Approfondimenti

Indice

  MediaMente
Biblioteca Digitale
Rassegna Stampa
News
Speciali 
Approfondimenti
  in TV
Notizie in Rete
MediaScuola
NuovaMente
MediaMente.it
Palinsesto
Learning
  Servizi
Archivio
Trova
Scrivi
Autori
Informazioni
Dal diritto di replica al gioco d'anticipo

Internet dà l'opportunità di difendersi a chi si sente vittima della stampa. Le opinioni di Piero Ottone e Sergio Lepri

di Georgia Garritano e Veronica Sedda


Chi si trova al centro di fatti di cronaca e ritiene di subire un trattamento iniquo da parte degli organi di informazione dispone oggi di un nuovo strumento per replicare ai media: affidare la propria versione a Internet. Negli Stati Uniti, infatti, si è verificato un caso che potrebbe aprire una nuova strada al diritto di replica. L'emittente Abc  ha realizzato un'inchiesta giornalistica sugli effetti collaterali delle pillole dimagranti prodotte dalla società californiana Metabolife. Prima della messa in onda del programma, però, l'azienda ha giocato d'anticipo aprendo un sito Web per pubblicare il testo integrale dell'intervista rilasciata dal presidente alla rete televisiva. Prevedendo, infatti, che i settanta minuti dell'intervista sarebbero stati tagliati e montati e temendo che ciò potesse distorcere il senso delle dichiarazioni rilasciate, il vertice aziendale ha deciso di rendere disponibile al pubblico la versione completa del filmato e la trascrizione testuale. Le pagine di Newsinterview.com - questo il nome del sito - hanno lanciato una sfida al programma televisivo non solo battendolo sul tempo ma anche invitando il pubblico, alla luce delle informazioni aggiuntive, a giudicare l'imparzialità della trasmissione. Diverse le reazioni dei dirigenti del network americano: mentre per il produttore Victor Neufeld l'iniziativa ha contribuito a far salire gli ascolti, il presidente di Abc News David Westin ha suggerito che in futuro venga imposto agli intervistati il divieto di rendere pubbliche in anticipo le proprie dichiarazioni.

Al di là delle polemiche del momento, la vicenda ha offerto ulteriori spunti di riflessione sull'evoluzione del giornalismo nell'era di Internet. Finora la possibilità di replicare alla stampa è passata quasi esclusivamente per le aule dei tribunali con controversie legali lunghe e costose per entrambe le parti in causa e dagli esiti spesso incerti per la difformità tra le sentenze di primo grado e quelle d'appello. La via telematica, di sicuro più tempestiva ed economica, ha sollevato, tuttavia, qualche perplessità. Shelby Coffey, presidente di Cnn-fn, il network finanziario dell'emittente di Atlanta, ha criticato l'inserimento di "altri soggetti" all'interno del "percorso giornalistico". Richard Wald, docente presso la prestigiosa Scuola di giornalismo della Columbia University ha addirittura valutato l'episodio come una "forma non tanto nascosta di intimidazione". Non tutti, però, hanno espresso un dissenso così radicale. Lawrence Grossman, ex presidente di Nbc News e della televisione pubblica Pbs ed editorialista della Columbia journalism review ritiene, invece, che quest'uso della rete possa "offrire agli spettatori e ai lettori più informazioni" e possibilità di confronto e che "aiuti a rendere i processi editoriali della stampa più aperti e trasparenti".

Anche in Italia, con lo sviluppo di Internet, il giornalismo dovrà misurarsi sempre di più con la possibilità che altri intervengano nel processo di produzione dell'informazione. Secondo Piero Ottone, autorevole firma di Repubblica, ciò non può che costituire "un arricchimento per il pubblico". Del resto, spiega Ottone, "le dichiarazioni appartengono all'intervistato, non all'intervistatore". I tagli, funzionali alle scelte dell'apparato editoriale, possono presentare le opinioni dell'intervistato in modo distorto. Responsabilità del giornalista è quella di "riferirle in modo fedele e, se ha dei dubbi, chiedere conferma all'interessato". Ricorrere a un mezzo alternativo per esprimersi e difendersi "fa parte dei diritti dell'intervistato". Il problema, semmai, sottolinea Ottone, riguarda i tempi di pubblicazione: la pretesa di una precedenza da parte dell'editore non appare infondata. Della stessa opinione anche Sergio Lepri, direttore dell'Ansa per quarant'anni, che giudica positivamente la messa on line del testo integrale dell'intervista, anche se esprime dubbi per quanto riguarda l'opportunità dei tempi di pubblicazione. Secondo Lepri, mettere a disposizione del pubblico il testo integrale è positivo anche in quanto esso "costituisce uno stimolo all'imparzialità del giornalista": è come se l'intervistatore fosse in qualche modo costretto a fare un "sunto onesto" dell'intervista. Non bisogna dimenticare, infatti, che "se il giornalista è un cattivo mediatore, l'utente fa a meno di lui e va direttamente alla fonte. E, se i sistemi tradizionali di informazione si fermano di fronte alla minaccia della concorrenza di Internet, la colpa è loro!". "Certo si pone il problema dell'affidabilità delle notizie", aggiunge Lepri. 
E questo e' certo un problema serio. Ma è vero che oggi spesso i giornali oscillano tra le forzature per amore dello scandalo e la totale subalternità agli interessi delle fonti: e, in questa alternativa, è positivo che al lettore sia data la possibilità di operare direttamente confronti tra i giornali e le loro fonti.