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    Cristina Lasagni

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    Donne e Internet: mille modi di navigare


    Secondo Cristina Lasagni, docente universitaria di sociologia della comunicazione, le donne si sono avvicinate in ritardo alle nuove tecnologie soprattutto a causa dei modelli d'uso dominanti ma ora stanno recuperando lo svantaggio

    Perché le donne si sono avvicinate in ritardo alle nuove tecnologie?

    È importante cercare di capire perché rispetto alle nuove tecnologie le donne sembrano arrivare sempre in seconda battuta rispetto agli uomini. Non credo che ciò dipenda dal fatto che esse siano meno intelligenti: ritengo, invece, che ci siano alcuni motivi di ordine strutturale e altre ragioni ancora più complicate e nascoste. Le donne hanno cominciato a usare Internet dopo gli uomini e in misura inferiore innanzitutto perché lavorano meno - molto uomini, infatti, hanno iniziato a usare le nuove tecnologie attraverso il lavoro. In secondo luogo, hanno, in media, retribuzioni inferiori e anche questo è un limite. Infine, hanno meno tempo libero: molte ricerche, ad esempio, dimostrano che, una donna che torna a casa non si sente legittimata a sedersi davanti al computer e a giocherellare perché, a causa di una divisione sessuale del lavoro di vecchissima data, ha molte altre cose da fare.
    Oltre a queste differenze di carattere strutturale ve ne sono altre legate alla diversa relazione che le donne e gli uomini hanno intrattenuto con la tecnologia nel corso della storia. A causa di una divisione del sapere anch'essa molto antica, le donne si sono specializzate, volenti e nolenti, in una serie di competenze che avevano a che fare con la cura. Accade, quindi, che appena è disponibile una nuova tecnologia, essa è circondata da un alone di immaginario che riproduce molto strettamente l'immaginario maschile della tecnologia. Quando si è cominciato a parlare di Internet, ad esempio, l'immaginario che lo circondava era quello degli hacker, giovani, potenti, coraggiosi, fanatici navigatori che passavano ore e ore al computer. Si tratta di un immaginario maschile, tant'è che gli hacker sono in grandissima parte maschi. Una ricerca di Sherry Turkle al Mit ha dimostrato che molte studentesse, pur essendo molto capaci, mostravano una forte "reticenza al computer". Ciò era dovuto al fatto che non provavano quella dedizione che il modello maschile dell'hacker invece proponeva: sembrava non potessero esserci usi più "laici" del mezzo. A ciò si aggiunga che le prime pubblicità erano rivolte esclusivamente agli uomini.

    La quota di donne che navigano in Internet è in forte crescita. Cosa comporterà questo aumento?


    Le donne sono ormai il 30- 40 per cento dei navigatori. Quello che è importante chiedersi è come le donne e gli uomini usano Internet: non lo usano allo stesso modo, così come non usano la televisione allo stesso modo. Internet, per esempio, è una grande opportunità per le imprese femminili. Una delle grosse difficoltà per le imprese femminili, infatti, è quella dell'accesso al credito: se ci sono imprese che possono godere del fatto di non avere un avvio molto oneroso, queste sono le imprese online. Le donne, inoltre, usano Internet per fare quello che da sempre è nella loro cultura, cioè attività di relazione. Perché una tecnologia abbia successo è necessario che venga piegata alle attitudini, alle passioni, ai desideri di chi le usa. Le nuove tecnologie rappresentano delle opportunità vere a patto che non si pensi che c'è un solo modo di usarle