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    Barry Carbol

    Milano, 24-10-98
    Studiare in Rete non è più un'utopia

    Berry Carbol, direttore della Open School University della British Columbia in Canada, racconta l’esperienza maturata in questi anni nella sua università sulla formazione a distanza. Un metodo di insegnamento basato su una forte e comunicazione fra insegnanti e allievi. Studiare da casa sì ma non da soli. Fare un corso a distanza non significa semplicemente inserire del materiale su Internet. E’ necessaria la presenza costante di un interlocutore attivo dall’altra parte.

  • Per chi non ha la possibilità di studiare vicino a casa o per chi lavora e studia allo stesso tempo l’apprendimento a distanza, attraverso il World Wide Web offre, per la sua flessibilità, una valida alternativa ai corsi tradizionali. Ma la tecnologia, secondo Carbol, non può sostituirsi totalmente agli insegnanti. Fare un corso a distanza non significa inserire del materiale sul Web, è necessario che ci sia un interlocutore dall’altra parte. Il direttore della Open School della British Columbia in Canada racconta l’esperienza della formazione a distanza rivolta sia agli adulti che ai bambini (1) (2) .
  • Internet offre una disponibilità di informazioni che arricchisce l’insegnamento e l’apprendimento. Sembra che i bambini addirittura si divertano e siano attratti dalla ricerca su Internet. La Open University canadese sta infatti progettando dei corsi per bambini di età compresa tra i sei e gli otto anni da seguire via Internet in compagnia dei genitori (3) (4) .
  • I ragazzi sono molto più veloci degli insegnanti nell’apprendere tutto ciò che è tecnologico. L’intervistato racconta i metodi utilizzati nei corsi di formazione da lui diretti per integrare il diverso modo di apprendimento di insegnanti e allievi (5) .
  • Circa la metà degli insegnanti della British Columbia usa Internet e la posta elettronica come strumenti di lavoro ma è stato un processo lungo da attuare. Oggi gli insegnanti, istruiti sulle nuove tecnologie, apprezzano la facilità di accesso e di uso del materiale in quanto facilita il loro lavoro (6) (7) .
  • L’università canadese organizza corsi da autodidatta. Una struttura lineare dell’informazione e una interfaccia grafica adattabile al tipo di studente, consentono una fruizione agevole del materiale didattico agli allievi di questi corsi (8) (9) (10) .
  • “Il semplice fatto di avere l’accesso a Internet non creerà un nuovo metodo di insegnamento.” Senza qualcuno che filtri e interpreti l’informazione non ci può essere apprendimento. E questo, secondo Carbol, è il compito fondamentale dell’insegnante (11) .
  • La tecnologia ha un effetto positivo nella formazione dei disabili, in quanto li libera dalla tirannia della classe. Secondo l’intervistato la tecnologia, invece di essere un’esperienza che li isola, li aiuta veramente a imparare a capire cose che prima non riuscivano a fare (12) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Qual è l’aspetto più interessante dell’insegnamento a distanza? Quali sono le possibilità per chi decide di studiare via rete?

    Risposta
    Una delle scoperte che abbiamo fatto in British Columbia, in Canada, è che di solito per gli studenti che non hanno possibilità di studiare vicino a casa è un gran vantaggio potersi collegare World Wide Web e poter fare dei corsi o altro. Ma una delle cose che stiamo scoprendo è che sono sempre più gli studenti, nei centri urbani e nelle grandi città che sono interessati a questa forma di insegnamento, soprattutto perché permette loro di avere una certa flessibilità per quanto riguarda la loro formazione. Quando decidono di seguire un corso possono farlo. Molti ragazzini, e devo dire, in questi tempi, anche ragazzi meno giovani, lavorano oltre che andare a scuola, e il fatto di fare lezione attraverso il World Wide Web è un modo per permettere questo tipo di flessibilità.

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    Domanda 2
    Non pensa che manchi qualcosa nel fatto di non guardare mai in faccia altri studenti, di non vedere mai i professori?

    Risposta
    Una delle scoperte che abbiamo fatto lavorando con la tecnologia è che non si può semplicemente mettere dei corsi sul Web e sperare che in questo modo gli studenti abbiano un’educazione efficace. Gli studenti hanno bisogno dell’interazione con i professori, con delle persone esperte, con i loro compagni, e così abbiamo progettato dei programmi e dei corsi in modo tale da permettere questo tipo di interazione. La tecnologia non farà tutto al posto nostro. Non possiamo pensare che semplicemente perché forniamo un servizio attraverso la tecnologia la gente impari. Non basta. Le persone hanno bisogno di interscambio sociale. Tuttavia in molti casi, se consideriamo una classe tradizionale, vediamo che gli allievi lavorano spesso isolati, o spesso fanno conversazioni a senso unico con l’insegnante: Dunque vediamo che anche qui non c’è molta interazione. In molti casi, gli allievi che lavorano attraverso la tecnologia hanno effettivamente più interscambio con gli altri di quanto non avvenga col metodo tradizionale.

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    Domanda 3
    Sta lavorando a dei corsi, in particolare per i più giovani?

    Risposta
    Sì, una delle cose che facciamo è lavorare con i genitori di bambini per creare quello che chiamiamo moduli, delle piccole parti di un corso che possono essere messe nel Web e sono accessibili ai bambini di 6, 7, o 8 anni. Naturalmente per bambini piccoli questi corsi vanno progettati in maniera diversa, e si deve supporre che ci sia un adulto, un genitore o in insegnante, ad aiutarli e far loro da guida nell’uso di questo materiale didattico.

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    Domanda 4
    E lei pensa che con questo modo di lavorare, con queste nuove tecnologie, ci siano possibilità reali, di insegnare e imparare di più, o è solo un modo più facile per fare le stesse cose?

    Risposta
    Se pensiamo di usare la tecnologia per fare sempre le stesse cose, ma un po’ meglio e un po’ di più, allora ci sbagliamo. La grandezza della tecnologia informatica non sta in questo. Dobbiamo trovare il modo di sfruttare i vantaggi dell’informatica. In molti casi, uno dei vantaggi è quello di poter cercare materiale nuovo, importante, nel momento in cui serve in classe. Questo è qualcosa di diverso dal semplice reinventare ciò che gli insegnanti fanno già. È una cosa diversa, molto più efficace. Con la nostra esperienza abbiamo scoperto che i bambini sono attratti dal fatto di poter trovare informazioni nuove e entusiasmanti sul Web, che gli insegnanti del resto avrebbero difficoltà a portar loro in classe tutti i giorni. Gli insegnanti non hanno proprio tempo per farlo, non hanno certo tempo per andare sul Web e trovare così tante informazioni. Così abbiamo progettato materiali e corsi che faciliteranno loro l’accesso a queste risorse senza doversi prendere la briga di costruirsele da soli.

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    Domanda 5
    Non pensa che per i bambini e i ragazzi è più facile imparare a studiare attraverso queste nuove tecnologie perché sono già abituati a fare i videogiochi e cose del genere, come semplice passatempo?

    Risposta
    I ragazzi imparano a usare la tecnologia molto rapidamente. I genitori e gli insegnanti sono quelli che devono stare dietro o cercare di stare dietro ai ragazzi. Uno dei problemi che abbiamo scoperto è che, sì, i ragazzi fanno veramente presto, imparano a lavorare con la tecnologia, a lavorare usando il materiale dei corsi molto velocemente, ma i genitori e gli insegnanti cominciano a sentirsi incompetenti perché non hanno la stessa capacità di usare la tecnologia che hanno i ragazzi. A volte questo li spaventa e diventa una scusa per non adottare la tecnologia e per non usarla in classe. Questo è un problema che dobbiamo superare. Uno dei modi in cui abbiamo provato a superare questo problema è stato quello di far lavorare insieme studenti e insegnanti per imparare le nuove tecnologie, e questo spesso aiuta a far cadere gli ostacoli contro cui si scontrano gli insegnanti.

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    Domanda 6
    Dalla sua ricerca in questo senso, quali sono le cose che gli insegnanti cercano di più nei vostri corsi di formazione?

    Risposta
    Di solito gli insegnanti vogliono che il loro lavoro venga facilitato. E questo significa che in molti casi vogliono strumenti che siano accessibili, che siano facili da usare. Se per caso si trovano in rete, vogliono navigare facilmente, non vogliono alcuna cosa che rallenti il loro lavoro di insegnanti in classe. Vogliono anche dei corsi e dei materiali collegati con il programma che devono seguire. Non vogliono per forza dover cercare di capire come riuscire ad arrivarci. Nel nostro lavoro, abbiamo capito chiaramente che gli insegnanti non vogliono dover progettare il materiale didattico. Non vogliono diventare autori di libri di testo, né tantomeno diventare autori per il Web, e tuttavia molte persone che cercano di incrementare la presenza delle tecnologie di rete nelle scuole dicono: "beh, guarda cosa si può fare: si può progettare tutto questo materiale, si possono fare tutte queste cose". Ma la realtà è che gli insegnanti non hanno tempo per fare queste cose. Né a molti di loro interessa. Ci sono altre cose che vogliono portare avanti nella loro vita, non vogliono passare tutto il loro tempo a fare queste cose. Quindi le caratteristiche più importanti per gli insegnanti che abbiamo scoperto penso che siano queste: facilità di accesso e di uso del materiale e la certezza che questo strumento faciliti il loro lavoro.

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    Domanda 7
    Lei sta anche lavorando a network di insegnanti. Avete parecchi insegnanti collegati in rete in Canada.

    Risposta
    Sì è vero. Nella British Columbia, che è una regione del Canada, siamo abituati da molto tempo ad avere insegnanti collegati a Internet. Fin dagli anni ‘80 molti insegnanti della British Columbia, circa 35.000, si sono collegati ad Internet, chi prima chi poi. Probabilmente circa un terzo o metà di questi insegnanti usano Internet regolarmente. Quindi usano la posta elettronica per comunicare all’interno delle scuole nella loro provincia. Usano probabilmente il Web per avere accesso ai vari strumenti, e sempre di più vogliono trovare materiale sul WWW. E’ stato un processo lungo. Non è successo da un giorno all’altro. C’è voluto parecchio tempo per arrivare a questo punto. C’è voluto un esercizio continuo, perché il WEB è un fenomeno che si è sviluppato negli ultimi cinque anni e la posta elettronica su Internet c’è da 15 o 20 anni. Quello che è successo è che abbiamo dovuto fare corsi di aggiornamento per molti docenti per insegnare loro le nuove tecnologie. Abbiamo scoperto che neanche le persone che sono diventate insegnanti da poco hanno avuto una formazione sufficiente per quanto riguarda le capacità tecniche e didattiche necessarie per lavorare con questo tipo di risorse. Quindi questo tentativo che stiamo facendo di collegare gli insegnanti in rete è un lavoro lungo e costante. Ma ne è ben valsa la pena.

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    Domanda 8
    Lei si occupa anche di autodidattica? Voglio dire, corsi senza insegnanti, per persone che vogliono semplicemente seguire dei corsi per conto loro?

    Risposta
    Ci sono dei programmi a disposizione. Noi offriamo dei corsi su base Web per insegnanti che vogliono imparare da soli. Ma per lo più vediamo che gli insegnanti vogliono far parte di un programma che sia in parte accessibile attraverso la tecnologia e in parte realizzato dal vivo. Sentono l’esigenza proprio di questo tipo di interazione. E quindi abbiamo creato un programma che offre un corso estivo di due settimane, a cui partecipano tutti gli insegnanti, e poi durante tutto l’inverno ognuno di loro è collegato online, riceve materiale per i corsi e si organizza lo studio per conto suo sapendo quali capacità deve sviluppare e a che punto sta. E in questo modo si crea un metodo che sfrutta molto la capacità di autovalutazione e di auto-organizzazione, ma sempre attraverso la tecnologia.

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    Domanda 9
    E in particolare, in questi programmi per autodidatti, lei non pensa che sia importante distinguere tra informazione e formazione, tra il ricevere una serie di informazioni e il costruirsi una forma di conoscenza? Perché mentre Internet ci può fornire parecchie informazioni non sempre ci si trova qualche base di conoscenza.

    Risposta
    Sono assolutamente d’accordo. Internet è piena di informazioni. Ma molte di queste sono del tutto insignificanti. E si riesce a dare un significato a tutte le informazioni ricevute solo a partire dal momento in cui le si possono collegare con la propria realtà personale: da questo nesso, e dal lavoro con altre persone si può poi trarre una forma di conoscenza. Quindi una delle cose che cerchiamo di evitare è di fornire agli insegnanti un sovraccarico di informazione. Per evitarlo cerchiamo di strutturare l’informazione in modo da renderla più facilmente comprensibile. E per gli insegnanti abbiamo una rete che fa esattamente questo. Cerca di eliminare o mettere da parte tutte le informazioni inutili e di presentare le informazioni in maniera che per gli insegnanti sia più facile capirle e usarle in classe.

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    Domanda 10
    Come personalizza il contenuto dei suoi corsi? Per categoria, come "studenti" o "insegnanti", o per età?

    Risposta
    Gran parte del nostro lavoro poggia sull’idea che si possa cominciare da elementi base che sono comuni a tutti gli allievi. Per esempio, se uno vuole imparare qualcosa sulla tecnologia dell’informazione, il contenuto rimane sempre quello. Ma ciò che cambia è il modo in cui si presenta il contenuto all’allievo e il modo in cui l’allievo usa il materiale: così abbiamo progettato diversi tipi di interfaccia Web per diversi tipi di allievi.

    Così, se ci rivolgiamo a un bambino l’interfaccia sarà molto semplice, navigare sarà molto facile, ci saranno poche parole e molta grafica perché i bambini e anche soprattutto gli adolescenti recepiscono molto meglio attraverso l’aspetto visivo. Altri allievi, adulti per lo più, recepiscono meglio attraverso l’aspetto testuale, quindi cambieremo l’interfaccia e lo faremo molto diverso. Ma il contenuto sarà molto simile per i due gruppi.

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    Domanda 11
    Lei pensa che con le nuove tecnologie in classe sarà più facile stimolare la curiosità degli alunni, che sia più facile avendo un computer in classe?

    Risposta
    I computer sicuramente stimolano i ragazzi. Li stimolano a fare ricerche in moltissimi campi. Ma il problema è che ci vuole una ricerca che abbia un senso piuttosto che una ricerca senza senso. Quindi è molto facile che i computer vengano messi in classe e accesi, fatti girare su Internet e che non succeda niente che abbia un senso. Il semplice fatto di avere l’accesso a Internet non creerà un nuovo metodo di insegnamento. Quello che è veramente importante, di importanza vitale, è che l’insegnante dia le direzioni da seguire, faccia da guida e da assistente per rendere utile quest’esperienza, integrandola organicamente all’interno del piano di studi dei ragazzi. Altrimenti, la loro curiosità viene in un certo senso sprecata, e alla lunga non avranno imparato niente.

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    Domanda 12
    E lei ha dei corsi per ragazzi che hanno problemi fisici o psicologici?

    Risposta
    Non abbiamo affrontato questi problemi per quanto riguarda l’educazione a distanza. Ci sono altre organizzazioni in Canada che se ne occupano. In generale, una delle cose che scopriamo riguardo all’uso della tecnologia con ragazzi che hanno problemi di apprendimento, disabilità o altri problemi, è che per loro usare la tecnologia è un’esperienza positiva, perché li libera dalla tirannia della classe. Spesso questa tirannia consiste nel venir messi a confronto con altri ragazzi che lavorano meglio. Quindi la tecnologia, invece di essere un’esperienza che li isola, li aiuta veramente a crescere e a imparare a capire cose che prima non riuscivano a capire.

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