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    Giuseppe Longo

    Trieste, 23/11/1995
    L'intelligenza classica artificiale e le reti neuronali
  • Lo studio dell'intelligenza artificiale classica tende all'imitazione funzionale del cervello, mentre lo studio delle reti neurali si concentra sul tentativo di imitare la struttura del cervello umano (1) ,
  • e di integrare gli aspetti della percezione sensoriale (2) .
  • Internet, come anche gli altri prodotti tecnologici degli ultimi cinquant'anni, hanno influenzato fortemente la percezione umana dell'ambiente che lo circonda (3) .
  • Esiste il rischio che, in futuro, anche lo scambio di informazioni su Internet finisca sotto il controllo economico monopolistico (4) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Quali sono le principali differenze fra la cosiddetta intelligenza artificiale classica e le reti neurali?

    Risposta
    Fondamentalmente si tratta di una differenza che riguarda il rapporto tra funzioni e struttura. Nell'intelligenza artificiale classica si partiva dal presupposto che le funzioni del cervello, le funzioni della mente, potessero essere in qualche modo separate dalla struttura sottostante, cioè dalla struttura neurale umana ed essere trasferite mediante una trasformazione in algoritmi su un altro supporto che, tipicamente, era quello delle macchine elettroniche, dei calcolatori. Con le reti neurali si tende a riprodurre le funzioni "intelligenti", partendo invece da una struttura che vorrebbe assomigliare a quella del cervello. Quindi è come se con l'intelligenza artificiale classica, quella basata sugli algoritmi, sui calcolatori, si cancellasse in qualche modo il supporto materiale e si tenesse conto soltanto della funzione, mentre con le nuove reti neurali, quelle che riprendono i primi esperimenti fatti negli anni Cinquanta che avevano dato risultati discutibili e molto limitati, con le reti neurali si tenta di riprodurre una struttura che, in qualche modo, vuole imitare quelle del cervello, anche se, naturalmente, il grado di complessità non è per nulla paragonabile e se i componenti stessi delle reti neurali non possono essere paragonati ai componenti del cervello. C'è una differenza abissale anche a livello piccolo, a livello basso, tra il neurone del cervello e il neurone artificiale, che costituisce la rete. Quindi è una forte novità in qualche modo, perché poi si è visto che le imitazioni dell'intelligenza artificiale classica, che riusciva molto bene in compiti tipicamente formali, quindi in compiti di tipo logico, di tipo matematico, di tipo computazionale, riguardavano certe funzioni che l'uomo compie con grande disinvoltura, per esempio, il riconoscimento immediato delle immagini o il ragionamento di senso comune. Tutto ciò che, in qualche modo, non è stato ancora, e forse non può essere, formalizzato in termini matematici. Le due impostazioni si differenziano e in quanto impostazioni e in quanto obiettivi che vorrebbero raggiungere.

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    Domanda 2
    Da un punto di vista storico, possiamo dire di assistere, negli ultimi vent'anni circa, a un passaggio dalla ricerca limitata alle funzioni ad una ricerca allargata anche alle strutture, anche agli aspetti, per esempio, di come vanno implementati i programmi su degli oggetti reali, come le reti e i robot?

    Risposta
    Sì, questo spostamento c'è stato. C'è stata un'attenzione maggiore a quella che è appunto la struttura portante. In un certo senso non è, come si riteneva un tempo, indifferente eseguire un programma su un supporto invece che eseguirlo su un altro, perché il supporto, con la sua materialità e con la sua stessa complessità, non è indifferente nei confronti dell'interazione con il programma, con il software. Quindi c'è una sorta di riconoscimento, che è parallelo, io credo, al riconoscimento della fortissima interazione che c'è, sul versante biologico, tra il corpo e il cervello. Non si può separare il corpo dal cervello, come non si può separare il cervello dal corpo. E così, allo stesso modo, è molto difficile separare il software dall'hardware, anche se normalmente con il software - e questa è la grande flessibilità, la grande potenza del calcolatore - si riesce a costruire delle macchine virtuali, senza modificare la struttura materiale. Però una grande attenzione verso il supporto materiale oggi c'è, tanto che si va verso le ricerche di robotica che tendono ad integrare gli aspetti più "corporei", con gli aspetti più "mentali".

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    Domanda 3
    Internet, con la sua struttura diffusa della conoscenza, può essere considerata una specie di modello dell'intelligenza artificiale?

    Risposta
    Il fenomeno Internet è un fenomeno estremamente interessante perché riguarda la tecnologia di conformazione della trasmissione dei dati, che ha un'influenza che trascende quella puramente fenomenica, quella che si può osservare nei comportamenti delle persone. Io sono profondamente persuaso che la tecnologia abbia un'influenza direi quasi metafisica, un'influenza che in qualche modo modifica la nostra percezione del mondo. Se noi partiamo dal fatto che recepiamo tutti gli stimoli della realtà esterna attraverso i nostri sensi, li elaboriamo attraverso il nostro cervello, e, se teniamo conto che i nostri sensi e il nostro cervello si sono evoluti in un ambiente fisico particolare, hanno sviluppato una loro fisiologia, hanno sviluppato una loro capacità di dialogo interno ed esterno, e quindi sono profondamente radicati nell'ambiente, ci rendiamo anche conto che noi vediamo il mondo in un certo modo, perché la vita si è evoluta in un certo modo e in un certo ambiente. Quindi, in questo senso il corpo - corpo vuol dire sensi + cervello -, costituisce il filtro attraverso il quale noi vediamo la realtà. Per esempio, la rana riesce a vedere oggetti in movimento che sono sottesi sotto certi angoli nei suoi occhi. Per cui la rana ha una visione del mondo, che è tipica della rana. Non possiamo dire che il nostro mondo è il mondo della rana, anche se uno potrebbe dire: il mondo è sempre lo stesso. No, perché viene filtrato continuamente dai nostri sensi interni ed esterni. Ora se la tecnologia allarga, potenzia le nostre facoltà sensoriali e di elaborazione, è evidente che la tecnologia in qualche modo influenza la nostra visione del mondo, e quindi noi, con gli strumenti tecnologici, che via via ci siamo costruiti, abbiamo modificato le categorie fondamentali, con cui noi vediamo il mondo, con cui noi vediamo noi stessi nel mondo e la nostra interazione con l'ambiente. Quindi c'è una fortissima compenetrazione tra biologia e cultura, intesa la cultura come il prodotto più ampio dell'attività conoscitiva e affettiva dell'uomo. Ora il grande passo che è stato fatto negli ultimi quaranta, cinquant'anni è stato quello di accelerare enormemente lo sviluppo delle tecnologie dell'informazione. Quindi sono nati i calcolatori, sono nate le linee di trasmissione ad alta velocità, sono nate le fibre ottiche, sono nate queste reti. Ora, questa tecnologia dell'informazione, proprio perché agisce ad un livello estremamente profondo, modifica la nostra concezione del mondo ancora più di quanto non l'abbia modificata, non so, il martello o il treno o l'automobile, che già avevano modificato, per esempio, le categorie di tempo e di spazio. Oggi non si dice più quanto dista una città dall'altra in chilometri, ma quanto dista in ore, in treno o in aereo. Ecco allora è evidente che la nostra concezione geografica è stata cambiata dalla tecnologia. Le tecnologie dell'informazione fanno molto di più, perché modificano veramente il nostro modo di vedere il mondo in profondità. I neurofisiologi hanno scoperto, per esempio, che chi suona il violino o un altro strumento, o chi esegue altre attività, privilegiando certi sensi, certe parti del corpo, sviluppa in modo particolare certe zone della corteccia, allora, sviluppando quelle zone della corteccia, è chiaro che quel cervello vede il mondo, lo percepisce in un modo che non è quello di una persona che non abbia svolto quella attività. E quindi se le tecnologie dell'informazione ci fanno cambiare così profondamente la nostra visione del mondo, io potrei arrivare addirittura a dire che siamo alle soglie di una incipiente, nuova evoluzione, in cui ciò che si evolve non è soltanto l'uomo nell'ambiente, ma è l'uomo più la tecnologia in un ambiente che è profondamente intriso di tecnologia. Quindi, dal punto di vista culturale, dal punto di vista anche filosofico, stanno accadendo delle cose importanti. In questo ambiente, si situa il fenomeno Internet. Internet è una sorta di espansione globale di tutto il pianeta, di una sorta di sistema nervoso, che connette questa nuova unità bio-culturale, non più solo

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    Domanda 4
    Se le tecnologie modificano in maniera radicale la nostra visione del mondo, si pone allora il problema del controllo, della diffusione di questo sapere, visto che potrà avere un impatto estremamente radicale sul nostro modo di vivere. Cosa ne pensa di questo problema?

    Risposta
    Questo è un problema fondamentale. Non è assolutamente facile rispondere. Le ideologie tradizionali sono probabilmente impreparate a questo sviluppo della tecnologia. Io ho l'impressione che una tecnologia, proprio per il suo carattere in qualche modo radicale, si compenetri nella fisiologia della società, espandendosi, nel bene e nel male, in tutte le direzioni possibili. Una tecnologia esplica tutte le proprie potenzialità. In questo senso c'è una sorta di fatalità nella tecnologia. E' molto difficile controllare lo sviluppo di una tecnologia, se questa viene incontro a problemi, a necessità, se crea dei problemi indotti, che poi in qualche modo risolve o finge di risolvere. Quindi il problema del controllo della tecnologia è un problema culturale, quindi politico e gravissimo. Non vorrei però che ci fosse l'impressione che il controllo della tecnologia dovesse renderla buona o indirizzarla verso l'edificazione dell'uomo, perché il buono o il cattivo, il bene o il male, il positivo o il negativo sono sempre riferiti a una realtà presente, che la tecnologia sta già modificando. Quindi le categorie del buono e del cattivo in qualche modo sono già superate nel momento in cui la tecnologia entra nella società. Per quanto riguarda Internet, per esempio, ci sono due concezioni opposte. Da una parte ci sono coloro che vedono in questa rete globale la possibilità di un accesso illimitato e quindi di una sorta di democrazia comunicativa senza limiti; dall'altra, siccome oggi le informazioni hanno un valore di scambio elevatissimo, è illusorio pensare che a lungo tempo Internet resterà libera all'accesso di tutti, perché è molto probabile che, per ragioni economiche, qualche potentato, qualche multinazionale, qualche gruppo politico o etnico, voglia impadronirsene e limitare in qualche modo l'accesso con gerarchie di autorizzazioni all'uso di Internet. Questo è abbastanza inevitabile, se pensiamo che, in passato, la trasmissione, la comunicazione, del messaggio è sempre passata attraverso filtri potentissimi che hanno limitato l'uso del messaggio: la famiglia, la religione, la scuola, la stessa scienza, in qualche modo, costituiscono dei filtri potenti alla "libertà" di comunicazione. Oggi si ha l'impressione che, poiché i messaggi costano pochissimo - usare Internet non costa quasi nulla - questi filtri siano caduti. E' molto probabile che nel prossimo futuro, assumano, viceversa, un carattere perversamente economico, cioè che chi ha più soldi, in qualche modo, possa controllare anche Internet. Questo è un fatto di cui bisogna tener conto quando si parla di una possibile democrazia virtuale, come oggi si tende a fare.

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