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    Hans Georg Gadamer

    Napoli, 13/01/1990
    Monologo e dialogo nei mass media
  • In questo intervento, Gadamer pone in luce la necessità del dialogo tra i popoli per un miglioramento della vita umana. In tal senso, strumenti come la radio e la televisione, dovrebbero essere impiegati per favorire la diffusione del dialogo. Cosa, del resto, molto difficile, poiché, secondo Gadamer, si tratta di istituzioni basate sul monologo (1) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Secondo una celebre distinzione di Bachtin la forma del discorso filosofico e scientifico dominante in Europa è monologica, cioè nega la presenza fuori di sé di una coscienza dotata di pari diritti, da cui possa venire una risposta capace di trasformare il mondo della coscienza interrogante. A questo modo di pensare egli oppone la pratica del dialogo inaugurata da Socrate e aperta alla dimensione dell'alterità. Come si collocano i mezzi della comunicazione sociale tra queste opposte tendenze?

    Risposta
    Certamente, è proprio dell'egemonia della cultura scientifica basarsi sul monologo. Rispetto alle altre culture noi tutti abbiamo dimenticato che non è il monologo e l'impiego delle autorevoli competenze degli esperti scientifici a promuovere la vita, ma lo scambio dialogico, lo scambio che avviene nel dialogo, nella disputa e nella lotta fra le opinioni. Dobbiamo pensare alla retorica, ma non nel senso di un'arma nelle mani dei potenti, bensì come capacità persuasiva delle idee. Ecco perché guardo ai Greci con tanta ammirazione. Per questo popolo era naturale discutere in modo sentito, vivace per le strade e nelle piazze di Atene o di altre città. Dobbiamo ritornare alla dimensione del dialogo e sviluppare, completare in questo senso la nostra cultura, divenuta eccessivamente letteraria; dobbiamo cioè tendere ad un dialogo reale all'interno di tutta la cultura dell'umanità. Questo è l'impegno, il compito che riguarda tutti noi. E i nuovi strumenti tecnici, come la radio e la televisione, devono essere impiegati in questa direzione favorendo la diffusione del dialogo. Cosa, del resto, molto difficile poiché si tratta di istituzioni basate sul monologo. I privilegi delle stazioni radio e degli enti televisivi dipendono dal potere di coloro che di volta in volta lo detengono. Ogni rivoluzione del mondo attuale è legata in primo luogo alle stazioni radio e televisive perché l'opinione pubblica trae le sue tendenze di fondo da questi mezzi di divulgazione. Il dialogo dunque, cui pian piano si deve giungere, non è il dialogo degli esperti. Dovrebbero invece essere i popoli, nel loro reciproco scambio e rapporto, a prendere la parola.

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