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    Bruno Lamborghini

    Milano, 01/10/99
    Nuove Tecnologie per L'Europa
  • L'Europa sta accelerando nell'utilizzo delle nuove tecnologie (1)
  • Per stare al passo con i concorrenti è necessario che l'Europa sviluppi l'industria del software. (2) ,
  • Linux e Sap sono due esempi europei di software di successo. (3) .
  • L'EITO, European Information Technology Observatory, è uno strumento creato per monitorare lo sviluppo delle tecnologie europee (4) .
  •  Il localismo sarà la caratteristica di Internet in Europa. (5) .
  • Le nuove tecnologie offrono la possibilità di creare una cultura del cambiamento e dell'innovazione per rispondere alla sfida della società contemporanea. (6)




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Quali sono le caratteristiche del mercato dell'information and communication technology in Europa e quali le diseguaglianze nello sviluppo tra i diversi paesi membri?

    Risposta
    Con l'aggiornamento del rapporto Eito, European Information Technology Observatory, è stato messo in evidenza che negli ultimi sei mesi in Europa c'è stato un grosso cambiamento, una accelerazione del processo di utilizzo delle tecnologie dell'informazione e comunicazione. L'Europa è sempre stata in ritardo tradizionalmente rispetto agli Stati Uniti in questo campo e anche soprattutto nell'applicazione, nella penetrazione delle tecnologie relative a Internet e al commercio elettronico. Quello che emerge, di nuovo, nel corso del '99, è che l'Europa sembra essersi svegliata da un sonno che la costringeva a rincorrere gli Stati Uniti e sta cominciando veramente a accelerare la penetrazione, l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e comunicazione. Un esempio è costituito dallo sviluppo straordinario della telefonia mobile e cellulare che vede l'Europa all'avanguardia rispetto agli Stati Uniti e con nuove opportunità straordinarie per l'utilizzo della telefonia mobile e cellulare anche nel campo multimediale video quindi con l'allargamento della banda e quindi lo spostamento dal GSM all'UMTS. Anche l'utilizzo di Internet e delle reti online ha avuto una crescita inaspettata. Basti pensare che la Germania nel corso del '99 ha visto crescere straordinariamente l'utilizzo di sistemi di acquisti di azioni, di brokeraggio azionario online, tanto che alla fine del '99 ci saranno oltre 400.000 utenti di società che fanno vendita di azioni, di titoli azionari attraverso la Rete. Comincia anche fortemente lo sviluppo di mercati tipo quello della musica online, come l'Mp3, che evidentemente rappresenta un interessante sviluppo anche delle applicazioni Internet e nel corso dei prossimi mesi vedremo ancora affermarsi questa accelerazione. Il mercato dell'ICT, cioè dell'informatica e delle comunicazioni, in Europa è cresciuto del 10-11% quindi con un tasso notevole, nettamente superiore a quello che si registra negli Stati Uniti. Questo è un fatto estremamente positivo anche se permangono forti differenze, evidentemente, tra Europa e Stati Uniti. All'interno dell'Europa, poi, vi sono paesi che vanno più forte e altri che vanno più adagio. I paesi che vanno più forte in questo momento sono i paesi dell'area scandinava dove sia telefonia mobile e cellulare sia uso di Internet ormai hanno raggiunto quote altissime di penetrazione. L'Italia è certamente il paese che ha ancora problemi di velocità di sviluppo in queste tecnologie, nonostante nel '99 registri un tasso di crescita superiore alla media europea. Quindi questo fa ben sperare che l'Italia possa accelerare e progredire. Vi sono comunque moltissimi ostacoli ancora in Italia per la diffusione delle nuove tecnologie, primi fra tutti la inadeguata presenza di personal computer e la scarsa conoscenza anche della lingua inglese, e di conseguenza il bassissimo utilizzo di PC e Internet nelle scuole. In Europa c'è un paese che era più indietro di noi, la Spagna, che però sta accelerando moltissimo. Se soltanto usassimo in Italia il modello spagnolo, certamente avremmo degli effetti straordinari.

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    Domanda 2
    In che misura il mercato europeo dipende comunque dall'evoluzione di quello americano?

    Risposta
    Non v'è dubbio che gli Stati Uniti controllino il mercato informatico e anche gli sviluppi delle nuove tecnologie basate su Internet e sul commercio elettronico. Vi è da dire che l'Europa ha acquisito invece una leadership nel campo delle nuove telecomunicazioni, in particolare della telefonia cellulare dove domina rispetto agli Stati Uniti. Questo fa ben sperare che anche in Europa si possa sviluppare quella che è l'industria traente delle nuove tecnologie che non è l'hardware ma è il software, e cioè la possibilità di sviluppare nuovi software applicativi che sono per ora forniti oggi dalle industrie americane, in primis Microsoft che controlla il 80% se non l'85-90% dei sistemi operativi così come i browser di Internet che sono ugualmente in mano all'industria americana. In Europa stanno cominciando a venir fuori delle cose straordinarie. Ad esempio, se pensiamo al caso di Linus Torvalds, il finlandese che ha inventato Linux che è oggi un sistema operativo di freeware estremamente interessante che sta preoccupando Bill Gates, vuol dire che anche in Europa i miracoli possono succedere.

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    Domanda 3
    Come si concilia la logica che sta dietro ad operazioni come quella di Torvalds rispetto invece poi al mercato e alle sue regole?

    Risposta
    La logica dello sviluppo di Linux è stata una logica assolutamente di freeware e quindi di spontaneismo di Rete. Però, oggi come oggi, Linux, che è nato da questa iniziativa individuale, è diventato un'industria perché tantissime case di software stanno lavorando su questo sistema e lavorano non a scopo soltanto di fare del freeware ma a scopo di fare del business, cioè di operare veramente all'introduzione di questi nuovi sistemi operativi e di tutti gli applicativi connessi a Linux, da parte del sistema industriale. Nei prossimi anni questo cambiamento sarà una leva potente per lo sviluppo di attività di software in Europa basate su questa tecnologia e che potranno permettere effettivamente anche all'industria europea di riacquistare un ruolo ed un peso. Nulla nello scenario di Internet è mai pregiudicato nel senso che anche posizioni di monopolio, o di quasi monopolio di Microsoft, possono essere messe in discussione. Un altro esempio importante è quello di Sap che è riuscita, praticamente come industria europea, a diventare leader mondiale in una tecnologia di software applicativo che oggi sta diventando standard in tantissime applicazioni.

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    Domanda 4
    Quali sono le metodologie di ricerca dell'Eito, da dove arrivano i dati e da chi è sovvenzionata?

    Risposta
    L'Eito è l'osservatorio europeo delle tecnologie dell'informazione e comunicazione. Si chiama EITO, cioè European Information Technology Observatory, ma non è limitato soltanto all'IT, e all'informatica, ma si occupa anche di altre attività. È nato da un'idea di alcune persone che hanno pensato di creare questo nuovo strumento di analisi, perché in Europa non esistevano dati, informazioni, previsioni, che in qualche modo potessero essere di riferimento sia all'industria sia ai governi. Il progetto è nato dalla volontà di creare un osservatorio che fosse realmente indipendente e quindi non legato ad interessi di consulenti, i quali lavorano con altri scopi, ma cercasse di essere una fonte il più possibile obiettiva nel dare informazioni e nell'indicare scenari di prospettiva. L'idea è nata a cominciare da due grandi fiere, lo SMAU di Milano e il Cebit di Hannover, a cui si sono aggiunte poi poco per volta altre fiere, altri enti, altre associazioni. Ad esempio l'associazione Eurobit, che è l'associazione degli informatici europei, dell'industria informatica europea, di cui sono presidente da diversi anni, e poco per volta anche la Commissione Europea ha sponsorizzato questa iniziativa contribuendo anche finanziariamente. Questa attività è svolta da un consorzio senza fini di lucro a base europea, quindi è una no-profit organization, che periodicamente produce un suo aggiornamento annuale, sulla base dei contributi dei soci. I soci provvedono a concorrere ai costi affrontati dal consorzio e ricevono copie del rapporto dell'Eito. Altre copie sono vendute tramite canali diversi, tra cui ovviamente Internet, attraverso un sito apposito che è www.eito.com, e questo copre i costi della gestione di Eito. Le ricerche avvengono scegliendo i temi da affrontare ogni anno e in ogni rapporto. Le ricerche sui temi su cui si ritiene concentrare l'attenzione si mettono a gara chiedendo a tutte le maggiori case di consulenza di parteciparvi fissando anche dei limiti di prezzo, di costo, di budget, e alla fine viene fatta una selezione sulla base della qualità delle proposte. I lavori, le elaborazioni, le previsioni fatte dai consulenti vengono poi presi in esame da una task force formata da una ventina di persone, tutti esperti a livello europeo appartenenti a vari enti, dalla commissione europea a industrie, aziende private e associazioni. Questo gruppo ha il compito di rivedere completamente sia le previsione che il database come i singoli rapporti specifici. Quello che esce non è più il frutto dei consulenti che hanno lavorato a questo rapporto, ma è il frutto di quello che nasce dal lavoro dei consulenti revisionato da parte di questa task force. E' una iniziativa che ha avuto un grandissimo successo e questa è la sesta edizione del rapporto. Il rapporto esce con un numero di copie che va da 12 mila a 15 mila all'anno e ha raggiunto praticamente tutti i settori. Viene distribuito gratuitamente da SMAU per la quota di copie di cui dispone così come dal Cebit, così dal Simo di Madrid, ai propri clienti e fornitori, e quindi si ottiene una distribuzione veramente massiccia su larga scala e moltissime copie vengono vendute. La Commissione Europea utilizza ormai ufficialmente i dati di Eito come sua fonte ufficiale per l'industria ICT, così come anche l'OCSE di Parigi.

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    Domanda 5
    Qual è l'elemento di reale sorpresa del rapporto Eito '99?

    Risposta
    L'aggiornamento del rapporto avvenuto a marzo ha confermato e esaltato quello che già si era detto. L'Europa non è più il perdente nel grande scenario di Internet in cui domina ovviamente, l'industria americana, il mercato in cui trova posto soltanto la tecnologia americana. C'è spazio per il rilancio di una industria europea che ha sofferto moltissimo ma che ha dimostrato grosse capacità di ripresa. Nulla è perduto, in questo senso, per l'industria europea, che può contare su un mercato che effettivamente potrà svilupparsi con caratteristiche proprie che sono tipiche della cultura di questo continente rispetto a quello americano, cioè una maggiore attenzione ai valori locali. Viviamo in un sistema globale, si tende a rendere i prodotti standard, quindi a standardizzare anche l'offerta di applicazioni Internet. Allo stile di colossi quali America On Line, che prevede offerta di siti, di portali che siano generici e vadano bene per tutto il mondo, in Europa si opporrà una specificità che ha caratteristiche di territorialità, di localismo. Ci sarà molto interesse nello sviluppo di una offerta di servizi online che riguardino determinate realtà territoriali e non soltanto la possibilità di navigare a livello planetario. Questo apre delle possibilità straordinarie allo sviluppo dell'industria europea creando delle specificità anche dal punto di vista dell'offerta di prodotti e di servizi. Questo è quanto emerge dal rapporto Eito. Stiamo assistendo a una nuova fase di sviluppo, però è chiaro che questa condizione favorevole non è, come dicono gli americani, un "free lunch", cioè un pasto gratis, non procede automaticamente. È chiaro che la tecnologia ci mette a disposizione delle cose, oggi però dobbiamo cercare di fare delle scelte, scelte sia da parte del settore pubblico sia da parte del privato.

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    Domanda 6
    Qual è stato finora il ruolo delle istituzioni in Europa proprio per incentivare lo sviluppo dell'information and communication technology?

    Risposta
    Io ho partecipato nel '94, quindi cinque anni fa, alla redazione del famoso rapporto Bangemann, quello sulla società dell'informazione, che è stato l'inizio di un discorso serio in Europa sulla politica delle tecnologie informatiche e della società dell'informazione. Questo rapporto certamente ha dato la spinta a diverse iniziative, a livello europeo in primis, e ha accelerato la famosa deregolamentazione e liberalizzazione delle telecomunicazioni che è stata la vera leva del processo di sviluppo dell'information technology in Europa. Senza la liberalizzazione delle telecomunicazioni saremmo oggi estremamente indietro. Si sta cominciando adesso a capire, a livello di governi nazionali, che questa è una leva determinante per lo sviluppo economico dell'Europa, la competitività e l'occupazione. Si è parlato a lungo di nuove tecnologie come job killer, ma questa è la più grande follia che si sia detta da parte dei politici in questi anni. Era invece l'unica leva per poter creare nuova occupazione e questo non si è capito se non molto di recente. Per questo oggi abbiamo in Europa uno 'skill shortage' drammatico, non ci sono persone, non soltanto nel software, ma anche nella capacità di utilizzare Internet o utilizzare le applicazioni di Internet adeguate. Adesso c'è tanto da far da parte dei governi che devono adottare una politica della formazione, che è l'elemento determinante, ma anche una politica di facilitazione delle cosidette "startups", delle nuove imprese. In Europa nascono pochissime nuove imprese e solo le nuove imprese generano effettivamente l'economia Internet. Anche in Italia c'è questa volontà, almeno espressa dalla Presidenza del Consiglio attraverso il piano d'azione e dal Forum per la società dell'informazione. Si deve creare uno spirito di concerto tra i ministeri, tra le diverse amministrazioni pubbliche, per muoversi nella stessa direzione e creare veramente condizioni di sviluppo a favore delle nuove tecnologie. Chiaramente l'operatore pubblico può fare certe cose, può soprattutto eliminare gli ostacoli regolamentari e burocratici che oggi vincolano la nascita delle imprese e vincolano l'utilizzo di Internet, ma ci deve anche essere una maggiore accelerazione dei processi di riduzione delle tariffe telefoniche e spero che la nuova gestione di Telecom Italia possa veramente contribuire in forma decisa alla diffusione di Internet com'è stato indicato nel recente programma che prevede di facilitare l'entrata di Internet nelle scuole. Credo comunque che la cosa più importante sia di creare una cultura del cambiamento e dell'innovazione in questo paese che invece spesso sembra molto restio a cambiare. torna a inizio pagina