su Internet:
"Trust & Confidence" sono considerate dagli
esperti le condizioni necessarie per lo sviluppo dell'e-commerce.
Per
costruire "fiducia" e "confidenza" esistono
due possibili strumenti, che sono però ancora in fase
di costruzione e di rodaggio: la certificazione e il
rating.
Come
ha sottolineato nel suo intervento Sergio Meacci, amministratore
delegato di Databank, una società che ha sviluppato un metodo
per valutare le prestazioni dei siti commerciali (Site
Performance Rating), la crescita del volume delle transazioni
on-line è minore delle aspettative, l'acquisto in rete
non sembra un'alternativa reale all'acquisto
tradizionale. Per il 2004 sono previsti in Italia circa
1.200.000 siti dedicati al commercio elettronico, ma la maggior
parte saranno semplicemente siti vetrina, non direttamente
diretti alla vendita. Tra le difficoltà che bloccano la
diffusione dell'e-commerce si possono individuare proprio la
mancanza di fiducia nei sistemi di sicurezza e di pagamento e la
poca chiarezza sulle modalità logistiche dell'acquisto (prezzi,
tempi, consegne); una certificazione di affidabilità attraverso
l'analisi e la comparazione dei siti commerciali è quello che
tenta di fornire il rating.
La
certificazione nell'era dell'e-commerce non è certo una
questione semplice: nel suo intervento Renato Grottola,
Direttore Marketing e Vendita Italia della Det Norske Veritas
(una fondazione che opera proprio nel campo della certificazione
e rating dei sistemi di gestione aziendale), ha posto
l'attenzione sul fatto che non esiste uno strumento di
certificazione globalmente condivisibile. Nella New Economy,
infatti, i processi e i modelli organizzativi sono meno
consolidati rispetto a quelli dell'economia tradizionale, perché
più dinamici; si stanno individuando, però, una serie di
requisiti ai quali i siti dedicati al commercio elettronico
devono conformarsi, tra cui l'identificabilità del soggetto
venditore, la trasparenza, la capacità tecnica di fornire il
servizio. Ma in un mondo globale non c'è modo di
"controllare il controllore".
Sui
fattori psicologici e sociali della fiducia ha insistito
Cristiano Castelfranchi, Docente di Scienze Cognitive del Corso
di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di
Siena, sottolineando l'impossibilità nell'e-commerce di fare
uso delle forme tradizionali di fiducia (basate sulla conoscenza
personale) e sulla necessità di costruire nuove regole umane.
Ma
esistono norme da seguire da parte del consumatore comune per
far sì che un acquisto sia un "buon acquisto"? Come
è possibile capire, in pratica, se una certificazione è
affidabile? Per rispondere a queste domande abbiamo intervistato
Sergio Meacci.
D:
Ingegnere, un normale utente di Internet che cosa deve fare
per avere un po' di garanzia?
R:
Siamo in attesa di norme condivise per quanto riguarda la
certificazione, ma esiste una crescente attenzione da parte
della pubblica amministrazione; la direttiva europea toccherà
diversi aspetti ai quali i siti si dovranno conformare; in
questo modo gli Organismi certificativi potranno stabilire
almeno alcuni requisiti minimi; in assenza di ciò le iniziative
come quelle di Somedia che attraggono l'attenzione della
pubblica opinione sul tema della Trust & Confidence,
creeranno nei consumatori una migliore comprensione di quello
che devono trovare. Spesso i compratori su Internet si
dimenticano quello che fanno normalmente nei negozi; l'acquisto
incauto esiste dovunque, anche se sulla Rete può essere
facilitato dall'inesperienza dell'acquirente.
D:
Come si fa a distinguere tra una certificazione affidabile e
una inaffidabile?
R:
Gli organismi di certificazione accreditati sono accreditati in
un organismo che si chiama SINCET e sono organizzati in diverse
associazioni, quasi tutte aderenti a Fita Confindustria;
esistono poi alcuni organismi di certificazione nazionali. Ci
sono però alcune operazioni fatte da organismi che non sono
organismi di certificazione e che quindi non sono effettivamente
certificazioni. Sugli organismi di certificazione e sul rating
c'è bisogno di informazione.
D:
Nel suo intervento lei ha parlato di un giudizio sintetico da
dare ai vari siti che offrono servizi di commercio
elettronico…
R:
Il giudizio sintetico è l'espressione di una valutazione
analitica fatta su 120 attributi; la stessa caratteristica può
avere una diversa importanza a seconda dei diversi settori e del
segmento di utenza: per esempio nel trading on-line l'importanza
della rapidità di esecuzione e l'annuncio tempestivo che una
transazione è stata eseguita dipende dalla fascia di utenti.
Per
arrivare a un giudizio, dopo aver stabilito gli attributi, se ne
verifica la presenza nei vari siti; un dato attributo può
esistere o no: se nel caso del trading on-line non può non
esistere l'eseguito, non tutti i siti di commercio elettronico,
per esempio, hanno le stesse modalità di pagamento; dunque non
tutti hanno gli stessi attributi. Il voto complessivo finale
dipende dalla comparazione tra i diversi siti.
D:
Chi compra su Internet?
R:
Secondo me quelli che comprano su Internet sono in realtà
acquirenti abituali di dati beni che trovano su Internet più
scelta e possibilità. I surfer, che sono la popolazione di
Internet, non necessariamente comprano qualcosa. Internet
dovrebbe far risparmiare tempo e soldi. Compra su Internet gente
che non ha tempo da perdere.
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