Torna alle interviste

    William Crossman

    Chicago, 20/07/1998
    Computer parlanti per un'informatica diffusa
    head> MediaMente: "Computer parlanti per un'informatica diffusa" William Crossman

    Chicago, 20/07/1998

    "Computer parlanti per un'informatica diffusa"

    SOMMARIO

  • Grazie alle tecnologie di riconoscimento vocale i computer parlanti VIVOs (Voice In/Voice Out computers) tratteranno le informazioni per mezzo di comandi vocali o visivi facendo nascere una nuova civiltà dell'oralità (1) .
  • I computer VIVOs saranno in grado di rimpiazzare completamente la scrittura e ne renderanno obsoleto l'utilizzo (2) .
  • La parola scritta è destinata ad essere sostituita da sistemi fondati sull'oralità e sull'immagine che l'uomo può apprendere in modo più naturale e intuitivo (3) .
  • La perdita della scrittura non andrà a discapito della diffusione dell'informazione e del sistema scientifico. Anche il sistema numerico sarà sostituito da sistemi che rappresentano i numeri attraverso immagini (4) .
  • Il processo di perdita della scrittura aumenterà la nostra memoria storica che verrà trasmessa attraverso l'oralità e le immagini (5) .
  • L'introduzione dei computer parlanti avrà grosse ripercussioni anche nel campo delle arti e della politica e, in generale, su ogni attività umana (6) .
  • In futuro ci sarà una lotta per garantire il diritto di accesso a questa tecnologia da parte delle fasce meno abbienti della società e dei popoli dei paesi in via di sviluppo (7) .
  • Le generazioni future comunicheranno a voce, parlando, ascoltando e guardando elementi grafici sui computer. La scrittura sopravviverà come hobby o come disciplina di studio extracurricolare (8) .
  • Le multinazionali stanno investendo un'enorme quantità delle loro risorse nello sviluppo di computer parlanti e nei sistemi di riconoscimento e di sintesi vocale (9) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Lei ha appena concluso un volume dal titolo CompSpeak 2050: How Talking Computers will Recreate an Oral Culture by Mid-21st Century . Perché ritiene che i "computer parlanti" ci condurranno a una cultura orale?

    Risposta
    Ci apprestiamo, innanzitutto, ad effettuare un notevole passo in avanti nel campo dei computer grazie alle tecnologie di riconoscimento vocale e ai computer parlanti che ho denominato VIVOs (Voice In/Voice Out computers). Questi computer non utilizzeranno testo, né avranno tastiera: tutta l'informazione sarà trasferita, immagazzinata e richiamata per mezzo di comandi vocali o visivi. Si tratta di una risposta a un problema già esistente che riguarda l'alfabetismo nelle nazioni maggiormente riconducibili alla civiltà della stampa e che sono del resto anche le nazioni più sviluppate dal punto di vista dell'elettronica. Se guardiamo, negli Stati Uniti, al tasso di alfabetismo in costante diminuzione e se pensiamo a quanti preferiscano guardare la televisione al leggere, o fare una telefonata piuttosto che scrivere una lettera, ci rendiamo conto che la civiltà della parola scritta è, nel mio paese, in gravissime difficoltà. Credo che ci siano due motori che ci allontanano da questa civiltà, e che ci portano verso una civiltà orale: il primo è di natura tecnologica, e il secondo di natura evolutiva. Da un punto di vista tecnologico, ad esempio, dobbiamo registrare che lo stesso linguaggio scritto è una tecnologia creata, in un lasso temporale fra i 6.000 e i 10.000 anni fa, al fine di rispondere a una serie specifica di condizioni storiche, in particolare il passaggio da una società nomadica a una società sedentaria incentrata su agricoltura e pastorizia. Con questa transizione si creò un enorme bisogno di immagazzinare informazioni. In quel momento storico si identificò nella scrittura lo strumento per gestire questa nuova mole di informazione. Ora abbiamo a disposizione una tecnologia in grado di rimpiazzare quello strumento, che, con i suoi sistemi alfabetici, le regole grammaticali e ortografiche, con i sistemi numerici scritti, è ormai obsoleto: tutto ciò è destinato a sparire e sarà rimpiazzato rapidamente da una tecnologia più efficiente, universale, economica, rapida e semplice. Questa nuova tecnologia è, in effetti, una "tecnologia non tecnologica", dato che consiste nella nostra capacità di parlare, capacità fondamentale e intrinseca all'uomo così come lo è il nostro sistema circolatorio.

    Back

    Domanda 2
    Non pensa dunque che, guardandoci alle spalle, si abbiano testimonianze del fatto che l'emergere di una nuova tecnologia non abbia necessariamente "abolito" le tecnologie precedenti? Il multimediale, in quanto coesistenza di diversi media, non può coniugare "nuovi" e "vecchi" strumenti di comunicazione?

    Risposta
    Credo, al contrario, che il computer e il multimediale costituiscano un perfetto esempio di come la nuova tecnologia renda obsoleta e rimpiazzi la vecchia tecnologia. La tecnologia di riproduzione sonora che ha preceduto i dischi, prima a 78 giri, poi a 45 e quindi gli LP, è ormai dimenticata, e a loro volta i dischi in vinile sono stati superati da cassette e CD e tutti si sono sbarazzati dei vecchi strumenti. Di volta in volta le vecchie tecnologie sono sostituite, rese esuberanti, dalle nuove, e non si giustappongono a esse. Questo processo è assolutamente esplicito nei media, ma lo si trova ovunque. Non si vede gente che nel proprio giardino usa la falce per un primo taglio dell'erba, e il tagliaerba per un secondo taglio. Allo scopo si prende la tecnologia più semplice, più efficiente, più aggiornata, e la si usa una sola volta. Per quanto riguarda i computer parlanti, la mia opinione è che saremo in grado di archiviare e recuperare informazione in modo più economico, universale, efficiente, utilizzando computer che hanno unicamente un display visuale. Quando usiamo il linguaggio scritto dobbiamo scrivere per archiviare un'informazione e leggere per recuperarla. Ma questa tecnologia, creata migliaia di anni fa per rispondere a specifiche necessità, è a sua volta una tecnologia transitoria. Noi tendiamo a considerare il linguaggio scritto come un bisogno primario, al pari di aria, acqua, sonno e cibo, e riteniamo che dunque esso costituisca l'aspirazione di ogni società. Ma non è così. Si tratta solo di una tecnologia, e come ogni tecnologia verrà superata e abbandonata in favore di una nuova tecnologia. I computer VIVOs sono in grado di espletare tutto quanto consentitoci dal leggere e scrivere, e chiunque sarà in grado di utilizzarli. Attualmente, l'80% della popolazione mondiale è praticamente analfabeta. 4,5 miliardi di persone non solo non hanno accesso a un computer: non sarebbero in grado di usarne uno basato su testo scritto e tastiera, anche avendolo di fronte. Con un computer guidato con sistema vocale, tutti coloro che non hanno un handicap vocale saranno in grado di usarlo, e di accedere a un enorme bagaglio di sapere.

    Back

    Domanda 3
    Le sue affermazioni non risultano paradossali in un'epoca che sembra produrre più scrittura - messaggi di e-mail, libri, riviste, ecc. - di quanta ne sia mai esistita? Non si può parlare di un incremento di scrittura, piuttosto che di un suo declino a breve termine?

    Risposta
    Spesso mi si risponde che il tasso di crescita della scrittura sta aumentando, dato che chi non scriveva lettere oggi scrive messaggi di e-mail, che si pubblicano molti più libri, riviste, quotidiani, e sempre più persone imparano a leggere, con efficaci campagne di alfabetizzazione nelle nazioni in via di sviluppo. Come posso dunque sostenere che la scrittura sia destinata a morire nelle nazioni sviluppate da un punto di vista elettronico? In effetti, l'incremento di scrittura sarà di breve durata, e possiamo rendercene conto guardando a uno scenario più ampio. Il dipartimento dell'istruzione statunitense ha prodotto uno studio sulle capacità di leggere e scrivere in un campione molto vasto di studenti di ogni livello scolastico, fra il 1973 e il 1993. Benché in questi anni ci fossero insegnanti generalmente più preparati rispetto a oggi e l'impegno di educare alla scrittura e lettura fosse altissimo, il rendimento è costantemente sceso - e non si tratta di un problema solo degli Stati Uniti, ma anche dell'Europa, del Giappone, di tutte le altre nazioni fondate sulla parola scritta. Io non credo che la ragione di questo processo sia, come in genere si sostiene, la cattiva qualità delle scuole, la pigrizia degli studenti o l'abuso di televisione. Credo anzi che i giovani abbiano un disperato desiderio di apprendere. Si tratta di un problema molto più profondo e complesso che ha a che fare con l'evoluzione della tecnologia, e con quella degli esseri umani. Negli ultimi 150 anni, le nazioni sviluppate hanno registrato una serie notevole di sconfitte per la parola scritta, che si è vista rimpiazzata da sistemi fondati sull'oralità o sull'immagine. Telegrafo, radio, televisione e video, computer, film, fotografia, telefono, hanno assunto le funzioni che prima erano di testi scritti, dei giornali, delle lettere, dei libri. Non credo che ciò sia avvenuto per caso. A un certo punto del loro processo evolutivo gli uomini hanno sentito che la scrittura, in quanto tecnologia per immagazzinare e recuperare informazione in modo efficace e universale, aveva raggiunto i suoi limiti. Abbiamo allora iniziato a creare tecnologie fondate sull'oralità perché, da un punto di vista evolutivo, di evoluzione psicobiologica e medica, l'oralità fa parte della nostra essenza, ci è congenita, siamo esseri parlanti-e chi è disabile da questo punto di vista supplisce con un linguaggio di segni. Se si sta troppo tempo senza parlare, seduti davanti a uno schermo, si trascura una nostra necessità fondamentale e si soffre fisicamente, così come è deleterio il non camminare poiché produce formazioni di calcio ai piedi. La cultura della parola scritta non è una cultura naturale: i bambini imparano naturalmente a parlare, non a leggere e scrivere, abilità che acquisiscono solo attraverso l'insegnamento. Tornando alla naturalità orale seguiremo insomma il nostro percorso evolutivo, che ci porta oltre i limiti della scrittura.

    Back

    Domanda 4
    Nel suo lavoro lei sostiene che perderemo tutti i sistemi di scrittura, compresi i simboli numerici che conosciamo. Perché? E quali sarebbero gli effetti sulla ricerca scientifica?

    Risposta
    Mi è stato detto che la mia previsione di perdita di tutti i sistemi di scrittura, compresi i simboli numerici noti, comporta un effetto radicale sulle scienze, e mi è stato chiesto come potremo mantenere il nostro sistema scientifico. Innanzitutto, quando affermo che perderemo i sistemi di scrittura non dico che perderemo informazione, che sarà archiviata e recuperabile attraverso i computer anche se non attraverso sistemi alfabetici, numerici, o altri sistemi quali le note musicali. Ci sarà ovviamente un riassestamento, che saremo assolutamente in grado di affrontare. Ad esempio, nella matematica applicata, i numeri verranno utilizzati solo nel parlato, o avremo altri sistemi visivi più efficaci dei sistemi numerici attuali. Se provassimo a effettuare calcoli usando i numeri romani, la cosa risulterebbe faticosissima, e un effetto analogo sarà prodotto in futuro dai numeri arabi che usiamo oggi. Avremo un sistema sostitutivo. Già oggi io ne ho studiato qualcuno che rappresenta i numeri attraverso immagini. Per quanto riguarda la matematica teorica, devo riconoscere che al momento non so offrire una soluzione, ma sono certo che anche qui, attraverso un processo più lungo, si arriverà a rimpiazzare i sistemi numerici.

    Back

    Domanda 5
    Non c'è il rischio che la perdita della scrittura comporti una perdita della memoria storica?

    Risposta
    Penso che, al contrario, questo processo aumenterà la nostra memoria storica. La memoria, anche nella originaria cultura orale - ossia nello stato culturale in cui si trova attualmente la gran parte del mondo - implica una trasmissione d'informazione alla generazione successiva o a un altro luogo. E ciò avviene attraverso l'oralità, oppure attraverso immagini. Con la rivoluzione agricola abbiamo avuto bisogno di uno strumento di archiviazione di informazione più capace rispetto alla memoria individuale, e più durevole delle incisioni rupestri, che vengono danneggiate dagli elementi, e abbiamo trovato nella stampa quello strumento. Ma si tratta di uno strumento con grandi limiti, perché ad esempio l'80% della popolazione mondiale non è in grado di usarlo, e perché si ha bisogno di un enorme mole di risorse per alfabetizzare una persona. I computer parlanti VIVOs costituiscono uno strumento molto più efficace perché non si perderà informazione, né memoria storica, dato che tutti potranno usare la propria lingua madre per attingere all'informazione archiviata. Non dovremo apprendere un'altra lingua, perché il sistema di archiviazione dell'informazione funziona indipendentemente da una lingua specifica: i VIVOs consentiranno infatti la traduzione simultanea. Non dovremo più studiare le lingue straniere, sarà solo un apprendimento opzionale, un hobby, perché tutti avranno il proprio computer parlante, indossato sotto forma di spilla, e potremo parlarci nelle lingue più diverse senza problemi di comprensione reciproca, e senza perdere nessun elemento della nostra memoria storica collettiva.

    Back

    Domanda 6
    Quale effetto avrà la transizione a una cultura orale su aree come le arti o la politica?

    Risposta
    L'introduzione dei computer parlanti, che sancirà la fine definitiva della scrittura, investirà ogni attività umana. Il prossimo secolo vedrà le diverse società confrontarsi e adattarsi a questa trasformazione. Persino le società non basate sulla stampa ne saranno investite, poiché verrà meno l'influenza e la dominazione delle nazioni che oggi basano il proprio privilegio sulla parola scritta. Nelle arti, ad esempio, si può immaginare l'esistenza di musica senza note scritte, o di letteratura senza la parola scritta. Invece di scrivere musica, ci orienteremo nuovamente verso la condizione della gran parte della musica etnica, che è improvvisata. Avremo poi diversi sistemi di insegnamento della musica stessa, basati sull'apprendistato, sull'osservazione e l'imitazione dei gesti del maestro. Per quanto riguarda la letteratura, ci sposteremo dal romanzo e dalla poesia scritta, alla performance del cantastorie o della poesia orale. Già ci sono segnali in tal senso: le sessioni di lettura poetica hanno sempre più successo negli Stati Uniti, e il rap, una forma di poesia orale afroamericana, suscita interesse non solo all'interno delle comunità afroamericane ma in tutto il mondo. Per qualche verso siamo già nell'epoca della poesia orale. Io ho pubblicato poesie e nella mia attività universitaria ho promosso numerose riviste letterarie per gli studenti. Amo dunque la scrittura, ma guardiamo le cose come stanno. Possiamo a questo punto muoverci in sintonia con il flusso storico, o cercare di combatterlo - ma senza possibilità di successo. La scrittura è una causa persa. Per quanto riguarda la politica, vedremo un grande cambiamento nei rapporti di dominazione fra nazioni del primo e del terzo mondo, grazie alla scomparsa di uno dei principali strumenti di dominazione culturale e coloniale, quella scrittura che si postulava quale unico linguaggio di istruzione nei paesi oppressi. Con la fine della scrittura in quanto strumento di dominazione coloniale le nazioni oppresse potranno almeno in parte liberarsi dal giogo. Lo scenario che abbiamo di fronte prevede che ogni lingua avrà le medesime possibilità di espressione e una pari dignità, dato che tutte le lingue avranno le stesse capacità di archiviazione e recupero di informazione, attraverso i computer parlanti. La considerazione sul ruolo del linguaggio nell'asservire alcuni paesi può sembrare pretestuosa, ma non lo è. Negli Stati Uniti, nella fase in cui prevedevano la schiavitù, agli africani strappati dalle loro terre si proibiva di parlare la loro lingua nativa, e li si obbligava a parlare in inglese in modo tale che i loro padroni potessero sempre comprendere ciò che dicevano e prevenire dunque progetti di rivolta. Ma si impediva loro anche, e per legge, di imparare a leggere e scrivere. La competenza della scrittura, sin dalla sua nascita, è sempre stata lo strumento attraverso il quale i potenti, gli "haves", coloro che "possiedono", hanno dominato e controllato gli "have nots", coloro che "non possiedono". La fine di questo strumento ci offre la possibilità di appianare questo squilibrio.

    Back

    Domanda 7
    Non ritiene dunque che l'opposizione fra i cosiddetti haves e gli have nots sarà riproposta in questa riarticolazione di una cultura orale attraverso un supporto informatico? Si potrebbe facilmente affermare che non tutti saranno in grado di acquistare hardware e software, dato che una porzione significativa della popolazione mondiale non ha, al momento, neppure di che nutrirsi.

    Risposta
    I rapporti di potere non saranno modificati dai computer parlanti, né da alcuna altra tecnologia. Sarà necessario lottare per consentire l'accesso a questa tecnologia da parte dei popoli dei paesi in via di sviluppo. Il potere che possiede e controlla la circolazione di hardware e software, controllerà anche i computer parlanti. Ritengo che questa sarà una questione di diritti umani centrale nel prossimo secolo, così come lo è stato nel ventesimo secolo la competenza nel leggere e scrivere, che dovrebbe essere un diritto e non un privilegio, quale invece è rimasto. L'accesso al patrimonio di informazione è un fondamentale diritto umano; se lo si nega, così come per tutti gli altri diritti fondamentali, si nega il diritto all'autodeterminazione, la possibilità di determinare il proprio destino. E' verosimile dunque che vi sarà una lotta in tal senso, volta a garantire questo diritto. D'altro canto coloro che detengono il potere in paesi come il Giappone o gli Stati Uniti non sono concordi su come gestire questo problema. In parte sostengono che non si sia tenuti a distribuire computer ai poveri del mondo. Che se li comperino, dicono. È la logica del mercato e degli affari. Altri sostengono che sia un vantaggio distribuire hardware e software perché così si apriranno nuovi mercati nei paesi in via di sviluppo. Avere accesso a Internet significa poter acquistare prodotti in Rete, e allora molti saranno interessati a far sì che tutti, in Africa, in Asia, nell'America Latina, abbiano un computer VIVO, anche solo per acquistare prodotti. Si tratterebbe cioè di una logica di profitto che segue quanto avviene oggi per i cellulari. Ci sono compagnie negli Stati Uniti che regalano il cellulare a chi sottoscriva con loro un contratto d'utenza. A lungo termine, l'investimento della compagnia nel regalare il cellulare viene ampiamente coperto.

    Back

    Domanda 8
    Vi è chi indica nella diffusione dei computer e di Internet una delle cause di impoverimento non solo della parola scritta, ma anche della comunicazione interpersonale. Come vede questo processo, e quale ruolo può essere assunto dal sistema VIVO di cui parla?

    Risposta
    Credo innanzitutto che la competenza della scrittura sia già sufficientemente impoverita. Se una tecnologia come la scrittura, vecchia di millenni, non è ancora padroneggiata dalla gran parte dell'umanità, dev'essere una tecnologia dai profondi limiti. Si tratta infatti di una tecnologia che non è universale e che richiede risorse enormi per essere diffusa, per attrezzare le persone a utilizzarla e che non è disponibile alla gran parte del mondo. I messaggi di posta elettronica, con tutti i loro errori di grammatica e ortografia, se non altro stanno spingendo moltissime persone che fino a dieci anni non scrivevano neppure una riga, e preferivano fare una telefonata, a scrivere qualcosa. Ma fra dieci anni nessuno manderà più messaggi di posta elettronica, comunicheremo a voce, parlando, ascoltando e guardando elementi grafici sui nostri computer VIVO. I nostri nipoti o pronipoti non sapranno né leggere né scrivere, e la cosa non costituirà un problema, perché si tratterà di una tecnologia obsoleta. Non è un problema il non sapere leggere o usare una meridiana; così come non lo è per molti giovani il non saper neppure leggere un orologio a lancette, perché hanno sempre e solo usato un orologio a display digitale, e questo assolve al bisogno di misurare il tempo. Ci troviamo in una fase di cambiamento radicale, che ci porta verso un nuovo mondo; e se noi o i nostri nipoti continuassimo ad amare la scrittura e volessimo continuare a leggere e scrivere. potremo farlo come hobby. Un hobby è proprio un'attività non essenziale per la società, per la comunicazione, per gestire informazione. Anche nelle scuole la scrittura sopravviverà in questa veste. Ci saranno dei gruppi extracurricolari di appassionati che continueranno ad amare questa tecnologia obsoleta ma non ci sarà l'obbligo ad apprenderne l'uso perché ci saremo mossi verso una nuova cultura.

    Back

    Domanda 9
    Perché ritiene che le società informatiche dovrebbero investire denaro per condurre ricerche e sviluppare i VIVO dopo che hanno investito enormi quantità di risorse per sviluppare computer basati su una "vecchia" tecnologia? Non potrebbe ciò rappresentare un ostacolo significativo per questo sviluppo?

    Risposta
    I gruppi di lavoro che conducono ricerca per conto delle multinazionali investono un'enorme quantità delle loro risorse nello sviluppo di computer parlanti e nei sistemi di riconoscimento e di sintesi vocale. Sono allo studio sistemi di dialogo iconico con l'utente, schermate con un viso che muove le labbra in sincronia con le parole prodotte dal computer, in modo tale che l'utente stabilisca un rapporto "amichevole" con la macchina. Oppure computer dotati di una videocamera in grado di riconoscere e interpretare la nostra mimica facciale se non addirittura quella del corpo, per migliorare la propria comprensione di quanto stiamo dicendo: se si tratti di una battuta o meno, se il dialogo vada preso a livello letterale o figurato. La quantità enorme di risorse che viene investita attualmente è destinata ad aumentare, via via che le compagnie informatiche, di hardware e di software, comprenderanno che con i computer parlanti il loro mercato si espanderà fino a comprendere ogni individuo del pianeta in grado di parlare e ascoltare. Sono allo studio anche diversi sistemi in grado di aiutare i disabili. E non solo per coloro che non possono scrivere e leggere e che dunque avrebbero grande beneficio dai computer parlanti. Si stanno studiando anche computer in grado di riconoscere il linguaggio dei segni e di rispondere nel medesimo codice. Lo sviluppo della tecnologia segue questa logica: quando si identifica un bisogno e le multinazionali intravedono la potenzialità di un grande profitto si investono risorse. L'80% della popolazione mondiale non è in grado di padroneggiare una tastiera ma, anche nelle nazioni dove il problema dell'alfabetizzazione è minore, saremo spinti ai computer parlanti dagli stessi fattori di semplicità che hanno promosso l'affermarsi del telefono, che non richiede particolari competenze di scrittura o grammaticali., né in emissione né in ricezione. Voglio fare un esempio tratto dalla mia esperienza personale. Fra le materie che insegno, oltre alla filosofia, c'è la scrittura. Ho deciso di insegnare a leggere e scrivere perché volevo capire la ragione per cui la gente negli Stati Uniti resiste all'apprendimento di queste abilità e ho imparato molto da questa esperienza. Fra dieci anni potrò dare un compito scritto, ad esempio un tema sulla pena di morte, da svolgere a casa. Gli studenti hanno sulla propria scrivania un computer parlante VIVO, cui dettano il proprio "tema", senza preoccuparsi del grado di correttezza grammaticale, perché il computer correggerà i loro errori. Gli studenti potranno rivedere quanto prodotto ascoltando il computer, fare le correzioni e consegnarmi il lavoro su un dischetto o trasmettermelo attraverso la Rete. Se io ho richiesto un compito scritto allora gli studenti potranno stamparlo con un semplice comando e consegnarmelo. Io avrò fra le mani un lavoro ben scritto, senza errori, ma non saprò se lo studente che l'ha prodotto sappia scrivere o meno. Quando chiunque sulla terra sarà in grado, attraverso un computer VIVO, di redigere un lavoro perfettamente corretto, cosa avverrà? Alcuni ritengono che avremo una rinascita della scrittura e sbagliano. perché mai lo studente dovrebbe impegnarsi a usare una tecnologia obsoleta e ridondante, quando può avere gli stessi risultati con una tecnologia più immediata, con un mezzo più semplice ed intuitivo?

    Back torna a inizio pagina