9/04/2001
Biografia
Economista e filosofo Jeremy Rifkin è presidente della
Foundation on Economic Trends
a Washington (USA), e della
Greenhouse Crisis Foundation.
Ha studiato 'economics and internal affairs', e le sue ricerche si concentrano sull'influenza che ha l'evoluzione tecnologica e scientifica sull'economia, sul lavoro, sull'ambiente e sulla società. Per l'impatto che il suo lavoro ha sulla società civile e sul mondo politico è stato definito un 'attivista professionista'.
La sua esperienza di attivista risale agli anni '60 e '70 durante i quali ha fatto parte del movimento pacifista negli USA e ha fondato nel 1969 la
Citizens Commission,
che voleva portare alla luce i crimini di guerra degli Stati uniti d'America durante il conflitto in Vietnam.
E' dalla fine degli anni '70 però che il suo impegno di studioso e di attivista politico si rivolge all'industria della biotecnologia. Rifkin mette in guardia da uno sviluppo delle biotecnologie al di fuori di un controllo statale.
Nel 1998 è apparso in Italia il suo libro
Il secolo Biotech. Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era.
Il libro, pubblicato da Baldini&Castoldi, affronta il tema delle tecnologie e del commercio genetico in relazione ai problemi che porterà la rivoluzione biotecnologica.
La sua ultima battaglia è contro il consumo della carne di manzo che, attraverso la
Beyond Beef Coalition
di cui è direttore, vuole ridurre alla metà entro il 2000.
Nel 1995 Baldini&Castoldi ha pubblicato il libro
La fine del lavoro. Il declino della forza lavoro globale e l'avvento del post-mercato
in cui Rifkin parla dell'influenza che ha la tecnologia sull'occupazione. Per la prima volta nella storia dell'uomo, il trionfo delle macchine nei processi di produzione rende sempre meno necessario il lavoro umano, che viene così eliminato. E' inoltre autore di 14 libri tradotti in numerose lingue.