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    Stefano Nolfi

    Roma - Studio, 08/11/1995
    Artificial life
  • L'artificial life nasce come studio della vita naturale attraverso la sua riproduzione su computer, ma si è fatta studio sulle forme di vita artificiale per le libertà consentite dalle tecniche digitali (1) .
  • La maggior parte delle ricerche in vita artificiale lavorano su organismi artificiali, la cui caratteristica fondamentale sta nell'evoluzione che sviluppano in adattamento all'ambiente (2) .
  • Da qualche tempo, le tecniche sviluppate per organismi puramente digitali vengono trasferite su veri e propri robot, che si differenziano da quelli tradizionali per le loro capacità di adattamento (3) (4) (5) .
  • Dal livello sperimentale si sta passando a dei prototipi che potrebbero poi trasformarsi in prodotti industriali (6) .
  • Rischi non ce ne sono dato il basso livello intellettivo raggiunto da questi sistemi (7) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Il professor Stefano Nolfi del C.N.R. di Roma si occupa di "artificial life". Ci può spiegare che cos'è esattamente la vita artificiale?

    Risposta
    La vita artificiale, come lei ha detto, ha innanzi tutto un'anima: che è lo studio della vita naturale attraverso la sua riproduzione sul computer, cioè la sua riproduzione digitale, ma è anche lo studio di possibili altre forme di vita, proprio perché nel computer si è liberi di studiare non semplicemente forme naturali, ma anche forme artificiali.

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    Domanda 2
    Siete riusciti a creare dei microrganismi digitali?

    Risposta
    Sì, la maggior parte delle ricerche in vita artificiale lavorano appunto a livello di organismi artificiali. La caratteristica fondamentale sta nell'evoluzione. Si tratta, cioè, di organismi artificiali che vengono addestrati, che vivono, e si riproducono, attraverso un'interazione con l'ambiente, e in adattamento a questo ambiente sviluppano delle capacità.

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    Domanda 3
    Voi lavorate anche su degli organismi digitali in un mondo reale. Per esempio dei robot dotati di intelligenza artificiale.

    Risposta
    Sì. All'Istituto di Psicologia del C.N.R. di Roma ci occupiamo di vita artificiale da parecchi anni e recentemente abbiamo cercato di applicare questa metodologia anche allo sviluppo di robot.

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    Domanda 4
    Come procedete?

    Risposta
    Creiamo dapprima una simulazione degli organismi e del loro ambiente. L'organismo si riproduce, selezionandosi nel computer, e poi lo trasferiamo nel robot vero e proprio.

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    Domanda 5
    In pratica, voi non fornite ai robot delle istruzioni, vero?

    Risposta
    Sì, esatto.

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    Domanda 6
    Il futuro possibile di tutto questo?

    Risposta
    I risultati finora sono fondamentalmente di ricerca di base. Riguardano, per esempio, la biologia evoluzionistica, oppure nuove teorie che sono state sviluppate nell'ambito della stessa disciplina di artificial life. Cominciano però ad esserci anche dei prototipi, che potrebbero poi trasformarsi in prodotti industriali.

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    Domanda 7
    Rischi?

    Risposta
    Non ne vedo, perché, purtroppo o per fortuna, il livello di intelligenza di questi sistemi è molto ma molto lontano, non solo dal nostro, ma anche da quello di piccoli animali come i topi.

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