Venerdì 6 luglio 2001

Dramatica, il software che lavora per lo scrittore

Da anni ormai il computer è uno strumento di supporto per il lavoro degli scrittori, ma se un software fosse in grado di scrivere un romanzo?

Di Paola Rossi

L'idea che la scrittura letteraria sia frutto di un'ispirazione estemporanea è ormai superata da tempo, ma il fatto che un autore pubblichi un romanzo dichiarando apertamente di esser ricorso all'aiuto di uno strumento informatico la dice lunga su come, nell'era di Internet, anche il concetto di lavoro intellettuale si stia modificando.

L'autore in questione si chiama Angelo Comino, in arte Motor, e il programma, presente da tempo sul mercato, ma recentemente aggiornato, è Dramatica.
Comino ha utilizzato questo software, insieme ad altri tra i quali ReelPeople, Dada ed Eliza, per progettare il suo romanzo cyber-horror "Il Sogno di Eliza" (Ed. Addictions).
L'operazione è nuova soprattutto perché l'autore parla del suo libro come di una sfida, di un percorso di scrittura sperimentale. Tutto è nato, come ci ha detto Comino, "dall'idea di usare quanto più possibile la macchina, l'algoritmo, per generare un racconto attraverso un lavoro ibrido tra l'uomo e un'intelligenza artificiale. Dramatica usa modelli che fanno capo alle regole aristoteliche e tratta ogni storia nello stesso modo in cui lo farebbe la mente umana. Ogni racconto, infatti, non è altro che la rappresentazione di come la mente sia in grado di risolvere problemi, valutando i vari aspetti contraddittori incarnati in personaggi. È un sistema 'intelligente', costruito su una teoria, capace di modellare e guidare attraverso le dinamiche della narrazione. Dire che Dramatica sia destinato ad esperti sarebbe troppo ma, certamente, è un prodotto che richiede un grande approfondimento del suo software".

Il programma, infatti, non è un semplice word processor ma un sofisticato generatore di testo che gira sia su Macintosh che su Windows. Quest'applicazione interattiva, che sembra infrangere tutti i tabù legati al mistero del procedimento letterario, pur promettendo ad autori di romanzi e serial televisivi un aiuto concreto - sia per la tessitura di trame che per lo sviluppo psicologico dei caratteri - si limita ad organizzare il lavoro costruendo un reticolato logico tra gli elementi narrativi. Nonostante l'ultima versione di questo pacchetto sia versatile ed intuitiva e si offra come valido aiuto a chi voglia organizzare il materiale di scrittura non può, come logico, sostituirsi all'immaginazione o alla creatività umana.

Prodotto da Screenplay systems, Dramatica 4.0 è il risultato di lunghe ricerche e di anni di perfezionamento. La sua prima versione risale, infatti, al 1994 e negli Stati Uniti viene usato da college, sceneggiatori ma anche da neofiti della scrittura. Se in America programmi come questo non sono certo una novità in Italia, al contrario, rimangono ancora sconosciuti soprattutto perché non sono disponibili in versione tradotta.

Nel sito TheStorymind.com è possibile soddisfare le prime curiosità legate al pacchetto e scaricare una versione gratuita di prova funzionante in tutte le sue parti ma priva delle opzioni di salvataggio e stampa. Ciò non permette di verificare l'esito del lavoro né di capire in che misura il prodotto cooperi con le intenzioni di chi lo usa. Sebbene il sito si offra anche come luogo di approfondimento della filosofia del software, l'uso di Dramatica è possibile solo avvalendosi dei manuali in dotazione. Abbiamo provato ad usare la versione demo e possiamo dire subito che la prima impressione non è quella di interagire con un'applicazione amichevole, a cominciare dal linguaggio usato. Il meccanismo è, infatti, quello proprio dei programmi definiti esperti, in grado di imitare le facoltà cognitive dell'essere umano come il linguaggio e la capacità di risolvere problemi.
La prima schermata è un'interfaccia con dodici bottoni ognuno dei quali accede a specifici ambienti di lavoro. Il sistema è quello dell'intervista: una serie di domande su nomi, ruoli, caratteristiche psicologiche e fisiche, motivazioni ed aspirazioni dei personaggi. Un personaggio può essere o un "DO-er" o un "BE-er" a seconda che sia deputato a risolvere problemi agendo oppure a cambiare se stesso e la sua visione delle cose. Il questionario a tre livelli - 60, 75 e 250 domande-, darà origine ad un database in grado di generare un'altra intervista in progressione logica. Una delle caratteristiche del programma è quella di tenere in sync personaggi ed altri elementi narrativi, evidenziando eventuali scollature nello sviluppo della trama.
Alla fine, le dinamiche della storia verranno determinate dalle scelte fatte durante tutto il percorso e lo Story engine, il cuore del sistema, traccerà le relazioni che intercorrono tra personaggi e trama. Qualunque variazione si deciderà di apportare all'elaborato, verrà immediatamente registrata a livello di trama.

Uno dei limiti del programma è proprio quello relativo alla rigidità del risultato che è, appunto, di causa-effetto. Per evitare forzature ed esagerazioni è fondamentale, quindi, considerare Dramatica per quello che è: uno strumento in grado di organizzare il materiale dello scrittore e di rendere disponibile, in ogni momento, qualunque elemento della storia. L'estensione combinatoria del software, per quanto vasta non può aspirare a sostituire - con la produzione automatica -, l'uomo e la sua libertà. Questi due elementi rimarranno sempre alla base della creazione di qualunque procedimento letterario e, quindi, di ogni testo.

"Questi software sono potenzialmente in grado di migliorare la qualità narrativa nella stessa misura in cui può farlo una scuola di scrittura, utili solo se si accompagnano alla sensibilità del linguaggio" - sostiene, ad esempio, lo scrittore Giuseppe Pontiggia che, pur avendo aderito alle neoavanguardie, afferma di non aver mai usato questo tipo di programmi. Il limite principale, a suo parere, è "quello di accentuare l'illusione che lo scrivere sia sceneggiare una storia che, invece, è destinata alla lettura. Insomma, l'attenzione viene dirottata sul problema 'trama' che assume un valore assoluto e interscambiabile tra romanzo, film o altro ancora dimenticando che è necessario avere la padronanza dei mezzi espressivi che si adoperano...È la mediazione del linguaggio la forza motrice, la trama è solo un dettaglio".

Intervista completa a Giuseppe Pontiggia