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    Nicholas Negroponte

    Venezia, 03/06/1995
    La rivoluzione digitale
  • Nell'era digitale si è creato uno scarto generazionale impressionante tra chi ha più di trent'anni ed i più giovani. Tant'è vero che per far arrivare il suo slogan "essere digitali" a chi ha più di trent'anni, Negroponte ha dovuto far ricorso al libro, un medium che lui considera obsoleto (1) .
  • La differenza fra bit e atomi è il modo più semplice per descrivere il cambiamento dell'era digitale (2) .
  • Il tasso di penetrazione dei PC nelle case private, l'enorme crescita del numero di persone online su reti commerciali e l'esplosione di Internet dicono che è il 1995 l'anno della "svolta digitale" (3) .
  • Internet, un fenomeno nato 25 anni fa per mano militare, è cresciuto con una struttura decentrata, e per questo è inarrestabile. Come in uno stormo di anatre, l'ordine e il funzionamento di Internet sono basati sul comportamento autonomo degli individui, e non su un'autorità centrale (4) .
  • La politica si svilupperà nei due estremi: la globalizzazione e il localismo (5) .
  • La realtà virtuale e la rete, non sono causa di isolamento e di derealizzazione, bensì un'occasione di socializzazione e di arricchimento immaginativo (6) (7) .
  • Le visioni negative degli autori cyberpunk come Gibson sono pure opere di fantasia. La rete non è monopolizzabile da alcun potere. Anzi è un'occasione di emancipazione per il singolo (8) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Professor Negroponte, il suo libro "Essere Digitali" è diventato uno slogan. Ma perché ha scritto un libro se poi lo considera un medium obsoleto?

    Risposta
    Non credo che nei prossimi 30 o 40 anni avremo libri così come li abbiamo oggi, con tutto il rispetto per il mio editore. Un anno e mezzo fa sono venuto a sapere che dei bambini tra i 12 ed i 15 anni si abbonavano a "Wired Magazine" per fare un regalo natalizio ai loro genitori. Ora, la rivista "Wired" è una rivista di "life style" e computer, e la offrivano ai loro genitori essenzialmente per dire loro: "Mamma, papà, questo sono io. E se ti abboni, ne saprai di più su di me". Ne fui davvero colpito, prova ne sia che decisi allora che dovevo scrivere, forse, un libro per mamma e papà. Questa fu la ragione: ho usato il libro perché mamma e papà non dispongono ancora di un altro medium esplicativo disponibile. Ma accade un'altra cosa, e penso che questa sia stata non meno importante: circa un anno e mezzo fa fui invitato a tenere una presentazione in una piccola università. Quando mi vennero a prendere all'aeroporto, la ragazza mi disse di aver persuaso la sua scuola a lasciarla venire, e che era venuta a prendermi perché mi voleva ringraziare. Ed io: "Ringraziarmi di che cosa?". E lei: "Voglio ringraziarla per mio marito". Così, mentre stavamo tornando in auto, dissi: "Mi parli di questa sua storia". E lei: "Partecipo al Media Moo per tre ore ogni sera. Probabilmente lei non sa nemmeno che cosa sia un Moo, ma un Moo è una versione moderna di quel che veniva chiamato un tempo "MUD" (un MUD è un "multi-user dungeon") è come una specie di bacheca o registro interattivo, solo che qui tu vai dentro stanze e spazi, e incontri gente nel cyberspazio. E così lei incontrò un uomo di Dallas, Texas, di cui si innamorò. Senza preavvertirlo, volò nel Texas, bussò alla sua porta, e scoprì che lui non era l'uomo che le piaceva. Così ritornò a New York in aereo, "logged back" dentro il Media Moo, per tre ore a notte, nei mesi successivi. Poi incontrò un altro uomo, di cui si innamorò, ma lui era di Francoforte, in Germania. La nostra signora è un tipo deciso: volò fino a Francoforte, senza preavviso, e, dopo aver bussato a quella porta, trovò l'amore della sua vita. Poi incontrò i genitori di lui, e ai genitori lei piacque. Lui poi venne negli Stati Uniti. Quindi decisero che si sarebbero sposati nel Media Moo. Ora, il Media Moo è un computer in uno scantinato, e questo era un grande problema perché, dal punto di vista legale, dove avveniva quel matrimonio? Così dovette trovare un giudice che volesse celebrare quel matrimonio nel cyberspazio. Dovette trovare un prete. Tutti i testimoni maschi erano in Germania, tutte le testimoni donne erano negli Stati Uniti, la cerimonia si svolse in una macchina nel Massachusetts. E mentre andavamo in auto, mi dissi: "Se io non so che queste cose stanno accadendo, chi dovrebbe saperlo mai?" Perché ho preso 300 giovani ricercatori la cui età media si aggira sui 23 anni. Tutto cambia in modo molto rapido, ed è completamente legato alle generazioni: i giovani di 20 anni o più giovani ancora capiscono qualsiasi cosa. E le persone di 30 anni o più non capiscono nulla. C'è proprio una divisione generazionale assoluta tra chi è digitale e chi non lo è. In effetti, quelli che io chiamo i "senzatetto digitali" sono molto intelligenti, molto bravi, di solito sono persone benestanti di 30 anni o più; e la ragione del loro disagio sta nel fatto che sono giunti su questo pianeta troppo presto. E così, nei prossimi cinque anni accadrà che queste persone impareranno dai loro figli. I bambini insegneranno ai genitori, i bambini insegneranno ai loro nonni, i bambini insegneranno ai loro insegnanti. E' una inversione totale, perché gli insegnanti non sanno nulla di tutto ciò. E noi viviamo in un'epoca nella quale lo scarto tra le generazioni è molto più forte di qualsiasi altro scarto. Quando questo sarà eliminato, allora ci sarà una divisione economica.

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    Domanda 2
    Perché per descrivere la rivoluzione digitale della nostra epoca ha fatto riferimento a bit ed atomi?

    Risposta
    Quando ho cominciato il mio libro, ho scoperto che la differenza tra bit e atomi è il modo più semplice di descrivere il cambiamento. Infatti, capiamo molto ma molto bene il mondo degli atomi, delle cose, della gente, e roba del genere. E di fatto tutte le nostre leggi sono costruite attorno agli atomi, anche la legge sui diritti d'autore è costruita attorno agli atomi. Il mondo dei bit è molto interessante - gli uno e gli zero che costituiscono il mondo dei bit - perché i bit non hanno peso, non hanno dimensioni, non hanno colore, viaggiano alla velocità della luce. Ma come esseri umani non possiamo avere esperienza dei bit; in altre parole, non potrete mai conoscere un bit. I bit devono essere riportati agli atomi, e gli atomi devono essere riportati ai bit. E così, se vi chiedete che cosa significhi essere digitale, potete considerare la cosa sia solo in termini di bit sia solo in termini di atomi. Vi darò un esempio specifico - sto cercando di usare esempi che non troverete nel libro. Tutti concordano sul fatto che una biblioteca pubblica sia una buona cosa. E' una cosa buona per la cultura, per la società. Una biblioteca pubblica funziona perché essa si basa su atomi: dovete portare i vostri atomi alla biblioteca. Alcuni di noi hanno un po' troppi atomi. Allora prendete il libro in prestito. Non è solo un altro atomo, ma - e questo è così ovvio che non ci pensiamo mai - il guaio è che quando prendete in prestito un atomo non ci sono atomi rimanenti. Resta uno spazio vuoto. Voi portate il libro a casa, lo leggete, diciamo in una settimana, lo riportate alla biblioteca. Magicamente qualcuno lo prende in prestito di nuovo, e lo riporta indietro dopo una settimana. Così 52 persone avranno letto il libro in un anno. Ora invece renderò la biblioteca pubblica digitale. Cambierò solo questo: muterò gli atomi in bit. Non dovrò trasportare i miei atomi alla biblioteca. E' una cosa così ovvia, ma non viene mai detta a scuola: è che quando prendete in prestito un bit, c'è sempre un altro bit che rimane. Così ora 20 milioni di persone possono prendere in prestito questo libro simultaneamente, senza muoversi di casa, giusto battendo alcuni tasti, e così abbiamo violato le leggi del copyright... Un giudice diceva che era legale abbattere alberi per farne polpa, per spargere inchiostro sulla carta, persino usare dei bambini per recapitare queste carte e gettarle aldilà di una traversa dentro casa vostra. Ma rendere un bit ecologicamente salubre - nessun bit depositato, nessun bit restituito che rappresenti la stessa informazione e la trasmetti alla velocità della luce fin nella casa di qualcuno - infrange la legge. E' davvero molto, ma molto interessante considerare alcuni eventi in termini di bit e di atomi: questo cambierà il vostro modo di vedere quel tipo di mondo che è il mondo digitale.

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    Domanda 3
    Se dovesse indicare una data a partire dalla quale la svolta digitale ha preso definitivamente piede, quale indicherebbe?

    Risposta
    Se consideriamo questo anno, il 1995, da una prospettiva storica, ebbene questo anno, di fatto, probabilmente, è l'anno più interessante nella storia delle telecomunicazioni. La ragione di questo è connessa a tre avvenimenti, anche se nessuno di questi preso in sé spiega la svolta. Userò i miei numeri sugli Stati Uniti, perché questi li conosco a memoria. Risulta che il 70% di tutti i personal computer alla fine del 1994 sono finiti nelle case private. La penetrazione dei computer nelle case con bambini cresce in modo talmente rapido che ormai avete quasi - non proprio, ma quasi - un 100% di accesso di tutti i teenager degli Stati Uniti al personal computer. Siamo giunti ad una situazione straordinaria, dove il reale "computing power", il potere di usare il computer, è nei focolari, non negli uffici, né nelle scuole. E questa è una cosa davvero importante, perché costituisce un cambiamento completo - uno dei tre- rispetto a quel che si prevedeva. Uno o due anni fa nessuno avrebbe mai predetto qualcosa di simile. Secondo i dati ufficiali, solo il 5% dei computer nelle case aveva il modem; oggi la stima ufficiale è che ce l'abbia il 65%. Mi si dirà: "Da dove è venuto fuori così rapidamente quel 60% in più?" La verità è che in un primo tempo non si sapeva come contare. Il secondo evento molto interessante è l'enorme numero di persone che sono online nei sistemi commerciali. America On-Line aveva 500.000 persone nel luglio scorso, ed avrà più di tre milioni di persone quest'anno. E poi l'evento realmente importante, quello che ha veramente cambiato ogni cosa, ovviamente è Internet.

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    Domanda 4
    Come nasce Internet?

    Risposta
    La maggior parte delle persone non sanno come sia cominciato Internet - e il modo in cui è cominciato ha determinato il suo stato attuale, così come determina il suo futuro. Internet cominciò come un sistema di telecomunicazioni militari per trasmettere messaggi durante la guerra. Era un sistema di passaggio dei messaggi da salvare dal fallimento. Il modo in cui funzionava portò ad inventare, per così dire, l'idea dei "pacchetti". Ipotizziamo che io stia a San Francisco e tu a Boston. Se voglio inviarti un paragrafo, lo spezzo in piccoli pacchetti di, diciamo, 10 lettere ciascuno, ci metto il tuo nome e indirizzo e un numero, la sequenza, e li mando in giro in diverse direzioni: un pacchetto va via Chicago, un altro via Dallas, un altro ancora via Washington...: vanno in tutte queste diverse direzioni, e poi tornano tutti indietro a San Francisco. A San Francisco i pacchetti si allineano, si guardano l'un l'altro, e scoprono magari che il pacchetto 6 manca. Che cosa è accaduto al pacchetto 6? Ricordatevi che siamo nel 1969, quando si pensava tutto in termini di "primo colpo" e di guerra nucleare... Bene, sfortunatamente il povero pacchetto numero 6 attraversa Minneapolis nell'istante in cui una bomba nucleare colpisce Minneapolis. E, dimenticando quel che succede alla povera gente di Minneapolis, il pacchetto numero 6 viene letteralmente disintegrato. Ora, i pacchetti arrivati sani e salvi a San Francisco dicono: "Chiama Boston e di' che il pacchetto numero 6 non ha funzionato, digli di inviarlo di nuovo, ma non mandarlo attraverso Minneapolis". Così il pacchetto 6 prende un'altra strada, tutti i pacchetti si allineano, e alla fine tu ricevi il messaggio. Ora, è importante capire questo, perché il solo modo di distruggere quel sistema di passaggio dei messaggi è disintegrare letteralmente tutte le città, perché nel sistema che ho descritto or ora anche se 10 pacchetti non fossero arrivati, noi avremmo potuto sempre avvertire Boston con un messaggio, e loro avrebbero trovato una soluzione. Nel 1970 alcuni di noi chiesero di usare il sistema e di fare esperimenti con esso, ma eravamo davvero molto pochi e con pochi mezzi. Poi la cosa andò crescendo. Nel 1974 la National Science Foundation ne prese la gestione e diventò sempre più grande. Infine anche i paesi NATO ebbero il sistema, ma sempre con l'idea che fosse un sistema per mandare messaggi "fail-safe". Ora la cosa interessante sta nel fatto che alcuni oggi pensano di poter controllare Internet, di poterne fare uno strumento politico. Ma non possono. E' un fenomeno inarrestabile e privo di un'autorità centrale. E penso che sia molto, molto importante capirlo perché lo paragono - ormai ho usato questa analogia molte volte - alle anatre che volano verso sud. Alcuni pensano che l'anatra in testa guidi le altre. Ma la prima anatra non guida nessuno. Difatti, se sparate alle anatre, e uccidete l'anatra che sta davanti a tutte, un'altra anatra diventa quella di testa, ma non è l'anatra vice-presidente che è diventata ora l'anatra presidente. La realtà è che ogni anatra agisce autonomamente. Ora, in quanto esseri umani, in quanto sistemi, non siamo abituati a decentralizzare le strutture. Tutte le nostre aziende sono molto gerarchiche, le nostre nazioni sono gerarchiche, cresciamo in una società gerarchica. Tutto ciò a cui siamo abituati trae il proprio ordine grazie ad una gerarchia. Ma se non avete una gerarchia, ed avete qualcosa come Internet, questo non significa che avete disordine. Non significa che avete solo caos. Significa che avete qualcosa che nessuno potrà controllare. Questo terzo avvenimento rende questo punto così interessante sul piano temporale perché noi stiamo crescendo. Il tasso di crescita è assolutamente fantastico. Il tasso di crescita è tale che avremo un miliardo di persone su Internet per l'anno 2000. E quando avete un miliardo di persone che partecipano ad una rete che per definizione è globale, avete per forza un enorme cambiamento. La gente non guarderà più la televisione, cioè, il pubblico che guarda la te

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    Domanda 5
    Quali problemi possiamo aspettarci da questa rivoluzione digitale?

    Risposta
    Nel cyberspazio non ci sono frontiere. I bit non si fermano alle dogane. E questo produrrà una serie di magnifici avvenimenti. Ma produrrà anche un gran numero di problemi per i governi. Ad esempio, come ci si potrà difendere dalla pornografia? Insomma, Internet sfugge al controllo di qualsiasi autorità. Non ho partecipato all'incontro svoltosi a Bruxelles alla fine del febbraio scorso sull'infrastruttura dell'informazione globale, ma quando ho letto gli Atti di quell'incontro, mi sono molto divertito, perché mi facevano pensare ad una quantità di monaci e di monache che si incontrano per discutere di sesso. Queste sono persone che non sono mai state in Internet, che non sanno nemmeno che cosa sia, all'incontro avrebbero dovuto mandarci piuttosto i loro figli. In altre parole, le persone che stanno davvero conducendo la rete oggi hanno sui 23 anni. E' una società veramente diversa. E' una differenza straordinaria, e penso che negli Stati Uniti la gente se ne renda ormai conto, mentre in Europa le resistenze risultano ancora un po' più forti, perché qui non si accetta così facilmente che dei giovani abbiano tanto da offrire. In definitiva, penso che nei prossimi due o tre anni ci sarà un po' di scompiglio, perché sia i governi locali che quelli internazionali avranno un sacco di guai con cose come l'economia dei bit. Ma quando tutto ciò sarà appianato, ci si renderà conto che il mondo sarà al tempo stesso più locale e più globale, in qualche modo la nazione-stato diventerà relativamente irrilevante. Troveremo che le decisioni prese avranno per noi una portata molto ma molto locale, oppure saranno molto globali.

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    Domanda 6
    L'essere digitali finirà per cambiare il nostro status di soggetti conoscenti?

    Risposta
    Alcune persone credono che nella misura in cui i bambini stanno più tempo nel mondo virtuale, diventano meno parte del mondo reale, quindi meno immaginativi, perché hanno meno esperienze reali. La gente dice: "Mio figlio trascorre sei ore al giorno al computer, non è terribile?". Ma è interessante notare che lo stesso genitore, se suo figlio trascorre sei ore al giorno a leggere libri, dice: "E' meraviglioso!". C'è una reale ignoranza culturale su quel che fa il bambino nel mondo virtuale. Ma noi stiamo scoprendo - lasciamo da parte gli eccessi, voi non volete trascorrere sei ore con un libro e nemmeno nel mondo virtuale!- che quando la gente, in questo caso i bambini, dedicano del tempo a qualcosa come Internet, acquistano un senso del mondo e un'esperienza che di fatto li farà operare meglio nel mondo reale. Rende più ricche le loro esperienze sociali. E' come quando un ragazzo americano di una certa età viaggiava per l'Europa, e poi tornava a casa più grande e più saggio. Oggi i bambini possono fare questo a tre o a quattro anni. Ma vi darò ora un esempio molto controverso. Alcune persone dicono che a loro non piace che i loro figli usino Internet perché possono incontrare dei pedofili. Ora, pensateci per un istante. Se aveste una figlia di sette anni, non sarebbe molto meglio per questa figlia di sette anni incontrare dei pedofili nel mondo virtuale, fare l'esperienza di dir loro di andarsene, anziché fare questa esperienza nel mondo reale? Così, persino i peggiori esempi che possono venirmi in mente sono un beneficio per l'immaginazione e l'educazione, quando avvengono nel mondo virtuale.

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    Domanda 7
    Lei afferma che il mondo digitale in via di definizione accrescerà notevolmente le nostre possibilità di comunicazione. Tuttavia, non crede che questo tipo di comunicazione digitale finirà per ridurre i nostri contatti ad una pura virtualità priva della completezza della fisicità, dato che stringersi la mano via Internet è impossibile?

    Risposta
    Beh, prima di tutto, non è così evidente che sia così difficile stringersi la mano attraverso Internet. Ma questo non è il punto della sua domanda. Penso che il contatto che avviene tra la gente nel mondo virtuale dia loro più fiducia nel mondo reale, e così le relazioni che si hanno poi nel mondo reale sono più forti. Ho letto di recente il caso di un bambino autistico che non poteva avere nessuna comunicazione, tranne che con le persone in Internet. Con queste la aveva in modo perfetto, e da ciò ha tratto abbastanza fiducia da tornare nel mondo e cominciare ad avere una comunicazione che non aveva mai avuto con la gente.

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    Domanda 8
    E' possibile rintracciare un evidente parallelismo tra lo scenario definito nel suo "Essere digitali" e quello preconizzato da uno scrittore come Gibson: stessi mutamenti tecnologici, stesse modificazioni del comportamento e della comunicazione. E tuttavia la versione che lei dà di questo scenario è totalmente ottimistica, mentre il cyberpunk di Gibson è assolutamente pessimistico: disumanizzazione progressiva, amoralità che dalle macchine passa agli uomini, nascita di media corporation in grado di condizionare il consenso popolare come la politica. Perché dovremmo trovare più persuasiva la sua versione?

    Risposta
    Gibson, un autore davvero eccellente, è uno scrittore di 'fiction', però non guarderei alle opere di fantasia per trovare prove. Ma una certa scuola di pensiero molto di recente ha pubblicato un libro intitolato "Silicon Snakeoil", di un autore americano che, a differenza di Gibson, è invece uno scienziato serio e un vero "hacker" da molto tempo, Cliff Stoll. Ora, il libro di Cliff è il lato pessimistico dell'equazione: egli pensa che le persone perderanno in qualità della vita. Diventeranno più segregate, faranno appunto il genere di cose che lei ha elencato or ora. Io penso che le storie alla Cliff o alla Gibson che lei sta raccontando siano errori puri e semplici, per alcune ragioni molto semplici. Prima di tutto, le corporation non possono prendere il controllo di questa rete, così per la prima volta avete un sistema che va a beneficio dell'individuo, e realmente ne beneficia la persona che conta poco. La ragione di questo è che potete, ad esempio, essere globali. Così, alcune persone che si accingono a competere con Rupert Murdoch, tra due anni diventeranno compagnie di una o due persone che troveranno un mercato globale, se avranno un prodotto interessante, anche se non sono una compagnia multinazionale. Trovo in questo ragioni di grande ottimismo. Vedo la rete come uno strumento di potenziamento ed armonizzazione di un tipo che non abbiamo mai visto finora. Ma vi dirò anche, in tutta sincerità, che sono una persona portata molto all'ottimismo, e questo ottimismo mi è tornato sempre utile. Se non fossi stato ottimista, non ci sarebbe stato nessun Media Lab, non ci sarebbero state tante cose che, secondo quel che mi dicevano molti, erano stupide e idiote, e che non avrei dovuto fare. E fu solo per la mia fiducia in me stesso che dissi: "Non mi importa quel che pensate". Tantissimi bambini stanno acquisendo una grande quantità di fiducia in sé stessi attraverso il medium delle reti. Perciò, sì, sono molto ottimista. Anche di fronte agli usi illegali della rete. D'altro canto, considerate qualsiasi organizzazione - sia essa una città oppure una compagnia - che cresca al tasso del 10% al mese: troverete per forza una certa percentuale di cose brutte, di usi perversi, di comportamenti negativi, e così via. Ma penso che, date le dimensioni e data la scala, Internet sia cresciuto meglio di qualsiasi altro organismo che io conosca nella storia.

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