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Il fenomeno del neonazismo riapre il dibattito sul ruolo di Internet nella globalizzazione culturale

Un sito antinazista a protezione della societa'aperta


Dopo gli ultimi sanguinari atti di violenza razzista in Germania la sentenza del tribunale di Halle a Magdeburgo contro i tre naziskin che picchiarono a morte un immigrato mozambicano assume oggi un significato particolare alla luce della mobilitazione in atto in Germania contro l'estremismo di destra, mobilitazione che si concentra in special modo sulla Rete Internet. Accanto all'impegno politico del cancelliere Schroeder per ribadire la posizione del governo contro la violenza degli estremisti, anche il popolo di navigatori tedesco non ha atteso a far sentire la sua voce e ha preso delle iniziative per rendere visibile il dissenso e l'indignazione nei riguardi di atti rivendicati dalle nuove destre.

E' nato un portale Internet dedicato all'informazione antinazista che raccoglie articoli, informazioni storiche di sfondo e notizie di varia natura atte a sensibilizzare la popolazione sui messaggi xenofobi che quotidianamente vengono emessi e inconsciamente recepiti dalla comunita'. Yahoo.de ha dedicato alla questione del razzismo un intera pagina che comprende links utili ad un quadro geopolitico della questione e ad una individuazione storica al problema degli estremismi xenofobi. 

Se, da un lato, la Germania non si e'fatta attendere nel manifestare le sue posizioni antinaziste gli altri paesi non sono rimasti a guardare. Solo nel motore di ricerca italiano Virgilio si possono trovare 66 pagine Web fitte di indirizzi e documenti sul nazismo ed i naziskin, mentre a livello mondiale migliaia di pagine sono disponibili all'uso dei voraci lettori internet per capire ragioni e radici del nuovo nazismo. 
La nuova ondata di aggressioni razziste coincide infatti con uno sforzo massiccio, da parte della "società civile" tedesca, perché la cultura della xenofobia sia messa al bando. Accanto ad una attiva presa di posizione da parte dei maggiori esponenti della politica interna del governo tedesco contro le ideologie di destra - si veda il caso del il segretario generale della Spd Franz Muentefering che ha confermato ieri l'intenzione di metter fuori legge l'Npd, il Nationaldemokratische Partei Deutchlands, presentando una richiesta alla Corte Costituzionale - preme dunque l'esigenza di comunicare internazionalmente una immagine della Germania che si ponga in una continuita' storica con l'abbattimento del muro di Berlino e la fine della ghettizzazione di culture altre da quella vetero prussiana. La globalizzazione economica, politica, culturale cui vanno incontro i paesi occidentali porta con se' principi di democrazia, uguaglianza, pariteticita' culturale e giuridica, ma favorisce anche la germinazione di idee pluralisticamente ostili al sistema democratico che tutte le minoranze accoglie e tollera. Non e' un caso che Berlino sia il crogiuolo di etnie e culture differenti, l'80% degli immigrati e' infatti di composizione russa, turca o asiatica, e nel contempo sia stata teatro degli atti piu' criminosi e violenti da parte di altrettante minoranze contrarie In una intervista rilasciata a Repubblica il filosofo politico Giovanni Sartori si interroga sul significato della nozione popperiana di societa' aperta, un sistema in cui multiculturalita' e multietnicita' si intrecciano fino quasi a far perdere il senso di confine che connota, in genere, qualsivoglia sistema, biologico o sociale che sia. "Per capire fino a che punto una societa' si puo' aprire e quindi quando l'aperto diventa troppo aperto, dobbiamo individuare una codice genetico. E sostengo che questo codice genetico della societa' sia il pluralismo, perche' e' il plutalismo che decifra meglio di ogni altro concetto le credenze di valore ed i meccanismi che hanno storicamente prodotto la societa' libera e la citta' liberale." Ma capire la nozione di pluralismo serve a far si che essa non includa e accolga in se' istanze contrarie alla societa' aperta, come gli integralismi religiosi, i nazionalismi, le sopraffazioni culturali da parte di nazioni economicamente piu' forti, in una parola tutti quei fenomeni che portano, per un verso o per l'altro, la cifra dell'intolleranza verso principi e credenze estranei ai propri. 
Allora, suggerisce Sartori, una societa' pluralistica e' una societa' che contempli in se' un alto grado di tolleranza secondo tre principali criteri: il criterio delle ragioni (addurre argomenti razionali a cio' che giudichiamo intollerabile), il criterio del danno (non tollerare comportamenti che infliggono danno o torto) ed il criterio della reciprocita' della tolleranza stessa. La tolleranza e' in grado dunque di diventare il comune denominatore capace di dar vita alla formazione di una comunita' transgrediente le singole identita' nazionali e culturali ma agglutinantesi attorno a quella che i greci chiamavano "koinonia", infrastruttura primordiale. E' proprio in questo quadro teorico che la rete diventa una chiara espressione del ritorno alle infrastrutture primordiali, laddove le strutture sociali o politiche consolidate non bastano piu' a fare da collante alla societa' globale. I siti sul fenomeno dei naziskin riconducono quindi ad uno sguardo che trasversalmente taglia, come un prisma, il campo visivo della storia e delle culture per riallacciarsi a quel senso ultimo di confine societario che nell'articolazione del pluralismo e nel rinverdire la richiesta di tolleranza trova il senso piu' alto dell'idea di societa' aperta.