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Processo Microsoft: presto il verdetto che deciderà il futuro dell'industria informatica

Gates come Rockefeller per il giudice che dovrà emettere la sentenza

a cura di Veronica Sedda

Microsoft"Non vedo una reale distinzione fra l'attuale monopolio della Microsoft nel settore informatico e quello di Rockefeller nel settore petrolifero alla fine dell'Ottocento".
Dopo l'ultima dichiarazione del giudice Thomas Penfield Jackson, sono in molti a pensare a un finale scontato per il processo antitrust contro la Microsoft. Il caso di John D. Rockefeller, infatti, si concluse a sfavore della Standard Oil in un primo momento con l'approvazione del Sherman Act, la legge del 1890 su cui si fonda l'antitrust americano, e in seguito con la condanna di Rockefeller nel 1906 da parte dell'amministrazione del presidente Theodore Roosvelt.
Nel 1911 la Corte Suprema decise, infine, di smembrare la Standard Oil in trenta società diverse.
"E' semplicemente impossibile immaginare che la Microsoft non verrà giudicata colpevole di aver violato le leggi contro il monopolio", hanno affermato nella loro arringa conclusiva gli avvocati dell'accusa che rappresentano il Dipartimento di Giustizia americano insieme a diciannove stati federati. Sarà difficile per la difesa riuscire a convincere il giudice Jackson della tesi secondo la quale le azioni della Microsoft, giudicate "illegali", erano giustificate dal governo stesso in quanto protette dal copyright di Windows.
 NetscapeForte, comunque, la posizione dell'avvocato difensore, John Warden, che ha commentato: "La decisione del giudice sarà decisiva per il futuro della concorrenza dell'industria del software". E ha ribadito: "L'economia del ventunesimo secolo sarà influenzata da questa sentenza".
A essere messa in discussione nel corso del processo è la decisione presa dalla Microsoft nel '95 quando decise di unire prodotti separati, Internet Explorer e Windows, per annientare la concorrenza dei programmi di navigazione rivali, in particolare di Netscape Navigator. L'anno scorso Jackson accusò la Microsoft di abuso di posizione di monopolio ma, nel tentativo di agevolare le trattative, ha posticipato a questi giorni la fase conclusiva del processo dove verrà chiarito nello specifico quali leggi sono state violate dalla società di Bill Gates.
Intanto a Chicago continuano le trattative riservate tra Microsoft e il mediatore federale. Nel corso dell'ultima udienza, il legale del Dipartimento di Giustizia David Boies ha accusato la Microsoft di aver speso centinaia di milioni di dollari nello sviluppo del suo software per navigare in Internet e di aver "minacciato, corrotto e costretto" le altre società a non distribuire il software della concorrenza col fine di favorire il predominio di Windows, il sistema operativo più diffuso al mondo. In ogni caso, non è ancora detta l'ultima parola per l'esito dello storico caso. La sentenza, che è destinata a influenzare in maniera irrevocabile il business dell'industria informatica, potrebbe non essere poi così scontata.