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    Guido Mario Rey

    Milano, SMAU, 3 ottobre 1997
    Il futuro della pubblica amministrazione
  • L'introduzione dell'informatica nella pubblica amministrazione italiana non ha ancora portato vantaggi effettivi per i cittadini ma ha solo sostituito alcune pratiche manuali legate alla gestione dell'amministrazione stessa (1) .
  • Inoltre, la comunicazione tra i diversi uffici non è ancora realizzata tramite reti (2) .
  • Quello che ancora manca in Italia è la comunicazione tra le sedi centrali delle varie amministrazioni e le sedi periferiche; e questo difetto si potrebbe correggere proprio mediante il ricorso alle reti telematiche (3) .
  • Carte elettroniche che raccolgano tutti i dati di un singolo cittadino possono essere molto utili per agevolare il lavoro della pubblica amministrazione; ma quello che più conta è riuscire a rendere disponibili i dati della Pubblica Amministrazione a tutte le altre amministrazioni  (4) .
  • L'intervistato si dichiara ottimista sulla disponibilità di chi lavora nell'amministrazione pubblica ad accettare queste novità (5) .
  • La pubblica amministrazione non vuole che si realizzi una nuova rete ad hoc; deve solo assegnare ad una società telefonica, non necessariamente la Telecom, la gestione dei servizi di cui ha bisogno (6) (7) .
  • Ogni anno la pubblica amministrazione presenta al governo un aggiornamento del piano di realizzazione di questa trasformazione (8) .
  • Gli investimenti previsti per il prossimo trienno sono pari a 11 miliardi circa distribuiti tra cablatura degli uffici, acquisto di nuovi PC e loro connessione in rete (9) .
  • Presto sarà, quindi, possibile realizzare un dialogo diretto tra cittadino e pubblica amministrazione (10) .
  • Si dovrebbe, quindi, snellire tutto il sistema burocratico della pubblica amministrazione  (11) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Qual è in Italia, attualmente, il grado di penetrazione delle tecnologie informatiche e di telecomunicazioni nell'Amministrazione Pubblica?

    Risposta
    La Pubblica Amministrazione è una struttura complessa; ormai possiamo parlare più correttamente di amministrazioni. Ora ci sono alcune amministrazioni che sono certamente all'avanguardia, ci sono altre che invece sono molto in ritardo. In media, c'è una scarsa penetrazione delle tecnologie nelle amministrazioni; l'aspetto più grave è che queste tecnologie non vengono usate per alleviare i problemi dell'amministrazione, soprattutto dei cittadini, ma per evitare i lavori manuali, i lavori ripetitivi, quindi hanno una funzione più di supplenza che di innovazione vera e propria.

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    Domanda 2
    Si è ancora nella vecchia fase dell' office automation e non nella cultura delle reti?

    Risposta
    Assolutamente sì; anzi, purtroppo, in alcune situazioni siamo ancora ad un periodo precedente all' office automation, siamo nella situazione in cui si meccanizzavano i lavori manuali. In alcune realtà c'è già un po' di office automation , ma certamente non c'è una visione di rete, di interconnessione, di condivisione delle informazioni, di parlarsi attraverso le reti informatiche. Questo è un passaggio alla cooperazione, che non è stato fatto. Oggi sono ancora tutti quanti legati all'informatizzazione del singolo ufficio, della singola procedura.

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    Domanda 3
    Ha detto che, comunque, c'è qualche situazione di avanguardia.

    Risposta
    Il Ministero delle Finanze, certamente, è all'avanguardia rispetto all'uso delle tecnologie; ma anche lì si potrebbe fare molto di più. Con il Ministro Visco e con l'Amministrazione stiamo studiando una evoluzione a favore dei servizi al cittadino, in questo caso del contribuente; stiamo seguendo una strategia per il rinnovamento. Anche l'INPS è in una situazione di informatizzazione abbastanza penetrante in tutti gli uffici, su tutto il territorio nazionale. Il problema grosso è che molte volte l'amministrazione centrale trascura la periferia; di conseguenza, la situazione in periferia è ancora peggiore di quella che in realtà si ha nella media.

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    Domanda 4
    Da una Sua relazione in SMAU risulta che in Italia vengono richiesti ogni anno circa cinque milioni di certificati; una cifra enorme, che potrebbe essere ridotta. Le nuove tecnologie, le carte intelligenti, potrebbero favorire lo snellimento della burocrazia?

    Risposta
    A mio avviso i certificati devono essere eliminati, però non si risolve il problema sostituendo un certificato con una carta intelligente, perché, anche in questo caso, è sempre il cittadino che deve portare l'informazione all'amministrazione. Noi invece vogliamo che le informazioni dell'amministrazione siano messe a disposizione delle altre amministrazioni. Da questo punto di vista la nostra strategia è leggermente diversa. Ma anche la strategia delle carte intelligenti è complementare a questo passaggio, perché, evidentemente, ci possono essere delle situazioni in cui il cittadino è bene che abbia la sua storia immagazzinata in un chip ; ma anche in questo caso occorre che i sistemi informativi siano aggiornati, in modo che non ci sia una discrasia fra quello che c'è sul chip e quello che c'è nel sistema informativo. Tuttavia, la carta intelligente, a mio avviso, deve essere usata con molta accortezza, perché è solo uno strumento, e, come tale, non può essere usata per tutto.

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    Domanda 5
    Per introdurre le nuove tecnologie nelle amministrazioni bisogna combattere una mentalità che si oppone allo sviluppo di queste ultime.

    Risposta
    Molti esprimono il dubbio sulla efficacia dell'innovazione, poi c'è la paura del cambiamento conseguente ad un innato conservatorismo. Le motivazioni sono tante. Ci sono due punti fermi, però, sui quali noi abbiamo dei grandi alleati: il primo è il disegno politico. Il cambiamento in atto per definizione richiede un cambiamento anche del funzionamento dell'amministrazione e quindi tanto vale usare delle tecnologie nuove; questo è un disegno strategico, politico. In secondo luogo: la società si sta muovendo in quella direzione; anche il burocrate che ha dei figli che giocano con il computer e dialogano sulle rete, per effetto d'imitazione, è spinto al cambiamento.

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    Domanda 6
    Può descriverci quali sono i piani concreti per creare queste reti interconnesse nella pubblica amministrazione?

    Risposta
    Per realizzare ciò sono necessari tre passaggi; il primo riguarda il servizio di trasporto. Quando parlo di servizi di trasporto non intendo la rete di trasporto, proprio perché noi vogliamo avere qualcuno che ci fornisca il servizio. Non ci interessa avere una rete, quanto un servizio di connessioni.

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    Domanda 7
    E' necessaria maggiore velocità per scambiare documenti?

    Risposta
    Certo. Poiché le reti a disposizione consentono questa alta velocità, noi ci serviamo di questi servizi che già sono attivi; si tratta di servizi di interoperabilità, quelli di cui abbiamo bisogno, quindi di posta elettronica, di accesso a Internet, e così via. Tutto questo è stato liberalizzato, quindi non è necessario assegnare il servizio alla Telecom, dobbiamo fare delle gare di appalto. E noi puntiamo ad avere l'eccellenza del servizio, poiché abbiamo bisogno di avere un disegno che possa durare per cinque anni; dobbiamo guardare molto lontano. Il piano, per ora, è triennale, però ha questa visione strategica di lungo periodo.

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    Domanda 8
    Questo piano triennale, dunque, da qui al Duemila, è già stato approvato? Quando diventerà operativo? Che tempi di applicazione avrà e che investimenti richiede?

    Risposta
    Noi proponiamo al governo il piano sulla base delle indicazioni che ci vengono dalle amministrazioni. Quindi, il governo lo approva, ma poi sono le singole amministrazioni che devono renderlo operativo, nei limiti delle risorse di cui dispongono. Per noi si tratta di un quadro di riferimento nel quale inserire successivamente le realtà, le realizzazioni delle singole amministrazioni; è un disegno che ormai ha tre anni di evoluzione e che ci ha consentito di fare i passi avanti che sono stati fatti. Si tratta di un piano in movimento, nel tempo, e ogni anno noi facciamo un piano per gli altri anni successivi. E il disegno della rete in Italia delle amministrazioni centrali è stato accettato anche dalle regioni e dagli enti locali. Poi ognuno farà la sua parte.

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    Domanda 9
    Qual è la cifra degli investimenti per i prossimi tre anni?

    Risposta
    La cifra che noi abbiamo elaborato, di solito varia fra i 3500 e i 4000 miliardi all'anno e sul triennio siamo intorno agli 11 mila miliardi, qualche volta di più, qualche volte di meno, in relazione ai progetti che si stano realizzando, distribuiti tra la cablatura degli uffici, acquisto di nuovi PC e loro connessione in rete. Ci sono dei grossi progetti, per esempio, per il Ministero di Grazia e Giustizia. Aggiungo che ci sono dei grandi progetti che poi si esauriscono, e ciò crea impennate economiche; in generale queste sono le cifre: 3500 all'anno, 11000 per tre anni. La realizzazione, in questo periodo, della rete unitaria richiederebbe un ulteriore investimento di 2500 miliardi all'anno.

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    Domanda 10
    Quando si arriverà al dialogo diretto con il cittadino attraverso o il terminale o anche Internet?

    Risposta
    In alcune parti sta già avvenendo. Noi stiamo sperimentando a Bari la realizzazione di un interscambio catasto-comuni, per cui i cittadini andando al comune dialogano, ottengono le informazioni sul catasto e scambiano le informazioni sul catasto. Sul fisco posso dire che prestissimo ci saranno questi cambiamenti.

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    Domanda 11
    Il modello 740 sarà sul dischetto?

    Risposta
    Questa è la cosa più semplice; c'è poi il pagamento in banca con compensazione fra il credito e il debito. Questi servizi partono il prossimo anno, come la realizzazione del mandato informatico, per cui gli stipendi e i pagamenti effettuati nella pubblica amministrazione arriveranno direttamente sul conto corrente e non saremo più costretti a andare con un notaio o con due amici per incassare un assegno o quant'altro. Entro il duemila possiamo sperare senz'altro in più trasparenza e riduzione della burocrazia, poiché dovrebbe modificarsi il protocollo. Il protocollo vigente risale al 1900, le regole sul protocollo sono del 1900; ora andiamo verso il protocollo informatico. Questo significa che ogni cittadino saprà qual è il numero della sua pratica e avrà la possibilità di avere la situazione della sua pratica interrogandola da casa, sapendo in che ufficio è e quali sono le ragioni per cui si è fermata. E' evidentemente più difficile, nella situazione attuale, modificare l'ordine di lavorazione delle pratiche. Il regolamento di questo protocollo è stato già delineato e approvato. Noi stiamo svolgendo uno studio di fattibilità per arrivare a fare due o tre ware standard, per far partire questo disegno.

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