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Free-lance on line, lavoro sì ma senza regole e contratto

Più posti ma meno tutela per i giornalisti del web. Sindacati e editori a confronto

di Alessandra Solarino


IloPorte aperte a giornalisti, creativi e comunicatori in genere. Aumentano le possibilità di occupazione offerte dalle nuove tecnologie per chi opera nel settore dei media e della comunicazione. Al contrario scompaiono figure tradizionali, come tipografi e montatori e il caro, vecchio, e soprattutto sicuro, posto fisso diventa un mito d'altri tempi. È quanto rivela una ricerca condotta dall'Ilo, International Labour Office di Ginevra, dedicata all'impatto dell'Ict, information and communication technology sull'occupazione nel settore dei media e dell'intrattenimento. E in Italia il confronto tra sindacato e editori sul rinnovo del contratto dei giornalisti chiama in causa l'estensione delle regole e dei diritti contrattuali anche a chi tratta informazione on line.

"I giornalisti - si legge nel rapporto - non corrono il rischio di essere sostituiti dai computer". Anzi, secondo l'Ilo nei paesi più industrializzati risulta in crescita la richiesta di professionisti di livello culturale medio - alto, pronti ad adattarsi al cambiamento, in grado di dialogare con le nuove tecnologie e disponibili a spostamenti per lavoro. Giornalisti chiamati a scrivere per format diversi, dal quotidiano alla televisione, al sito Internet, alla radio e in grado di accedere direttamente alle fonti dell'informazione grazie alla rete.

A essere spazzati via sono, invece, quei lavori tradizionali, legati in particolare all'area tecnica e amministrativa della carta stampata, come il tipografo e l'impiegato d'ufficio, incapaci di tenere il passo con l'evoluzione delle nuove tecnologie. "La sfida - recita il rapporto - è adattarsi ai cambiamenti dell'organizzazione e del mercato del lavoro". La parola d'ordine riqualificazione, per poter passare dai vecchi ai nuovi media.

Più fortunati, allora, i giornalisti? In realtà, se è vero che Internet offre nuove opportunità di impiego si registra una forte diminuzione dei contratti di lavoro a tempo pieno e indeterminato e, al contrario, un aumento degli accordi di collaborazione per chi è free-lance, libero professionista. Vale a dire niente contributi previdenziali, né fringe benefit o assistenza sociale e ridotta tutela sindacale.

 Fnsi"Occorre estendere anche all'on line i diritti e le regole del sindacato- sostiene Paolo Serventi Longhi, segretario della Federazione nazionale della stampa italiana, Fnsi  - Siamo pronti a discutere sulla possibilità di contratti flessibili per i giornalisti ma nelle redazioni non si può prescindere da regolari contratti di lavoro accanto a cui collocare un certo numero di collaborazioni".

Nel corso di un incontro con i giornalisti on line Serventi Longhi ha annunciato l'istituzione di un dipartimento nazionale della Federazione dedicato appositamente al giornalismo sul Web. Secondo il segretario della Fnsi in gioco c'è la garanzia di un'informazione credibile e di qualità: "il free-lance è un giornalista ricattabile, più esposto alle sirene del marketing rispetto al giornalista full-time e quindi meno libero".

La questione dei giornalisti on line, che in Italia ufficialmente sono circa quattrocento, cento dipendenti e non meno di trecento collaboratori, è al centro della piattaforma proposta dalla Fnsi per il rinnovo del contratto di categoria (disponibile sul sito della Federazione). Punti cardine sono, infatti, il riconoscimento contrattuale del ruolo dei giornalisti che operano sul Web e dei free-lance e l'affermazione di regole chiare per il telelavoro.

Fieg"Non c'è da parte nostra un atteggiamento pregiudiziale a non trattare la questione dei lavoratori autonomi" spiega il vice direttore della Fieg, la Federazione Italiana editori, Giancarlo Zingoni. Fondamentale è per Zingoni l'aggiornamento del contratto di categoria, "una volta ottenuti dei risultati siamo disponibili a fissare delle regole quadro in presenza di una regolamentazione più flessibile del lavoro dipendente".

Per quanto riguarda i giornalisti on-line "il contratto - precisa Zingoni - non può essere esteso così com'è a una figura professionale nuova come quella del redattore Internet, che richiede una preparazione e una capacità di adattamento diversa da quella del giornalista tradizionale. Prima di tutto è necessario definire questa nuova figura per distinguerla da altri operatori che pur lavorando in redazioni Internet non possono essere considerati giornalisti. E poi ci vuole una regolamentazione diversa, più agile e in linea con le discipline internazionali". " Confermiamo la disponibilità ad aprire il contratto alle specifiche esigenze della rete - ha ribadito Serventi Longhi nel corso dell'ultima riunione della Commissione contratto - e quindi a un confronto negoziale sulle regole più flessibile dell'attuale" ma "non è possibile fare a meno delle norme deontologiche che regolano la professione".

Non a caso la Fnsi ha chiesto di prevedere un pressmark, un marchio di qualità, per distinguere portali e siti di contenuto informativo da pagine web di valore prevalentemente commerciale, richiesta respinta però dalla Fieg. "Gli editori si comportano su Internet come degli imprenditori" ha dichiarato il segretario dell'Associazione Stampa romana, Roberto Seghetti. Per gli gli editori - ha sottolineato Serventi Longhi - "una volta definito" nel contratto "cosa significa fare il giornalista on line occorre stabilire una normativa più debole e una parte salariale fortemente ridotta". Il confronto, allora, continua e il segretario della Fnsi ha appena annunciato l'apertura di una vertenza nazionale "con il governo per l'adeguamento della legge sulla stampa, della legge istitutiva dell'ordine e per l'estensione del ruolo dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni al settore on line. La new information ha bisogno di regole a tutela del cittadino moderno".