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    Miguel Angel Garcia

    Roma, 23/01/1996
    Testo e ipertesto
  • Garcia, autore di ipertesti, vede in Internet lo strumento che unifica, l'antitesi del confine (1) .
  • Ancora è presto per parlare di un'estetica dell'ipertesto: da un lato esistono dei tentativi di ripercorrere, con l'ipertesto, il tragitto della letteratura tradizionale, ma l'esito è sempre infelice. L'ipertesto ha una sua identità in parte ancora da definire da parte degli stessi autori ipertestuali; questi ultimi, in realtà, vengono attratti proprio da questa completa libertà di movimento. Gli scrittori di ipertesti hanno a disposizione degli strumenti ben definiti, ma le potenzialità devono essere ancora espresse: la strada alla realizzazione di vere forme d'arte è lunga, ma affascinante (2) (4) (8) (9) .
  • Al contrario, la tecnica della costruzione di un ipertesto è ben delineata (3)
  • e, contrariamente a quanto si potrebbe obiettare, fornisce anche gli strumenti in grado di creare le differenti situazioni narrative presenti nella letteratura tradizionale (5) .
  • Nella storia della letteratura mondiale si incontrano singoli autori ed interi movimenti di avanguardia che, in un certo senso, hanno anticipato l'ipertestualità cercando di rompere il limite fisico imposto dalla pagina cartacea (6) .
  • Se è corretto stabilire la data di nascita dell'ipertesto con quella di Internet, tuttavia Internet va visto come il luogo della conoscenza, della memoria e della comunicazione, mentre l'ipertesto rappresenta uno dei tanti percorsi possibili in questo deposito (7) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Signor Garcia, come autore di un romanzo ipertestuale dal titolo "Border line", può spiegarci che rapporto esiste fra rete e frontiera?

    Risposta
    La rete è il contrario della frontiera. La frontiera contiene, separa; la rete unisce. L'esistenza di questa rete universale che è Internet, rappresenta il sogno di ogni immigrato, perché si può essere clandestino a propria discrezione.

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    Domanda 2
    Esiste un'estetica dell'ipertesto?

    Risposta
    L'estetica dell'ipertesto è in costruzione: infatti prevale la bruttezza sulla bellezza, per il momento. Ossia l'ipertesto, molte volte, tenta di ripercorrere strade della narrativa o della testualità precedente, ma è inadatto. Invece in Internet ci sono alcuni ipertesti ben riusciti insieme ad altri con una rude primitività, comunque espressiva e molto gradevole.

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    Domanda 3
    E' possibile darci una descrizione di come si costruisce un ipertesto?

    Risposta
    Per costruire un ipertesto, prima di tutto, bisogna avere un'idea ipertestuale. Questa sembra un'ovvietà, però non è così. Ad esempio, se io prendo "Guerra e pace" con la pretesa di trasformarlo in un ipertesto, il risultato sarà per lo meno discutibile. Un ipertesto nasce se alla base c'è un'idea che implica o la simultaneità o la differenziazione di percorsi, cioè elementi che sono diversi dalla sequenzialità narrativa. Quanto descriverò adesso è, in linea di massima, il procedimento seguito da uno scrittore; un uomo dell'immagine, un uomo del cinema o del video probabilmente procede in un altro modo. Ossia questa che segue è una formula individuale che si riferisce all'esperienza di una persona che viene dalla scrittura. Ho affermato che, alla base, serve un'idea ipertestuale: il passaggio successivo è la trasformazione di quella idea ipertestuale in una struttura. In questo caso la struttura viene prima della scrittura. Non c'è la sequenzialità automatica che ordina la scrittura, quindi bisogna creare l'ordine prima di farlo. Quindi normalmente si fa un grapho. Questa parola di origine greca si utilizza in matematica per descrivere un certo tipo di modellistica, di descrizione dei fenomeni. Ad esempio, il grapho più conosciuto è l'albero genealogico. Il grapho serve a mettere in rapporto le diverse parti per riportarle su uno schema che può diventare tanto complesso quanto si vuole. In genere si cerca di rendere un grapho il più chiaro possibile proprio per evitare difficoltà inutili per il lettore. Fatto questo, si vedono i ritmi e le interconnessioni, ossia la fine di ogni parte, che rapporto hanno le scelte fatte dal lettore rispetto ai punti nei quali il lettore rientrerà nel testo; in altri termini, le strade che aprono i links devono avere un loro stile, un effetto particolare. Il passaggio successivo è la traduzione di tutto questo in un linguaggio che lo renda ipertestualmente nel computer. Normalmente si utilizzano dei linguaggi di programmazione. Una volta avvenuta questa traduzione per il computer, si passa alla lettura sullo schermo e all'inserimento delle immagini. Di seguito comincia una fase di collaudo sperimentale, quindi la fase in cui si cercano degli errori, che è assolutamente naturale commettere. Il momento conclusivo è costituito dalla compilazione, passaggio in cui si produce una copia del prodotto fruibile, utilizzabile dagli utenti.

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    Domanda 4
    Signor Garcia, come si trova quindi un autore ipertestuale ad avere a che fare non più con una narrativa di forma lineare, ma con una narrativa invece ipertestuale, quindi strutturata in una maniera del tutto differente?

    Risposta
    La prima impressione che si ha, è di essere un bambino che si trova in un magazzino assolutamente pieno di dolciumi. Ossia è una impressione di eccesso. Uno ha tanti strumenti a disposizione, tante possibilità, tante cose che aveva sognato magari, che non credeva possibile di realizzare e che invece adesso si può. Allora il rischio che si corre è il barocco, ossia accumulare effetti e volere stupire con effetti speciali, dimenticando l'asciuttezza del prodotto ben fatto, che, alla fine, adesso nell'ipertesto come prima nel testo normale, costituisce sempre la carta vincente.

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    Domanda 5
    Lei non pensa che un lettore di un testo ipertestuale possa perdersi senza recuperare il senso drammatico della narrazione? Ossia, nel testo tradizionale ci sono certe situazioni che devono avvenire molte volte in maniera tale da creare, come dire, un certo pathos in una narrazione. Molti ritengono che la narrativa ipertestuale sia, da questo punto di vista, quasi illeggibile o comunque non sia più narrativa. Lei che cosa ne pensa?

    Risposta
    Dipende dall'autore. Molti credono che sia il lettore a costruire il testo ipertestuale. Non è così. Il testo ipertestuale è costruito dall'autore, quindi la capacità narrativa è sempre quella dell'autore. Riprendendo l'esempio dell'effetto che può creare la ripetizione di una situazione, nell'ipertesto non si può rendere nello stesso modo, ma lo stesso effetto può essere proposto sotto altre forme: in uno degli ipertesti, ad esempio, ho messo una nota che, cliccandola, presenta un'altra nota; anche questa può essere cliccata, ed anche questa presenta un'altra nota, e così successivamente. E questo è un effetto in ripetizione. Ossia nell'ipertesto si possono trovare anche degli effetti che hanno un senso drammatico con un proprio ritmo.

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    Domanda 6
    Che rapporto c'è fra la narrativa ipertestuale e certe avanguardie storiche, che, in maniera diversa, hanno tentato di superare il limite della pagina scritta?

    Risposta
    A mio parere c'è un rapporto strettissimo. Se, ad esempio, riprendiamo l' "Ulisse" di James Joyce, nel paragrafo nel quale tenta di fare la simultaneità nel suono delle campane, siamo in presenza di un effetto ipertestuale prodotto per vie sequenziali. Lo scrittore argentino Cortazar ha tentato di fare attraverso mezzi manuali nei suoi libri, un effetto ipertestuale. Di questi ci sono diversi esempi. Anche Raymond Queneau tenta di risolvere il problema di come si possa riuscire ad avere una simultaneità nella narrativa. Esistono anche alcuni movimenti letterari d'avanguardia che, in qualche modo, hanno cercato di superare il limite fisico della pagina cartacea. In Italia il futurismo, in Spagna l'ultraismo, ad esempio, hanno sperimentato molto in questa direzione, cercando di andare più in là della pagina per produrre una letteratura fatta con azioni e con oggetti. Questo ovviamente ha un rapporto con la ipertestualità. Comunque non bisogna cadere nell'errore di identificare l'avanguardia con la ipertestualità, nel senso che l'avanguardia può trovare nella ipertestualità un modo di esprimersi, ma non vuol dire che si limiti a questo. D'altro canto, nell'ipertesto è possibile anche il classicismo.

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    Domanda 7
    Qualcuno ha affermato che il vero ipertesto sia nato con Internet. Crede che Internet possa stimolare o annullare la possibilità di creare ipertesti?

    Risposta
    Internet è stato preceduto da un progetto di Ted Nelson, un programmatore nord-americano. Ted Nelson, con il suo progetto Xanadu, concepiva un grande ipertesto trasformato in biblioteca e in magazzino delle conoscenze universali. Quindi, non è casuale che Internet appaia come ipertesto, dal momento che è stato pensato come ipertesto, è stato scritto come grammatica ipertestuale. Tuttavia l'analogia di Internet è piuttosto la grande biblioteca. Questo non significa limitarlo alla biblioteca nel senso municipale del termine, quanto alla biblioteca concepita Borges, ossia il luogo della conoscenza, il luogo della memoria, il luogo anche della comunicazione. Invece il libro ipertestuale è un'unità all'interno della biblioteca o, in altri termini, è uno dei tanti percorsi presenti nella biblioteca.

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    Domanda 8
    Allora, Signor Garcia, quali sono le prospettive future per l'ipertesto? Esiste una narrativa ipertestuale in Italia? Ed è anche possibile un giorno arrivare all'idea di un Oscar dell'ipertesto?

    Risposta
    In Italia, per il momento, c'è un embrione di narrativa ipertestuale, ma la stessa cosa succede nelle principali lingue. Forse l'inglese è un po' più avanti, però neanche tanto. In altre parole, si sta creando la letteratura ipertestuale. Diventa pertanto naturale che ci sia un eccesso di testo per arrivare a un testo che abbia un senso artistico. A mio parere ci vuole almeno un bel decennio perché si possa arrivare a un Oscar o a un Nobel della letteratura ipertestuale; ossia gli attuali autori ipertestuali stanno muovendo ancora i primi passi, almeno dal punto di vista dell'arte propriamente detta.

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    Domanda 9
    Un'ultima domanda, signor Garcia. Il suo ipertesto "Border line" può essere definito un testo di avventura. Crede che l'avventura, in qualche maniera ricollegabile all'idea di navigare in rete, possa divenire, all'interno della letteratura ipertestuale, un elemento centrale, o c'è la possibilità, attraverso l'ipertesto, di svariare su qualsiasi grande tema del romanzo internazionale?

    Risposta
    Devo confessare che mi sono un po' stancato del navigare e dell'avventura. Quindi adesso sto lavorando ad un ipertesto, nel quale non ci sono percorsi alternativi o viaggi: c'è un'implosione, ossia c'è una storia che implode su se stessa e trova diversi livelli di realizzazione. Questa è anche un'idea da esplorare e da realizzare. Non so dove possa portare. In questo momento tutti noi che scriviamo ipertesti, siamo affascinati dal fatto che sappiamo come iniziare una certa vicenda, ma non prevediamo come possa finire perché, per fortuna, non sono ancora nati i grammatici che stabiliscono le regole.

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