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    Jean Marc Loechel

    Parigi - IDC, 23/09/1997
    Educazione virtuale
  • Per ottimizzare le potenzialità offerte dai musei virtuali è necessario creare una o più reti che colleghino diversi musei virtuali in rete, come il progetto della Telecom "Mosaic" (1) (2) .
  • In questo modo tutte le scuole e le istituzioni possono accedere all'intero patrimonio artistico dei diversi paesi, per esempio all'intero patrimonio del museo del Louvre (3) .
  • Anche i CD ROM devono essere potenziati e arricchiti il più possibile per essere degli efficaci strumenti di educazione (4) .
  • L'intervistato descrive il progetto Arenodex, volto alla sperimentazione artistica on-line (5) .
  • Per quanto riguarda le università virtuali c'è ancora molto da fare per riuscire a far collaborare i diversi utenti nell'elaborazione stessa dei siti (6) .
  • Anche i progetti di reti civiche sono molto importanti per la diffusione dei servizi in rete per i cittadini; da questo punto di vista l'esempio di Bologna è il più interessante in Europa (7) .
  • Ma esistono progetti interessanti anche in Spagna, in Albania e in altri paesi dell'Europa (8) (9) .
  • In questo senso la sperimentazione di Umberto Eco e del suo progetto Arcade Multimedia è un ottimo esempio da seguire per riuscire ad informare i cittadini dei vantaggi che possono ottenere servendosi della rete e dei suoi servizi (10) .
  • Le nuove tecnologie contribuiscono sia ad eliminare alcune figure professionale, e quindi una certa parte di posti di lavoro, che a crearne di nuove, offrendo maggiori opportunità lavorative (11) (12) .
  • La connessione in rete contribuisce al realizzarsi di una "intelligenza collettiva" che può comportare dei rischi di annullamento di culture e lingue minori, non riconducibili alla lingua e cultura che si incontra in rete e con cui si comunica in rete (13) .
  • L'Europa è ancora in ritardo sulla diffusione delle infrastrutture di rete (14) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Lei si occupa di arte e di tecnologie. La domanda è: qual è la differenza tra il sito Web di un museo e il vero museo virtuale?

    Risposta
    Sono stato incaricato, da parte del Ministero dell'Educazione, presso il laboratorio di ricerca dei Musei di Francia per due anni. Uno dei temi di più grande riflessione che sono stati affrontati è quello del museo virtuale. La differenza è enorme tra le potenzialità educative che si possono trovare in un sito di museo virtuale e quelle dei siti istituzionali. Oggi, dopo la valutazione di tutto quello che si è fatto, ci si rende conto che molte cose sono da ricostruire, almeno mentalmente. I veri musei virtuali e le vere reti di musei virtuali mancano, e questa è una delle ragioni per la quale abbiamo deciso, nell'ambito dell'associazione europea "Arts Education" che si occupa delle nuove tecnologie, di partecipare al programma della Telecom chiamato "Mosaic", che prende in considerazione le reti di musei virtuali in Europa.

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    Domanda 2
    Qual è lo scopo di questo progetto e qual è il lavoro che è stato svolto fino ad ora?

    Risposta
    E' un progetto che cerchiamo di divulgare il più possibile perché è, probabilmente, uno dei progetti europei più ambiziosi che io conosca in quest'ambito. Sono già stati trovati dei partner, tra cui molti italiani, austriaci e tedeschi. Attraverso questa rete cerchiamo di creare due tipi d'istituzioni virtuali con l'utilizzo delle tre dimensioni e delle immagini digitali, in primo luogo, cercando di fornire l'accesso, nel vero senso della parola virtuale, ad un certo numero di luoghi e di beni culturali. In seconda istanza, semplicemente mettendo a disposizione la documentazione e le immagini disponibili nei musei per i bisogni di tutti i cittadini e, in modo particolare, per i bisogni dell'educazione e della formazione. Si è costituita una rete che ha iniziato a lavorare, dal lato francese, con un centro di risorse che sarà inaugurato alla fine del mese di ottobre. Il centro permetterà agli insegnanti di venire a cercare un certo numero d'informazioni e, soprattutto, di partecipare ad una specie di opera collettiva, di costruzione, di globalizzazione del materiale che si trova oggi nei musei e che, spesso, non è accessibile neanche ai ricercatori.

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    Domanda 3
    Questo significa che una volta digitalizzati i contenuti delle opere del Louvre saranno resi accessibili alla scuola?

    Risposta
    E' uno degli obiettivi perseguiti… Spero che si arriverà, nelle settimane prossime, ad un accordo che vada oltre il Louvre e le grandi istituzioni, visto che ora il progetto è ancora in discussione tra il ministero dell'educazione e i responsabili del Louvre. Un progetto di rete di musei come questo si auspica di far conoscere i piccoli musei e l'insieme delle ricchezze del patrimonio al quale la gente è molto affezionata. Mi permetto solo di segnalare una cifra, che si è riscontrata questo week-end in Francia: dieci milioni di persone si sono interessate all'operazione e si sono mosse per andare a vedere questi luoghi. Si tratta, dunque, di dare a tutte queste persone la possibilità di utilizzare le immagini in modo didattico. I problemi, naturalmente, ci sono, ma oggi siamo un certo numero di colleghi, in Francia, disposti a prenderci cura di queste problematiche.

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    Domanda 4
    Ma la riunione dei Musei di Francia non ha già prodotto dei CD ROM e delle opere multimediali per fare conoscere i beni culturali nei musei?

    Risposta
    Certamente! Molte cose sono state realizzate e in questi due anni sono stati prodotti dei CD ROM di grande levatura culturale. Oggi ci si rende conto che rimane difficoltoso trovare un mercato per queste opere multimediali. Non esiste un vero mercato per questi CD ROM culturali, in Francia; esistono un certo numero di titoli che sono conosciuti e che vengono venduti tra cui la serie che ha iniziato il lavoro sul Louvre . Ora si tratta di trovare un vero mercato per l'insieme di questa produzione culturale. D'altra parte, bisogna tenere sempre sotto controllo anche le necessità didattiche, alle quali non si pensa abbastanza, ad esempio affiancando immagini al testo in modo da fare emergere certi temi. Non si è tenuto abbastanza conto di questi metodi, in Francia, e, per questa ragione, rimane molto lavoro da fare.

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    Domanda 5
    Uno dei progetti della vostra associazione è Arenodex . Ce lo può descrivere?

    Risposta
    Arenodex è un progetto molto ambizioso volto alla sperimentazione delle arti on-line. A partire dal fatto che non si è più soddisfatti di quello che gli altri ci propongono occorre tentare un apprendimento diversificato, e Internet offre tante possibilità per quanto riguarda la storia dell'arte, c'è già tanto materiale importante a disposizione. Purtroppo il materiale francofono è scarso. Anche da questo punto di vista la cooperazione europea è importante. Mi permetto di ricordare che solo la Francia e l'Italia sono state incaricate, da parte del G7, di tutti i progetti in materia di dimostrazione delle arti. Bisognerà andare ulteriormente avanti insieme su questo progetto. Dopo aver riflettuto sui modi di arrangiare questo tipo di sito abbiamo raggruppato molto materiale che sarà disponibile a partire dall'8 ottobre prossimo.

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    Domanda 6
    Qual è la situazione generale in Europa rispetto allo sviluppo delle università virtuali?

    Risposta
    Molte cose sono state provate e studiate, poche sono giunte a buon termine. Ci sono molti siti in materia realizzati soprattutto da università americane. In Spagna e in Germania i tentativi sembrano molto interessanti, mentre da parte francese e italiana restano molte cose ancora da realizzare. Si fanno dei siti spesso troppo istituzionali che non permettono un incontro fra le persone che si occupano della multimedialità e delle nuove tecnologie e quelle che si occupano delle questioni pedagogiche relative alla didattica. Queste persone, viceversa, devono incontrarsi realmente attraverso il lavoro di elaborazione dei siti. Abbiamo un progetto in corso nell'ambito di Mosaic, con i nostri amici del Cineca. Nelle settimane prossime speriamo di raggruppare l'insieme dei materiali relativi al sito dell'università virtuale per lavorarci presso il centro.

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    Domanda 7
    Bologna è molto attiva come città, per quanto riguarda le reti civiche, ed anche in Francia il numero delle città che si connettono e offrono dei servizi digitali è in crescita. Qual è la situazione attuale?

    Risposta
    Permettete al Segretario Generale dell'Associazione delle città digitalizzate di dirvi che Bologna è, per noi, l'esempio assoluto in Europa! Ultimamente si è molto parlato delle Smart Community citando San Diego e Toronto, ma ci sembra che l'esperimento di Bologna vada ben oltre! Un progetto di museo elettronico sotto l'egida del comune di Bologna e il fatto di mettere a disposizione, gratuitamente, Internet per i cittadini, è fondamentale per noi. Ancor più per noi francesi che non beneficiamo di simili vantaggi nella maggioranza delle nostre città. Inoltre, i costi delle connessioni sono ancora relativamente elevati in Francia; ecco perché esperienze come quelle di Bologna sono importanti. Altre esperienze italiane delle quali si parla molto sono Siena e Modena. In Francia ci sono, globalmente, 350 progetti in via di realizzazione, più o meno importanti. Sono numerosi quelli che vogliono imitare l'esempio di Parthenay, considerato un successo sul piano nazionale.

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    Domanda 8
    Può raccontarci l'esperienza "digitale" della città di Arnedo, in Spagna?

    Risposta
    Sono andato a Arnedo e ora torno a Parthenay; sono entrambe città digitali. Quello che è successo ad Arnedo è molto interessante, perché si tratta di un vero laboratorio. Si è cercato di capire quello che un cittadino si aspetta da una città digitalizzata, permettendo l'accesso nell'ambito dell'educazione, della sanità, della cultura e dei rapporti con l'amministrazione. I rapporti con l'amministrazione di Bologna sono ben visibili e presto anche tutti gli altri ambiti permetteranno al cittadino di beneficiare realmente delle migliorie nella vita quotidiana. In questo modo si pensa anche al miglioramento della democrazia locale e all'arricchimento della vita politica. Quel che succede ad Arnedo è frutto dell'operato del sindaco che è un perfetto umanista. Grazie alla sua piccola squadra di tecnici, che lavora venti ore su ventiquattro, sono riusciti a valutare i bisogni e i desideri degli abitanti e, di conseguenza, hanno creato un Intranet che partirà questo autunno. Hanno determinato in modo abbastanza preciso tutti i bisogni dei cittadini tramite l'adesione ad un altro progetto europeo chiamato "Medsat", mettendo in applicazione tutti i desideri degli abitanti.

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    Domanda 9
    I cittadini saranno tutti connessi? E in che modo?

    Risposta
    Nel caso di Arnedo si tratta di una connessione ad Internet in modo locale. Nella città di Villena (nella regione di Valencia), i cittadini saranno connessi con fibre ottiche visto che sono già stati posti tredici chilometri di cavi. Esiste, però, un tipologia diversa tra Helsinki, Amsterdam, o Tampere; le sperimentazioni sono molto diverse da una città all'altra. Facendo un primo bilancio siamo venuti a conoscenza che esistono 52 città digitalizzate, e perfino in un paese come l'Albania esiste un esempio in questo senso. Tutto il continente è dunque agitato, sia dal lato degli operatori sia dei responsabili delle collettività locali. Sembra che tutto questo mondo si agiti per il bisogno di rinnovare in profondità la vita delle regioni e delle collettività, per esempio costruendo una "casa del sapere" come a Strasburgo o delle "case della multimedialità". Oggi, gran parte delle collettività si pongono la domanda sull'effettiva introduzione ed utilizzazione delle tecnologie nella vita degli abitanti.

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    Domanda 10
    Che opinione ha dell'idea di Umberto Eco a proposito delle "arcade multimedia"?

    Risposta
    Umberto Eco ha già avanzato delle proposte tramite i sui progetti e le sue realizzazioni multimediali. Il problema della formazione è basilare per quanto riguarda l'universo del multimediale, ed è un problema molto legato ai progetti di città digitali perché non si possono determinare realmente i bisogni degli abitanti se questi non possiedono una conoscenza minima di quello che le nuove tecnologie possono dar loro. La mia è una constatazione di base; rimane da sapere come utilizzare i nostri potenziali per apportare queste conoscenze minime in materia di multimedialità. Le "case del sapere" possono ricoprire questo ruolo così come le università virtuali o come i siti pedagogici e didattici; tuttavia, non sono sufficienti. Si è pensato, in Francia, di utilizzare gli edifici scolastici negli orari disponibili. Dobbiamo trovare un modo per fare capire ai cittadini che le nostre concezioni di spazio e tempo sono mutate. Dietro alla realizzazione del materiale multimediale e delle città digitali appaiono degli obiettivi da raggiungere. Ad una conferenza mi resi conto con sorpresa - essendo mancato ad alcune riunioni su discussioni tecnologiche- di quanto le mie conoscenze fossero inadeguate rispetto all'evoluzione tecnologica, eppure mi ero assentato per poche settimane. Si discuteva della Web-tv e di cablaggio, mentre prima i tecnici ritenevano ciò una fantasticheria; una specie di neolitico accorciato si sta' producendo sotto i nostri occhi, e spesso neanche noi ce ne rendiamo conto! Anche se ci chiamiamo società dell'informazione, tale società non è ancora una realtà operativa. Si parla troppo di cronaca e di fatti politici, e si parla poco di quello che sta' cambiando fondamentalmente, radicalmente e rapidamente la nostra società. Si stanno verificando mutazioni anche di spazio, per noi europei, che per via del commercio elettronico. Quello che sta accadendo ci obbligherà a pensare altrimenti l'urbanesimo, un urbanesimo al quale non si potrà pensare senza avere una chiara visione di quello che si vuole fare con il commercio sulla rete o con il lavoro a distanza. Al punto in cui siamo giunti, dovremmo cercare di riflettere sulle questioni di produttività in un certo numero di settori delle imprese e poi pensare che bisognerà trovare, a questo livello, delle soluzioni alla disoccupazione. In particolare, la Francia, è pericolosamente toccata dalla disoccupazione dei giovani. Come fare per evitare che generazioni di studenti dei corsi di storia dell'arte non siano definitivamente votati alla disoccupazione? Come fare per dare anche a loro una formazione importante nel multimediale e sulla rete?

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    Domanda 11
    A Suo avviso le tecnologie possono contribuire alla creazione di posti di lavoro?

    Risposta
    Bisogna essere sinceri e credo che la vostra trasmissione abbia questo obiettivo. Le nuove tecnologie contribuiscono sia alla creazione di nuovi ambiti professionali, ma anche alla mutilazione di alcune professioni. Sappiamo molto bene che le nuove tecnologie, oggi, distruggono il lavoro. Ho un'amica giornalista che mi diceva che nella sua agenzia fotografica si lavorava in nove ed ora sono rimasti in tre, anche se lavorano molto di più. Questa è una constatazione e non bisogna perderla di vista. Anche l'inverso è vero: si possono creare delle professioni totalmente nuove. Penso all'esempio tedesco dove sta' partendo un progetto, aiutato dalla Deutsche Telekom, per aprire dei negozi virtuali; penso ai creatori di siti che dovranno disegnare le pagine. Ci sono dei mestieri nuovi che appaiono sul mercato del lavoro, ma bisognerà svilupparli e, soprattutto, offrire una formazione adeguata alle persone che cercano lavoro in queste attività.

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    Domanda 12
    Il museo virtuale e le reti dei musei possono offrire occasioni di lavoro?

    Risposta
    Certamente! Dobbiamo utilizzare tutte le possibilità che abbiamo a disposizione; noi abbiamo un patrimonio totalmente sotto utilizzato - e l'esempio francese è molto chiaro, in questo senso- sebbene la domanda sia considerevole: la Francia, quest'anno, ha ricevuto sessanta milioni di turisti. Ci sono mestieri da sviluppare intorno al turismo ma anche in termini di documentazione; nell'ambito del turismo il Web può essere utilizzato in modo considerevole in una serie di campi molto interessanti.

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    Domanda 13
    In qualità di educatore, cosa pensa delle potenzialità didattiche offerte dalla rete?

    Risposta
    L'intelligenza collettiva di cui parla Pierre Levy è una delle direzioni che seguiranno le nostre società; Internet sarà come una nuova lingua. In quanto lingua bisogna assolutamente pensare ad una rete che sia plurilinguistica e non solo per difendere la propria lingua nazionale; in questo caso il Consiglio Europeo deve essere preso in considerazione, poiché l'Europa deve essere totalmente attiva e partecipare ai fenomeni della rete. Il contenuto europeo deve essere forte così come quello americano. In secondo luogo la lingua deve essere anche considerata nel senso della formazione. Qualcuno addirittura sostiene che il Web non serve a niente se non c'è interattività e un lavoro collettivo intorno ad un certo numero di temi. Questa riflessione mette in luce un nuovo modo di lavorare e di pensare il lavoro stesso. Si parla molto di scrittura multimediale, ma cosa vuol dire? Durante gli ultimi secoli abbiamo sviluppato una visione molto lineare degli eventi; mi riferisco, per quanto riguarda la Francia, al periodo del positivismo. Noi avevamo una visione molto matematica e rigorosa delle cose. Oggi - non smetto di sottolinearlo- siamo in presenza dell'emergere di una "logica sfocata", una visione molto meno lineare degli eventi, pur rimanendo rigorosa. Un'idea deve immediatamente connettersi ad un'immagine o ad un'altra idea. Questa è l'immagine stessa della rete, che deve impregnare la nostra vita quotidiana e non solo essere l'oggetto di teorie filosofiche. Bisogna rendersi conto che siamo tutti attori del cambiamento e non vittime; nessuno dei nostri compatrioti deve sentirsi spettatore, dobbiamo tutti essere attori. Per quanto mi riguarda sono occupato, per gran parte delle mie giornate, all'interno di progetti europei e penso che l'Europa sia un'occasione assolutamente importante da vivere. Alcuni hanno denominato questa fase storica e sociale, considerando l'evoluzione tecnologica, "nuovo rinascimento". Mi ricordo un discorso tenuto da Bill Gates di fronte al senato a Parigi, a proposito del manoscritto di Leonardo Da Vinci; egli affermava che gli Stati Uniti apportavano una buona conoscenza delle tecnologie ma che gli attori del contenuto erano in Europa. Penso che si possa dare ragione a Bill Gates, in questo senso.

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    Domanda 14
    Ma l'Europa non è in ritardo rispetto agli Stati Uniti?

    Risposta
    Abbiamo un ritardo di connessione evidente. In Francia stiamo capendo i meccanismi sociologici di questo ritardo. Ma una rottura fondamentale si è prodotta in Francia dalla fine della primavera scorsa, e dall'estero, i francesi sono stati visti come attori di un cambiamento politico; in realtà, si tratta di molto più di un cambiamento politico: si è verificata una specie di scossa interna, specialmente nell'ambito delle nuove tecnologie e di Internet. In primo luogo abbiamo deciso di connettere tutte le scuole entro un anno; molte cose si stanno muovendo, specialmente per quanto riguarda i Net Day, nel mese di ottobre, ed un certo numero di costruttori pensa di equipaggiare le scuole. Il ritardo francese è reale, e quello europeo, globale in rapporto agli Stati Uniti, sarà presto colmato. Ora, resta da sapere se saremo sempre in ritardo o se la situazione si ribalterà.

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