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    Jeremy Rifkin

    9/04/2001
    Nell'accesso l'economia del domani


    L'economista Jeremy Rifkin :"La Rete sta rimpiazzando i mercati ma la new economy non dà il ritorno economico sperato perché si usano le nuove tecnologie con i criteri della vecchia economia di mercato"

    Perché l'e-commerce e la globalizzazione aprirebbero le porte ad un'era economica nuova e diversa rispetto al paradigma capitalistico?

    Stiamo assistendo alla nascita di un nuovo sistema economico che opera con modalità diverse dal capitalismo di mercato, perché abbiamo tecnologie velocissime e con una forte capacità di collegamento, mentre quello vecchio usa il mercato come luogo di scambi. In genere entrano a far parte dei mercati venditori e compratori che si scambiano beni e servizi secondo un ritmo ben scandito in cui si concludono e ripartono transazioni, si ricominciano e si concludono di nuovo.

    Le nuove tecnologie, invece, permettono uno scambio continuo, ventiquattro ore al giorno per sette giorni alla settimana. Questo vuol dire che nella new economy i mercati non riescono a competere con la velocità e il potere di collegamento delle nuove tecnologie.

    Non abbiamo ancora un ritorno economico perché abbiamo molto investito nelle nuove tecnologie ma le continuiamo ad usare con i criteri della vecchia economia di mercato.

    Cosa sostiene nel suo libro 'L'era dell'accesso'?

    Sostengo che i vecchi mercati vengono rimpiazzati dai network, e venditori e compratori da fornitori e utenti. In più, nella Rete i fornitori non vendono, ma mantengono la proprietà delle cose così che l'utente accede a ciò che vuole in modo non fisso e solamente per un certo periodo di tempo. Si fanno abbonamenti, sottoscrizioni, leasing e si danno acconti solo temporaneamente, così da poter mantenere un flusso costante di attività.

    Altro motivo alla base della sostituzione dei mercati tradizionali è che in questi si guadagna anche a margine di una transazione di vendita, mentre le nuove tecnologie sono così veloci nei collegamenti da ridurre quasi a zero i costi delle transazioni. Ecco allora che, per esempio, si scarica musica da tutto il mondo senza costi, ma neanche senza guadagni sul volume di profitto.

    Nei network si è dunque costretti ad uscire dagli scambi e ad accedere all'uso temporaneo. In futuro si potrà accedere a tutto con abbonamenti e sottoscrizioni, leasing e acconti, come avviene già da tempo con le auto. Oggi negli USA un terzo di macchine e furgoni viene dato in leasing. In pratica si paga per guidare la macchina. Proprietarie dell'auto restano le aziende automobilistiche e noi vi accediamo tramite noleggi e leasing. Ma questo accadrà con tutti gli altri beni.

    Le grandi dimensioni della Rete condizionano questa situazione?

    I vantaggi saranno enormi, ma si pongono anche grossi problemi. I network concentrano molto il loro potere, in un modo ancora più pericoloso che nei mercati tradizionali, e le nuove tecnologie permettono alle aziende di creare un rapporto diretto tra di loro o col cliente, cosa che viene chiamata B2B (business verso business) o B2C (business verso il cliente).

    Con le nuove tecnologie le aziende possono ora creare vaste reti commerciali fatte di fornitori, aziende precedentemente concorrenti ed utenti finali. Si pensi solo alla concentrazione di potere in queste immense reti globali, dove le tecnologie permettono a tutti di collegarsi tra loro: per chi sta nella Rete è un bene, mentre è un serio guaio per chi ne è escluso.

    Presto si dovrà creare una nuova legislazione che si occupi dei monopoli sui network. Le leggi antitrust sono nate per proteggere i mercati, ma i network stanno appunto sostituendosi ai mercati. Quindi dovremo mettere in piedi tutto un nuovo corpo di leggi che facciano sopravvivere i network buoni e che impediscano la formazione di quelli ad alta concentrazione di potere.

    I piccoli cambiamenti della tecnologia provocano grandi cambiamenti per l'umanità?

    Ritengo di si. Le trasformazioni tecnologiche avvenute tra il '400 e il '700 - le nuove tecniche agricole, il compasso, la stampa, l'orologio meccanico e l'energia a vapore - hanno tutte considerevolmente aumentato il ritmo e l'andamento della vita commerciale.

    La vecchia economia feudale è quindi risultata troppo lenta ed è andata distrutta, lasciando il posto al mercato delle proprietà e mutando profondamente il nostro pensiero su natura umana, politica e governo, sul contratto sociale, sul modo di vivere. Adesso stiamo assistendo al cambiamento delle nuove tecnologie che ci stanno facendo passare dal mercato come luogo di scambio delle proprietà, all'accesso ai rapporti dei network. Questo cambiamento sarà tumultuoso e insidioso come la nascita del capitalismo di mercato. Anche noi dovremo ripensare la natura umana, il patto sociale, la politica, la convivenza nel mondo.

    Previsioni per il futuro dell'umanità?

    La tecnologia è molto più avanti di noi nella misura in cui ha il potere di creare innanzitutto un sistema economico che si muova all'unisono con lei. Si dovranno sviluppare inoltre i modi sociali e culturali per usarla, di modo che sia un complemento della nostra vita e non un sostituto. Potremmo trovarci sulla soglia di un nuovo rinascimento o di un periodo buio di sconvologimento sociale. Mi chiedo se saremo in grado di creare tutti i presupposti per rendere questo nuovo sistema economico un salto in avanti.