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    Alain Giraudo

    Milano, 04/09/1999
    L'informazione trasloca su Web
  • Il mestiere del giornalista è molto cambiato con l'avvento dell'informatica (1) .
  • L'intervistato parla della sua esperienza al sito Internet del giornale Le Monde, nel quale utilizza la stessa "struttura" giornalistica del giornale su carta (2) .
  • L'analisi testuale, il suono e la possibilità dell'utente di intervenire attivamente sono le tre possibilità che Internet offre al lettore (3) .
  • Il problema dell'eccesso di informazioni è un problema mal posto. L'evoluzione democratica si è basata sull'aumento dell'informazione; ciascuno può scegliere le informazioni che più gli interessano (4) .
  • Su Internet la nozione di filtro dell'informazione è diversa. È il singolo utente che può filtrare in base ai propri interessi le informazioni provenienti da ogni parte del mondo (5) .
  • L'intervistato si sofferma sull'importanza dei newsgroup (6) .
  • Internet per un giornalista vuol dire avere la possibilità di inserirsi in un contesto globale di diffusione dell'informazione (7) .
  • I media su carta dovranno orientarsi verso un nuovo modello che consisterà nei commenti e nell'analisi delle notizie (8) .
  • Un articolo è un'entità che non bisogna destrutturare. Se si vogliono inserire dei collegamenti ipertestuali bisogna inserirli intorno al testo ma non all'interno del testo stesso (9) .
  • La vera evoluzione del giornalismo sarà qualcosa di simile l'agenzia Bloomberg (10) .
  • Giraudo spiega qual è il ruolo degli editori nella rivoluzione informatica (11) .
  • Gli editori devono presentarsi su Internet, perché altrimenti rischiano di sparire (12) .
  • Il giornale online e quello cartaceo sono organizzati diversamente ma è necessaria un'unica regola comune: bisogna che l'informazione offerta sia veritiera, verificata e pertinente (13) .
  • In molti casi l'informazione diffusa nelle chat non ha un grande valore (14) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    In che modo la tecnologia digitale e la comunicazione interattiva hanno influito sulla produzione dell'informazione?

    Risposta
    E' stata una grande rivoluzione. Io faccio giornalismo da trent'anni, e quando ho cominciato a esercitare questa professione i principali strumenti del giornalista erano un foglio di carta, una matita, inchiostro, forbici e colla: il lavoro consisteva infatti nel ritagliare dispacci e incollarli su fogli di carta per inviarli al redattore capo affinché li mandasse in macchina e ne facesse un giornale stampato. L'informatica e la digitalizzazione del processo d'informazione hanno completamente rivoluzionato la situazione, anzitutto per quanto concerne il modo in cui si produce e si dà un formato all'informazione, e poi anche per come vi si accede. Voglio dire che in precedenza, durante gli ultimi quarant'anni, le notizie arrivavano ai giornalisti spesso via telex, o da fonti personali; l'informatica ha fatto sì che tutte queste informazioni, anziché essere trasmesse su supporto cartaceo o per via orale, vengano ora riversate e archiviate in basi di dati, sicché possono essere conservate, immagazzinate, rese consultabili, organizzate e strutturate. Di conseguenza, a partire dal momento in cui si possiede una notizia, la si può ricollegare a tutte quelle precedentemente acquisite sullo stesso argomento, in sostanza in tempo reale, mentre in passato bisognava mantenere enormi dossier di documentazione nei quali le carte si accumulavano, e ogni volta accertarsi che una data citazione era stata effettivamente ricevuta, a tale giorno e a tale ora, in tale data, e da parte di chi. Adesso tutto questo si realizza in modo quasi automatico. C'è dunque una maggiore facilità nel procurarsi un'informazione. Quel che l'informatizzazione non ha risolto del tutto è il problema della strutturazione dei dati, nel senso che una notizia, perché abbia senso, bisogna che sia pertinente, che interessi al pubblico, e la digitalizzazione non può rispondere in modo esauriente a questa (esigenza di selezione). Cosa mai sia un'informazione pertinente è una domanda che continua sempre a ripresentarsi, sia in ambito informatico che in assoluto.

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    Domanda 2
    Ci sono differenze tra il linguaggio del giornalismo tradizionale e quello del giornalismo su Internet?

    Risposta
    Attualmente si tende in genere ad affermare che esiste un linguaggio specifico per Internet, e che occorre scrivere pezzi brevi, sintetici e interattivi. Nelle università americane esistono moduli di formazione speciali, e anche nelle scuole di giornalismo in Francia si comincia a veder comparire questo genere di formazione. Personalmente mi occupo del sito Internet del giornale Le Monde, un quotidiano che ha uno stile suo proprio di scrivere, di esprimersi, di presentare l'informazione: io ritengo che non sia opportuno trasformarlo quando lo si riversa su Internet. In altre parole, l'informazione ha sempre diversi livelli; in cima a un articolo si ha il titolo, il sottotitolo, il cosiddetto "cappello", ovvero un riassunto del pezzo, e poi lo sviluppo vero e proprio del testo, intorno al quale si appongono degli approfondimenti, chiamati riquadri o commenti, e a partire da tutto questo si possono anche fare gli editoriali. Questa strutturazione a cinque o sei livelli si può tranquillamente riprodurre invariata sul Web, con un primo livello costituito dal titolo, seguito dal riassunto e poi dallo sviluppo dell'articolo. E' perciò evidente che se si vuole un'informazione completa, sufficientemente approfondita, non è possibile limitarsi a cinque righe, altrimenti si rifà la radio o la televisione, in cui le informazioni vengono liquidate in trenta secondi.

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    Domanda 3
    Spesso si dice che l'informazione su Internet può essere più ricca, si possono inserire negli articoli dei "link" ad altri elementi dell'informazione. In che modo questo cambia la ricezione dell'informazione via Internet?

    Risposta
    Credo che la ricchezza dell'informazione che si trasmette via Internet non derivi necessariamente dai collegamenti, i quali, permettendo in effetti di uscire da una informazione per andare a cercarne un'altra, rischiano di confondere la comprensione; ma piuttosto dalla possibilità, partendo da un elemento fisso, di aggiungerne altri sullo stesso schermo. Voglio dire che l'evoluzione di Internet consiste attualmente nell'aggiungere a un documento scritto un altro testo, o un suono o un'immagine video. Questo non è ancora sempre possibile, ma già cominciano a vedersi schermi in audio reale con dei testi che sfilano su di un lato, e vari utenti che intervengono in una chat, in una conversazione. Questo è già realizzabile, anche se la tecnica va ancora perfezionata. Si hanno pertanto elementi di testo che scorrono, immagini, e conversazioni interattive. Questa è veramente la specialità di Internet, ovvero di fornire queste tre possibilità, di dare modo al consumatore, al lettore finale di intervenire ed esprimere il suo giudizio, e al contempo la possibilità del suono e dell'analisi testuale.

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    Domanda 4
    Esiste un problema di eccesso di informazioni?

    Risposta
    Credo sia una questione mal posta. Il vero problema dell'informazione è che non ce n'è abbastanza. Guardando ai periodi della storia umana, nel Medio Evo i libri si scrivevano a mano, se ne pubblicava uno ogni quattro anni, e l'informazione in esso contenuto era accessibile a pochissime persone. Ebbene, la ricchezza e l'evoluzione democratica si sono basate sull'aumento dell'informazione; poi però sono sorti problemi di strutturazione, di livelli di informazione, di selezione, e questo perché effettivamente si ha l'impressione di traboccare, di venire sommersi. Al contempo, ciascuno ha facoltà di raccogliere o non raccogliere queste informazioni, sceglierle o non sceglierle. Questo a livello iniziale. Un altro modo di restringere il campo, di selezionare i dati è certamente la tecnologia che consente di inserire dei filtri, di dire "allora, oggi alla data ora c'è quel tipo di informazione che viaggia in quella direzione, quell'altro tipo in quell'altra direzione", e così nascono le famose autostrade dell'informazione, che in fin dei conti diventano del tutto settoriali. Uno degli ultimi sviluppi di Internet è appunto il sito verticale, nel quale ci sono diverse sezioni che contengono un'informazione completa su di un solo argomento, molto specializzata, molto mirata. Ad esempio un sito sul cinema avrà tutta la filmografia, tutti i registi, tutti i produttori con tutte le sale in cui il film è stato proiettato, tutti i luoghi per andare al cinema, i recapiti per prenotare i posti, e poi a fianco ci sarà un sito di informazioni completamente generalista, che parlerà dei terremoti, spiegherà perché si sono verificati e in che modo, e a che ora ci saranno nuove scosse, e via dicendo.

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    Domanda 5
    Ci sono difficoltà legate al ruolo di coloro che operano questo filtro, che filtrano l'informazione? E se sì, quali?

    Risposta
    Potrebbero essercene. In ogni normale processo di elaborazione dell'informazione si pone un problema: ad esempio quando la stampa è legata al potere, è nelle mani di un governo, filtra le informazioni e parla di stampa ufficiale, stabilisce quali siano le notizie del giorno, ma in realtà è il governo che la comanda. Questo è un genere di filtro, non nuovo, che molti paesi hanno conosciuto in passato e si ripresenta ogni qual volta la democrazia è in pericolo. Su Internet la nozione di filtro è diversa, in quanto ognuno può accedere a tutte le informazioni possibili immaginabili. Io, in funzione dei miei interessi, di ciò che voglio sapere in un dato momento, sono in grado di estrarre da questa massa di dati quel che più mi aggrada. Non è dunque un concetto di filtro negativo, ma di filtro attivo. Se, ad esempio, domani mattina l'oggetto della vostra curiosità è la filosofia del Medio Evo, potrete accedere a dati inerenti la filosofia del Medio Evo, e se invece vi interessano, che so, notizie sulla politica nella Francia della terza repubblica, bene, vi è dato procurarvele. Se volete sapere cosa sta succedendo in questo momento in Cecenia, potete saperlo. In questo senso, perciò, esiste un filtro: tutta la massa di notizie disponibili intorno alla Cecenia ve la potete portare a casa. Cosa che non era possibile nel sistema tradizionale dell'informazione, dove l'offerta consisteva in ciò che la stampa scritta, tradizionale riportava su tale soggetto, e bisognava andare all'edicola e comprare tre, quattro o cinque giornali, e neppure così ci si poteva procurare tutta l'informazione disponibile: non si conosceva quel che scrivevano i giornalisti russi in Cecenia, o i giornalisti ceceni, né quel che ne pensavano i giapponesi, o gli americani. Con Internet tutto questo è possibile.

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    Domanda 6
    Lei sostiene che ci si può procurare qualunque informazione, che si può raggiungere qualunque notizia, ma c'è chi dice il contrario, che è difficile trovare certe informazioni su Internet. A che serve allora una notizia a cui non si può arrivare?

    Risposta
    E' vero, ma questo è un problema di struttura della rete. Normalmente, i grandi distributori di informazione, ovvero i canali tradizionali, alla fine si rendono reperibili anche su Internet. Le difficoltà sorgono in relazione all'informazione personalizzata, nel senso che se avete voglia di scrivere un certo numero di cose che vi stanno a cuore o che vi sembrano importanti, e le inserite nel vostro sito personale presso un dominio ospite che lo metterà in un angolo del suo proprio sito, prima di trovare quei dati o i dati che desiderate diffondere bisognerà che l'internauta compia un percorso estremamente tortuoso, e se non siete presenti su un motore di ricerca avete ben poche probabilità di essere trovati. Ma questo non è il caso dei grandi siti Web. D'altra parte non dobbiamo dimenticare che Internet comprende diversi livelli: quello del Web, quello dei newsgroup, e poi quello dell'FTP. Se ci troviamo sul Web, è vero che in certi casi ci riuscirà difficile trovare le informazioni, quando non sarà del tutto impossibile. Se invece siamo in un newsgroup, troveremo le informazioni presenti in quella lista di discussione, cioè in effetti notizie d'ogni genere, e il problema è che non sono informazioni etichettate, non hanno nome, non sempre si sa chi ce le ha messe, ma il numero di notizie che circolano in questi newsgroup è enorme, anche se in riguardo a settori molto particolari.

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    Domanda 7
    Cosa rappresenta oggi Internet per un giornalista?

    Risposta
    Per un giornalista, Internet rappresenta oggi la possibilità di doppiare la boa del ventunesimo secolo. In generale, Internet sta lentamente modificando quasi tutti i tipi di rapporti sociali, i flussi economici, e l'informazione che è anch'essa un flusso come gli altri. Al momento, questa è strutturata dagli editori in un sistema che viene definito classico, ossia: stampa scritta, radio e televisione. Sono canali estremamente solidi e articolati con grandi potenzialità di attrarre clienti, ma sui quali l'interattività è limitatissima. Su Internet c'è interattività e soprattutto la possibilità di ottenere una diffusione totale, nel senso che oggi Le Monde [in versione cartacea] potrebbe venire distribuito a New York al costo di circa 3 Franchi a copia, il che corrisponde a quasi tutto il guadagno del giornale. Vendere Le Monde a New York significherebbe perciò perdere denaro. Su Internet invece si può fare. Qualcuno a New York può consultare Le Monde in rete: a lui costerà il prezzo della comunicazione, e a noi non costerà nulla, a parte la banda di trasmissione. Diventa così possibile far arrivare le nostre notizie fin laggiù; passare a Internet vuol dire perciò inserirsi in un contesto molto più globale di diffusione dell'informazione. E' uno dei fattori, uno dei tanti protocolli di trasmissione delle informazioni oggi in pieno sviluppo. Internet, come tutte le piattaforme informatiche, rappresenta un'occasione per poter continuare a fare il mestiere di giornalista, ossia andare in cerca delle notizie, strutturarle, organizzarle, dar loro forma e cercare di farle circolare. Questo sarà il lavoro del giornalista nel prossimo secolo.

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    Domanda 8
    Possiamo dire qualcosa sulle trasformazioni in atto nella distribuzione delle informazioni? Cosa sta cambiando, e soprattutto, esisteranno ancora i giornali così come li conosciamo, oppure avremo un'informazione divisa in parti, che viaggerà a pezzi?

    Risposta
    In realtà, credo che ogni volta che compare un nuovo mezzo di informazione, i media tradizionali si trasformano di conseguenza. Non so se lei ha avuto occasione di leggere i giornali degli anni Quaranta o Cinquanta, prima dell'avvento della radio e della televisione: non avevano proprio nulla a che vedere con i giornali attuali. C'è una specie di interazione che si produce puntualmente. L'apparizione dell'immagine televisiva, dell'immagine animata ha determinato un notevole sviluppo della stampa scritta. Ebbene, più o meno la stesso cosa accadrà con Internet, nel senso che la notizia in sé e per sé, il fatto verrà messo in risalto immediatamente sulla rete, di modo che i giornali in versione cartacea, che hanno tempi di pubblicazione di 24 ore, o nel migliore dei casi di 12 ore, dovranno adattarsi a questo flusso continuo di informazioni via Internet, che in ogni caso è già informazione scritta. Per realizzare questo adattamento e incrementare la propria aderenza alla realtà, i media su carta dovranno orientarsi verso nuovi modelli, possedere un valore aggiuntivo esclusivo: il quale consisterà nei commenti o nell'analisi delle notizie. In altri termini, giacché Internet è sempre più uno strumento di comunicazione istantaneo basato sull'insieme dei fatti conosciuti, c'è spazio per intavolare in un secondo tempo un dibattito intorno a questi dati ormai acquisiti, e i giornali tradizionali su supporto cartaceo possono rappresentare il luogo ideale per l'approfondimento.

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    Domanda 9
    Secondo lei, qual è oggi il valore dei link nell'economia di un articolo?

    Risposta
    Vi sono diverse teorie a riguardo. C'è un punto di vista economico secondo cui se si inserisce in un articolo un collegamento a un sito di contenuto commerciale, allora questo collegamento ha un certo valore, poiché ogni clic su quel link porterà all'editore una certa somma di denaro. Io personalmente sono del tutto contrario a questa pratica perché penso che un articolo sia un'entità che non bisogna destrutturare. Se si vogliono inserire dei link, che sia intorno al testo, anche nella stessa pagina, ma non all'interno del testo. Questi collegamenti hanno una grande importanza quando hanno in effetti una funzione rivelatrice, quando servono a migliorare il contenuto dello scritto, ossia dell'articolo; devono perciò dare accesso a siti che consentano di ottenere un valore aggiuntivo relativo all'informazione, o forniscano informazioni più strutturali. Per fare un esempio, sulle pagine di politica di Le Monde ci sono i link di tutti i siti ufficiali del governo, giacché si ritiene utile avere la possibilità di collegarsi ai riferimenti istituzionali dell'azione politica in Francia. Allo stesso modo, quando si parla di cultura, si creano dei link verso i musei nazionali, i siti di grandi mostre e altre realtà consimili, per arricchire il contenuto della pagina iniziale. Questo però è ciò che io chiamo il collegamento editoriale. Poi c'è il collegamento commerciale, il quale se ne deve nettamente distinguere. Qui c'è un dibattito ancora aperto sul modo di impaginarli e presentarli. Sono convinto che i link commerciali debbano comunque esistere perché fanno parte della nuova economia di Internet, ma occorre metterli in scena in maniera originale.

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    Domanda 10
    Secondo lei, si arriverà ad avere due tipi distinti di giornalismo, uno on-line e uno per la stampa tradizionale, o no?

    Risposta
    Francamente penso che la vera evoluzione del giornalismo sia qualcosa che somiglia parecchio a quanto già sta realizzando l'agenzia Bloomberg. Si tratta di un'agenzia finanziaria, creata inizialmente per diffondere informazioni sul mondo della finanza, dapprima in modo tradizionale, e in seguito ricorrendo sempre più a sistemi informatici. Attualmente tutti i giornalisti della Bloomberg preparano un dispaccio scritto di tipo classico, se hanno una fonte o una dichiarazione la registrano, ed eventualmente, se possibile, creano un'immagine. In altre parole, tutti loro sono in grado di produrre informazione digitale sui tre diversi supporti: sonoro, video e testuale. In questo, credo, consiste la vera evoluzione. A quel punto si riversano tutte queste informazioni in un data base, dopodiché tocca all'editore decidere che uso farne, se collocarle soltanto su Internet, o destinarle alla televisione via cavo, o alla televisione digitale satellitare, e si può immaginare di costruire una catena di informazione sulla televisione a partire dallo schema di una pagina Web, oppure uscire successivamente con una stampa su carta o con un CD-ROM.

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    Domanda 11
    Qual è il ruolo degli editori in questa rivoluzione?

    Risposta
    Credo che gli editori non abbiano compreso per tempo quel che stava succedendo. Uno dei primi esempi a questo riguardo è dato dalle trasformazioni in atto nel mercato delle inserzioni. Tradizionalmente si pubblicavano brevi messaggi sui giornali cartacei e i lettori li trovavano, telefonavano, e rispondevano. Con l'arrivo di Internet si è entrati in un sistema realmente interattivo: si accede a un sito di aste pubbliche, si iscrive il proprio piccolo annuncio che recita: "Voglio vendere il mio frigorifero", oppure "Voglio vendere la bicicletta, o l'automobile". I visitatori interessati all'acquisto di un frigorifero o di un'automobile vanno su quel sito, vedono l'annuncio, propongono un prezzo, e come succede in ogni asta vince chi offre il prezzo migliore, e la transazione si conclude. Si è sempre nel mercato delle inserzioni, ma grazie a Internet si adopera un altro sistema, un supporto radicalmente diverso, che fa cortocircuitare completamente l'economia della carta. Di conseguenza, un settore come questo, dal quale gli editori ricavano notevoli entrate - e questo succede ancora oggi, - è destinato a restringersi drasticamente, proprio perché quegli editori non hanno reagito per tempo a questa svolta tecnologica. Avrebbero potuto farlo, ma erano diffidenti nei confronti della tecnologia, e questo è avvenuto già cinque o sei anni fa, quando si è cominciato a parlare di Internet. In quel momento la stampa era nello stato in cui era, e ci si poteva accontentare dei guadagni ottenuti tramite la pubblicità, la distribuzione e gli abbonamenti: perché dunque investire in un ambito di cui non si conosceva la reale produttività, né le regole di mercato né l'economia? E così gli editori sono entrati in questo mondo solo lentamente e prudentemente, con piccoli investimenti, ma proprio allora Internet ha cominciato a espandersi a ritmo velocissimo, e i gestori dei portali, ossia delle pagine di accesso alla rete, si sono accorti che uno dei settori più interessanti per i cibernauti era l'informazione. Perciò i portali stessi hanno cominciato a creare informazione e a proporla, e invece di limitarsi a fornire motori di ricerca che istradassero verso l'informazione reperibile sui siti tradizionali degli editori, l'hanno integrata al primo livello di comunicazione. Si è così arrivati a fenomeni come Yahoo, che in Francia è diventato quasi il primo sito editoriale nazionale, con un tasso di penetrazione superiore al 30%. Yahoo è un motore di ricerca, si è configurato come portale, non ha alcun problema di spesa, non ha arretrati, non ha un'economia da difendere nel mercato editoriale, non ha una tipografia né circuiti di distribuzione, non ha abbonamenti, e perciò può collocare in questo settore tutti i propri investimenti, e conquistarsi una posizione sul mercato, quella posizione che gli editori tradizionali sono destinati a perdere.

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    Domanda 12
    Quali sono i vantaggi per un editore tradizionale che decide di presentarsi su Internet, e quali gli elementi di sfida?

    Risposta
    I timori sono quelli a cui ho accennato prima, relativi all'accesso a un mercato nel quale non sono più in grado di avere il controllo della situazione. La soluzione è convincersi che se non ci si presenta su Internet, dopo qualche tempo si rischia di scomparire del tutto. Dunque bisogna fare in modo che le informazioni associate al proprio giornale siano visibili nel mondo di Internet, e che il proprio stile di lavoro, il proprio approccio e la propria analisi degli eventi vengano riproposti ai visitatori e ai navigatori in rete interessati, da parte loro, a quel tipo di informazione. Allo stesso tempo, occorre ripensare completamente alla diffusione e alla distribuzione dell'informazione, perché il sito Internet di un giornale non può essere la copia pura e semplice del giornale cartaceo, né una sua versione ridotta. Visto che non è possibile mettere in rete che una piccolissima porzione del giornale, di conseguenza è bene che il sito dell'editore si avvicini esso stesso alla realtà del portale, perché di fatto quando si analizza il contenuto di un giornale ci si accorge che le varie rubriche corrispondono a quelle solitamente presenti sui portali. Oggi il compito degli editori è pertanto di investire somme consistenti per recuperare la posizione occupata dai portali e vincerne la concorrenza.

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    Domanda 13
    Si possono definire dei principi per cui l'edizione cartacea si differenzia da quella on-line? Quali caratteristiche principali dovrebbero avere le due edizioni, secondo lei?

    Risposta
    E' difficile rispondere in generale perché ciascuna testata ha caratteristiche sue proprie. Io posso parlare di Le Monde perché ne conosco direttamente la realtà, ma quel che dico può non valere per La Repubblica o La Stampa, di cui conosco un poco i sistemi di produzione, ma so che le preoccupazioni sono diverse, il pubblico stesso è diverso. Inoltre il nostro, in Francia, è un giornale nazionale, mentre in Italia non ci sono giornali veramente nazionali, ma piuttosto giornali regionali a vocazione nazionale; le cose sono dunque un po' più complicate. Ciascun tipo di giornale ha la sua maniera di organizzare il lavoro, e c'è un'unica regola comune: bisogna che l'informazione offerta sia veritiera, verificata e pertinente. Non si può parlare di una cosa qualunque; semmai, più importante è saper raccontare. In altre parole, bisogna che i giornalisti abbiano del talento e che le storie da loro illustrate siano interessanti, giungano al momento opportuno, e permettano ai lettori del giornale di essere veri cittadini. L'informazione deve essere uno strumento di democrazia, far sì che i lettori comprendano ciò che succede intorno a loro, e non vengano colti di sorpresa dalle trasformazioni dell'universo che li circonda. Questa regola è perfettamente valida anche per Internet, solo che anziché applicarsi a un tempo quotidiano, ossia per periodi di 24 ore fino alla edizione seguente del giornale, si inserisce in un tempo continuo, che non si ferma mai. Il problema è perciò di ordine pratico: lavorare a qualcosa che non si ferma mai rende necessario procurarsi collaboratori capaci di restare attivi 24 ore su 24, e non so se ci si arriverà. A parte la questione della temporalità, c'è quella del modo in cui tutto ciò viene strutturato e gerarchizzato. Quando si fa informazione una volta ogni 24 ore, si può stabilire un titolo da prima pagina su cinque, sei, otto colonne, fare di un evento la notizia del giorno, quella più importante. Questo è impossibile nelle 24 ore continue di Internet, nel senso che, per esempio, al mattino alle otto la notizia principale sarà il terremoto in Turchia, e alle dieci di sera la partita di calcio. Si è dunque obbligati a far evolvere l'informazione senza pause. Resta comunque il fatto fondamentale che l'informazione così prodotta e diffusa deve essere di qualità, e quanto meno onesta.

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    Domanda 14
    I gruppi di discussione, le chat, le mailing list, sono anch'esse diventate fonti di informazione: come si stabilisce la loro validità?

    Risposta
    Nel caso di una mailing list gestita da me, è la mia responsabilità che tiro in ballo, perché inviando personalmente le notizie opero esattamente come un editore tradizionale. Posso supporre perciò che il mio gruppo di discussione produca un'informazione seria e attendibile. Se invece si tratta di un gruppo creato da una persona qualsiasi, allora avrà il valore di un'informazione diffusa appunto da una persona qualsiasi, e sarà come al bar dello Sport, ovvero come un bar dove a sera ci si incontra e si chiacchiera sorseggiando un aperitivo: l'informazione avrà lo stesso valore. Similmente avviene nel caso delle chat. Quando si segue e si analizza una chat per un certo tempo, ci si accorge ben presto che i partecipanti dicono quel che passa loro per la mente, poi cominciano a insultarsi, e infine si mettono a parlare di sesso, e così si ricomincia con un'altra chat. Tutto questo non ha molta rilevanza, non ha un valore intrinseco, se non nell'interattività, perché in certi momenti questo sistema permette di capire se un'informazione generale è falsa, di registrare una reazione istantanea a un dato evento, di appurare se una certa affermazione è stata mal formulata, se è erronea, o se dà vita a un dibattito; permette di accorgersi subito che esiste un dato problema. Ma poi, con l'andar del tempo, non ha un grande valore.

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