Giovedì 7 Giugno 2001















Gli hacker logorano... chi li documenta

Chiude l'archivio delle pagine web piratate di Attrition.org, un sito storico dell'underground della Rete

di Wanda Marra

Dopo anni di attività, Attrition.org ha deciso di non aggiornare più il suo archivio. Motivazione? Non è più divertente. Gli hackeraggi sono troppi, dicono. Di conseguenza, quello che era un hobby è diventato un lavoro, per di più senza alcuna gratificazione.

D'altra parte, Attrition.org è un sito amatoriale, portato avanti da un gruppo di volontari che hanno utilizzato il loro tempo libero per creare e incrementare il più grande archivio esistente delle copie di pagine web sfregiate. Sono stati documentati i cambiamenti fatti dagli hacker, seguendo un procedimento ben preciso: dopo aver guadagnato l'accesso ai contenuti di un sito, lo sostituiscono con una pagina nuova o semplicemente aggiungono un messaggio - spesso sarcastico, spesso di semplice insulto- alle pagine originali. Una statistica la dice lunga sull'attività di questi documentaristi atipici: 15.203 "copie" complessive, tra il 1995 (solo 5) e il 2001 (5.315 fino al mese di maggio). Con un andamento crescente in maniera esponenziale, dalle 20 del '96, alle 5.822 nel 2000.

La parola Attrition ha una serie di accezioni, che rimandano tutte al concetto di logoramento, di attrito, inteso in senso proprio o metaforico: dunque sfregamento, logorio, ma anche esaurimento dovuto a vessazioni, abusi o attacchi.

La strana élite alternativa che manda avanti Attrition voleva, infatti, un nome che fosse sufficientemente "dark" , trasudasse umor nero e cinismo, indicasse qualcosa di esoterico, di misterioso. I componenti del gruppo sono persone tra i 30 e i 40 anni o giù di lì, spesso maghi dell'informatica, che amano descriversi come sovvertitori delle regole, un po' svitati e ossessionati dal sesso. E sottolineano che - sebbene siano stati definiti in tutti i modi (una banda di hacker, dei sobillatori, un gruppo di appoggio al crimine informatico, una frangia dell'Fbi) - in realtà non sono altro che "edonisti, piccole scimmie malate, quel tipo di persone contro le quali le nostre madri ci avevano messo in guardia".

Per quanto Attrition svolga sicuramente una funzione documentaristica importante, in realtà negli intenti dei suoi ideatori l'archivio era soprattutto un gioco. E allora la sua chiusura fa pensare più che mai al cambiamento dei tempi, quando anche la pirateria informatica è diventata un'abitudine, una routine, una "tecnica" standardizzata dove la fantasia ha sempre meno parte. A scorrere le pagine di questo archivio di pirataggi ci passano davanti gli obiettivi più diversi, dai siti istituzionali, a quelli delle società di computer, di automobili, alle aziende di vestiti, alle università; le sezioni riguardanti gli ultimi mesi conservano le tappe della cyberguerra in Medio Oriente o di quella tra gli Usa e la Cina. Per tutti, le modalità utilizzate e i risultati ottenuti sono molto simili tra loro, per quanto ogni tanto una pagina più curata, una grafica meno convenzionale o un'animazione, richiamano l'attenzione.

Se l'archivio è un documento imponente, le pagine forse più gustose sono quelle della galleria. Una collezione di immagini raccolte navigando in Rete, con le parodie e gli scherzi più vari e più incisivi.
"Taking down the Internet in 30 minutes for Dummies", ("Distruggere Internet in 30 minuti per ottusi"), riprende la grafica e la composizione delle copertine dei notissimi manuali; in una strana campagna pubblicitaria, l' i-mac diventa verde muschio o forse muffa; una reclame della Colgate mostra uno splendido sorriso sdentato; il Bill Gates tanto fotografato dai giornalisti ha una torta in faccia; una pizza proposta con forza è tanto piccante da rendere necessario un estintore. E ancora, sono consultabili: una vetrina che espone tutti i modi e le ragioni per essere demotivati, una carrellata di vignette e fumetti, una serie dedicata ad argomenti riguardanti il computer ("For 18 months we dated over the Internet and you never mentioned that you're a dog", "Per 18 mesi ci siamo incontrati su una chat e non mi hai mai detto che eri un cane") .

Insomma, una raccolta divertita e divertente di immagini dissacranti, ironiche, che prendono di mira i simboli dello stile di vita contemporaneo, ma anche le cose che tutti i giorni ci troviamo di fronte. Un guazzabuglio artistico nella sua caoticità e anche una sorta di album virtuale di quello che spesso si trova navigando in Internet o che affolla gli e-mail degli internauti, le famose catene di Sant'Antonio atte a sollevare un sorriso o un dibattito.

E se si confronta Attrition con il suo corrispettivo serio Alldas, l'archivio dei siti hackerati ancora in funzione, ci viene gia un po' di nostalgia per l'underground della Rete: pagine senza orpelli particolari, semplici e nere, di una sobrietà consapevole e critica, fucine sperimentale di idee e immagini.