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Arriva in autunno la carta d'identità del futuro

Torino e Milano candidate al lancio del documento elettronico

di Alessandra Solarino


Addio vecchia carta d’identità. Nei portafogli degli italiani sta per arrivare la carta d’identità elettronica, una sorta di bancomat con banda magnetica che conterrà nome, cognome e centinaia di altre informazioni in meno di un centimetro quadrato. Il nuovo documento oltre a contenere i dati personali, da quelli anagrafici a quelli sanitari, funzionerà anche come carta servizi interattiva, strumento di accesso, sicuro e garantito, ai sistemi informativi della pubblica amministrazione. Come una city-card, permetterà di pagare il parcheggio e le multe e, come carta sanitaria, di prenotare visite mediche. “Si potranno fare molte cose - ha spiegato il ministro della Funzione Pubblica, Franco Bassanini - Sarà come portare addosso un enorme pacco di certificati”. E entro tre anni certificati e autocertificazioni finiranno nel dimenticatoio.

Franco BassaniniNel prossimo autunno partiranno le sperimentazioni, secondo le direttive dell’Aipa e del ministero degli Interni. Tra i candidati spiccano due “città digitali”, Torino e Milano, all’avanguardia nell’uso delle nuove tecnologie per i servizi al cittadino.

A Torino un “progenitore” della carta d’identità elettronica circola già dalla scorsa primavera. Si chiama Torinofacile, una sorta di mini banca dati realizzata nell’ambito del progetto europeo Distinct (Deployment and integration of smartcard technology and information network for cross sector telematics), e offre servizi telematici a cittadini e professionisti. Nel corso del 99, ad esempio, architetti e ingegneri hanno potuto accedere a servizi informativi sul piano regolatore e sullo stato delle pratiche edilizie e di condono, mentre i cittadini hanno prenotato e pagato elettronicamente i biglietti per i concerti di Settembre Musica.

Da alcuni mesi, inoltre, 50 disabili usano quotidianamente la carta per accedere a trasporti urbani speciali e i 13mila impiegati del comune la impiegano come documento identificativo. “Presto – ha dichiarato l’assessore all’Azienda Comune, Paolo Peveraro – anche gli studenti e i dipendenti del Politecnico utilizzeranno Torinofacile per accedere a informazioni personali e risorse didattiche”. Ma il fiore all’occhiello del capoluogo piemontese è l’idea di fornire delle prestazioni il più possibile personalizzate. Un programma infatti interpreta i dati memorizzati nella sim card e consente all’utente di accedere a un servizio su misura. “Nel caso l’utente sia un disabile con ridotta capacità visiva – spiega Peveraro – questo dato viene letto dal sistema che fornisce il servizio e questo passa immediatamente a una modalità semplificata di accesso. Allo stesso modo viene riconosciuta la lingua preferita dall’utente e le informazioni, se possibile, vengono offerte in quell’idioma”. Entro fine anno, Torino conta di mettere in circolazione 100mila tessere elettroniche e di installare, all’interno di enti pubblici e privati, 200 sportelli automatici abilitati alla lettura della carta.

A Palazzo Marini, invece, un prototipo di carta d’identità elettronica esiste già dal 1998. “Una volta adottato - spiega l’assessore ai Servizi Civici del comune ambrosiano, Giancarlo Martella – il documento metterà a disposizione dell’utente tutte le informazioni che lo riguardano, dai dati anagrafici alle visure catastali. L’intestatario potrà modificare i dati inseriti in qualunque momento, effettuare transazioni, come il pagamento dell’Ici, e richiedere dei certificati. In una parola, non sarà più necessario spostarsi da un ufficio all’altro, ma le informazioni viaggeranno tramite rete”. E in caso di smarrimento? Niente paura. In attesa delle specifiche tecniche del ministero degli Interni Martella parla di chiavi di accesso basate sulle caratteristiche biometriche dell’intestatario. L’impronta della retina o quella digitale, decisamente più sicure del tradizionale numero segreto delle carte commerciali.

L’assessore non esclude che, in un prossimo futuro, la carta possa diventare anche strumento di accesso al voto, eliminando la costosa distribuzione dei certificati elettorali. Grazie a un sistema elettorale informatizzato “il cittadino voterebbe dovunque si trovi senza fughe all’ultimo minuto per arrivare in tempo al proprio collegio, e il Viminale otterrebbe i risultati in tempo reale”.

Ma la scommessa del capoluogo lombardo è rivoluzionare i rapporti tra utente e città. “Con il cablaggio del comune – precisa Martella - ogni abitazione potrà collegarsi con dei centri che offriranno servizi di vario tipo, dall’ascolto di una lezione universitaria all’affitto di un film. L’utente sarà identificato ed effettuerà pagamenti tramite il documento elettronico».

Milano, infatti, è avanti anche per quanto riguarda il cablaggio. Grazie a un regolamento apposito, che non solo ha evitato disagi alla cittadinanza ma ha garantito una cablatura omogenea, dal centro alla periferia, ad oggi 11 società stanno cablando la città, con un progetto che prevede circa 2 mila chilometri di cavi in 3 anni.