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    Alfredo Ronchi

    Milano, SMAU, 19-10-1996
    Progetti di università e musei virtuali
  • Ronchi spiega in cosa consiste il progetto di Università Virtuale realizzato al Politecnico di Milano (1) .
  • Il dialogo docenti-studenti avviene via E-Mail e sul Web. Ma Internet può essere da tutti utilizzato per continui riaggiornamenti (2) .
  • Per realizzare questa formazione a distanza non é stato necessario aspettare la fibra ottica. E' bastato ottenere una serie di connessioni, per studenti, a basso costo (3) .
  • Con il collegamento in rete si superano gli ostacoli spaziali e temporali alla continua possibilità di arricchire un programma (4) .
  • Ciò a cui si punta ora è una rete europea dell'Università Virtuale (5) .
  • Esistono diversi progetti, come Ten Telecom, per la diffusione dell'arte e della cultura online. Potenziali fruitori di massa di questi servizi sono paesi come Giappone, Cina e Stati Uniti (6) .
  • Il progetto "Ten Telecom" vedrà i primi risultati entro il 1997 (7) .
  • Il "Net Virtual Museum" sarà alimentato dai musei tradizionali. Uno dei grossi problemi ad esso connesso è quello del diritto d'autore, sia a livello nazionale che internazionale. Inoltre, i musei tradizionali saranno punti di consultazione di questa rete assolutamente privilegiati (8) .
  • Il museo virtuale renderà finalmente fruibili opere mai esposte per mancanza di spazi o chiuse in edifici non aperti al pubblico. Così è stato nel caso di un esperimento del comune di Piacenza del 1994 (9) .
  • La visita virtuale del museo è un incentivo a recarsi fisicamente nei musei tradizionali (10) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Lei ha avviato la sperimentazione di università virtuale al Politecnico di Milano. In che consiste?

    Risposta
    Si tratta, appunto, di una sperimentazione iniziata nel settembre del '95. La sperimentazione prevede l'uso sistematico della rete Internet per aiutare lo sviluppo della didattica di determinati corsi. Al livello sperimentale, per quest'anno si è utilizzato il supporto Web per il corso di progettazione linea assistita; per questo corso abbiamo provveduto a convertire da formato multimediale, da formato off line su cd, nel quale si trovavano corsi, dispense ed informazioni in genere utili per gli studenti che frequentano il quinto anno del corso di laurea, a formato online su Web. L'esperimento ha avuto un discreto successo, e proprio in questo periodo si stanno sperimentando più elevati livelli di interazione con questo sito. Si passa dalla fruizione, per molti aspetti passiva delle informazioni che vengono scaricate sia da casa che dai nodi del politecnico da parte degli studenti, alla possibilità di interagire col sito stesso, sviluppando esercitazioni, controllando il livello di apprendimento acquisito dalla consultazione del sito e gestendo la comunicazione, controllando gli esercizi e le tesine degli studenti che devono essere sottoposte al giudizio del docente.

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    Domanda 2
    Avete l'impressione che anche i telelavoratori vengano utilizzati dai loro PC? Li vedete come schiavi della tecnologia?

    Risposta
    Il presupposto fondamentale per poter operare correttamente con questi supporti è quello di disporre di un indirizzo di posta elettronica; tutti gli studenti, quindi, ricevono un indirizzo di E-Mail all'inizio del corso. La comunicazione non avviene unicamente attraverso la posta elettronica, anche se questo è uno dei mezzi privilegiati, ma anche trasferendo prodotti, file ed elaborati prodotti attraverso altri meccanismi. Il classico FTP piuttosto che il metodo di posting su Web; o nel prossimo futuro, quando sarà disponibile un kit a costo molto contenuto per videoconferenza, anche attraverso collegamenti in video, magari da postazioni fisse privilegiate all'interno sia dell'ateneo che degli altri poli universitari. Tutto il Web dovrebbe poi evolvere, ma già esiste un'evoluzione in tal senso, per esempio, negli Stati Uniti grazie agli accordi stipulati quest'estate, collegando anche i principali siti dove si possono ritrovare informazioni utili per la didattica del corso direttamente alla fonte. Esistono infatti siti dell'ACN negli Stati Uniti, per quanto riguarda ogni informazione riguardante l'architettura, sia hardware che software, o anche un sito di sigle in particolare per la parte di computer grafica, e altre locazioni, come possono essere Netscape piuttosto che la Sound e altre società, per i prodotti specifici a cui si fa riferimento. Questo consente un notevole ampliamento degli orizzonti e credo che sia un notevole beneficio, sia per gli studenti che possono quindi arricchire il loro bagaglio culturale approfondendo quella parte del corso che più interessa e affascina loro, sia un altro aspetto molto interessante per chi intende aggiornarsi, quindi potendo ormai considerare conclusa la fase di studio che prevede una presenza a scuola che va dai 6 anni, ai 18, ai 23/24. Ma dovendo ormai pensare di doversi ogni tanto riaggiornare a causa della continua evoluzione tecnologica, a causa del continuo progresso tecnico, direi che questo tipo di innovazione, di strumento che ci porta alla didattica si presta proprio anche all'uso del Web da parte di persone che vogliono approfondire le loro conoscenze e aggiornarsi e cercare di guadagnare velocemente una buona competenza sui servizi di rete.

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    Domanda 3
    Questo dimostra che per costruire dei modelli di università virtuale non c'è bisogno di aspettare la fibra ottica, la larga banda, come molti pensano.

    Risposta
    Probabilmente no, per fare le prime sperimentazioni è sufficiente la tecnologia oggi disponibile e direi che la soglia di attivazione di questi servizi è stata la disponibilità di connessione a basso costo da casa. Da quando alcuni provider, anche su scala nazionale, hanno offerto connessioni a costo molto contenuto, ed evidentemente accessibili agli studenti, le prime sperimentazioni sono state rese possibili e questo direi che è databile da circa un anno a questa parte. Questo meccanismo consente di poter assemblare dei corsi che presentino interventi e contributi da parte di esperti in ogni singolo settore della disciplina; diventa molto interessante poter pensare ad un corso nel quale per ogni argomento specifico posso far riferimento ad un personaggio che ha particolare competenza nel campo, e magari usufruire di un intervento su via E-Mail di Mark Pesce, tanto per non far nomi, piuttosto che altri interventi su altri settori, altre banche specifiche dell'information technology tenute appunto dai cosiddetti padri fondatori o ideatori; questa sicuramente è una cosa molto interessante.

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    Domanda 4
    Quindi è la connettività della rete che contribuisce ad arricchire l'insegnamento stesso?

    Risposta
    Sicuramente dà notevole contributo all'insegnamento e dà comunque la possibilità di arricchire un programma con una serie teoricamente illimitata di contributi da parte di terzi, persone, docenti ad invito. Questa è una pratica largamente usata ricorrendo, però, alla presenza fisica del personaggio, del docente invitato. Ciò comportava una certa limitazione della didattica ad un numero di interventi da pianificare con notevole anticipo e da gestire anche in termini di trasferimento fisico della persona, di disponibilità temporale, causando una serie di problemi logistici non indifferenti. Con la presenza virtuale, col collegamento in rete buona parte di queste barriere si abbattono e quindi si libera una grande possibilità, una grande potenzialità nell'integrazione di questa funzioni didattiche.

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    Domanda 5
    Esiste già una rete europea dell'università virtuale, dove avvengono questi scambi di corsi e di docenti?

    Risposta
    Durante una manifestazione a Firenze abbiamo tenuto a battesimo un oggetto virtuale chiamato "Virtual University" che dovrebbe addirittura raggruppare sotto un unico ceppo tutte le esperienze omologhe che si sviluppano nel mondo. E' stato un evento molto interessante, sicuramente è stato l'incipit per questo tipo di struttura didattica ed è appunto questo uno degli strumenti che tendono ad unificare ed a organizzare le iniziative nel campo della didattica virtuale, della didattica a distanza realizzata attraverso il supporto della rete.

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    Domanda 6
    Qualcosa del genere sta avvenendo anche per la diffusione dell'arte, della cultura: i musei virtuali. Può raccontarci le ultime novità?

    Risposta
    Sicuramente nel campo dell'arte, della cultura e in moltissimi altri settori, si hanno notevoli aiuti e supporti forniti dalla comunicazione, dalla possibilità di intercomunicazione offerta dalla rete e dalla multimedialità unita dei servizi in rete. Nel campo specifico dell'arte e della cultura vi sono una serie di progetti pianificati a livello mondiale: uno dei più rappresentativi è il progetto del G7 di creazione di più strade nell'informazione dedicata ai beni culturali, un progetto che vede una sorta di leadership italiana o italo-francese nella gestione di questi servizi a livello comunitario, e quindi europeo, come ad esempio i progetti Ten Telecom che tendono a costituire e a creare una rete transnazionale europea per la fruizione delle opere d'arte e dei beni culturali. Tra l'altro, rete europea che in buona misura deve essere pensata per un uso da parte di utenti extraeuropei poiché sono soprattutto i paesi dell'estremo oriente, e mi riferisco al Giappone e alla Cina, così come a quelli dell'estremo occidente, come gli Stati Uniti, i potenziali fruitori di massa di questi servizi.

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    Domanda 7
    Il Politecnico a quale di questi progetti partecipa direttamente?

    Risposta
    Il Politecnico attualmente partecipa al progetto Time Telecom in quanto partner in un consorzio di aziende risultato vincente, a livello europeo, nella proposta di una soluzione per la veicolazione attraverso la rete dei supporti per i beni culturali, ribadendo così la leadership italiana. Il progetto che dovrebbe attivarsi a breve termine (si pensa, addirittura, entro la fine dell'anno) garantirà nel corso di un anno lavorativo, molto probabilmente allo Smau dell'anno prossimo potremo vedere i primi risultati, l'accesso a risultati su diversi fronti. Da un lato, una strutturazione, cioè una creazione di metodi e strumenti per porre nel mondo virtuale le opere d'arte, dall'altro la creazione di un framework, cioè la struttura di una cornice che organizzi l'informazione nel settore culturale e la veicoli verso i potenziali utenti. Questi utenti avranno una caratteristica molto eterogenea: avremo sicuramente delle utenze di tipo didattico, delle utenze legate all'uso quotidiano dell'accesso alla rete per i beni culturali, accanto a delle utenze, invece, di fascia, o comunque dai requisiti più elevati, quali possono essere i ricercatori, gli studiosi o gli stessi conservatori dei musei e gli operatori dei settori dei beni culturali.

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    Domanda 8
    Che parte svolgono i musei tradizionali?

    Risposta
    I musei tradizionali svolgono una funzione assolutamente insostituibile poiché essi sono i depositari di quella che potremmo definire la materia prima, quanto meno nel loro aspetto fisico, cioè di tutto ciò che è il materiale che viene veicolato attraverso la rete. I musei diverranno a tutti gli effetti dei partner nel progetto e inizialmente forniranno sia il materiale documentale, informativo, iconografico, (Qui occorrerebbe aprire una parentesi di notevoli dimensioni per trattare l'argomento della tutela dei diritti d'autore, argomento questo di grande importanza e rilevanza, sia a livello nazionale, sia a livello internazionale. Già di difficile soluzione su scala nazionale, diventa ancora più complesso se si passa ad una dimensione europea e forse ancora di più estendendo questo per il resto del mondo. Chi si occupa di questi aspetti sa benissimo che ci sono differenti visioni della tutela del diritto d'autore, del diritto soprattutto morale nei paesi anglosassoni o in Italia, rispetto a quelli di ceppo latino. Queste differenze nella gestione del diritto, sicuramente, saranno uno dei primi ostacoli da superare nello sviluppo del progetto sui beni culturali veicolati attraverso la rete, quello che è stato chiamato "Net Virtual Museum". ) sia tutto il supporto di conoscenze che conservatori, esperti e critici che vivono all'interno dell'idealismo museale, potranno fornire al team di sviluppo. Il team, dal mio punto di vista, si dovrà occupare prevalentemente degli aspetti tecnologici. I musei rivestireanno anche un altro ruolo e sarà quello di fruitori dei servizi che poi il progetto metterà a disposizione. I musei saranno destinati a diventare punti di consultazione privilegiati per accedere a questa rete di diffusione del patrimonio culturale europeo. A questo proposito si pensa anche di proporre l'allestimento di particolari spazi nei quali il pubblico potrà richiedere informazioni e servizi offerti dalla rete. Questi servizi andranno dalla semplice riproduzione dell'immagine fotografica alla ricostruzione tridimensionale di un oggetto. L'utente potrà comparare opere trattate ed esaminate con sperimentazioni disparate quali i raggi x, per poter poi valutare il decadimento dell'opera, le operazioni di restauro e tutto quello che è intrinseco nell'opera d'arte stessa. Da un diverso punto di vista si avrà la possibilità di poter accedere ad opere d'arte che non sono visibili perché, caso ancora più paradossale, chiuse nei magazzini dei musei e quindi non esposte per carenza di spazio espositivo o per difficoltà nel poter gestire comunque la loro esposizione. Numerosa è la quantità di oggetti d'arte che non possono essere esposti perché opere fragili, o oggetti che richiedono particolari allestimenti che non sempre sono possibili, o piccole collezioni che non giustificano la creazione di un museo, ma che non possono essere del tutto dimenticate e conservate, dimenticate, in imballaggi.

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    Domanda 9
    Quindi può nascere una sorta di museo dell'invisibile?

    Risposta
    A questo proposito vorrei far riferimento ad un esperimento denominato museo dell'invisibile e dell'invisitabile (giocando sulle sillabe) che abbiamo sviluppato nel '94 grazie alla partnership di una collezione semi-pubblica del comune di Piacenza con la galleria Ricci Oddi, dove, appunto si era creato un primo nucleo di galleria virtuale navigabile attraverso l'uso di Internet e una porzione di questa galleria invisibile, invisitabile conteneva proprio tutte le opere immagazzinate negli scantinati di questa ricca raccolta. Tornando alle opere non facilmente fruibili si può pensare a tutti quegli affreschi ed opere d'arte chiuse in edifici ed in palazzi storici non aperti al pubblico: edifici privati, sedi di fondazioni, di ministeri, di uffici del governo; per finire, poi, alle opere d'arte che sono, invece, appese od esposte all'interno di uffici pubblici o di uffici, comunque, non del tutto accessibili al pubblico.

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    Domanda 10
    Per concludere, come reagiscono i grandi musei italiani? Sono favorevoli? Partecipano a questi esperimenti o mostrano delle resistenze?

    Risposta
    L'interesse è notevole e lo si può toccare sul campo pensando che il nostro primo esperimento, quello della galleria d'arte moderna di Piacenza, ha portato un notevole incremento delle visite in sito, sciogliendo anche l'eterna diatriba tra il virtuale ed il reale, secondo la quale il virtuale surroghi il reale. Il pubblico ha conosciuto la galleria, ha conosciuto le ricchezze di questa galleria attraverso l'accesso via Internet ed è nato, poi, il desiderio di andare in sito, di andare sul luogo per visitarle e vederle dal vivo e poterle toccare, in un certo senso. Questo dato è sicuramente confortante per cui direi che tutti i musei sono interessati a porre in questa vetrina privilegiata, e soprattutto in questa vetrina dalla visibilità globale e mondiale, le informazioni relative al loro patrimonio. L'oggetto del contendere è, semmai, la gestione dei diritti d'autore e quale ritorno possa avere il museo per lo sforzo che deve compiere nella conversione o comunque nella costruzione di un sito che lo renda visibile a livello internazionale. Su questo si sta chiaramente lavorando.

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