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    Guido Martinotti

    Venezia, 15-11-1996
    Ottimizzare l'uso del tempo
  • Tra uso e abuso dei mezzi di comunicazione di massa c'è una linea di confine assai sottile e variabile (1) .
  • I nuovi media non sostituiranno mai completamente le tradizionali forme di comunicazione (2) .
  • L'intervistato spiega il progetto dei mille Natali (3) .
  • I tempi di lavoro delle diverse classi sociali sono ormai cambiati: quelli che si muovono di più per lavoro e dormono meno sono i più ricchi (4) .
  • C'è un aperto dibattito in corso che indaga se Internet sia di destra o di sinistra (5) .
  • La società moderna è caratterizzata da una grande mobilità nelle città (6) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    E' cambiato, rispetto al passato, il rapporto che l'individuo ha con lo spazio ed il tempo, con l'introduzione delle nuove tecnologie?

    Risposta
    Alcuni sostengono che non sia cambiato nulla. Certo, il tempo è lo stesso, ma le conseguenze sono diverse: nello stesso tempo si possono percorrere distanze molto più grandi e questo ha dato all'uomo un'enorme capacità di scegliere le localizzazioni, ed ha trasformato la città. Poi, un conto è attraversare Atene parlando con Socrate o Platone, stabilendo gli affari della comunità; un conto, invece, è attraversare l'area metropolitana o la banlieu di Parigi su un aereo, dove non si parla con nessuno. Il tempo è lo stesso, ma gli effetti sociali sono radicalmente diversi. Non peggiori o migliori, ma diversi, perché la comunicazione e le relazioni sociali si stabiliscono su un altro piano. Se noi pensiamo che il piano delle relazioni sociali deve essere com'era ad Atene, dove la media della volontà collettiva si forma solo attraverso la "ciaccola" in piazza, allora, certo, è peggio. La situazione è peggiore, a mio avviso, solo da un punto di vista: non siamo ancora abituati a questa nuova dimensione, non abbiamo messo a punto tutti gli strumenti adatti a questa nuova situazione; continuiamo a ragionare, anche nelle strutture politiche di rappresentanza, come se ci si trovasse nella Atene del V secolo o nella piazza di Milano nel XIII secolo. Questa è la discrasia. La visione che noi abbiamo, dalla partecipazione alle prese di decisioni, sostanzialmente, si rifà ad un concetto di piccola comunità o di società relativamente compatta; mentre abbiamo una società estesa in cui le decisioni vengono prese in modo molto diverso. Non necessariamente questo modo è meno efficiente o meno democratico, è solo diverso. Può essere meno democratico se non siamo capaci di far fronte a questa diversità. Certamente, agli inizi della diffusione dei mezzi di comunicazione di massa questi sono stati usati in modo molto efficiente in un sistema dittatoriale. Goebbels è stato un grande comunicatore ed anche Hitler; Mussolini un po' meno, ma anche lui ha usato di questi mezzi. Dall'altra parte, però, c'era Roosevelt che usava questi mezzi in un contesto diverso, più abituato o meglio congegnato per usarli in modo non dittatoriale.

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    Domanda 2
    Rispetto alle città, a Suo avviso, le nuove tecnologie possono intervenire come elemento di liberazione degli spazi? Crede che il telelavoro, per esempio, possa agevolare la circolazione?

    Risposta
    Finora i due processi si sono intersecati, non sappiamo bene a cosa porterà questa intersecazione perché noi abbiamo una visione molto elementare e semplicistica del mutamento tecnologico, in quanto siamo abituati a vedere solo la più semplice delle forme di questo mutamento: la forma di sostituzione. Il Pentium sostituisce il 386, perché è più potente; il 386 scompare perché, dopo un periodo di adattamento, non possiede più nessuna funzione. Io faccio sempre un esempio: quello della barca a vela, della navigazione a vela. Si dice sempre che la navigazione a vela sia stata sostituita dalla navigazione a vapore; ma è un errore gravissimo affermare ciò, perché la navigazione a vela ha avuto il massimo sviluppo tecnologico in questi ultimi 60 anni, mentre è stata inventata da migliaia di anni. Non c'è mai stato un periodo in cui la tecnologia della vela abbia avuto uno sviluppo così eccezionale. Non c'è stata una sostituzione della navigazione a vela con la navigazione a vapore, bensì, semplicemente, uno spostamento di settori: la navigazione a vela è passata dal settore trasporto merci e uomini al settore di porto, e lì ha avuto un grande sviluppo tecnologico. La stessa cosa si può dire dei cavalli, per esempio, e di moltissime altre cose che sono semplicemente spostate in un altro settore della società, non sono sostituite interamente. Lo stesso vale per le comunicazioni materiali e quelle cosiddette immateriali; nel periodo in cui tutti i grandi teorici dell'immateriale, ci hanno raccontato che la città spariva e veniva sostituita da una città immateriale, qual è stata l'industria di maggiore successo? L'industria di maggiore successo, ancora oggi, è il trasporto di piccole merci in tutto il mondo (DHL, UPS, Express Boys, City Express, ecc.), perché noi viviamo in una società che, contemporaneamente, produce rapporti sociali; ma i rapporti sociali producono delle "cose", interagendo in modo sinergico. Può darsi che in un futuro molto lontano si verificherà una sostituzione totale dello scambio di piccole merci, oppure di messaggi scritti o di oggetti scritti. Noi sappiamo, però, che queste sostituzioni, quando ci sono state, nella storia, sono avvenute lungo un periodo di tempo estremamente duraturo. La stampa non ha affatto sostituito la miniatura, l'ha semplicemente spostata in un altro settore. La memoria, per molti secoli, non è stata sostituita dalla stampa. Non dico che dall'invenzione della scrittura siano passati millenni, ma per un periodo, essa rende obsoleta la memoria. E' stato un po' come imparare a memoria, prima, però, che dal genere della scrittura si fosse passati alla stampa e che tutti imparassero a leggere ed a scrivere, poiché questo passaggio è avvenuto solo nell'ultima parte di questo millennio rispetto ad un periodo precedente molto lungo. Ora, effettivamente, la nuova generazione è la prima a cui non serve più la memoria. Dobbiamo stare, sempre, molto attenti, quando ragioniamo sul futuro, ad usare delle scale temporali e ragionevoli.

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    Domanda 3
    "Dieci, cento, mille Natali"...

    Risposta
    Noi sappiamo che le società con tempi lenti, come le società rurali o le società urbane, avevano dei ritmi comuni, e lo stare assieme era molto positivo, ma era anche relativamente facile: si andava insieme la domenica a celebrare certi riti, d'estate si celebravano altri riti, di inverno altri ancora. Questi riti erano scanditi da feste che hanno anche una lunghissima permanenza: pensiamo al ferragosto, o "ferie augusti", un rito pagano pre-romano dell'estate, che, poi, è stato assunto dalla chiesa cattolica; ancora dopo, è entrato nel sistema consumistico. Ci sono cinque, sei strati diversi, che nel corso di tremila anni si sono sommati ed hanno prodotto quel fenomeno sociale che tutti noi conosciamo. Il ferragosto è una iattura, nel senso che nella società contemporanea, tutti si comportano come ci si comportava in una società meno mobile, più sparsa, meno densa, meno di massa; dal punto di vista della gestione delle città, è un disastro: i servizi saltano, come saltano durante il periodo pre-natalizio, quando tutti vanno a fare le compere. Fare le compere è un'azione perfettamente razionale, non è un atto bizzarro o irrazionale; ma farle tutti nello stesso modo e allo stesso tempo, diventa un atto di grande irrazionalità collettiva. Questo è il modello di una società con un Natale: tutti vivono il Natale allo stesso modo, ed è un modello, chiaramente, che non funziona. Infatti, noi, in parte spontaneamente, in parte attraverso queste leggi sugli orari, si comincia a pensare di scaglionare le vacanze, e a pensare non ad un ferragosto soltanto, ma a due, tre quattro, cinque, sei. Teoricamente, possiamo farne tanti quante sono le persone. L'altro modello, è quello in base al quale ci sono tanti Natali perché ognuno decide di fare Natale quando vuole, e, estremizzando, è quello che stiamo facendo: le persone decidono di trascorrere le vacanze in modi molto diversi e quando possono perché hanno capito che è meglio. I Comuni hanno cercato di razionalizzare questi orari, ma come diceva la vicesindaco di Perugia, quando si tenta di rendere più casuale l'accesso dei servizi si creano dei problemi enormi: è vero che è irrazionale che siano chiusi gli uffici quando la gente potrebbe andarci, però le persone che lavorano negli uffici, a loro volta, vogliono andare a casa. Voglio dire che gli interessi sono contrastanti e non è così semplice pensare ad un modello in cui sempre tutto funzioni. Dov'è il modello in cui, sempre, tutto funziona? Quello c'è solo a New York. Perché? Per una ragione molto semplice: a New York è disponibile una forza lavoro a bassissimo costo; si può tenere aperto un negozio, o anche un supermarket, pagando la forza lavoro tre dollari l'ora. Noi non siamo in grado di accettare quel modello perché nessuno lavora per tre dollari nel nostro Paese, soprattutto di notte; o, forse, ci sarebbe anche qualcuno disposto a lavorare a quelle condizioni, ma le leggi lo impediscono. Quando si parla di razionalizzazione degli orari, ci imbarchiamo in un problema molto complicato: quali sono i migliori orari? Sono quelli in base ai quali tutto è aperto. Non è così semplice impostare un modello alternativo a quello di un solo Natale.

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    Domanda 4
    E la figura del pendolare con la ventiquattr'ore?

    Risposta
    La figura del pendolare con la ventiquattr'ore fa parte di uno di quei cambiamenti che sono emersi dalla nostra ricerca, e che sono abbastanza impressionanti. perché in pochi anni si è visto che i modelli a cui noi eravamo abituati si sono capovolti. Una volta, dormivano di più le persone agiate e dormivano di meno coloro che dovevano lavorare. Queste considerazioni si sono capovolte: adesso è noto che quelli che dormono di meno sono i più ricchi, coloro che occupano le posizioni superiori, mentre quelli che dormono di più sono coloro che occupano le posizioni inferiori. Questa differenza sembra abbastanza forte, poiché quelli che si muovono di più per lavoro, sono, principalmente, le persone che occupano gli strati alti delle professioni. Si è verificato un "sottosopra", come direbbe Giorgio Bocca, anche per quanto riguarda questa concezione dei tempi.

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    Domanda 5
    A proposito di "Rivolta dei Nerds", lei si è posto la domanda: "ma Internet, è di destra?"

    Risposta
    Era una domanda un po' sciocca, una domanda che è un gioco perché ci è costato questo grande dibattito che c'è ancora negli Stati Uniti: se Internet è uno strumento per gli studenti, come appariva all'inizio, quando era sostanzialmente un'estensione del lavoro del campus, molto libera, molto anarchica, molto di sinistra, molto politica di corrente, oppure se, invece, è uno strumento al servizio dei duri manager, dei lavoratori, uno strumento, tra virgolette, di destra. La mia domanda era provocatoria e la risposta che ha dato De Masi è stata molto interessante. De Masi sostiene che Internet è uno strumento di sinistra, o, comunque, di un popolo libero; riconosce anche lui, però, che esiste una certa violenza in questo popolo. Di fatto, però, i dati della ricerca dimostrano che Internet, viene usato da solo l'1% dei "Nerds", termine americano ad indicare i "secchioni", i quali, al contrario dei "liberi", sono i servi delle organizzazioni. Nel linguaggio informatico ed internettistico, esiste anche un famoso film "La rivolta dei Nerds".

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    Domanda 6
    E' forte la mobilità nelle città?

    Risposta
    I nostri intervistati, almeno un'ora al giorno, si muovono; e questa mobilità non mi sembra di poco conto, se pensiamo che la media è di circa un'ora e trenta. Ciò non significa che la popolazione sia divisa in due, con una porzione di gente che si muove e un'altra che, per esempio, non lavora, e sta a casa tutto il giorno. Anche coloro che non lavorano, come i pensionati, la categoria che si muove meno, nella nostra ricerca risulta muoversi sempre parecchio, perché un'ora al giorno, in fondo, può raccogliere due viaggi di mezz'ora ciascuno, andare e venire da un posto; non è pochissimo. Quindi, c'è, sicuramente, una forte mobilità. La nostra ricerca indica una grande mobilità diffusa anche per non fare nulla. Come dice un mio amico tassista, la gente va in giro per non fare niente perché, quando si trasmettono le partite di calcio, in giro, per le strade, non c'è nessuno, e vuol dire che non avevano niente da fare. Ha trovato questo bellissimo indicatore delle partite che svuotano la città!

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