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    Luciano Floridi

    Roma - Univ. La Sapienza, 24/11/1995
    Filosofia ed informatica
  • Luciano Floridi, ricercatore ed insegnante di Logica all'Università di Oxford, ha collaborato all'organizzazione del convegno Filosofia e Informatica, per promuovere un duplice rapporto: l'utilizzo dell'informatica quale strumento didattico nell'insegnamento della filosofia, e lo studio filosofico dell'influenza dell'informatica sulla società (1) .
  • Nei licei italiani avviene, in un contesto di contatto diretto tra docente e studente, il primo impatto con la filosofia, che permette l'utilizzo degli stessi strumenti informatici didattici già utilizzati nelle università del mondo anglosassone (2) .
  • I gruppi di discussione di Internet, le cosiddette newslist, sono stati lo strumento utilizzato per formare una bibliografia di cento titoli dedicati alla filosofia analitica per una biblioteca italiana (3) .
  • Il libro Informatica e Filosofia, scritto da Floridi, è una guida agli strumenti informatici per lo studio della filosofia (4) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Questo convegno "Filosofia e Informatica" tratta del rapporto tra filosofia e informatica, che è un rapporto non facilissimo, perché sembrano due discipline tradizionalmente agli antipodi: l'informatico che lavora con le macchine, il filosofo che lavora col pensiero. In realtà questa opposizione non c'è. Come vedi il rapporto tra queste due discipline?

    Risposta
    Il rapporto può essere duplice. Nel mio caso, è stato semplificato dal fatto, che io insegno Logica a Oxford, quindi ho avuto un approccio privilegiato all'informatica, anche legato alla didattica, in quanto utilizziamo molti software dedicati all'insegnamento della Logica. Duplice rapporto, in quanto l'informatica può essere vista come uno strumento per la filosofia, mentre la filosofia può essere vista come un modo di interpretare l'informatica quale tecnologia di maggiore impatto nella nostra società di oggi. Questo convegno non è stato pensato per promuovere la riflessione filosofica sull'informatica, cosa possibile e anzi molto interessante da fare - e spero potremo farla in futuro - ma in realtà per far conoscere tra loro i vari operatori, i vari ricercatori, i docenti anche delle superiori, interessati all'informatica come strumento per la filosofia, quindi per agevolare o migliorare lo studio, la ricerca e la didattica nel settore delle discipline filosofiche. Il primo passo è far conoscere tra loro tutti gli operatori. Fino ad oggi non ci si conosceva abbastanza bene, i vari progetti erano slegati tra loro. La speranza è che, da oggi in poi, si abbia una maggiore collaborazione tra le varie istituzioni e tra le varie persone interessate alle applicazioni informatiche per la filosofia, come già avviene in altri paesi. Sappiamo appunto che nel mondo anglosassone ci sono organizzazioni, che hanno come fine principale l'utilizzo dell'informatica nelle discipline filosofiche. La seconda esigenza da conciliare, era quella di promuovere una fase di riflessione filosofica sull'impatto che le varie applicazioni informatiche hanno nel nostro settore. Mi era sembrato, in qualità di ideatore e organizzatore del convegno, che, in termini di progressione logica delle due fasi, fosse necessario anzitutto avere un primo incontro sulle applicazioni e quindi un secondo incontro di riflessione sull'impatto che l'informatica sta avendo negli studi umanistici in generale. In realtà, le due cose possono anche essere viste parzialmente distinte l'una dall'altra. Rimane il fatto che, siccome fino ad oggi, non c'è stato un coordinamento unico dei vari progetti, fosse interessante ricollegarle tra loro e promuovere in questo modo anche una successiva fase di riflessione, di analisi concettuale.

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    Domanda 2
    Questo incontro ha un'attenzione particolare per il mondo dell'insegnamento superiore, quindi per l'insegnamento della filosofia nei Licei. Come vedi la situazione per quello che riguarda l'utilizzo di tecniche informatiche per l'insegnamento della filosofia nei Licei, a conclusione di questo incontro?

    Risposta
    La situazione mi sembra molto interessante, se paragonata a quella anglosassone. In Italia l'insegnamento liceale della filosofia corrisponde al primo impatto con questa materia di una persona non educata, e a un rapporto diretto tra docente e studenti. Nel mondo anglosassone è invece il primo anno di università a rappresentare questo primo impatto. Ci troviamo dunque in una situazione molto simile, cioè il rapporto di grande vicinanza tra il docente e gli studenti e al contempo il primo impatto con la filosofia, visto che nel mondo anglosassone la filosofia non è insegnata al Liceo. Su questo parallelismo, è possibile sviluppare una prima riflessione: nello stesso modo in cui si può insegnare la filosofia durante il primo anno di università in Inghilterra o negli Stati Uniti, attraverso software didattici, sviluppati appositamente per le nostre discipline, così lo stesso può avvenire nel nostro Liceo, nella nostra scuola superiore, cosa impossibile, o quasi, nell'ambito universitario italiano, dove sappiamo che le classi non permetterebbero un rapporto diretto tra docente e studenti. Rimane il fatto che, mentre nel mondo anglosassone troviamo un orientamento di carattere analitico, legato quindi soprattutto all'insegnamento della logica e a materie di carattere più tecnico, nel settore italiano, a livello liceale, sappiamo appunto che l'insegnamento è di carattere eminentemente storico. Ora software didattici, per la logica, ne esistono di ogni genere. Andiamo dalla logica aristotelica fino alla logica matematica, o anche alla logica informale, per esempio lo studio delle fallacie, e così via. Questi piccoli strumenti, che agevolano la vita dello studente e del docente, nello svolgimento delle esercitazioni sono facilmente implementati. Nel settore italiano invece, nel caso, ad esempio, di un Liceo Classico, in cui si introduce un software dedicato all'insegnamento della filosofia, rimane il limite contestuale, tracciato dal contesto storico. E' molto più difficile, molto più arduo, fornire un valido strumento informatico per l'insegnamento della storia della filosofia o anche dell'insegnamento di alcuni testi classici, durante gli ultimi tre anni, nell'esempio tipico del Liceo Classico, senza sminuire, senza ritagliare, senza porre il pensiero filosofico in un contesto che non gli appartiene. Ora questo può essere evitato in vari modi. Si possono pensare strumenti articolati in maniera diversa. Ho visto purtroppo che, fino ad oggi, le prime forme di carattere sperimentale sono legate molto spesso al modello del test, con una varietà di risposte da selezionare, risposte che poi finiscono per dare un'impostazione di vero o falso, corretto o sbagliato, all'approccio dello studente, che sicuramente è molto limitante. Rimane comunque un'esperienza positiva, sia come primo passo, sia come forma indiretta, nella sua funzione di alfabetizzazione informatica, perché lo studente, per quanto possa non aver compreso a pieno il pensiero filosofico, rimane tuttavia interessato e coinvolto nello sfruttamento dello strumento. Questa esperienza fa sperare che, in breve tempo, si possano sviluppare strumenti più adeguati.

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    Domanda 3
    Tu utilizzi normalmente la rete Internet. Io ho presente, in particolare, un caso in cui tu hai utilizzato la rete per cercare di costruire una lista di testi: i cento testi di filosofia analitica, da acquistare per organizzare una biblioteca di filosofia analitica. Puoi raccontarci un po' questa esperienza, come ha funzionato e se sei soddisfatto dei risultati?

    Risposta
    Questo è stato veramente un piccolo esperimento, quasi uno scherzo. C'era la necessità di costruire una sezione della biblioteca, credo dell'Università di Torino, dedicata alla filosofia analitica, quindi di stampo anglosassone. Mi era stato richiesto di tracciare una lista dei cento testi più diffusi, più utili, più letti in questo specifico settore dei nostri studi, e la prima idea che è emersa dopo un breve dibattito all'Università di Oxford, è stata quella di tracciare un'iniziale bibliografia di cento testi e poi farla circolare su Internet, attraverso le cosiddette "news list". Farle circolare su liste elettroniche dedicate allo studio della filosofia, e quindi avere un ritorno di informazioni, un feedback dai vari partecipanti, attraverso il quale correggere di volta in volta il testo, quindi reinserirlo nel circuito delle liste elettroniche, riavere un nuovo "feedback", correzioni, un nuovo reinserimento, fino a raggiungere uno stato sufficientemente stabile della lista, sia nei confronti della biblioteca, per poter acquistare i testi, sia nei confronti del così detto "gopher", di un servizio informatico, fornito dall'"American Philosophical Association" (APA), dove è stata posta questa bibliografia per l'utilizzo di chiunque ritenga possa essere utile. Ho trovato l'esperimento non solo molto divertente, ma anche gratificante per quello che sono i termini limitatissimi dell'esperienza scientifica, nel senso che c'è stato un reale coinvolgimento della comunità scientifica. Ovviamente si tratta di una comunità scientifica molto parziale, di persone che, utilizzando la posta elettronica, sono iscritte alle liste elettroniche, di lingua inglese, che hanno competenze nell'ambito della filosofia analitica. In questo caso specifico, c'è stata la fortuna che molte di queste cose si sovrappongono. Nell'ambito anglosassone, molti ricercatori docenti, ma anche studenti, a livello di laureandi, utilizzano la posta elettronica e sono iscritti in genere alle liste elettroniche, tra questi la maggior parte ha competenze in ambito di filosofia analitica, e potevano dare suggerimenti o avanzare correzioni rispetto alla bibliografia. Quindi in questo caso specifico è valsa la pena. Un esperimento durato non molto, ma non ancora è terminato, perché ancora oggi, a distanza di un anno, continua a ricevere di tanto in tanto suggerimenti da parte di coloro che leggono questa bibliografia sul "gopher" dell'"APA.", sulla possibilità di aggiungere o togliere un testo. In genere si tratta, a questo punto, di suggerimenti molto personali. Questa bibliografia si è sviluppata dagli iniziali cento testi, testi di appoggio, testi secondari, manualistica, si è andata arricchendo di vari altri settori, c'è stato anche un dibattito breve, interessante, ricco soprattutto di parole forti, sulla possibilità di introdurre Kant o meno tra i padri della filosofia analitica, proposta su cui io ero in completo disaccordo. Comunque è stata dibattuta a lungo, non dico che si è arrivati alla votazione, ma sostanzialmente l'idea poi è stata bocciata. Ma il mio ruolo è stato esclusivamente quello di editore, cioè di "editor", nel senso inglese, di curatore di questa bibliografia, ricevendo le informazioni, trasformandole nuovamente in un nuovo file, rispedendo le informazioni e ricevendo nuovamente un feedback, fino, appunto, al raggiungimento di una certa stabilità. Recentemente un collega spagnolo diceva di aver fatto un lavoro simile per la filosofia analitica in lingua spagnola e quindi voleva trovare un modo di accordarci, affinché si potesse costruire in questo caso un ipertesto, in realtà soltanto un collegamento, semplicemente rimandare, utilizzando uno strumento più potente, che è quello del World Wide Web, sempre della APA, rimandare dalla bibliografia dei cento testi analitici più importanti, che io a un certo punto ho deciso di chiamare "patrologia analitica", per ovvie similtudini con altri strumenti, rimandare dalla "patrologia analitica" alla bibliografia

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    Domanda 4
    Tu hai scritto il testo "Informatica e Filosofia", che discute dell'utilità dell'informatica per la filosofia. Di cosa tratta il tuo libro?

    Risposta
    Il libro nasce da una serie di articoli, che mi erano stati commissionati dalla rivista "Informazione filosofica". L'idea era originariamente quella di raccogliere semplicemente in un opuscoletto questi articoli, che molti continuavano a richiedere a "Informazione filosofica". Poi, come al solito, le idee sono cresciute, un po' a valanga, ed è nato questo libro: una semplice guida, abbastanza modesta in termini di ambizioni scientifiche, di presentazione di quello che oggi è disponibile. Per i dati nei vari settori, che ho potuto raccogliere, è organizzata in quattro capitoli centrali, che rappresentano la vera e propria guida all'informatica per filosofi, uno dedicato, ovviamente, a Internet, uno alle banche dati, uno ai testi elettronici e uno alla didattica elettronica, il tutto sempre orientato alla filosofia. A questo si uniscono due capitoli iniziali su come comprare un computer, come acquistare un modem, la possibilità di acquistare un computer e una stampante usati, i software che uno dovrebbe avere nel proprio hard-disk e così via. Il primo e l'ultimo capitolo sono di carattere introduttivo e conclusivo. Il primo parla della rivoluzione informatica, ma in termini non estremamente ambiziosi, vuole soltanto essere un'introduzione a chi non ha competenze nel settore. L'ultimo capitolo invece parla dei possibili scenari che si aprono nei prossimi anni. A tutto questo si unisce poi la solita bibliografia e la solita prefazione.

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