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    Michael Bloomberg

    Roma, 12/01/1996
    L'informazione personalizzata
  • L'esigenza di informazione personalizzata non è ancora ben definita (1) .
  • Le grosse società guideranno la distribuzione di informazione, mentre i contenuti continueranno a essere forniti da piccole e medie aziende, che produrranno anche i maggiori profitti (2) .
  • Mentre la tecnologia utilizzata nei media è di carattere globale, i contenuti vengono prodotti localmente (3) .
  • I problemi della difesa della propria identità culturale sono sentiti in America come in Europa (4) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Oggi si parla molto di informazione personalizzata, che può essere orientata alle realtà locali, alle culture regionali, ai diversi tipi di amministrazione, ai problemi politici, sociali ed economici. E' veramente necessaria questa informazione personalizzata?

    Risposta
    Molte persone vogliono avere informazioni personalizzate, ma quando cercano di definire ciò che vogliono, non sanno farlo molto bene. In generale noi vogliamo quello che vogliono molte altre persone. Molti leggono lo stesso giornale: se un giornale non ci va bene ne compriamo un altro, senza cercare di parlare con chi lo scrive. Molti dicono che tante cose non gli interessano; se però si vuole essere una persona completa, in grado di andare a casa e parlare con il coniuge o di andare al lavoro e parlare con i colleghi, si devono sapere alcune cose che succedono nel mondo, anche se non si sapeva di aver bisogno di saperle, ed è per questo che si vede la televisione di massa, che si ascolta la radio di massa o che si leggono i giornali di massa.

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    Domanda 2
    Da dove arriveranno a suo parere i temi più interessanti per i servizi di informazioni personalizzate?

    Risposta
    Roma, Aprile 1996 I contenuti, quello che si vede, che si sente, che si legge, proviene da società piccole. Non c'è bisogno di grandi capitali: una sola persona può scrivere un testo, un solo attore può interpretare un film, una commedia o un lavoro radiofonico. Non servono grandi infrastrutture per produrre contenuti, e infatti le grandi società hanno dimostrato di non essere affatto capaci di produrre contenuti. D'altra parte, la distribuzione ha lunghi tempi di lavorazione, richiede grandi capitali, interventi governativi, presenta rischi tecnologici e non consente di distinguere un veicolo di prodotto dall'altro. Qui entrano in gioco le grandi società, qui si concentra l'investimento. Alla fine non importa come si ottiene l'informazione: il computer su cui si trova o il televisore su cui si vede non ti dicono se ci è arrivata dalla linea telefonica, via cavo, via satellite o via etere. La parte della distribuzione richiede ingenti capitali, ed è interessante solo per le grandi società. La parte creativa non è interessante per il capitale ma lo è per il singolo, quindi in genere se ne occupano piccole società, ed è lì che io credo si guadagnerà tutto il denaro strada facendo.

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    Domanda 3
    A proposito delle differenze tra la cultura europea e quella americana, come vede la differenziazione dell'evoluzione di queste nuove tecnologie e di questi nuovi contenuti?

    Risposta
    Roma, Aprile 1996 La tecnologia è assolutamente trasferibile. Non ha importanza se il segnale televisivo viene captato con un televisore fabbricato all'altro capo del mondo o nella vostra città: il contenuto, invece, è locale ed è per questo che esistono inviati locali, film per il mercato locale, giornali pubblicati localmente. Non è solo una differenza di linguaggio, è una differenza di cultura e le culture sono molto difficili da capire da lontano. Per questo non credo che chi lavora su scala locale dovrà mai preoccuparsi di essere messo fuori gioco da qualcuno che lavora a livello internazionale. Se pensate alle persone che vedete per la strada con un telefono cellulare all'orecchio, non sapete dove è stato fabbricato quel cellulare, probabilmente non conoscete neanche il nome della società che l'ha prodotto, ma con quel telefono cellulare parlate una lingua locale e probabilmente parlate con una persona del posto.

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    Domanda 4
    Vede in Europa un atteggiamento diverso da quello degli Stati Uniti in relazione alle promesse della nuova tecnologia, forse una specie di paura di perdere i valori tradizionali?

    Risposta
    Roma, Aprile 1996 Si ha sempre paura di perdere la propria cultura. L'America è un paese molto grande, con 250 milioni di persone e un territorio vastissimo. Abbiamo molta paura di perdere la nostra cultura, ma questo non si vede perché il paese è così grande che non accade facilmente. Leggiamo sui giornali che per esempio in Francia molti pensano che l'inglese stia prendendo il sopravvento e il francese venga meno usato. Non credo che gli americani la pensino diversamente per l'inglese; è chiaro che in America si vuole conservare l'inglese come lingua nazionale, ed è lo stesso fenomeno per cui in Francia non si vuole perdere il francese: l'unica differenza è che le dimensioni dell'America rendono più difficile la perdita della lingua madre e la presa di piede altre culture. Detto questo, le persone sono molto diverse e vengono da parti molto diverse del mondo e pensano diversamente, tuttavia hanno tutte qualcosa in comune: "Baywatch" ha 250 milioni di spettatori ogni settimana. E' qualcosa che sup era le culture: gli hamburger di McDonald superano la cultura, la televisione supera la cultura, come pure i telefoni cellulari: si vedono più telefoni cellulari in mano agli europei di quanti non se ne siano mai visti negli Stati Uniti. E' incredibile quante persone qui più che in America telefonino per la strada con un telefono cellulare. L'Europa ha le sue paure come l'America. Entrambi i continenti sono molto recettivi alle nuove idee, e in realtà, anche se andiamo nel Terzo Mondo, in una gran parte non troviamo l'elettricità, la gente magari vive in capanne di fango, ma il villaggio ha un generatore, un televisore, un VCR e un'antenna parabolica con cui si vede la televisione di tutto il mondo, che arriva fino lì, e quando vedi immagini di terroristi sulle montagne dell'Europa Orientale, hanno tutti un telefono cellulare in mano, e molti di loro hanno ricevitori GPS. La gente adotta la tecnologia che si presenta in una forma facile da accettare, perché è simile a quello che c'era prima e perché è molto n ecessaria, ma se è difficile da usare o non è estremamente necessario, neanche tutta la pubblicità del mondo riuscirà a convincerla ad acquistarla.

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