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Esperti a confronto sull’incidenza delle nuove tecnologie nella sfera relazionale.  

di Alessandra Solarino


Per chi è in cerca del grande amore sulla Rete ce n’è per tutti i gusti. Un click e voilà, l’uomo o la donna dei vostri sogni vi sorriderà dallo schermo del vostro computer. Secondo una ricerca condotta dal Centro per il terzo Millennio al San John College di Nottingham su come sarà la nostra vita fra vent’anni, in futuro milioni di persone per trovare l’anima gemella si rivolgeranno al Web. Gli incontri tramite chat, newsgroup e agenzie matrimoniali on line entreranno a far parte del nostro quotidiano e a spingere i single a rivolgersi a Internet sarà proprio l’aumento dei divorzi e la crescente instabilità dei rapporti di coppia.

Secondo il reverendo di confessione anglicana Michael Moynagh, autore del citato Tomorrow Project insieme a Richard Worsley, il computer sarà in grado di selezionare il partner ideale sulla base dei profili psicologici e dei gusti dell’utente. E difficilmente, si legge nel rapporto, il futuristico sistema potrà fallire: “ci sarà più romanticismo proprio perché l’elaboratore avrà scelto il partner giusto, quello di cui ci si innamora al primo sguardo”.

Ma sarà proprio questo il ruolo di Internet e delle nuove tecnologie nella sfera dei rapporti di coppia? Basterà un semplice tocco di mouse per incontrare il lui o la lei ideale? Lo abbiamo chiesto allo psicologo Paolo Crepet. “Non credo si possa immaginare una visione più tragica e depressiva dei prossimi venti anni. Ma ritengo – aggiunge – che il nostro futuro sarà diverso. E poi non vedo la novità della ricerca: la solitudine dei cuori solitari è sempre esistita come gli incontri via lettera o tramite agenzia”. La rivoluzione di Internet e delle nuove tecnologie nella sfera relazionale si gioca, allora, su tutt’altro campo. “Credo che l’apporto della rete al miglioramento dei rapporti sociali– spiega Crepet – consista nel rendere l’uomo più libero dal lavoro, dallo stress degli spostamenti urbani. La scommessa è dare all’individuo la possibilità di avere più tempo da dedicare a sé e quindi anche agli affetti. Per cercarsi una fidanzata in carne e ossa, incontrarla, andare al cinema e così via”.

Ma c’è anche chi in parte è d’accordo con i due ricercatori inglesi e ritiene che Internet rappresenti un importante strumento di mediazione sociale, “purché questo non significhi incoraggiare l’attitudine a un solipsismo psicologico tipico di chi non considera la rete un mezzo per migliorare i rapporti ma un fine”. È l’opinione di Paolo De Nardis, preside della Facoltà di Sociologia dell’Università La Sapienza di Roma. “La ricerca è interessante – commenta – ma va integrata da elementi di mediazione sociale tradizionale cui non si può rinunciare”.

Milioni di persone di culture e provenienze diverse si incontrano sulle piazze virtuali, individui lontani mille miglia ma accomunati da una passione in comune. “chattano“, si scambiano opinioni via mail o si confrontano su temi di attualità o di loro interesse nei forum. “Internet – precisa De Nardis – può rendere più semplici e fluidi i rapporti tra gli individui, ma non va ridotto a un’escamotage per chi è timido o ha problemi a relazionarsi con l’altro nei modi tradizionali. Non deve diventare un mezzo per dialogare tra sé e lo specchio. In sintesi, se le nuove tecnologie contribuiscono, ed è una loro forte potenzialità, ad aumentare la qualità della vita relazionale il loro apporto è positivo. Al contrario se radicalizzano la solitudine dell’individuo, favorendo la chiusura in se stesse di identità-monadi che si incontrano solo nel mondo virtuale, ma restano isole distanti tra loro nella realtà, allora i rapporti sociali rischiano di peggiorare”. Attenzione allora all’uso della rete. Secondo De Nardis ci vogliono delle regole, “l’uso di Internet non deve essere acritico e selvaggio - conclude - perché altrimenti, invece di scoprire l’alterità, si scopre la proiezione di se stessi su un altro che non esiste”.