26 secondi per votare
Da un piccolo comune lombardo e da due sardi
è partita la sperimentazione del voto e dello spoglio elettronico
di Georgia Garritano
Le elezioni di domenica scorsa si sono concluse con le
polemiche per le lunghe code ai seggi elettorali causate
dall'accorpamento delle sezioni e dal numero delle schede
necessarie per scegliere deputati, senatori, quote proporzionali,
sindaci e consiglieri circoscrizionali. Ma non è andata così
ovunque.
A Novate
Mezzola, in provincia di Sondrio, infatti il tempo medio per
esprimere il voto è stato di 26 secondi. Qualcuno ha votato
addirittura in sette secondi, i più lenti hanno impiegato otto
minuti. Per la chiusura del seggio e lo scrutinio ci sono voluti
solo due minuti. Il motivo di tanta rapidità non sta soltanto nel
fatto che l'elettorato del paese della Val Chiavenna è costituito
solo da poche centinaia di votanti ma anche nelle nuove
possibilità offerte dalle tecnologie informatiche. Nel comune
lombardo, infatti, è stato appena sperimentato il voto
elettronico e i risultati sono stati pienamente soddisfacenti.
Il voto non aveva validità giuridica ma è servito, oltre che
a testare in una situazione concreta le potenzialità degli
strumenti informatici, a coinvolgere direttamente i cittadini nei
cambiamenti dei servizi pubblici e della partecipazione politica.
L'iniziativa, infatti, ha suscitato curiosità e interesse nella
popolazione: ben tre quarti dei cittadini chiamati alle urne hanno
partecipato all'esperimento e, dopo aver espresso il loro voto
nella tradizionale cabina, si sono spostati in un'altra sezione
opportunamente predisposta e hanno rivotato in modalità
elettronica.
Ma come si è svolta l'operazione di voto mediante computer?
L'elettore si è posto davanti un monitor; gli è stato proposto
un codice personale riservato, un numero non utilizzato da altri
compreso da zero a duemila che ha dovuto confermare o cambiare; ha
visto apparire in sequenza le schede elettorali e ha indicato la
coalizione e il partito semplicemente toccando lo schermo; gli è
stato chiesto di confermare la scelta e quindi il voto è stato
registrato. Al termine dell'operazione il computer ha emesso una
ricevuta stampata.
Sembra, in effetti, molto facile. E proprio tale facilità
viene indicata dall'amministrazione comunale come il motivo
principale per promuovere l'uso del voto elettronico. Gli
organizzatori dell'iniziativa, sostenuta anche dalla prefettura di
Sondrio e dal ministero dell'Interno, assicurano, inoltre, che si
tratta di una procedura rigorosamente anonima e protetta.
Ma non solo l'efficiente provincia settentrionale ha avuto un
assaggio delle elezioni del futuro. All'avanguardia nella
rivoluzione tecnologica del voto è stata, infatti, anche la
Sardegna. Nei comuni di Serri, in provincia di Nuoro, e di
Guamaggiore in provincia di Cagliari, infatti, accanto ai
tradizionali seggi sono stati installati quelli informatizzati e
lo spoglio è avvenuto elettronicamente in poche decine di minuti.
Anche in questi casi la novità ha avuto un grande successo. Al
Comune di Serri, ad esempio, non nascondono l'entusiasmo. "È
tutta un'altra cosa" - dichiara Giovanni Melis, responsabile
dell'ufficio elettorale - "Il seggio ufficiale ha terminato
lo spoglio alle sei del mattino mentre in quello sperimentale si
è iniziato all'1:33 e finito alle 2:12, quindi in 39 minuti. I
dati sono registrati dal computer che segna anche l'ora esatta
dello scrutinio di ogni singola scheda". Inoltre, prosegue
Melis, "poco dopo le 2:12 tutti questi dati non erano a
conoscenza solo del personale del seggio ma sono stati messi a
disposizione di tutti su Internet".
Gli elettori di Serri sono entrati prima nel seggio ufficiale e
poi nella cabina sperimentale allestita in un locale adiacente. Si
è votato solo per la Camera, sia per l'uninominale che per il
proporzionale, per coinvolgere l'intero elettorato. E la
partecipazione, in effetti, c'è stata, anche perché, come spiega
il dirigente comunale, "l'amministrazione ha cercato di
preparare gli elettori sia con manifesti sia con istruzioni
inviate direttamente a casa". Quasi tutti i votanti hanno
partecipato. Solo una trentina di persone non ha voluto ripetere
il voto.
Soddisfazione anche a Guamaggiore. "Lo scrutinio
tradizionale è durato dodici ore" - racconta il responsabile
dell'ufficio elettorale Giuseppe Fais - "mentre quello
elettronico un'ora e venticinque". Pure in questo caso la
popolazione ha reagito positivamente, anche perché, in effetti,
ha utilizzato schede cartacee e matita come al solito. Solo che a
ogni simbolo di partito era collegato un codice a barre - un
sistema chiamato eVoto sviluppato da Ales, una piccola azienda di
software cagliaritana - che ha consentito uno scrutinio veloce con
un lettore ottico.
Per il momento, quindi, si è trattato soprattutto di spoglio
elettronico più che di voto elettronico ma c'è da credere che
questo sia stato solo il primo passo.
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