Per
chi è in cerca del grande amore sulla Rete ce n’è per tutti
i gusti. Un click e voilà, l’uomo o la donna dei vostri sogni
vi sorriderà dallo schermo del vostro computer. Secondo una
ricerca
condotta dal Centro per il terzo Millennio al San John College
di Nottingham su come sarà la nostra vita fra vent’anni, in
futuro milioni di persone per trovare l’anima gemella si
rivolgeranno al Web. Gli incontri tramite chat, newsgroup e
agenzie matrimoniali on line entreranno a far parte del nostro
quotidiano e a spingere i single a rivolgersi a Internet sarà
proprio l’aumento dei divorzi e la crescente instabilità dei
rapporti di coppia.
Secondo
il reverendo di confessione anglicana Michael Moynagh, autore del
citato Tomorrow Project
insieme a Richard Worsley, il computer sarà in grado di
selezionare il partner ideale sulla base dei profili psicologici
e dei gusti dell’utente. E difficilmente, si legge nel
rapporto, il futuristico sistema potrà fallire: “ci sarà più
romanticismo proprio perché l’elaboratore avrà scelto il
partner giusto, quello di cui ci si innamora al primo
sguardo”.
Ma
sarà proprio questo il ruolo di Internet e delle nuove
tecnologie nella sfera dei rapporti di coppia? Basterà un
semplice tocco di mouse per incontrare il lui o la lei ideale?
Lo abbiamo chiesto allo psicologo Paolo Crepet. “Non credo si
possa immaginare una visione più tragica e depressiva dei
prossimi venti anni. Ma ritengo – aggiunge – che il nostro
futuro sarà diverso. E poi non vedo la novità della ricerca:
la solitudine dei cuori solitari è sempre esistita come gli
incontri via lettera o tramite agenzia”. La rivoluzione di
Internet e delle nuove tecnologie nella sfera relazionale si
gioca, allora, su tutt’altro campo. “Credo che l’apporto
della rete al miglioramento dei rapporti sociali– spiega
Crepet – consista nel rendere l’uomo più libero dal lavoro,
dallo stress degli spostamenti urbani. La scommessa è dare
all’individuo la possibilità di avere più tempo da dedicare
a sé e quindi anche agli affetti. Per cercarsi una fidanzata in
carne e ossa, incontrarla, andare al cinema e così via”.
Ma
c’è anche chi in parte è d’accordo con i due ricercatori
inglesi e ritiene che Internet rappresenti un importante
strumento di mediazione sociale, “purché questo non
significhi incoraggiare l’attitudine a un solipsismo
psicologico tipico di chi non considera la rete un mezzo per
migliorare i rapporti ma un fine”. È l’opinione di Paolo De
Nardis, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università
La Sapienza di Roma.
“La ricerca è interessante – commenta – ma va integrata
da elementi di mediazione sociale tradizionale cui non si può
rinunciare”.
Milioni
di persone di culture e provenienze diverse si incontrano sulle
piazze virtuali, individui lontani mille miglia ma accomunati da
una passione in comune.
“chattano“,
si scambiano opinioni via mail o si confrontano su temi di
attualità o di loro interesse nei forum. “Internet –
precisa De Nardis – può rendere più semplici e fluidi i
rapporti tra gli individui, ma non va ridotto a un’escamotage
per chi è timido o ha problemi a relazionarsi con l’altro nei
modi tradizionali. Non deve diventare un mezzo per dialogare tra
sé e lo specchio. In sintesi, se le nuove tecnologie
contribuiscono, ed è una loro forte potenzialità, ad aumentare
la qualità della vita relazionale il loro apporto è positivo.
Al contrario se radicalizzano la solitudine dell’individuo,
favorendo la chiusura in se stesse di identità-monadi che si
incontrano solo nel mondo virtuale, ma restano isole distanti
tra loro nella realtà, allora i rapporti sociali rischiano di
peggiorare”. Attenzione allora all’uso della rete. Secondo
De Nardis ci vogliono delle regole, “l’uso di Internet non
deve essere acritico e selvaggio - conclude - perché
altrimenti, invece di scoprire l’alterità, si scopre la
proiezione di se stessi su un altro che non esiste”.
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