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    Ansaldo Giannarelli

    Roma, 17/12/98
    L'Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
  • L'archivio audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico è una fondazione che ha come scopo la conservazione, la diffusione e la produzione di documenti audiovisivi che trovano poco spazio nella informazione audiovisiva ufficiale (1) .
  • Le tecnologie digitali consentono una modalità di archiviazione degli audiovisivi che rende la loro consultazione molto più ampia e accessibile. (2) .
  • Le nuove tecnologie aiutano a individuare i nessi profondi che esistono tra i diversi elementi della memoria visiva. (3) .
  • La riproducibilità tecnica dell'opera d'arte permette lo sviluppo di nuove forme creatività individuale (4) .
  • La digitalizzazione dei documenti audiovisivi arricchisce enormemente il bagaglio di strumenti analitici a disposizione dello storico (5) .
  • I criteri utilizzati dall'archivio per la catalogazione dei documenti audiovisivi prevedono un'ampia utilizzazione di strumenti informatici e un largo uso di parole chiave (6) .
  • A livello internazionale è in atto una collaborazione con altri archivi audiovisivi europei finalizzata alla creazione di un patrimonio audiovisivo comune (7) ,
  • Le tecnologie digitali possono favorire la conservazione della memoria permettendo non soltanto di ricordare ma soprattutto di organizzare i ricordi (8) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Che cos'è l'archivio di un movimento operaio democratico e in che modo sono utilizzate le tecnologie digitali all'interno dell'archivio?

    Risposta
    L'archivio è una fondazione che ha come scopo la conservazione, la diffusione e la produzione di documenti audiovisivi riguardanti la storia del movimento operaio, la storia del lavoro, la storia dei movimenti internazionali per l'indipendenza dei popoli, cioè di tutti quei fenomeni che trovano molto spesso poco spazio nella informazione audiovisiva ufficiale. Utilizza le tecnologie digitali sostanzialmente in tre modi: per conservare i documenti, per accedervi attraverso i sistemi di catalogazione e per produrre nuovi documenti, soprattutto nella fase del montaggio. E' nato negli anni settanta a partire da un deposito di materiale audiovisivo che esisteva presso un centro produttivo. Un gruppo di registi, che collaborava con questo centro e in genere con il partito comunista e con la CGIL per la produzione di film, si rese conto che questa memoria era in pericolo e allora, grazie soprattutto a Paola Scarnati, che è l'attuale segretario generale dell'archivio, fu promossa la costituzione di questa nuova struttura. Essa divenne in un primo momento un'associazione e poi, grazie anche all'interessamento di Cesare Zavattini, che ne era il Presidente, e al suo rapporto con il Presidente della Repubblica Sandro Pertini, fu riconosciuta come fondazione.

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    Domanda 2
    Perché le tecnologie digitali hanno un ruolo importante nell'archiviazione degli audiovisivi?

    Risposta
    Perché consentono una modalità di archiviazione che poi rende la consultazione molto più ampia e accessibile non soltanto agli specialisti, ma a quella utenza sociale che deve essere la destinataria principale nell'uso dei documenti audiovisivi. Grazie proprio a queste tecnologie tutti i livelli di informazione che esistono all'interno del documento audiovisivo possono essere individuati immediatamente e quindi possono essere analizzati molto più facilmente.

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    Domanda 3
    In che modo le nuove tecnologie informatiche e di archiviazione digitale cambiano il nostro rapporto con la memoria? C'è il rischio secondo lei di una progressiva atrofizzazione della memoria individuale?

    Risposta
    Questo rischio c'è ma dipende sempre dal modo in cui vengono utilizzati questi strumenti che sono in grado di liberare energie mentali e intellettuali straordinarie. Voglio dire che se il nostro cervello anziché sforzarsi di ricordare, liberando energie per espletare questa funzione, si dedicasse di più a trovare le relazioni, i rapporti, a individuare i nessi che esistono tra i diversi elementi della memoria, questa funzione sarebbe molto facilitata dall'uso di queste tecnologie. Einstein ha detto: "Non vedo perché devo imparare a memoria le date dal momento che ci sono le enciclopedie". Allo stesso modo perché dobbiamo ricordarci con la memoria che cosa c'è dentro un film se possediamo degli strumenti migliori che ci consentono di ricercare gli elementi presenti in un film? Semmai la mente ci consente di cercare più in profondità. Magari di chiedersi, di fronte ad uno specifico filmato, che cosa c'è del pensiero femminista o neofemminista in un determinato documento. Ovvero proprio di ampliarne l'approccio.

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    Domanda 4
    La memoria storica si sta in questi anni progressivamente trasferendo su supporti digitali. Che conseguenze ha questo processo dal punto di vista della trasmissione e della diffusione del sapere storico?

    Risposta
    Ha una importanza eccezionale e ne avrà sempre più quando si diffonderà un sistema di trasmissione telematica dei dati che permetta una maggiore qualità dell'audiovisivo. Finora la qualità, soprattutto quella delle immagini in movimento trasmesse su Internet, è piuttosto bassa. Ma in futuro si amplierà enormemente la conoscenza, la diffusione e, questo forse è l'aspetto più importante, l'uso e il possibile riuso di questi documenti. Applicando finalmente una delle implicazioni dell'epoca in cui viviamo, cioè quella della riproducibilità tecnica dell'opera d'arte, si avrà la possibilità di creare senza distruggere, senza rovinare, senza sciupare l'opera iniziale. L'opera d'arte iniziale sarà anzi trasformata, rielaborata e arricchita di contributi individuali che aiuteranno molto lo sviluppo della creatività individuale.

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    Domanda 5
    Quali vantaggi comporta per lo storico la possibilità di digitalizzare ogni tipo di fonte?

    Risposta
    Pur non avendo una formazione storica ritengo che lo storico ha ancora una forte resistenza, come categoria generale, all'uso di queste tecnologie, di queste possibilità, così come tutto il mondo accademico ha una resistenza fortissima nei confronti dei linguaggi diversi da quello verbale. Attualmente non è possibile fare una tesi che non sia su carta. Per esempio non è possibile fare una tesi su CD-ROM, che è uno strumento straordinario per fare una tesi perché consente di utilizzare tutti i linguaggi. Gli storici più avveduti si sono resi conto già da alcuni anni, direi soprattutto grazie all'influenza che ha avuto la scuola francese, dell'importanza straordinaria di questi documenti audiovisivi per lo studio della storia. Senza contare il fatto che le nuove tecnologie consentono collegamenti attraverso ipertesti che arricchiscono anch'essi enormemente gli strumenti a disposizione dello storico. Attraverso di essi si possono approfondire i diversi livelli della storia, sia quella ufficiale dei re e dei papi e sia quella della vita quotidiana.

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    Domanda 6
    Quali sono i criteri utilizzati dal centro per la catalogazione dei documenti audiovisivi?

    Risposta
    Abbiamo fatto una serie di esperienze, in passato, cercando addirittura di arrivare a dei limiti di catalogazione talmente dettagliata che una scheda del catalogo equivaleva praticamente ad una sceneggiatura a posteriori, inquadratura per inquadratura, descrivendo i diversi livelli che esistono fra gli oggetti o i soggetti in primo piano e lo sfondo. Lo sfondo dei documenti audiovisivi è ricchissimo di informazioni. Una delle caratteristiche straordinarie del cinema italiano neorealista è che, uscendo dal teatro e scegliendo come set le strade e le piazze, un film diventa contemporaneamente, quando lo è, opera d'arte e documento straordinario dell'Italia di quell'epoca. Tutto lo scenario alle spalle degli attori che si muovono in primo piano è un forte elemento di documentazione. Dopo essere arrivati a questo estremo ci siamo resi conto che poi, in realtà, per conoscere un documento audiovisivo bisogna vederlo, non lo si può descrivere con le parole. Quindi siamo tornati sui nostri passi, siamo ritornati a una fase di maggiore utilizzazione di strumenti classici informatici e uso di parole chiave, molto articolati e molto ampli. Stiamo costruendo un archivio approfondito in attesa di attivare la possibilità di ricerca delle immagini attraverso le immagini. In questo senso stiamo avviando una sperimentazione in collaborazione con l'Ateneo di Roma.

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    Domanda 7
    In rapporto all'archiviazione digitale, quali sono i progetti dell'archivio a livello internazionale?

    Risposta
    Stiamo sviluppando una iniziativa pluriennale di collaborazione con una serie di archivi audiovisivi europei, anche di piccole dimensioni, che sono collegati in qualche modo con le strutture politiche e sindacali della sinistra europea, finalizzata alla realizzazione di un progetto di condivisione delle informazioni sui documenti audiovisivi. In questo modo l'accesso alla banca dati di un archivio, permette di accedere automaticamente anche alle banche dati degli altri e quindi di creare un patrimonio audiovisivo comune. L'altro progetto che abbiamo è quello di approfondire, con un uso rigoroso del linguaggio audiovisivo, le trasformazioni in corso oggi nei processi di lavoro e nel passaggio dal fordismo al postfordismo, nell'introduzione a livello di massa delle nuove tecnologie, nella comparsa di nuove forme di lavoro quali il telelavoro. Lo scopo è quello di documentare aspetti specifici della storia recente in modo da conoscerli più approfonditamente e non avere soltanto la visione che spesso se ne ricava dalle fonti patronali, per esempio, che attualmente sono molto più ricche come documentazione di quelle della controparte. Ci sono una quantità enorme di temi sui quali il linguaggio audiovisivo può essere un elemento straordinario così come fu straordinario per studiare la posizione degli operai alla catena di montaggio.

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    Domanda 8
    Quindi esistono diverse forme attraverso cui l'archiviazione digitale può giovare alla conservazione della memoria?

    Risposta
    Io sono convinto che queste tecnologie possano aiutare in un modo straordinario la memoria proprio perché i documenti audiovisivi costituiscono per la memoria un punto di riferimento. Un giornalista francese, dopo aver assistito alle prime proiezioni cinematografiche, scrisse che il senso stesso della morte, attraverso l'uso delle immagini in movimento, sarebbe cambiato. Sono tecnologie che possono aiutare proprio ad elevare il lavoro sulla memoria verso una funzione più alta, nel senso che la memoria non diventa più soltanto il ricordo ma diventa l'organizzazione del ricordo, mentre invece il documento del ricordo viene lasciato alla memoria digitale.

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