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    Emanuele Severino

    Intervista

    Dove sfuma il confine tra naturale e artificiale. Severino e il destino della tecnica 22/12/2000

    Biografia

    Vita
    Nato nel 1929 a Brescia, Emanuele Severino si è laureato a Pavia nel 1950 con Gustavo Bontadini, con una tesi su "Heidegger e la metafisica". Nel 1951 ha ottenuto la libera docenza in Filosofia teoretica. Dopo un periodo di insegnamento come incaricato all'Università Cattolica di Milano, nel 1962 diventa ordinario di Filosofia morale presso la stessa Università. Dal 1970 è professore ordinario di Filosofia teoretica presso l'Università di Venezia dove è stato direttore del Dipartimento di Filosofia e Teoria delle Scienze fino al 1989. È socio dell'Accademia Nazionale dei Lincei.

    Opere
    Heidegger e la metafisica, Vannini, Brescia, 1950; Note sul problematicismo italiano, Vannini, Brescia, 1950; La struttura originaria, La Scuola, Brescia, 1958; Per un rinnovamento nella interpretazione della filosofia fichtiana, La Scuola, Brescia, 1960; Studi di filosofia della prassi, Vita e Pensiero, 1962; Essenza del nichilismo, Paideia, Brescia, 1972; Gli abitatori del tempo: cristianesimo, marxismo, tecnica, Armando, Roma, 1978; Legge e caso, Adelphi, Milano, 1979; Techne. Le radici della violenza, Rusconi, Milano, 1979; Destino della necessità, Adelphi, Milano, 1980; A Cesare e a Dio, Rizzoli, Milano, 1983; La strada, Rizzoli, Milano, 1983; La filosofia antica, Rizzoli, Milano, 1985; Interpretazione e traduzione dell'Orestea di Eschilo, Rizzoli, Milano, 1985; La filosofia moderna, Rizzoli, Milano, 1985; Il parricidio mancato, Adelphi, Milano, 1985; La filosofia contemporanea, Rizzoli, Milano, 1986; Antologia filosofica, Rizzoli, Milano, 1988; La tendenza fondamentale del nostro tempo, Adelphi, Milano, 1988; Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Adelphi, Milano, 1989; La filosofia futura, Rizzoli, Milano, 1989; Il nulla e la poesia. Alla fine dell'età della tecnica: Leopardi, Rizzoli, Milano, 1990; Filosofia: lo sviluppo storico e le fonti, Sansoni, Firenze, 1991; La guerra, Rizzoli, Milano, 1992; La bilancia: pensieri sul nostro tempo, Rizzoli, Milano, 1992; Il declino del capitalismo, Rizzoli, Milano, 1993; Oltre il linguaggio, Adelphi, Milano, 1992; Sortite: piccoli scritti sui rimedi (e la gioia), Rizzoli, Milano, 1994; Tautotes, Adelphi, Milano, l995; Pensieri sul cristianesimo, Rizzoli, Milano, 1995; Cosa arcana e stupenda: l'Occidente e Leopardi, Rizzoli, Milano, 1997; La follia dell'angelo: conversazioni intorno alla filosofia, Rizzoli, Milano, 1997; Il destino della tecnica, Rizzoli, Milano, 1998. L'anello del ritorno, Adelphi, Milano, 1998; La legna e la cenere, Rizzoli, Milano, 2000

    Pensiero
    A partire da Platone una "cosa" è ciò che si mantiene in un provvisorio equilibrio tra essere e non essere. Questa fede nel divenire implica che l'ente sia un niente, quando non è ancora nato o non è più. È questa, per Severino, la follia dell'Occidente, il "sentiero della notte", lo spazio originario in cui sono venuti a muoversi e ad articolarsi non solo le forme della cultura occidentale, ma anche le sue istituzioni sociali e politiche. Di fronte all'angoscia del divenire, l'Occidente - rispondendo a quella che Severino chiama la "logica del rimedio - ha evocato gli "immutabili" (Dio, le leggi della natura, la dialettica, il libero mercato, le leggi etiche o politiche, ecc.). La civiltà della tecnica sarebbe il modo in cui oggi domina il senso greco della "cosa". All'inizio della nostra civiltà Dio - il Primo Tecnico - crea il mondo dal nulla e può sospingerlo nel nulla. Oggi, la tecnica - ultimo dio - ricrea il mondo e ha la possibilità di annientarlo. Nella sua opera Severino intende mettere in questione la fede nel divenire entro cui l'Occidente si muove, nella convinzione che l'uomo vada alla ricerca del rimedio contro l'angoscia del divenire innanzitutto perché crede che il divenire esista.