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    Pasquale Stoppelli

    Roma, Univ. La Sapienza, 24/11/1995
    Scienze umane e nuove tecnologie
  • Il CD ROM sulla letteratura italiana, pubblicato da Zanichelli in un periodo pionieristico rispetto alla diffusione dei lettori CD, costituisce una Banca Dati di cinquecento testi grazie alla quale è possibile fare ricerca in un modo nuovo: infatti si può dominare una vasta gamma di operazioni altrimenti irrealizzabili manualmente. Le potenzialità del computer applicato agli studi umanistici sono grandi, soprattutto considerando le capacità conoscitive dei calcolatori (1) (2) (3) (4) .
  • Bisogna tuttavia tenere conto del fatto che, tendenzialmente, solo le generazioni più giovani di ricercatori nel campo umanistico fanno ampio uso del computer (5) .
  • Le leggi dell'economia, che nel passato rivoluzionarono la diffusione del sapere, saranno la causa principale del lento declino del libro cartaceo in favore di quello digitale, modificando ancora una volta il rapporto tra la cultura e l'utenza (6) (7) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Professor Stoppelli, Lei è stato uno dei primi in Italia, a realizzare un prodotto multimediale, anzi un prodotto su CD ROM dedicato alla Letteratura  italiana. Ci può raccontare questa esperienza?

    Risposta
    Questa esperienza nasce dall'esigenza di mettere a disposizione degli studiosi una Banca Dati con i testi della nostra letteratura dalle origini fino a Pirandello e D'Annunzio. Costruire una Banca Dati di cinquecento testi significa fornire agli studiosi di filologia, linguistica, letteratura italiana, uno strumento che fino a poco tempo fa era addirittura inconcepibile, ossia uno strumento che permette di dominare un universo letterario sterminato e di poter far ricerche su questo dominio in forme assolutamente varie e molteplici, potendo conseguire dei risultati estremamente complessi.

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    Domanda 2
    Qual è stato il metodo di lavoro che ha utilizzato per realizzare questa grande Banca Dati, con quali tecnologie, con quali risorse umane?

    Risposta
    Ma le tecnologie sono quelle ovvie per un'opera di questo tipo. Cioè abbiamo lavorato assumendo il testo attraverso lettore ottico; il testo è stato corretto su carta e quindi è stato codificato per un programma, un software, che costituisce il motore di questa Banca Data. Il nome del software è "DBT - Data Base Testuale", ed è stato sviluppato presso l'Istituto di Linguistica Computazionale di Pisa, da Eugenio Picchi.

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    Domanda 3
    Il problema di questi soggetti molto spesso, almeno per quanto riguarda il panorama italiano, è rappresentato dal fatto che non trovano una buona accoglienza presso le case editrici tradizionali. Qual è stato il suo rapporto con l'editore in Italia?

    Risposta
    Gli editori della Zanichelli sono stati ottimi; anzi devo dire che la Zanichelli ha avuto un intuito notevole, perché era un po' difficile convincere un editore cartaceo a investire su un prodotto che, nel momento in cui fu progettato, non era di sicurissimo avvenire, perché i computer non erano ancora diffusissimi e soprattutto non erano diffusi i lettori di compact disk. La situazione attuale è radicalmente modificata e credo che nel futuro le cose andranno sempre meglio. Quindi ritengo possibile che editori tradizionali, i quali normalmente pubblicano su carta, si aprano all'editoria elettronica.

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    Domanda 4
    Tornando al rapporto tra scienze umane e nuove tecnologie, molto probabilmente questo incontro produrrà dei cambiamenti nel modo di lavorare classico degli studiosi umanisti. Qual è il suo punto di vista in proposito e ritiene che avverrà un cambiamento strutturale, epistemologico, oppure sarà solamente un incontro strumentale?

    Risposta
    Ho i miei dubbi che possa avvenire un cambiamento epistemologico, per lo meno nella ricerca scientifica, nel senso che il computer, continuerà ad avere un valore strumentale; naturalmente un valore strumentale altissimo, poiché è alto il potenziale conoscitivo del computer, nel senso che permette di fare cose che risulterebbero manualmente quasi impossibili, proprio per la capacità di dominare degli universi testuali, che altrimenti il singolo studioso non potrebbe dominare. C'è, inoltre, l'aspetto della didattica, degli strumenti per la formazione. In questo caso, forse, il ruolo dell'informatica è un po' diverso, perché effettivamente modifica le modalità dell'apprendimento e, quindi, della conoscenza. Per quanto riguarda la ricerca scientifica non vedo la possibilità di rivoluzioni epistemologiche.

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    Domanda 5
    Qual è il rapporto reale che c'è tra queste nuove tecnologie e i professori, ovvero gli attuali esponenti della ricerca scientifica. E' diffuso, c'è un rifiuto, è un rapporto che è legato fortemente all'età, dunque al rapporto generazionale?

    Risposta
    Credo che i rapporti generazionali contino molto in questo ambito, perché quello a cui si può assistere è quanto segue: c'è la generazione di coloro che hanno superato i cinquant'anni, che accetta con una certa difficoltà questi strumenti. All'opposto i ricercatori più giovani, i ventenni, i trentenni, sono entusiasti di queste possibilità. Naturalmente vi sono delle eccezioni sia in un campo che nell'altro, ma la tendenza si può dire che è questa. La difficoltà di riconoscere il servizio che questo strumento può offrire è legata anche a un pregiudizio: si ha l'impressione che il sapere umanistico, per effetto di uno strumento, quale il computer, possa diventare un sapere tecnologico e quindi si possano perdere dei valori che sono i valori tradizioni della cultura umanistica, che appunto ha al suo centro l'uomo, la sua individualità. Ma credo che questi siano dei pregiudizi che lo stesso computer poi riuscirà a sfatare.

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    Domanda 6
    Le nuove tecnologie stanno producendo una rivoluzione nei mezzi di diffusione del sapere. Il suo è un esempio dedicato alla ricerca, ma le nuove tecnologie vengono usate anche per altro tipo di diffusione. Il libro elettronico probabilmente rappresenterà una realtà sempre più diffusa. Quale pensa che potrà essere il futuro proprio in questo campo, nella diffusione del sapere, se il libro elettronico toglierà il potere al libro cartaceo o, viceversa, coesisteranno?

    Risposta
    Tutti noi siamo assolutamente affezionati al libro di carta, ma il futuro del libro di carta è certamente minacciato dal libro elettronico. E questo per una ragione elementare, perché nel libro il supporto elettronico è incomparabilmente più economico del supporto cartaceo. Nella storia abbiamo assistito ad altre trasformazioni di questo tipo. Quando si è passati dalla pergamena alla carta, per esempio, è stato un passaggio in cui le ragioni economiche hanno contato moltissimo; così quando si è passato dalla trasmissione del libro manoscritto a quella del libro a stampa, ancora una volta c'erano ragioni economiche a rendere la stampa vincente rispetto al manoscritto. E questo credo che avverrà nel futuro. Naturalmente alcuni libri sono destinati a trasferirsi su supporto elettronico molto prima di altri; per esempio le enciclopedie e i dizionari, cioè libri di consultazione; quindi, probabilmente sarà la volta dei saggi e dei romanzi; forse, per ultima, sarà la poesia ad essere pubblicata esclusivamente su dischetto, ma certamente questo è un processo che avverrà nel tempo, ma sarà un processo a lunga scadenza.

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    Domanda 7
    Questi passaggi dalla carta alla pergamena e dalla scrittura alla stampa, produssero sicuramente una rivoluzione culturale, ovvero incisero fortemente sulla nascita della modernità, per come l'abbiamo conosciuta. Ritiene dunque che questo passaggio nuovo che stiamo vivendo, questa fase di transizione in cui siamo immersi, produrrà anche un cambiamento culturale? Ovvero ritiene che le tecnologie in qualche maniera determineranno anche i contenuti della cultura che veicolano?

    Risposta
    Certamente il mezzo di trasmissione della cultura determina anche le modalità della trasmissione della cultura e quindi determina un nuovo rapporto tra il lettore, in questo caso, e il mondo. Perché il problema più in generale è il rapporto col sapere, quindi il rapporto con la realtà. Se questo è avvenuto nel passato, c'è da ritenere che possa avvenire, che debba avvenire anche nel futuro. Ma del resto già noi assistiamo a modificazioni nel sistema di apprendimento. Per esempio la multimedialità ormai è parte costitutiva del modo di apprendere del bambino. Questo probabilmente è determinato, dalla televisione, dal ruolo che ha la televisione nell'infanzia. E la difficoltà di rapportarsi al libro scritto è una difficoltà - dal libro di carta al libro scritto - che i ragazzi hanno. Quindi non si sa bene dove si vada a finire; non si sa bene se è un fatto positivo o un fatto negativo, ma sicuramente delle trasformazioni di questo tipo sono in corso e tanto più nel futuro.

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