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m-commerce, il nuovo must del commercio elettronico

Un mondo di negozi in tasca per chi puntera' sul cellulare. Nel 2001 il 50 per cento delle transazioni on line senza PC

di Georgia Garritano


Chi pensa che il computer sia il mezzo più adatto al commercio elettronico si sbaglia. Il futuro delle transazioni in rete, infatti, è legato ai telefoni cellulari.
 A individuare questa tendenza del mercato è una ricerca effettuata dall'Osservatorio europeo sulle nuove tecnologie, una struttura dell'Unione europea che ha sede in Spagna, a Siviglia.
Se è certo che lo sviluppo del commercio elettronico è legato allo sviluppo della rete non è altrettanto certo che lo strumento privilegiato per la connessione a Internet rimarrà il pc.

Concorda con queste conclusioni anche un recente studio dell'Ibm secondo il quale, entro il 2001, il 16 per cento degli accessi al web e addirittura il 50 per cento delle transazioni on line saranno effettuati da dispositivi alternativi al computer: console multimediali, tv interattiva e, soprattutto, telefonini.
Secondo le stime della divisione marketing e comunicazioni di Ericsson, il colosso svedese dei cellulari, entro il 2004 un miliardo e seicento milioni di persone nel mondo useranno il servizio di telefonia mobile per collegarsi alla rete.
Sarà dunque nell'm-commerce (m sta per 'mobile'), il futuro dell'e-commerce: il Wap (Wireless application protocol), lo standard per l'accesso mobile a Internet, sarà il vero motore del commercio elettronico al dettaglio e la tecnologia Umts (Universal telecommunications system) compirà la rivoluzione.

 Per almeno tre ragioni molti utenti preferiranno avvalersi dell'amato telefonino. Innanzitutto la diffusione degli apparecchi di telefonia mobile tra i cittadini europei - gli italiani ne sanno qualcosa - è di gran lunga superiore a quella dei sistemi informatici: il tasso di penetrazione dei telefoni portatili sfiora, infatti, il 65 per cento contro il 25 per cento dei computer.
In secondo luogo l'investimento per l'acquisto di un cellulare è estremamente ridotto rispetto alla spesa necessaria per comprare un elaboratore: al prezzo di due-trecentomila lire ci si può assicurare un telefonino mentre occorrono almeno due milioni per portarsi a casa un computer da tavolo, ancora di più se si desidera un pc portatile. Infine, ma di importanza decisiva, il cellulare, mediante la carta Sim, potrebbe risolvere il problema dei pagamenti in rete. Il sistema delle carte prepagate e ricaricabili, infatti, potrebbe convincere quell'ampia schiera di utenti che non si fida dello shopping on line ed è restia a trasmettere ai negozi virtuali il numero della propria carta di credito.

Per gli operatori, poi, il sistema sarebbe economicamente vantaggioso perché consentirebbe loro di tagliare le spese destinate a criptare i dati e a proteggere i siti dalle intrusioni dei pirati informatici. Questa forma di pagamento, inoltre, si rivelerebbe particolarmente funzionale per le piccole somme. Un punto critico in questo scenario, tuttavia, c'è. La visibilità delle inserzioni pubblicitarie, assicurata pienamente dagli schermi dei computer, non lo sarebbe altrettanto dai piccolissimi monitor dei cellulari e se la pubblicità non potesse raggiungere i consumatori la conseguenza sarebbe un rialzo dei prezzi dei prodotti. D'altra parte i creativi potrebbero escogitare forme di spot adatte ai display dei telefonini e realizzare strategie di marketing personalizzato.