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    Salvatore Veca

    Napoli, Convegno Telecom, 04/07/1997
    Internet e società contemporanea
  • L'intervistato spiega brevemente quale uso lavorativo fa della rete Internet  (1) .
  • La questione di una democrazia allargata mediante l'uso delle nuove tecnologie rientra in una questione ben più ampia: quella della possibilità di accesso all'informazione sulle questioni collettive per un numero sempre maggiore di cittadini (2) .
  • Una sorta di intelligenza collettiva si genera ogni volta che c'è uno scambio di opinioni o un dibattito tra più persone: non si tratta di una specifica della rete Internet (3) .
  • Le paure di fine millennio si manifestano oggi su Internet, così come in passato su altri mezzi di comunicazione (4) .
  • Su Internet si può verificare la contrapposizione propria della nostra società tra universalismo e tribalismo (5) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Lei utilizza Internet per il Suo lavoro?

    Risposta
    Più precisamente io lo faccio utilizzare; ormai, molti dipartimenti universitari o fondazioni, come la Fondazione Feltrinelli, che presiedo, dispongono di Internet. Non è moltissimo, ma è già una realtà.

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    Domanda 2
    Quando si affronta la questione delle nuove tecnologie si parla anche della possibilità di avere una democrazia più estesa: attraverso una democrazia cosiddetta "elettronica" il cittadino ha la possibilità di esprimere il suo parere. Cosa pensa in proposito?

    Risposta
    Se andiamo verso una democrazia di questo tipo non dipende dalle tecnologie, ma dai comportamenti e dalle scelte delle persone, dalle scelte politiche. Quello che, comunque, si pone come problema nuovo, se si estendono casi o esperimenti o prove di democrazia, come si usa dire, digitale o elettronica, è la questione dell'informazione o dell'accesso all'informazione. Il problema riguarda la distribuzione democratica dell'accesso alle nuove tecnologie, nel senso che si deve disporre dell'informazione per poter valutare. Lo sviluppo delle tecnologie, dunque, porrà dei nuovi problemi, io credo, come sempre accade, ad una delle condizioni base di regimi democratici rappresentativi: quello della possibilità di accesso all'informazione sulle questioni collettive.

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    Domanda 3
    Sarebbe interessante analizzare con Lei il pensiero di Pierre Lévy, del concetto di intelligenza collettiva, la possibilità della rete di offrire alle persone che vi hanno accesso di unire il loro pensiero. Cosa ne pensa?

    Risposta
    Io penso che queste siano forme un poco enfatiche per dire cose abbastanza ovvie. Tutte le volte che delle persone interagiscono, scambiano l'informazione; nei Dialoghi di Platone erano persone che parlavano in un seminario scientifico, in un istituto scientifico sono persone che interagiscono. Come le nuove tecnologie i nuovi tipi di comunicazione interagiscono in altro modo? Allora, certo che si genera l'intelligenza collettiva, ma non è una cosa così straordinariamente diversa da quella che abbiamo provato per molto tempo. Io sono, debbo dire, molto soddisfatto che ci siano altri modi di comunicare più efficaci, ma non sarei per grandi angelizzazioni né demonizzazioni. Un esempio calzante di ciò che sostengo è la presenza di siti in cui sono concentrate le paure ataviche di fine millennio. Questo fenomeno non dipende da Internet, ma dipende dal fatto che esistono forme di resistenza o ansia o generazione di incertezza rispetto agli aspetti simbolici del giro di un millennio. E, se un tempo uno le faceva con le lettere al direttore, oggi le fa in Internet. Questo è tutto.

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    Domanda 4
    E crede che questo tipo di tecnologia potrà portare a una nuova forma di spiritualità?

    Risposta
    In un senso lo fa già in alcune cerchie molto ristrette; in un altro senso potrebbe farlo, per cui è interessante capire perché. L'insieme di queste forme di comunicazione mettono in rapporto molte più persone, ma in rapporto, ciascuno, di isolamento. Se uno pensa al fenomeno di telelavoro, per esempio: può essere un fenomeno di solitudine la possibilità di stare in un punto del mondo ed essere in connessione con tutto il mondo. E' una grande risposta alla solitudine inventarsi compagnie; potranno essere compagnie di forme di revival religioso, di permanenza religiosa o, come Lei dice, di spiritualità. A fine millennio, Internet, che è la cosa più recente come utensile, registra ansie secolari. E qual è il rapporto fra questo mezzo e i vissuti di setta religiosa? Credo che questa sia la risposta: sono i modi con cui rispondiamo alla idea di essere condannati a solitudini che non vogliamo.

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    Domanda 5
    Questo poi si può anche collegare al fatto che si parla sempre di più di globalizzazione della cultura? E' sufficiente aprire Internet per vedere che tutti i siti sono in inglese; poi, però, proprio su Internet, sono presenti culture minori. Come giudica questo fenomeno?

    Risposta
    Di nuovo, è un fenomeno che non dipende da Internet, ma dipende dalla oscillazione, dalla tensione cui assistiamo, in molti campi diversi, non solo quello culturale che è quello più significativo, tra universalismo da un lato e tribalismo dall'altro. Internet è un esempio di universalismo, anche se in linea di principio, di fatto, è usato, come sappiamo, da frazioni di popolazione del mondo ricco. Questi aspetti della cultura si mischiano, ed in Internet li ritroviamo.

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