Il corpo privo di vita di Antonio
Russo, inviato di Radio Radicale è stato trovato sul ciglio
della strada a 25 km da Tiblisi (Georgia). La porta della sua
abitazione è stata trovata aperta. Russo era in procinto di
rientrare in Italia per portare nuove testimonianze e documenti
sull'atrocità della guerra in Cecenia. Nessuna traccia del
telefono satellitare e della videocamera digitale con cui il
reporter passava i suoi servizi al sito Internet di Radio
Radicale. Come riferisce la Repubblica, in Italia l'annuncio
della sua morte avviene in diretta: Radio Radicale, che
trasmette anche online 24 ore su 24, interrompe le trasmissioni
quando l'Unità di crisi della Farnesina telefona all'emittente
per dare la notizia. A Tblisi i radicali spediscono subito una
e-mail con la foto di Russo per il riconoscimento, che è stato
effettuato da un membro del Partito radicale transnazionale.
Oggi i risultati dell'autopsia. Nel marzo 99, Russo era stato
l'unico corrispondente occidentale a non lasciare il Kosovo e
anche ora, partendo per la Georgia, aveva scelto una zona
difficile da raccontare. Ultimamente aveva seguito un convegno
sui danni ambientali prodotti dalla guerra dei russi in Cecenia.
"Rischiava la vita contro la morte, per raccontare le
vittime delle guerre" è l'ultimo ricordo di Pannella.
Adesso, il suo primo videoreportage dalla Cecenia e i suoi
servizi da Pristina si possono trovare sul sito di Radio
Radicale (www.radioradicale.it).
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