Mercoledì 16 Maggio 2001




 

 


26 secondi per votare

Da un piccolo comune lombardo e da due sardi è partita la sperimentazione del voto e dello spoglio elettronico

di Georgia Garritano

Le elezioni di domenica scorsa si sono concluse con le polemiche per le lunghe code ai seggi elettorali causate dall'accorpamento delle sezioni e dal numero delle schede necessarie per scegliere deputati, senatori, quote proporzionali, sindaci e consiglieri circoscrizionali. Ma non è andata così ovunque.

A Novate Mezzola, in provincia di Sondrio, infatti il tempo medio per esprimere il voto è stato di 26 secondi. Qualcuno ha votato addirittura in sette secondi, i più lenti hanno impiegato otto minuti. Per la chiusura del seggio e lo scrutinio ci sono voluti solo due minuti. Il motivo di tanta rapidità non sta soltanto nel fatto che l'elettorato del paese della Val Chiavenna è costituito solo da poche centinaia di votanti ma anche nelle nuove possibilità offerte dalle tecnologie informatiche. Nel comune lombardo, infatti, è stato appena sperimentato il voto elettronico e i risultati sono stati pienamente soddisfacenti.

Il voto non aveva validità giuridica ma è servito, oltre che a testare in una situazione concreta le potenzialità degli strumenti informatici, a coinvolgere direttamente i cittadini nei cambiamenti dei servizi pubblici e della partecipazione politica. L'iniziativa, infatti, ha suscitato curiosità e interesse nella popolazione: ben tre quarti dei cittadini chiamati alle urne hanno partecipato all'esperimento e, dopo aver espresso il loro voto nella tradizionale cabina, si sono spostati in un'altra sezione opportunamente predisposta e hanno rivotato in modalità elettronica.

Ma come si è svolta l'operazione di voto mediante computer? L'elettore si è posto davanti un monitor; gli è stato proposto un codice personale riservato, un numero non utilizzato da altri compreso da zero a duemila che ha dovuto confermare o cambiare; ha visto apparire in sequenza le schede elettorali e ha indicato la coalizione e il partito semplicemente toccando lo schermo; gli è stato chiesto di confermare la scelta e quindi il voto è stato registrato. Al termine dell'operazione il computer ha emesso una ricevuta stampata.

Sembra, in effetti, molto facile. E proprio tale facilità viene indicata dall'amministrazione comunale come il motivo principale per promuovere l'uso del voto elettronico. Gli organizzatori dell'iniziativa, sostenuta anche dalla prefettura di Sondrio e dal ministero dell'Interno, assicurano, inoltre, che si tratta di una procedura rigorosamente anonima e protetta.

Ma non solo l'efficiente provincia settentrionale ha avuto un assaggio delle elezioni del futuro. All'avanguardia nella rivoluzione tecnologica del voto è stata, infatti, anche la Sardegna. Nei comuni di Serri, in provincia di Nuoro, e di Guamaggiore in provincia di Cagliari, infatti, accanto ai tradizionali seggi sono stati installati quelli informatizzati e lo spoglio è avvenuto elettronicamente in poche decine di minuti.

Anche in questi casi la novità ha avuto un grande successo. Al Comune di Serri, ad esempio, non nascondono l'entusiasmo. "È tutta un'altra cosa" - dichiara Giovanni Melis, responsabile dell'ufficio elettorale - "Il seggio ufficiale ha terminato lo spoglio alle sei del mattino mentre in quello sperimentale si è iniziato all'1:33 e finito alle 2:12, quindi in 39 minuti. I dati sono registrati dal computer che segna anche l'ora esatta dello scrutinio di ogni singola scheda". Inoltre, prosegue Melis, "poco dopo le 2:12 tutti questi dati non erano a conoscenza solo del personale del seggio ma sono stati messi a disposizione di tutti su Internet".

Gli elettori di Serri sono entrati prima nel seggio ufficiale e poi nella cabina sperimentale allestita in un locale adiacente. Si è votato solo per la Camera, sia per l'uninominale che per il proporzionale, per coinvolgere l'intero elettorato. E la partecipazione, in effetti, c'è stata, anche perché, come spiega il dirigente comunale, "l'amministrazione ha cercato di preparare gli elettori sia con manifesti sia con istruzioni inviate direttamente a casa". Quasi tutti i votanti hanno partecipato. Solo una trentina di persone non ha voluto ripetere il voto.

Soddisfazione anche a Guamaggiore. "Lo scrutinio tradizionale è durato dodici ore" - racconta il responsabile dell'ufficio elettorale Giuseppe Fais - "mentre quello elettronico un'ora e venticinque". Pure in questo caso la popolazione ha reagito positivamente, anche perché, in effetti, ha utilizzato schede cartacee e matita come al solito. Solo che a ogni simbolo di partito era collegato un codice a barre - un sistema chiamato eVoto sviluppato da Ales, una piccola azienda di software cagliaritana - che ha consentito uno scrutinio veloce con un lettore ottico.

Per il momento, quindi, si è trattato soprattutto di spoglio elettronico più che di voto elettronico ma c'è da credere che questo sia stato solo il primo passo.