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    Luigi Berlinguer

    Roma, 21/01/1999
    Operazione 5000 parabole: RAI e Ministero della Pubblica Istruzione insieme per aprire la scuola ai nuovi media
  • Il Ministro inizia con una descrizione della collaborazione del ministero con la RAI per dotare le scuole di parabole e decodificatori. Seguire a scuola i programmi trasmessi via satellite dalla RAI e dedicati proprio al mondo della scuola, come ‘La scuola in diretta’ e ‘Mosaico’, può essere un ottimo metodo di integrazione i nuovi mezzi di insegnamento con i più tradizionali, che non vanno, comunque, abbandonati. La scuola italiana è invecchiata senza sapersi rinnovare ad eccezione della scuola elementare, che tutta l’Europa ci invidia (1)
  • Nella scuola elementare c’è ancora un interesse preciso da parte degli insegnanti a far progredire l’intera classe verso specifiche conoscenze (2) .
  • La cultura di oggi non può prescindere dal linguaggio tecnologico e sbaglia chi crede che i ragazzi utilizzino le tecnologie come un gioco (3) .
  • Nelle scuole dove sono già stati acquistati dei computer il passo successivo da fare è quello di garantire continua assistenza tecnica per gli insegnanti che li utilizzano con gli alunni e continui aggiornamenti (4) .
  • Gli studenti che possono utilizzare i computer in classe sono molto stimolati da queste novità, novità che tra non molto saranno evidenti per tutti (5) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Che legame c'è fra la RAI e il Ministero nell'operazione delle 5000 parabole?

    Risposta
    Il Ministero ha un accordo con la RAI, una convenzione attraverso la quale si collabora per realizzare i nostri obiettivi comuni. Questa operazione delle 5000 parabole rientra nell'accordo. La RAI regala 5000 parabole a 5000 scuole nei prossimi mesi e noi, Ministero, stiamo finanziando l’acquisto per altre scuole di vari mezzi telematici o informatici, comunque tecnologici, fra cui rientra anche l’ipotesi delle parabole. È molto importante che, attraverso questo strumento, si possa accedere ai programmi dei canali dedicati, dei canali satellitari. La RAI ha un canale satellitare in chiaro, cioè gratuito, dove ci sono almeno due programmi importanti, che si svolgono in certe ore del mattino: uno è "Scuola in diretta" dove gli studenti producono questi programmi, loro stessi li producono in collaborazione con la RAI, e l'altro è "Mosaico" ed è un archivio, un insieme di documenti - 3500 titoli di prodotti multimediali - attraverso i quali noi possiamo arricchire la dotazione delle scuole perché le scuole possono richiedere, "on demand" questi prodotti che vengono loro inviati attraverso appunto la telematica. Ed è molto importante il rapporto che, con queste antenne, il sistema televisivo può creare con Internet perché questo favorisce la cosiddetta "interattività", cioè il fatto che non ci si siede in poltrona a vedere un programma televisivo e si ascolta e si vede e basta, ma si può colloquiare. Questo consente al mondo della scuola, ai diversi gruppi di studenti o di docenti, di interloquire e di comunicare.

    Per esempio, facciamo un'ipotesi che metteremo presto in funzione: su certi temi gli insegnanti hanno bisogno di un aggiornamento delle loro conoscenze. Non ce la facciamo a farlo su tutto il territorio nazionale in modo adeguato: i corsi di formazione e di aggiornamento che sono in atto non ci soddisfano in buona misura e allora si può utilizzare questo canale per una formazione a distanza interattiva. Abbiamo fatto uno sforzo enorme per aggiornare le conoscenze sul nuovo Esame di Stato; ora utilizzeremo questo strumento per migliorare le possibilità di comunicazione. Un altro esempio è la tematica dell'attuazione dell'autonomia scolastica in cui è necessario muoversi nella direzione delle competenze invece che delle sole conoscenze. Vedo in questo un’opportunità molto grande per affiancare il mezzo tecnico all’attività ordinaria che si svolge a scuola.

    Vorrei insistere sul termine "affiancare" perché per noi il libro resta lo strumento principale, insieme al rapporto diretto tra docenti e discenti. Però oggi questo si può arricchire notevolmente grazie a tutte queste nuove tecniche. Penso a quel prodotto bellissimo di Umberto Eco sul Seicento. Si possono sostenere i corsi, le attività, l'insegnamento, su varie materie attraverso strumenti di questa natura e si può colloquiare, in questo senso, con altre scuole. Gli studenti di un liceo scientifico romano hanno presentato un prodotto di grande qualità sul luogo in cui è nata l'Arcadia. Con questi strumenti un'attività di questo genere potrà essere messa a disposizione degli altri, delle altre scuole. Le potenzialità sono molto grandi ma la cosa che mi interessa di più è che tutto questo educa al multimediale, forma delle nuove conoscenze tecniche di cui oggi non si può fare a meno. Mi ricordo quando ero ragazzo, studente, mio padre mi consigliò di imparare a scrivere a macchina. I miei compagni di scuola non lo facevano e si mettevano a ridere e mi dicevano: "Che bisogno c’è? Noi studiamo con la penna". Mi sono ritrovato questo vantaggio di aver imparato a scrivere a macchina. Poiché studiavo il latino e il greco, avrei potuto anche avere in odio la tecnologia, ma non è stato così. Oggi nessun professionista, fino a una certa età, nessun operatore è in grado di svolgere il suo lavoro se non ha dimestichezza col computer. Ecco, se non riusciamo a far capire alla scuola che assieme all'apprendimento della matematica, della letteratura, delle lingue, della fisica, della chimica, bisogna anche avere dimestichezza con le tecnologie, noi faremo uscire dalla scuola dei ragazzi mutilati; quindi, per questo, la scuola è aperta alle novità. Abbiamo avuto una bellissima scuola nel passato - non mi piacciono i detrattori - poi questa scuola è andata rapidamente invecchiando. Non è invecchiata la scuola elementare che, invece è una scuola moderna. Tutti riconoscono all'estero che siamo bravi educatori in questo settore. Dove e quando, invece, la scuola si è chiusa in se stessa in maniera un po’ rabbiosa e rassegnata, ciò è avvenuto perché non è stata in grado di apprezzare le novità. In questo caso non c'è verso: la storia è spietata, avanza e chi sta fermo rimane indietro.

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    Domanda 2
    E’ vero che nella scuola elementare c’è più lavoro proprio sulla pedagogia e quindi gli insegnanti hanno un impegno diverso?

    Risposta
    Nella scuola elementare gli insegnanti hanno con i bambini un rapporto diverso perché sanno che devono raggiungere un risultato: devono portare l'intera classe ad imparare, e considerano un fallimento personale se un bambino non è cresciuto abbastanza. Nella scuola secondaria non è così, perché è nata come una scuola selettiva, per pochi. Oggi che tutto il mondo evoluto spinge all'obbligo o meglio alla scolarizzazione di tutti fino a 18 anni, questa concezione fa acqua. Naturalmente qual è il rischio? Che venga interpretata come una scuola per tutti di basso livello. Guai se si abbassasse il livello! Non si tratta di abbassare il livello: al contrario noi abbiamo creato una scuola più rigorosa.

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    Domanda 3
    Molti rimangono scettici di fronte all’idea di portare le nuove tecnologie in aula sostenendo che spesso i ragazzi le usano come se fossero un gioco, ma non capiscono come funzionano. Lei cosa ne pensa?

    Risposta
    Chi sostiene questa tesi non ha capito qual' è il ruolo della tecnologia. Le tecnologie sono anche gioco, sono anche tecnica, però hanno nel cuore un linguaggio e questo linguaggio è ignorato dalla nostra scuola. Invece oggi la cultura non può prescindere dal linguaggio. Se si fa un errore di grammatica o di sintassi, questo è indice di ignoranza. Se invece si dicono strafalcioni in materia tecnologica, questo non viene ritenuto importante. In Italia persino non conoscere il secondo principio della termodinamica non è un elemento di incultura per molti, ma questo è una lacuna e la dobbiamo superare.

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    Domanda 4
    Abbiamo visitato una scuola elementare che funziona, in cui sono stati installati i computer ricevuti grazie ad un finanziamento. Un problema forte è quello della manutenzione dei computer. Se si rompono chi lo aggiusta?Un altro problema è quello amministrativo-economico. Cambiare una cartuccia, con la burocrazia attuale, è un’operazione che fra la richiesta, la bolla, il passaggio bancario potrebbe prendere fino a una settimana di tempo. Cosa fare allora?

    Risposta
    Ho fatto ieri una riunione di un gruppo di esperti che sta scrivendo un regolamento amministrativo contabile delle scuole, nel quale cancelliamo molte delle norme obsolete della contabilità di Stato. Fra poco le scuole avranno la possibilità di spendere più rapidamente e con più agilità proprio grazie alle norme sull'autonomia con uno strumento specifico che si chiama "Regolamento amministrativo contabile". Inoltre stiamo aumentando anche le dotazioni delle scuole. All’inizio, queste dotazioni sono servite per comprare hardware. Adesso, siccome ne arriveranno altrettante, mi auguro, anzi, che crescano, una parte di queste serviranno per la manutenzione. Poi abbiamo introdotto un'altra norma, cioè che le scuole si possono rivolgere anche ad operatori privati per determinate funzioni: per esempio, una scuola ‘intelligente’ potrebbe stipulare un accordo con la società di produzione o di manutenzione dei computer e, quindi, avere un servizio in caso di necessità. Quindi lo snellimento che stiamo proponendo, che ancora non è giunto al suo risultato finale, potrà consentire di avere, non soltanto l'hardware, ma anche di trovare le soluzioni per farlo funzionare.

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    Domanda 5
    Come cambiano la scuola e il processo di apprendimento per gli studenti che possono usare i computer in classe?

    Risposta
    Gli studenti con le tecnologie fanno un salto in avanti. Prima di tutto, sono molto più disponibili. I bambini, gli alunni e gli scolari ancora più degli studenti delle scuole superiori, hanno la mente più fresca degli stessi insegnanti. Per la loro vita professionale e culturale la conoscenza della tecnologia è una necessità assoluta. Inoltre con le tecnologie si possono fare una serie di cose importantissime che arricchiscono la funzione degli studenti. Prima gli studenti che cosa facevano? Montavano una ‘pièce’ di teatro e facevano gli attori, oppure organizzavano un'attività sportiva, ma adesso possono produrre, come ho potuto constatare in vari casi, degli atti e dei fatti di cultura e questo è un grande arricchimento. Poi bisogna dire un'altra cosa: così gli studenti si responsabilizzano, invece di considerarsi estranei, loro sono soggetti protagonisti e io mi auguro che questo faccia fare un importante salto di qualità alla scuola. È un cammino che è appena iniziato e ci vorrà anche qualche tempo per realizzare questi progetti, ma la situazione è in movimento, la scuola è un cantiere aperto! Non siamo nella stagnante situazione di prima in cui non si muoveva nulla: questa è la novità.

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