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    Susan Mann

    Napoli - OMPI FORUM, 19/10/1995
    I diritti d'autore per le opere trasmesse su reti digitali
  • Gli Stati Uniti chiedono in un libro bianco di modificare le leggi internazionali sui diritti d'autore, in modo che includano la trasmissione di opere su reti digitali (1)
  • Le normative sui diritti d'autore sono la base su cui si regge il successo di molte industrie, e non possono per queste essere considerate superate (2) .
  • Il legislatore deve reagire rapidamente agli sviluppi tecnologici, in modo di aggiornare le leggi sui diritti d'autore alle nuove tecnologie, sia a livello nazionale, che a quello internazionale (3) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Cosa ne pensa, dal punto di vista legale, della distribuzione di media digitali in forma materiale e non materiale, come avviene nelle le reti?

    Risposta
    Si tratta di una delle questioni centrali che vengono discusse negli Stati Uniti per ridefinire la legislazione nazionale sui diritti d'autore, in modo di poter affrontare la tecnologia digitale. Da quasi un secolo la legislazione sui diritti di autore, sia nazionale che internazionale, concede ai possessori dei diritti d'autore il controllo della distribuzione delle loro opere su media fisici. Stiamo esaminando i tipi di transazioni, come quelle che avvengono nei servizi online commerciali e su Internet, e siamo arrivati alla conclusione che una gran parte dell'attività in cui l'utente del servizio alla fine della trasmissione riceve una copia di un lavoro, è molto simile alla distribuzione nel mondo fisico e materiale. Di conseguenza il libro bianco degli Stati Uniti sui diritti d'autore nelle infrastrutture di informazione internazionali, pubblicato agli inizi di settembre, e la legislazione varata successivamente dal Congresso degli Stati Uniti, raccomanda una modifica nella legislazione sui diritti d'autore, per chiarire che la distribuzione di copie e di supporti fonografici, come i CD o nastri DAT, eccetera, può avvenire attraverso la trasmissione in una rete. Più recentemente, attraverso gli auspici dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale, e in seguito a continui dialoghi multilaterali sullo sviluppo di un protocollo della Convenzione di Berna e un nuovo strumento per la protezione di produttori ed esecutori di prodotti sonori, abbiamo domandato alla comunità internazionale di considerare un modo di assicurare il diritto di distribuzione attraverso la trasmissione, oppure un equivalente di questo diritto, cioè di assicurare che i proprietari dei diritti e gli autori abbiano il diritto esclusivo di controllare la distribuzione delle loro opere attraverso le reti.

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    Domanda 2
    Il diritto d'autore come concetto è stato recentemente messo in discussione. Qual è il suo punto di vista?

    Risposta
    Alcuni gruppi negli Stati Uniti e in tutto il mondo suggeriscono che il mondo digitale è differente da quello fisico, e per questo ritengono che la legislazione sui diritti d'autore di per sé debba essere vista come un dinosauro del mondo fisico, e che il mondo virtuale abbia bisogno di qualcos'altro. Noi, il governo degli Stati Uniti e molte persone nella comunità dei diritti d'autore del settore privato negli Stati Uniti, crediamo fortemente che questo si un giudizio prematuro e affrettato. La legislazione sui diritti d'autore ha sempre reagito ai cambiamenti tecnologici, la stessa legislazione è stata una risposta allo sviluppo della stampa tipografica. I nuovi tipi di opere sono sempre stati inclusi nei diritti d'autore, cosi come lo sono stati i nuovi mezzi di distribuzione in passato. Quando sono nate le opere cinematografiche, per esempio, queste sono state aggiunte alle opere protette dalle leggi sui diritti d'autore. Questo passato di adattamento ai cambiamenti tecnologici ha dato all'industria che fa affidamento ai diritti d'autore un senso di roccia sulla quale è costruita la loro chiesa, la legislazione sui diritti d'autore, e i loro investimenti si basano sui fondamenti di tale legislazione. In un certo senso trovo che sia arrogante che persone che partecipano all'industria che si basa sui diritti d'autore si presentino dicendo di buttare il bambino insieme all'acqua sporca e di ricominciare da capo. Nel nostro paese l'industria cinematografica, l'industria del software, l'industria discografica, l'industria editoriale, l'industria musicale si basano tutte sulla protezione dei diritti d'autore. Per sviluppare e pubblicare un nuovo film o un nuovo programma di computer, è necessario un enorme investimento con un alto livello di rischio. L'investimento necessario per sviluppare, per esempio, Windows 95, è reso possibile unicamente dal fatto che Microsoft e gli altri sviluppatori di software dispongono della base e della protezione delle leggi sui diritti d'autore, contro coloro che altrimenti potrebbero sfruttare gratuitamente il prodotto delle loro fatiche. Noi rinneghiamo il revisionismo completo ed il passaggio ad un altro regime legale, mentre pensiamo che un approccio aggiuntivo che adatti le leggi sui diritti d'autore alle nuove tecnologie sia più prudente, per il vantaggio non solo dei produttori delle opere ma anche dei consumatori e degli utenti, che non gioirebbero di un maggior numero di opere, se le società avessero l'impressione che fossero esposte a troppo rischio ed evitassero gli investimenti per la creazione di nuovi prodotti educativi e di intrattenimento.

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    Domanda 3
    Ora che la tecnologia avanza ancora più velocemente di quanto lo facesse in passato, pensa che il legislatore sia ancora in grado di tenere il passo con questi cambiamenti?

    Risposta
    Noi lo speriamo. Negli Stati Uniti abbiamo avuto due esempi molto diversi di come tenere il passo con il cambiamento tecnologico. Un esempio è relativo allo studio realizzato per la protezione dei programmi per computer. Gli Stati Uniti cominciarono a studiare la protezione del software per computer alla fine degli anni Sessanta e all'inizio degli anni Settanta, molto prima di qualsiasi altro paese. All'inizio degli anni Ottanta fu instaurato un regime di protezione dei diritti d'autore per il software. Io penso che la vitalità della nostra industria nazionale del software è il risultato della possibilità di tale industria di crescere in un contesto legale, in cui ci fosse una certa protezione per i loro rischi di investimento. Un altro aspetto è rappresentato dal modo più prudente e pragmatico con cui gli Stati Uniti hanno affrontato i problemi dell'utilizzo riproduttivo di opere, cioè di fotocopie, e la registrazione privata di film. La nostra reazione in questo caso è stata frammentaria, lasciando essenzialmente che il problema ci sfuggisse di mano. Quando la legislazione era pronta per entrare in vigore consisteva in un palliativo alla situazione. Penso che queste due esperienze molto diverse hanno insegnato al nostro congresso e alle nostre autorità normative che la migliore cosa possibile è tentare di rimanere il più possibile sulla cresta dell'onda. Ecco perché l'amministrazione Clinton avviò due anni fa lo studio delle relazioni tra la leggi sui diritti d'autore e l'infrastruttura informativa nazionale e pubblicò questo rapporto in un momento in cui c'era un grande interesse in Internet. La gente e le imprese non hanno stabilito delle cattive usanze. Le tentazioni di infrangere le leggi non sono riuscite a prendere il sopravvento. Il compito del legislatore, quindi, consiste nell'occuparsi di questi problemi in modo da non incontrare una forte resistenza da chi dispone di interessi personali o finanziari nello sfruttamento di opere senza autorizzazione. E' stato molto gratificante rilevare, quando gli Stati Uniti si sono presentati con il proprio libro bianco alla riunione dell'Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale sul protocollo di Berna all'inizio di settembre, che la grande maggioranza delle nazioni, non solo quelle industrializzate, ma anche molti paesi in via di sviluppo, hanno deciso di accelerare le relative deliberazioni internazionali, per progredire più velocemente in confronto allo standard nello sviluppo di trattati internazionali. C'è stato consenso nella riunione di settembre, sul fatto che la discussione sugli argomenti digitali dovrebbe avanzare così velocemente, come lo permette lo sviluppo un testo su cui esista un accordo, e che permetta una conferenza diplomatica nell'arco del prossimo anno. Per noi questo è stato molto gratificante e pensiamo che sarebbe nell'interesse non solo dei paesi che producono diritti d'autore e opere, ma della popolazione di tutto il mondo, che sarebbe così in grado di usufruire di nuove opere e nuove vie per la loro distribuzione.

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