"Non ho
tradito né il mio Paese, né l'Alleanza Atlantica. Il governo
francese si è servito di me per tentare di trovare una
posizione più favorevole sulla scena politica". Accuse
gravi quelle dell'ex comandante dell'esercito francese
Pierre-Henri Bunel salito nel 1998 alla ribalta della cronaca
come "la spia francese" a favore dei serbi, in piena
guerra nell'ex Iugoslavia. Bunel, comandate delle forze armate
francesi fu accusato di aver passato piani di guerra Nato al
leader serbo Jovan Milanovic (diplomatico dell'ambasciata
Iugoslava presso l'Unione Europea a Bruxelles). Informazioni
riservate e classificate "secret-NATO" relative ai
bersagli scelti dalle truppe alleate per gli attacchi aerei in
Iugoslavia, in caso di non ritiro delle milizie serbe in Kossovo.
Reo confesso,
non ha mai accettato l'accusa di essere la talpa francese in
seno alla Nato e oggi a distanza di due anni si difende su
Internet, pubblicando un memoriale.
"Le informazioni che ho fornito a Jovan Milanovic"
scrive Bunel" non avrebbero mai permesso ai serbi di
mettere le nostre truppe in pericolo. Il mio obbiettivo era di
contribuire a convincere il governo iugoslavo che la sola
soluzione per evitare un bagno di sangue era il ritiro delle
forze speciali serbe dal Kossovo. In effetti" continua
Bunel "Milosevic ha ritirato le sue truppe dal Kosovo
nell'ottobre del 1998." Si sente un piccolo eroe che ha
agito di persona forte dei suoi lunghi anni in zone di guerra.
Resta convinto e lo ripete più volte nelle sue pagine sul Net
che la sua azione è stata "una piccola pietra per
costruire un edificio, convincendo Milanovic di quanto erano
serie le intenzioni della Nato".
Sfogo
psicologico più che dossier di guerra, pochi i dettagli e
soprattutto nessuna prova, caratterizzano il sito dell'ex
ufficiale, che tuttavia si serve di Internet per spiegare a suo
modo perché ha violato il segreto militare, "noi dovevamo
fare di tutto per affermare le ragioni internazionali….Ho
agito anche per fini umanitari, per evitare conseguenze gravi
per la popolazione sfollate…Inoltre dopo la mia partecipazione
all'operazione in Ruanda nell'84, avevo perso fiducia
nell'azione di mediazione politica". Vittima, sostiene, di
giochi politici. "Sto cercando di capire perché mi hanno
utilizzato" e riferisce di una comunicazione partita
all'interno del Ministero della Difesa francese, dove si sarebbe
detto che "Bunel non ha fatto nulla di veramente scorretto,
ma noi abbiamo dovuto sacrificarlo per ragioni politiche in seno
alla Nato". Pesanti denuncie che potrebbero sollevare un
vespaio politico a breve termine, quando a giugno uscirà il suo
libro che si annuncia, ricco di particolari, dove l'ex ufficiale
francese cercherà di portare le prove che la sua vicenda è
stata manipolata. Bunel ammette che le pagine pubblicate su
Internet servono per trovare un editore, interessare la stampa e
l'opinione pubblica sulla storia del suo "sacrificio per
ragioni di Stato".
Incarcerato
il 31 ottobre del 1998, Bunel 48 anni, 25 anni di servizio nelle
forze armate e esperto di servizi segreti, anziano capo del
comando generale della rappresentanza militare francese presso la
NATO a Bruxelles, è stato rimesso in libertà il 23 agosto
del 1999. Da allora si è ritirato nei Pirenei proprio per
scrivere il suo memoriale, anticipato dalla pubblicazione su
Internet. Bunel ha aperto in Rete anche un altro sito dedicato
alle operazioni
militari in Bosnia con un reportage fotografico che
testimonia, afferma, un'operazione segreta chiamata "Grouse"
realizzata a febbraio 1996 in Bosnia. Oltre a un fac-simile di
una nota consegnata dall'Ifor (autorità per il mantenimento
della pace delle Nazioni Unite) ai soldati distanziati nelle
zone di guerra che in mancanza di contrordini il loro
"quadro normale" di servizio non comprendeva la caccia
di persone incolpate di crimini di guerra contro l'umanità.
L"affaire Bunel" non sembra destinato a concludersi:
"un giorno pubblicherò su questo sito" scrive on line
l'ex ufficiale "il documento (un foglio di carta formato
A5), che ho consegnato il 1 ottobre a Jovan Milanovic".
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