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    Walter Siembab

    Roma - Convegno Telework, 11/11/1995
    La città virtuale e il telelavoro
  • Siembab Filing concepisce la telecittà come una città fisica e non un'idea astratta di realtà virtuale: in questo modo la telecittà costituisce il punto di partenza per il ciberspazio (1) .
  • Su questo principio si basano i due progetti di telelavoro denominati Telework Facilities Exchange e Blue line Televillage. Il telelavoro non rappresenta una potenziale causa di isolamento ma, al contrario, potrebbe divenire un ritorno alla dimensione della comunità, mettendo così un limite al pendolarismo (2) (3) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Recentemente, come ha scritto Javier Echeverria, lei ha parlato di Telepoli, descrivendo una nuova idea di città. Uno dei concetti legati alla tecnologia delle telecomunicazioni è quello di città virtuale. Qual è il suo concetto di città virtuale?

    Risposta
    Io lavoro con un concetto che chiamo telecittà, cioè una città fisica con istituzioni per le telecomunicazioni oltre a una tecnologia specifica. L'idea è quella di creare una porta o un punto di entrata della cibercittà; credo che sarebbe opportuno sviluppare la telecittà prima di precipitarci tutti su Internet, che è priva di regole ed è un mondo di realtà virtuale che disorienta. La telecittà è analoga alla città fisica in cui tutti viviamo ed ha quartieri e spazi fisici in cui ci troviamo bene. Credo che sia questo che dobbiamo ricordare. Non viviamo in un mondo virtuale, ma in un mondo fisico, ed è di lì che dobbiamo partire quando intraprendiamo questo viaggio più grande nel ciberspazio.

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    Domanda 2
    Potrebbe parlarci del suo progetto di telelavoro?

    Risposta
    Posso citarle due progetti. Come ho detto, ho svolto, progettato e realizzato quello che credo sia il progetto con spazi di infrastruttura per il telelavoro più grande del mondo, Telework Facilities Exchange, che ha coinvolto 148 città, 4 contee della California del Sud. Abbiamo considerato tutti gli edifici pubblici come potenziali posti di telelavoro; un gruppo di dipendenti pubblici ha fatto riferimento all'edificio pubblico più vicino invece di spostarsi per la regione incrociando l'uno il tragitto dell'altro. Il risultato è stato stupefacente, abbiamo ottenuto una struttura a costo zero, in cui i dipendenti statali hanno potuto svolgere il telelavoro presso edifici pubblici. Altrimenti, una stazione di telelavoro costa dai 20 ai 50 dollari al giorno. Hanno collaborato al progetto 148 amministrazioni che hanno condiviso le strutture per consentire ai dipendenti di lavorare vicino casa. Questo è il primo progetto. Il secondo è il Blue line Televillage: è l'inizio di una rete che dovrebbe arrivare a 300 o 400 centri di comunicazione che forniscono un'ampia gamma di servizi statali, possibilità di utilizzare computer, lezioni a distanza, conferenze in video e tutta una serie di servizi che riflettono le necessità della comunità all'intorno. Sarebbe interessante ottenere una rete completa in modo che la nostra vita possa cominciare ad incentrarsi più sulla nostra comunità e meno sul pendolarismo.

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    Domanda 3
    La diffusione del telelavoro implica qualche rischio sociale o culturale?

    Risposta
    Alle conferenze si sente spesso esprimere preoccupazione per la frammentazione della società e l'isolamento del singolo lavoratore. Credo che promuovendo un processo di pianificazione più ampio, molte organizzazioni o funzionari pubblici manifesterebbero la volontà di prendere in considerazione il telelavoro, il quale è solo una delle quattro famiglie di applicazioni di rete possibili. La modifica organizzativa, la modifica aziendale, quella che chiamo azienda mobile o organizzazione mobile, è solo uno dei cinque elementi strutturali della telecittà. Credo che il processo di pianificazione debba considerare tutti e cinque gli elementi della telecittà e tutte e quattro le famiglie di applicazione della rete all'interno dell'azienda. Se ci si muove in questo senso, come risultato la vita ritorna alla dimensione del quartiere e della comunità e non si hanno né l'isolamento, né la frammentazione.

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