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    Edoardo Boncinelli

    Milano, 24/11/1999
    Biotecnlogie a prova di ambiente
    • L'intervistato non vede grossi rischi nelle colture transgeniche (1)
    • Le biotecnologie costituiscono un'opportunità per tutta l'umanità. (2)
    • Le critiche degli ambientalisti non sono specifiche ma troppo generiche. (3) 
    • Ciò che stanno facendo gli scienziati è produrre delle varianti genetiche in zone ben precise, limitate e controllate. (4) 
    • E' già stata fatta una valutazione scientifica dei rischi di queste tecniche. (5) 
    • Tali tecniche porteranno a una diminuzione del rischio di inquinamento ambientale. (6) 

    INTERVISTA:

    Domanda 1
    Quali sono, secondo la sua opinione, i maggiori rischi e invece i vantaggi delle colture transgeniche soprattutto in relazione al fabbisogno mondiale di cibo?

    Risposta
    Al momento attuale rischi io non riesco proprio a vederne. Purtroppo questo è un argomento in cui si utilizza molto poco il cervello e la razionalità e molto le spinte irrazionali. I vantaggi sono evidenti: si tratta di produrre più cibo, di qualità migliore e, conseguentemente, a un prezzo più basso. Si può discutere se ci sia bisogno di più cibo, però se dobbiamo ragionare sulla base di quello che è successo sulla cosiddetta rivoluzione verde di 25 anni fa che ha cambiato il volto di molti paesi del pianeta.

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    Domanda 2
    E quindi in che senso le biotecnologie costituiscono un'opportunità per i paesi del terzo mondo?

    Risposta
    Costituiscono un'opportunità per tutti, non necessariamente solo per i paesi del terzo mondo, perché il potere produrre gli stessi prodotti in terreni che sono o devastati dal freddo o dall'acqua o dalla siccità porta vantaggi soprattutto a quei paesi che si trovano in condizioni climatiche particolari. Per quanto concerne poi i cibi resistenti a certi tipi di parassiti, di fatto è un grosso risparmio dal punto di vista dell'acquisto ma soprattutto della diffusione degli anticrittogamici chimici.

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    Domanda 3
    I movimenti ambientalisti sostengono che è meglio essere cauti, aspettare preoccupandosi di verificare gli effetti sull'uomo delle piante transgeniche. Lei pensa che le biotecnologie stiano procedendo troppo velocemente o invece la scarsa conoscenza scientifica sta ampliando dei problemi che non esistono?

    Risposta
    Mah, il mio motto in tutte le cose è: provvedere senza preoccuparsi. Quindi l'idea sarebbe di essere abbastanza lucidi da individuare i problemi e da operare tempestivamente. Non esiste nulla in questo mondo che sia a rischio zero. Un po' di rischio c'è in tutto e c'è sempre stato. Anche in questa iniziativa ci saranno dei rischi, ma non vale la pena solamente di fare allarmismi se non molto specifici, critiche specifiche, non generiche. Secondo me, non stiamo andando troppo svelti, questo magari vale però oggi, ma potrà non valere per i prossimi 10 anni o 15 anni. Se si volesse fare qualcosa di veramente utile, si dovrebbero comunque fare delle critiche specifiche invece che generiche.

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    Domanda 4
    Jeremy Rifkin sostiene che quando si cominciano a introdurre centinaia e poi migliaia di organismi progettati geneticamente in ambienti nei quali non sono stati adattati in precedenza, alcuni di essi possono diventare dannosissimi, rimanere nell'ambiente e provocare una destabilizzazione a lungo termine. Questo autore si chiede se non sia un atto di irresponsabilità da parte dei governi permettere che vengano introdotti nell'ambiente alcuni organismi manipolati geneticamente di qualunque tipo? Lei che cosa risponderebbe a questa domanda?

    Risposta
    Se lui dicesse 'introdotti nell'ambiente', si potrebbe sempre discutere. Io sarei sempre sul lato ottimistico, ma si potrebbe discutere. Il problema è che non si sta introducendo niente di anomalo nell'ambiente perché la maggior parte delle colture, delle piante e anche degli animali non riuscirebbero assolutamente a sopravvivere al di fuori del campo dove sono coltivate, al di fuori di condizioni particolari. Lo stesso frumento, che noi ci mangiamo da 12 mila anni, se noi lo coltivassimo in un prato aperto, verrebbe immediatamente fatto fuori dalle erbacce. Noi stiamo producendo in certe zone ben precise e limitate e controllate delle varianti genetiche come abbiamo sempre fatto da 12 mila anni a questa parte. Il frumento non esiste, il pomodoro non esiste, la mela non esiste in natura ma l'ha costruita l'uomo col suo ingegno e con la sua operosità.

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    Domanda 5
    Sempre Rifkin sostiene che dobbiamo imparare una lezione dalla rivoluzione petrolchimica e nucleare, sollevare subito le questioni importanti, assicurarsi di non introdurre nella biosfera niente che possa compromettere le generazioni presenti e quelle future, sospendere le emissioni di qualsiasi tipo nell'ambiente finché non venga discussa in parlamento la questione di una valutazione scientifica dei rischi e delle responsabilità. Lei cosa pensa? Si può fare oggi una valutazione dei rischi, delle responsabilità legate alle culture transgeniche?

    Risposta
    Ogni richiamo alla prudenza e alla ragionevolezza è benvenuto. Quindi l'uomo sempre in tutte le cose deve valutare il pro e il contro e i rischi. Ma, secondo me, è già stata fatta questa valutazione. Se parliamo di una valutazione scientifica, gli scienziati, quelli veri, una valutazione l'hanno già fatta. Il problema è che molte persone, che non sanno assolutamente nulla di questi argomenti, sono convinte che gli scienziati o sono stupidi o disonesti. In questo clima è ben difficile discutere. Si può discutere, ma se non veniamo creduti, o per meglio dire, se non vengono creduti quelli che si occupano di questo, la discussione viene troncata immediatamente.

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    Domanda 6
    A lungo termine, quindi portando avanti la ricerca scientifica in questo settore, quali potrebbero essere i risultati che si raggiungono?

    Risposta
    Quello che io mi posso immaginare e che molti colleghi vedono con chiarezza è che se tutto va come deve andare di fatto diminuirà l'inquinamento ambientale. Perché se certe piante sono resistenti a certi agenti infettivi senza bisogno di tonnellate e tonnellate di sostanze chimiche sparse, quelle sì, nell'ambiente, di fatto ci sarà una maggiore pulizia dell'ecosistema, non un aggravamento dell'inquinamento ambientale. Alcuni pensano che questo sia un sogno, io penso che sia invece la pura verità.

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