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    Joaquin Navarro Valls

    Roma 8 aprile 1997
    Internet e la comunicazione religiosa
  • Prevedere oggi quale sarà lo sviluppo di Internet è, ancora, molto difficile (1) .
  • Si può, però, già individuare una notevole differenza tra il primo Internet, utilizzato solo a livello accademico, e l'Internet della seconda generazione, quello utilizzato da tutte le persone che hanno voglia di esplorare la ricchezza della rete e di comunicare con il maggior numero possibile di persone (2) .
  • C'è stata anche una trasformazione dei contenuti su Internet che non ha, comunque, portato ad un'unica cultura Internet: la rete è un mezzo che può trasmettere contenuti diversissimi (3) .
  • Per la trasmissione del messaggio religioso Internet è adatto come qualsiasi altro mezzo di comunicazione e offre delle grandi opportunità unite ai limiti propri del mezzo in quanto tale (4) .
  • Uno dei principali vantaggi che Internet offre alla comunicazione di carattere religioso è quello di poter garantire la trasmissione di testi, come le Encicliche papali o i suoi interventi pubblici, in versione integrale (5) .
  • Giovanni Paolo II si è dichiarato entusiasta della costituzione di un sito Internet del Vaticano (6) .
  • Internet è un mezzo di comunicazione potenzialmente universale, globale; sussiste, però, il rischio che solo una tecno-élite vi abbia accesso. Anche il sito del Vaticano si è inizialmente rivolto a questa élite ma si svilupperà per raggiungere una maggiore semplicità e velocità di consultazione che lo renda accessibile a tutti (7) .
  • Le enormi potenzialità di collegamento globale racchiuse nel mezzo Internet dovranno essere comprese e sviluppate al meglio (8) .
  • Internet potenzierà molto la comunicazione interattiva su argomenti molto vari (9) .
  • Internet potrebbe contribuire a riaffermare una presenza radicata nella società della chiesa o delle chiese, ovvero di una riscoperta spiritualità (10) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Quale sviluppo si può prevedere per le rete Internet?

    Risposta
    Io penso che non sia ancora possibile fare una valutazione generale di Internet e di tutti i suoi servizi attuali, che sono ancora servizi operativi sperimentali, dal punto di vista della sua incidenza sulla cultura della nostra epoca. E, d'altra parte, Internet è ancora troppo giovane come sistema e cambia troppo rapidamente per poter fare una profezia della sua futura evoluzione tecnica e culturale. Ciò che Internet sarà alla fine del primo decennio del prossimo secolo a dodici anni da adesso, sfugge a qualsiasi previsione fondata sui dati; potremo soltanto immaginare, ma i dati attuali non ci danno una base solida abbastanza per fare una previsione a dodici anni di che cosa sarà Internet. D'altra parte sappiamo che il sapere positivo, cioè il sapere tecnologico, è accumulativo, tenendo conto dell’accelerazione soltanto negli ultimi quindici anni. Ma l'unica cosa che sembra possibile affermare ora è che il cambiamento al quale assisteremo nei prossimi anni potrebbe essere intuito soltanto applicando una tautologia: l'accelerazione dell'accelerazione tecnologica. Questo mi pare che sia almeno un elemento di riflessione. Per quanto riguarda l’impresa, mi pare che sia un elemento di grande valutazione anche se non possiamo immaginare nemmeno a breve il ritmo dell'evoluzione tecnologica futura. Come sapete sono moltissime le stime relative al numero di computer integrati oggi in Internet; una proiezione attendibile che ho potuto studiare questi giorni indica che per l'anno duemila, fra poco più di due anni, ci saranno cento milioni di computer collegati ad Internet al quale bisognerà aggiungere tutti gli altri che lo saranno attraverso le Intranet delle imprese commerciali, istituti di ricerca, corporazioni accademiche, eccetera.

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    Domanda 2
    Come si è trasformato l'uso di Internet negli ultimi trenta anni?

    Risposta
    I primi anni di Internet, gli ultimi anni ‘60, hanno conosciuto una utilizzazione del sistema quasi esclusivamente dedicata agli esperti di telematica e agli ingegneri che lavoravano alla DARPA, la Defence Advanced Research Projects Agency degli Stati Uniti dell'amministrazione americana. I loro successivi utenti sono stati, il che già è molto significativo, gli istituti di ricerca e i centri accademici connessi alla scienza dei computer o ai dipartimenti di ingegneria. Internet e Usenet hanno quindi costituito per anni uno strumento di comunicazione e di interazione prevalentemente al servizio della comunità scientifica e accademica, quasi esclusivamente per un po' di tempo. L'ulteriore esplosione comunicativa degli anni '80 e soprattutto degli anni '90, quindi già oggi, ha cambiato completamente il profilo culturale di Internet. Questo primo cambiamento nella circolazione dei contenuti, i temi che circolano attraverso Internet è statisticamente, oggi, documentabile. Basti per esempio seguire l'evoluzione del settore di Usenet, le conversazioni organizzate tematicamente. I gruppi di discussione attualmente riuniti sotto la sigla ALT, Alternate, superano di molto quelli riservati all'interazione prevalentemente tecnica. Questa stessa proporzione si mantiene per i gruppi REC, recreational, e per tutti gli altri gruppi. Naturalmente, una via diversa per ricercare oggi in Internet quali sono i contenuti che circolano attraverso la rete si può ottenere anche con i motori di ricerca e il risultato che attraverso queste vie otteniamo coincide con il risultato precedente al quale facevo riferimento prima e lo conferma pienamente. Qualsiasi via si utilizzi per ricercare, avere una fotografia culturale di Internet oggi, ci dà lo stesso risultato. Il primo Internet è cambiato in confronto al Internet secondo di oggi. L'evoluzione è stata rapida e in un certo senso ha trasformato l'immagine accademica e specializzata del primo Internet in quella tumultuosa, popolare quasi ludica del secondo Internet, del Internet che oggi conosciamo.

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    Domanda 3
    Come si può descrivere il cambiamento dei contenuti della rete?

    Risposta
    Sarebbe, tuttavia, sbagliato concludere che il cambiamento al quale mi riferisco, il cambiamento dei contenuti di Internet, sia un cambiamento per sostituzione, che i contenuti che adesso circolano in Internet hanno sostituito tutti i contenuti precedenti. In realtà il cambiamento si è prodotto piuttosto per integrazione proporzionale, nel senso che entrambi i contenuti rimangono in Internet: quello accademico di alto livello culturale, con l'enorme quantità di "trivializzazione" che oggi circola in Internet. E questa è la maggiore difficoltà che si incontra nell'esaminare Internet dalla prospettiva dell'antropologia culturale, per esprimere un giudizio culturale su Internet. Non esiste, dal mio punto di vista, un'unica cultura Internet in grado di influenzare in senso univoco gli utenti della rete; il mezzo resta aperto allo sviluppo di tutte le sue potenzialità. Gli spostamenti dei suoi contenuti in un senso o nell'altro sono semplicemente fatti quantitativi che non alterano la sua realtà fondamentale di mezzo aperto alla comunicazione.

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    Domanda 4
    C'è un'incompatibilità tra Internet e la trasmissione di messaggi come quello religioso?

    Risposta
    Quello che ho detto vuol dire che Internet non presenta alcuna incompatibilità per la trasmissione dei valori, in particolare di quei valori di significato capace di arricchire la persona individuale o il gruppo sociale. Ricordo quando un anno fa abbiamo cominciato nella Santa Sede a preparare o a pensare di preparare un sito, una presenza istituzionale della Santa Sede in Internet, una delle prime domande che ci hanno posto è stata: "Ma non pensate che con la banalità enorme che c'è in Internet, partecipare la Santa Sede a questo progetto, a questo sistema di comunicazione, inevitabilmente comporterà una banalizzazione dei contenuti della Santa Sede, quelli che siano?". La risposta da questo punto di vista è: "no", poiché, come accennavo prima, non è che con questo cambiamento nei contenuti culturali di Internet si sia banalizzato tutto Internet. In Internet convivono diverse culture, non c'è una cultura Internet univoca con un sistema di influenza, con una capacità di influire le persone in un senso. Oggi, in Internet ci si trova, per fare un'analogia, come in una grande biblioteca -penso alla biblioteca del congresso degli Stati Uniti, dove si trovano dai documenti più seri dei pensieri dell'umanità a una biografia di Mickey Mouse-. Quindi -e con questo finisco perché era semplicemente un accenno a questo tema che è molto interessante e quindi molto vasto da studiare- se si vuole valutare Internet dal punto di vista di una antropologia culturale o semplicemente culturale, il termine dei problemi si spostano dal mezzo all'utente. Il mezzo continua ad offrire tutte le possibilità proprie del mezzo; se si vuole ricordare la conosciutissima e ripetutissima frase di McLuhan: il mezzo è il messaggio; si può dire che, effettivamente, ogni strumento di comunicazione ha certi limiti strutturali del mezzo e anche Internet ce li ha, così come un giornale, come la televisione, come la radio, come il telefono; certi limiti sono propri del mezzo. Per il resto, tutta la potenzialità di Internet è aperto ugualmente al triviale e al serio, al profondo e al superficiale, alla trasmissioni dei dati come alla trasmissione di stupidaggine. In questo senso, esso non ci ha, per quello che ci riguarda, in nessun modo posto nessun problema dal punto di vista della trasmissione dei valori o dei contenuti. Non ci ha posto nessun problema pensare che in Internet si possa trovare di tutto, anzi, questo poter trovare di tutto è una possibilità del mezzo che va sfruttata o che va utilizzata da tutti quelli che lo vogliono. Il problema -insisto-, se si vuole parlare di incidenza culturale di Internet, dipende, piuttosto, dall'utente. I problemi non sono problemi della tecnica che fino ad un certo punto mantiene la sua neutralità, sono sempre problemi umani di utilizzo di quella tecnica.

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    Domanda 5
    E quali sono le differenze e le nuove opportunità che Internet offre rispetto alla trasmissione del messaggio religioso rispetto ad altri media?

    Risposta
    Intanto, un elemento che sembra volgare ma non lo è: il giornale, la televisione, la radio, sono mezzi di comunicazione che per loro stessa natura non possono trasmettere l'integrità di un testo, di un intervento del Santo Padre, di una Enciclica di 150 pagine. Per anni ricevevamo da tutto il mondo, direi, anche statisticamente, da molte parti che non appartengono, per dire così, alla geografia cattolica -parlo di moltissime città dell'India, molte città dell'Africa dove il Cristianesimo è estremamente minoritario-, richieste per avere i testi integrali. La posta convenzionale non può risolvere questi problemi quando le richieste sono migliaia, addirittura, in qualche caso, milioni. Il secondo problema è la simultaneità, il "timing", il tempo per fare arrivare questi testi in simultanea quando vengono distribuiti alla stampa. Internet risolve il problema e non già soltanto attraverso il sistema della posta elettronica; se i testi, nel momento in cui io li rilascio alla stampa internazionale nel mio ufficio, vengono inseriti in Internet, anche lo stesso giornalista che dovrà scrivere su quel testo sa che i suoi potenziali lettori di domani hanno avuto già l'integrità del testo, quindi lui avrà più cura nel fare una sintesi di quello stesso testo.

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    Domanda 6
    Papa Giovanni Paolo II che rapporto ha con questo nuovo mezzo?

    Risposta
    Lui si è fatto spiegare la base tecnica del sistema. Naturalmente ho fatto una sintesi molto elementare, quella stessa che avevano fatto a me due anni fa. Lui ha capito subito sia la dimensione tecnica sia, soprattutto, la dimensione "culturale" del mezzo. Allora ha detto: "Perché la Santa Sede non è ancora lì?" "Santo Padre, perché si aspetta che venga deciso", "E chi deve decidere questo?", "Lei", "Si faccia!". Due mesi dopo, esattamente, c'era già il primo sito sperimentale sulla rete. Poi abbiamo chiesto alla Digital un supporto tecnico per fare scoprire molte possibilità e l'apertura definitiva si è posticipata (il sito è stato aperto pochi giorni fa) perché volevamo avere un sito già ben fatto. Questa mattina mi davano le ultime statistiche di hit nel sito, erano 6.300.000. A pochi giorni dall'apertura questo vuole dire che l'interesse è enorme. Naturalmente è un sito in piena evoluzione, non è fisso, si integreranno molti altri servizi intorno ad esso; per adesso è lì con una parte ancora piccola dell'enorme contenuto dei testi che la Santa Sede ha. E' molto difficile valutare quale sarà il volume definitivo dei documenti che ci saranno; saranno molte migliaia. Tra l'altro una difficoltà tecnica che noi abbiamo è il problema che il sito è strutturato in sei lingue, che non sono tutte le lingue del mondo ma, naturalmente, già con sei lingue una certa possibilità si dà agli utenti di consultare i testi.

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    Domanda 7
    Osservando il sito -l'abbiamo recensito a MediaMente- abbiamo notato che è un sito un po' lento da scaricare, e che, quindi, potrebbe presentare dei problemi con dei personal computer non potenti, oppure anche di vecchia generazione. Alcuni continenti, come per esempio l'Africa, il Sud America, per certi versi anche l'Asia, non sono così aggiornati tecnologicamente come l’Europa o gli Stati Uniti. Ci avete pensato a questo problema?

    Risposta
    E' una domanda interessantissima questa, perché suggerisce molti altri temi collegati, e ci porta direttamente al tema: esiste o non esiste, oggi, una "tecno-élite"? Internet è, potenzialmente, non scordiamoci di questo, un sistema di comunicazione potenzialmente universale, ma non è ancora universale. Perché? Perché esiste una "tecno-élite" che conosce l'uso del computer, che ha un browser rapido, e così via. Il sito è partito per questa "tecno-élite"; si è voluto fare un sito con certe caratteristiche di avanguardia, in qualche modo, sapendo che, inizialmente, sarebbe stato utilizzato da questa avanguardia. Alcune cifre: due terzi di tutti gli host computer collegati a Internet stanno negli Stati Uniti, e un altro 12% in paesi di lingua inglese. Questo vuole dire che Internet ancora non è un sistema di comunicazione universale, se non come tendenza. In Europa occidentale, non di lingua inglese, si contano il 17% dei computer collegati; l’Asia conta il 4%; l’America Latina lo 0,6%; l'Africa è fuori. Tenendo conto di questa realtà si è aperto il sito ma, naturalmente, il sito si farà in una versione in un modo o nell'altro per essere consultata soltanto nel testo. Si cercherà di alleggerire il carico di immagini in modo tale che non soltanto un browser molto rapido possa consultare con rapidità per alleviare i problemi che Lei accennava. Inizialmente si è partiti pensando nella realtà di Internet che ancora non è universale se non tendenzialmente, e, in un secondo momento, si farà in modo che sia consultabile da tutti, certo.

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    Domanda 8
    E’ d’accordo la Chiesa Cattolica sul fatto che Internet possa essere anche soprattutto un strumento di divulgazione, di apertura ad una maggiore democrazia; d’altra parte, questo è un tema sul quale il Vaticano, in questi ultimi 16 - 17 anni, ha dato una svolta, a mio avviso, determinante.

    Risposta
    La mia risposta è, in qualche modo, collegata a quello che dicevo prima. Internet ha enormi potenzialità; una di queste consiste nell’enorme capacità di stimolare e di tutelare anche la democrazia, i valori delle libertà individuali e sociali. Il problema, dal punto di vista pratico, va sempre collegato a quello a cui accennavo prima: il tema della "tecno-élite". Se in un paese non si ha una struttura telefonica, se non si ha una struttura di computer, se non si possiede una educazione minima, un livello minimo di utilizzo del computer, quella potenzialità rimane una potenzialità, non un fatto concreto. L'anno scorso, tanto per citare un caso, sono stato in Cina per un po' di tempo per motivi di lavoro, e non all'interno o neanche vicino al Tibet, ero a Pechino. Le difficoltà per avere un accesso di utilizzo a Internet, perfino in una città come Pechino, erano notevoli. Internet può essere uno strumento di democrazia, dunque, in termini di potenzialità, ma come una realtà pratica dipende dalla struttura di base che permette la diffusione, la commercializzazione dello strumento.

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    Domanda 9
    Internet può essere uno strumento per avvicinarsi alle nuove generazioni attraverso la sua utilizzazione -per quanto riguarda l’insegnamento della religione cattolica- nelle parrocchie allo stesso modo in cui si pensa di utilizzarlo nelle scuole? Può rappresentare, in sostanza, una maniera diversa di avvicinare i giovani alla religione cattolica?

    Risposta
    Sicuramente. Penso a due dimensioni iniziali; una, a cui ho accennato, che consiste nella possibilità di trasmissione dei testi integrali. Questo ha un enorme vantaggio non soltanto per la comunità accademica che vuole consultare dei testi nella sua integrità, ma anche per le persone individuali che leggono sul giornale una sintesi di un argomento e sono sollecitati a leggerne la totalità. L'altra dimensione riguarda l’interattività, che non abbiamo voluto aprire in un primo momento ma, naturalmente, rimane una possibilità per il futuro. L'interattività con delle persone classificate come in gruppi di conversazione, gruppi tematici, ha aperto non soltanto a temi strettamente di natura strettamente religiosa, o morale, o dogmatica o dottrinale, ma anche a livello di gruppi inter religiosi, in un interscambio di idee sull'uomo, sulla società, con un sottofondo culturale etico da diversi punti di vista: buddismo, islamismo, ebraismo, cristianesimo. Insisto: le possibilità sono tante; l'unico problema è, ogni volta, fare la scelta di quale parametro di queste molte possibilità di Internet intendo adesso sviluppare.

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    Domanda 10
    La Chiesa può ancora, nel passaggio a questo nuovo millennio, assumere un ruolo così importante come fu nel medioevo, per quanto riguarda il sapere?

    Risposta
    Lo penso del tutto. Quando nel 1456 Gutenberg fece il suo primo libro e stampò la Bibbia, in Europa esistevano trentamila volumi scritti e fatti a mano, naturalmente. Cinque anni dopo Gutenberg c'erano, in Europa, cinque milioni di libri. E' prevedibile che nei tempi di oggi capiti una cosa di questo stile, in qualche modo analogo a questa realtà, è pensabile. Come si spiegherebbe? Quale è la base che permette di pensare che questo si possa in qualche modo ripetere con altre caratteristiche? L'unico modo di trovare la risposta a questo interrogativo è l'essere umano. Questo ci porta un po' fuori dal tema strettamente tecnico, credo. L'essere umano, quello di ieri, quello di oggi, quello di domani, avrà sempre certi bisogni, che possiamo chiamare culturali, spirituali, etici, che sono costanti nel tempo; ed egli va a trovare risposte a questi bisogni in certe realtà anche storiche. La Chiesa, o se vogliamo porre il problema in un modo molto più neutrale, le chiese, nella misura in cui essa (o esse) è disponibile a dare queste risposte, una esplosione informativa di nuove caratteristiche è prevedibile. Almeno, tendo a pensare in questo ordine di idee.

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