Giovedì 28 Giugno 2001

C'è chi dice No

Il terrificante scenario globale dell'era della Grande Rete Interattiva nell'ultimo romanzo di Diego Cugia

di Georgia Garritano


"Le storie degli utenti, da Londra a Istanbul, si incrociavano nella Grande Rete Interattiva, ma quasi nessuno ricordava, da tempo, di essere stato felice". È l'Europa del 2017, come la immagina Diego Cugia nel suo ultimo romanzo No (Bompiani, 2001, lire 26mila).

In questo futuro tanto prossimo quanto temibile va in onda, in diretta mondiale, un programma intitolato Cookies, condotto da un mefistofelico presentatore di nome Alexandros, in cui si sceglie una vittima, le si offrono biscotti avvelenati con allucinogeni e poi, tramite particolari elettrodi, ci si collega alle sue visioni, ai suoi ricordi, ai suoi pensieri: insomma, alla sua vita. Gli spettatori, dopo novanta minuti, il tempo di una partita di calcio, decidono se quella vita valeva la pena di essere vissuta e, quindi, se alla vittima deve essere somministrato l'antidoto oppure se deve morire.

La prescelta per il sacrificio è Speranza Adamoli, insegnante delle medie che ha lasciato l'Italia da sedici anni e si è rifugiata in un'isoletta greca. Speranza se ne è andata, dunque, dall'Italia di oggi, un paese di "picchiatori fascisti diventati senatori, comunisti diventati cattolici, corruttori diventati moralizzatori, imprenditori diventati demiurghi, italiani diventati xenofobi. Tutti aventi diritto a tutto. Tutti riciclati, rifatti, risorti, intoccabili, irraggiungibili".

Ecco, allora, che il cupo scenario previsto dall'autore del programma radiofonico e televisivo Alcatraz si mescola con una spietata critica ai nostri tempi, a un paese "precipitato in un'ambiguità feroce". Le condizioni per quel mondo babelico dominato dalla Grande Rete Interattiva ci sono, infatti, già tutte e le due fondamentali sono la televisione del cinismo e la forza dissociante di Internet. Se il "brodo di immagini televisive" ha stordito le coscienze, Internet ha aperto "la porta alla schizofrenia latente di ciascuno". Con Internet, infatti, "è caduto l'ultimo velo: la copertina del romanzo, la sigla dello sceneggiato, la firma dell'autore. In chat tu non guardi, sei. Non immagini, agisci... La trappola scatta dopo: quando spegni il computer e devi indossare il vestito grigio della tua identità rimossa".

Spettacoli come Cookies, un rito collettivo di esorcismo che consente di "vivere senza sforzo i successi e i fallimenti delle vite altrui", non sono, dunque, che l'esito naturale delle premesse descritte. Uno dopo l'altro i ricordi della protagonista raccontano il paese da cui è fuggita e, al quale, in fondo, deve "sedici anni di latitanza civile": un paese consegnato "al culto del disimpegno. Alla repubblica dei sogni. Al regime del benessere forzato".

Non che al di fuori dei confini nazionali esistano, per l'umanità, opportunità migliori. Il degrado locale non è che un aspetto della deriva globale, di un mondo "in cui le stragi si chiamano affari" e "gli eserciti con cui si combattono mere guerre di soldi, li chiamano multinazionali". Portatrice di istanze antiglobali, in prima fila nella manifestazione contro l'elettrosmog come nella contestazione del modello McDonald's, uno dei simboli del capitalismo mondiale, l'eroina di Cugia rifiuta il "sistema" fino al sacrificio personale.

"Chi di noi può dire, voltandosi indietro sulla strada che non ha ritorno, che l'ha seguita come doveva?". All'istanza del Libro dell'inquietudine di Pessoa - lettura che impegna la protagonista la prima volta che "entra in scena" e che ce la descrive meglio di un ritratto - risponde in modo estremo.

Ma la sua opposizione, una coerente testimonianza morale, potrà aprire una maglia nella rete? Il suo esempio di consapevolezza e di indipendenza di giudizio lascia una certa amarezza, la sensazione che una mente vigile e uno spirito critico non bastino per cambiare le cose. L'individuazione di una proposta alternativa sembra impossibile: non resta che la resistenza. Unici cedimenti, qualche caduta nello schematismo e nella retorica; gli stessi del romanzo, tra instant book e screenplay, pronto per l'adattamento agli schermi.