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    Jean Starobinski

    Intervista

    Popper e la televisione Roma - Accademia dei Lincei, 15/11/1994

    Biografia

    Nato a Ginevra (Svizzera) nel 1920, dopo essersi laureato in lettere all'Università di Ginevra, Jean Starobinski ha perseguito la carriera medica fino ad ottenere il Diploma Federale e il dottorato in medicina. Ha anche conseguito il dottorato in lettere nel 1958. Ha insegnato alle Università di John Hopkins, di Basilea e di Ginevra.

    Autore di "Montesquieu" (1953) e di un libro su Jean-Jacques Rousseau: "La Transparence et l'Obstacle" (1957), ha poi consacrato molti lavori alla letteratura e all'arte del Diciottesimo secolo, quali "L'invention de la Liberté" (1964), "1789: les Emblèmes de la Raison" (1973), "Diderot dans l'Espace des Peintres" (1991), "Largesse" (1994), tradotto in italiano (A piene mani, Einaudi, 1995), accompagnava un'esposizione al Museo del Louvre consacrata al gesto del dono. Un altra serie di opere, "L'Oeil Vivant", "La Relation Critique", "Portrait de l'Artiste en Saltinbanque", "Trios Fureurs", "La Mélancolie au Miroir", "Le Reméde dans le Mal", affrontano diversi problemi di teoria critica e di storia delle idee.

    Jean Starobinski è stato il presidente della Società Jan-Jaques Rousseau dal 1967 al 1992. Ha ricevuto il premio Balzan nel 1985, il premio de Monaco nel 1988, il premio Goethe (Amburgo) nel 1994. E' membro associato dell'Accadémie des Sciences Morales et Politiques (Parigi), dell'Accademia dei Licei, dell'American Academy of Arts and Sciences, della British Academy, della Deutsche Akademie fuer Sprache und Dichtung.


    Jean Starobinski lavora attualmente ad un'opera sulla storia semantica della parola "reazione" nelle scienze naturali, nella medicina, nella politica, nella psichiatria. Pubblicherà inoltre la raccolta dei suoi studi sulla storia della melanconia, oggetto di un corso al Collège de France. Ha in progetto la prosecuzione delle ricerche intraprese da lui sulla "forma della giornata" nella storia letteraria. Ha continuato inoltre i sui lavori su Rousseau, in particolare per quanto concerne la sua teoria musicale, il suo impiego dell'eloquenza e la sua relazione con Montaigne.