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Sensori cuciti nel costume di scena catturano le sonorità del corpo umano

La musica del futuro dal Centro Tempo Reale di Firenze diretto da Luciano Berio

di Giuseppina Rossi


Liberare il suono. Quando nel 1915, poco più che ventenne, Edgar Varèse lasciò la natia Francia alla volta di New York, sicuramente non pensava ad altro. A liberare il suono. Dalla secolare disciplina della composizione. Dal gesto officiante dell'esecutore. Dal rito dell'ascolto. 
E per liberarlo, il suono, inventare macchine mai viste prima, nuovi strumenti elettronici, nuovi congegni con cui poter esplorare nuove possibilità espressive e creare universi sonori mai ascoltati. Luciano Berio L'avventura della musica elettronica, come tutte le avventure, ha i suoi pionieri, i suoi profeti: "Sono certo - scriveva Varèse nel 1936 - che verrà un'epoca in cui il compositore, dopo aver realizzato graficamente la sua partitura, la vedrà finire dentro una macchina che ne trasmetterà fedelmente il contenuto all'ascoltatore". Il Centro di ricerca musicale "Tempo Reale", fondato da Luciano Berio nel 1987, si può dire allora sia nipote di un sogno e di una profezia, ma figlio di una solida realtà tutta italiana, all'avanguardia nella sperimentazione e nella produzione di lavori musicali che prevedono l'utilizzo delle nuove tecnologie informatiche.

Negli ultimi anni, in particolare, l'attività del Centro fiorentino si è rivolta alla realizzazione di alcune delle più importanti opere contemporanee per il teatro musicale. Basti pensare alle due ultime "azioni musicali" composte da Berio. A Outis eseguita in prima assoluta al Teatro alla Scala nel 1996, oppure a Cronaca del luogo che l'estate scorsa ha inaugurato a Salisburgo il più celebre festival di musica classica del mondo. foto di scena di Outis E in queste grandi realizzazioni si sono anche concretizzati parte degli sforzi di Tempo Reale nel campo della ricerca scientifica in senso stretto. Ad esempio, in Outis - che significa "Nessuno" ed è un "percorso musicale abitato dal ricordo di Ulisse" - non c'è musica elettronica. Ma in questo caso le nuove tecnologie sono state utilizzate per realizzare nuove forme di spazializzazione del suono, per modificare la prospettiva acustica dell'orchestra tradizionale in rapporto con la scena" e per trovare nuovi algoritmi per l'elaborazione dei suoni dei vari strumenti. E sempre dagli studi sul movimento del suono nello spazio ha preso vita il progetto di "spazializzazione frontale" legato a Cronaca del luogo, l'ultima azione di teatro musicale prodotta in collaborazione con il Laboratorio di Informatica musicale del Dist (Università di Genova). In questa realizzazione tutti i sistemi di diffusione del suono sono stati pensati per essere disposti, durante la rappresentazione, in modo tale da formare una parete, un "muro sonoro". Non è facile immaginare i risultati delle complesse alchimie sonore prodotte nel Centro fiorentino. Descrivere, ad esempio, gli esperimenti effettuati per la realizzazione dei sistemi di live electronics da usare in tempo reale durante l'esecuzione dell'opera sarebbe assolutamente impossibile senza l'ausilio del breve file video-audio che vi proponiamo.

Tra le altre attività di produzione Tempo Reale propone anche il restauro e la riedizione di opere di musica elettronica analogica create negli anni Cinquanta e la ripresa e l'esecuzione di importanti lavori del repertorio elettroacustico. Recentemente, durante la rassegna "Musica allo Studio C" svoltasi lo scorso dicembre a Firenze, è stata proposta agli ascoltatori una nuova edizione di "Acustica 1968-70 per produttori di suono sperimentali e altoparlanti", del compositore argentino-tedesco Mauricio Kagel, che prevedeva oltre all'impiego di nastri magnetici durante l'esecuzione, anche lo sviluppo di strumenti acustici del tutto nuovi.

regia dell'opera OutisMa Tempo Reale ha anche un altro grande merito al di la' dell'attività di ricerca che ai profani potrebbe sembrare un po' di élite. Vale a dire il merito di proporre con continuità, dal 1997, un programma didattico molto interessante. Soprattutto in un Paese, come l'Italia, dove l'insegnamento della musica nelle scuole è praticamente inesistente. Grande attenzione anche all'estero ha suscitato il Corso di Formazione Professionale rivolto a giovani compositori e musicisti di tutto il mondo. E dal "vivaio" di Tempo Reale sono già uscite delle promesse della musica elettronica. Kilian Schwoon, ad esempio, tedesco ma ormai "fiorentino" d'adozione che ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, come il Busoni-Förderpreis 1999 dell'Accademia delle Belle Arti di Berlino, o il romano Paolo Pachini, corsista nel 1998, che ormai riceve commissioni dalle più importanti istituzioni musicali italiane e straniere. E addirittura coraggioso, infine, si potrebbe definire il progetto del Centro fondato da Berio per promuovere l'alfabetizzazione musicale dei bambini delle scuole elementari attraverso gli strumenti informatici. Abituare i bambini all'ascolto, a fondere i suoni degli strumenti tradizionali più semplici (percussioni, tastiere e voce) con le elaborazioni dei calcolatori, stimolare la curiosità attraverso la visualizzazione grafica e l'interazione, tutto come se si trattasse di un grande gioco.

foto di scena di Outis"Io mi rivolgo ai giovani, necessariamente assetati di cose nuove, presenti e vive. (…) Essi soli mi dovranno ascoltare e mi potranno comprendere…" Con queste parole iniziava nel 1911 il Manifesto dei musicisti futuristi. Oggi, persa la vérve polemica dei seguaci di Marinetti, la "nuova musica" del millennio che inizia riparte ancora dai giovani. Anzi dai bambini. Dalla loro voglia di giocare. Dalla loro voglia di musica come gioia.

[Si ringrazia il Centro Tempo Reale e il maestro Francesco Giomi, per la gentile concessione delle immagini e del materiale audio-video delle opere Outis e Cronaca del luogo]