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Il computer senza mouse
di Laura Massacra


Gli scienziati della Rutgers University in USA hanno da poco messo a punto un sofisticato computer che riconosce la tua voce, capisce cosa stai guardando nel monitor e ti permette di raggiungerlo e coglierlo senza che sia tu a dover usare comandi attraverso mouse e cursore. "La ragione è quella di creare un sistema intelligente che si interfacci alle persone nello stesso modo in cui essere si rapportano le une alle altre", ha detto Edward J. Devinney, direttore associato del Rutgers' Center for Advanced Information Processing. Infatti, quando vogliamo comunicare con qualcuno, non abbiamo bisogno di cliccare con il mouse. Usiamo, invece, stabilire un contatto visivo oltre che verbale e, se necessario, a volte facciamo ricorso al tatto per attirare l'attenzione dell'interlocutore. 

Il progetto dal nome curiosamente evocativo "STIMULATE" (Speech, Text, Image, and Multimedia Advanced Technology Effort) è frutto della mente di James Flanagan, il direttore del centro. Il progetto ha tre anni di vita, si avvale di un finanziamento di circa 780.000 dollari e si basa su un lavoro precedente attuato (o fondato) dalla DARPA, Pentagon's Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA). Il risultato immediato cui è tesa la ricerca è quello di far si che questo tipo di computer serva per missioni ad alto rischio e ad alta precisione come la chirurgia neurologica o le azioni militari. Un pilota di aerei militari potrebbe eseguire molto meglio i suoi compiti se potesse solo guardare al monitor, anziché dover dare dei comandi di tipo manuale. Allo stesso tempo un chirurgo del futuro sarebbe in grado di operare dal video, a distanza rispetto al paziente, in modo più efficiente attraverso l'uso di un guanto che di un mouse, effettuando così azioni precise perché più naturali che non quelle connesse all'uso del mouse.

A questo stadio di sviluppo gli scienziati della Rutgers hanno deciso di prendere in considerazione di integrare tre sistemi percettivi, vista tatto e udito, per umanizzare le funzioni del computer. L'importanza di sistemi intelligenti che simulino un comportamento a base percettiva era comunque stata messa in evidenza dal laboratorio di ricerca del Neuroscience Insittue a La Jolla, in California, diretto dal neuroimmunologo Gerald Edelman che da più di un decennio lavora su robot neurali dal nome Darwin I, Darwin II e darwin III che, attraverso la simulazione di una attività percettiva costante, riescono ad orientarsi in una ambiente dato, apprendere dalle loro esperienze percettive ed elaborare così nuovi schemi comportamentali. Molti pensatori e ricercatori mettono l'accento sul fatto che le capacità di elaborare schemi conoscitivi e di attività nuovi ed adattivi dipende proprio dalle capacità basse proprie di un dato organismo biologico quali, appunto, le capacità percettive e sensomotorie. Sarebbero, secondo l'ipotesi dei neurfisiologi Francisco Varela ed Humberto Maturana, proprio i processi di livello basso, primitivo a garantire lo sviluppo, sia filogentico che ontogenetico, delle funzioni cognitive di alto livello come il linguaggio, il pensiero logico deduttivo, la coscienza, che caratterizzano gli esseri umani.

Un sistema come quello di Devinney si inserisce nel solco della ricerca sulle nuove frontiere dell'intelligenza artificiale che mirano non solo a costruire computer sempre più "user friendly" ma anche ad elaborare sistemi che si avvicinino sempre più a simulare il processo di evoluzione filogenetica nel cammino verso la conoscenza del funzionamento di mente e cervello..