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    Paolo Donati

    Roma, 27/11/1998
    La memoria della televisione italiana
  • Donati spiega cosa sono le audiovideoteche RAI  (1) ,
  • il cui valore storico è enorme. (2) .
  • Una sezione particolare è dedicata alla musica elettroacustica. (3) .
  • Oggi è possibile comprimere e catalogare dati in spazi ridottissimi. (4) .
  • L'uso delle teche costituirà un gran vantaggio per le ricerche. (5) .
  • L'intervistato spiega con quale criterio è stato scelto il materiale esposto nella vetrina teche in Rete. (6) .
  • I problemi di copyright legati al materiale dell'archivio sono enormi. (7) .
  • Donati spiega cos'è il catalogo multimediale (8) .
  • Il materiale delle teche costituisce di fatto la storia dell'Italia. (9)




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    In che cosa consistono le audiovideoteche della Rai?

    Risposta
    Le audiovideoteche della Rai sono una direzione di recente costituzione che per la prima volta affronta la conservazione, la catalogazione e la documentazione di tutto il prodotto, sia di quello già in archivio, sia di quello che si va archiviando giorno per giorno, allo scopo, da un lato, di conservare e riutilizzare il patrimonio e dall'altro di metterlo a disposizione degli utenti, sia esterni che soprattutto interni. Tutto questo nel più breve tempo possibile, per favorire una produzione sempre più aggiornata ma che comunque ha bisogno di essere alimentata dai prodotti di archivio con gran precisione e tempestività.

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    Domanda 2
    Che valore storico ha l'archivio musicale della Rai?

    Risposta
    Non sono io a dirlo, ha un valore enorme. Le orchestre della Rai sono state dirette dai più grandi direttori del mondo degli ultimi cinquant'anni. Non dimentichiamo nomi come Furtwängler, Bernstein, Karajan. Il patrimonio musicale che è stato affrontato dai complessi musicali della Rai è immenso. Pensiamo per esempio a un valore anche semplicemente di studio che possono offrire tutte le partiture del '700 Napoletano che sono state eseguite dai complessi della RAI soprattutto negli anni Sessanta.

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    Domanda 3
    E' data una collocazione particolare alla musica elettroacustica e alle nuove tecnologie applicate alla musica?

    Risposta
    La collocazione particolare è soprattutto, perlomeno in questo momento in cui ci siamo messi a lavorare su questo immenso patrimonio, un omaggio ad una stagione straordinaria della musica elettroacustica e soprattutto di quello che ha fatto la RAI in favore della storia della musica elettroacustica, cioè la stagione dello studio di fonologia di Milano. Questo studio, al quale hanno collaborato i più grandi musicisti che si sono occupati di questo settore musicale, Berio, Nono, Maderna, Stockhausen ci ha lasciato un corpus di registrazioni che sono state già tutte trasferite in supporto digitale, è stato fatto un lavoro di catalogazione e in parte anche di restauro. È recente il restauro di una partitura di Luigi Nono in cui, partendo proprio dai nastri originali, è stata addirittura ricostruita la partitura di un pezzo che non c'era. C'erano solo degli appunti sparsi da cui è stata ricostruita la partitura a partire dal restauro dei nastri ed è un lavoro che proseguirà. Per ora l'operazione ha dato un frutto, un cd-rom prodotto dalla direzione audiovideoteca appunto, che sarà messo in commercio abbastanza presto e che costituisce una specie di catalogo e allo stesso tempo di documentario di questa stagione straordinaria, in parte sperimentale, in parte di produzione di livello della musica elettroacustica presso uno studio della Rai, studio di fonologia che ha cessato di esistere nel 1983 quando è andato in pensione il tecnico di registrazione che era un po' l'asse portante di questo luogo magico dove avvenivano questi esperimenti.

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    Domanda 4
    In che modo le nuove tecnologie di archiviazione elettronica per gli audiovisivi stanno cambiando il nostro rapporto con la memoria?

    Risposta
    Io credo che bisogna fare un passo indietro e pensare a come i rapporti con la memoria siano stati modificati dagli organismi radiotelevisivi e soprattutto radiofonici. Mentre il settore televisivo, essendo nato un po' in ritardo, è stato in parte favorito dalla tecnologia, quello radiofonico è nato in un periodo in cui non si poteva conservare quasi nulla, si trasmetteva dal vivo e non si registrava. Da un certo punto in poi si è cominciato a registrare qualcosa di quello che si mandava in onda, le cose cosiddette più importanti, poi si è cominciato a registrare molto di più. Però si è posto il problema dell'archiviazione, problema fisico, logistico, nel senso che i nastri occupano spazio, molto spazio, si accumulano e si deteriorano, quindi è stato effettuato allora un lavoro di selezione e si è risolto il problema decidendo cosa conservare e cosa buttar via. Sono stati conservati i prodotti così detti migliori, o per lo meno quelli che riflettevano punti di cultura alta, cioè la prosa, le rubriche culturali, e si è perso un po' per strada il prodotto ritenuto effimero che poi invece a ben guardare era molto interessante perché soprattutto in quel prodotto è nascosta la storia delle nostre giornate di ascoltatori. Ebbene è arrivato un momento in cui la tecnica digitale c'è venuta in soccorso. Oggi è possibile archiviare nella stessa maniera suoni, testi, immagini, immagini in movimento, fotografie e quant'altro. Oggi è possibile comprimere in spazi ridottissimi e soprattutto consultare in maniera molto veloce cose che prima richiedevano movimentazione di materiale molto faticosa, lenta e dispendiosa durante i lavori di produzione di programmi. Per questo, soprattutto per la parte audio, ne parlo anche perché occupandomene personalmente la conosco meglio, la Rai ha fatto una scelta molto coraggiosa cioè ha saltato il fosso e ha deciso di trasferire in un enorme armadio digitale, riversandolo, tutto il suo materiale di archivio. Tutti i nastri sono circa trecentocinquanta mila. Questo grande armadio digitale sarà poi collegato con delle così dette isole di produzione che poi sono nient'altro che dei computer i quali sostituiranno, in tutto e per tutto, gli studi di registrazione. La regia di uno studio sarà costituita da questo computer che è direttamente collegato al grande archivio e dal quale potrà trarre tutti gli alimenti di cui ha bisogno per la confezione e per il montaggio di un programma. Questo significa avere tutta la memoria a disposizione in tempo reale, ed è un salto di qualità enorme, che credo modificherà radicalmente il modello di produzione dei programmi radiofonici. Allo stesso tempo il lavoro di catalogazione e di documentazione offre anche la possibilità di ascoltare tutto il materiale archiviato, sia pure in formato compresso, ossia con un audio non perfetto, perché ovviamente non si può mettere in un catalogo l'audio d'ottima qualità che serve per le trasmissioni. Tutto questo sarà disponibile anche per ricerche, per studi e per consultazioni da parte del pubblico. Questo significa frequentare non soltanto il prodotto radiofonico che va in onda in quel momento ma avere sottomano l'intera storia della radio, consultabile, verificabile e godibile in tempo quasi reale.

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    Domanda 5
    Le teche Rai rappresentano uno strumento al servizio degli storici dei media. Ci può spiegare, in breve, quali ricerche storiche possono essere agevolate dall'uso delle teche?

    Risposta
    L'uso delle teche costituirà un gran vantaggio per le ricerche, nel senso che oggi i programmi sono consultabili attraverso un catalogo, per ora ancora parziale, e il catalogo permette di identificare una bobina così come la schedina anagrafica di un libro mi permette, in una biblioteca, di identificare un volume. Il lavoro principale della direzione teche sarà invece quello di documentare i programmi, cioè di riascoltarli, di segmentarli in eventi tutti descritti. In questo modo sarà possibile fare una ricerca all'interno del contenuto, momento per momento, dei singoli programmi sapendo chi parla, di che cosa parla, e gli argomenti verranno richiamati attraverso parole chiave. Ci saranno degli strumenti di ricerca molto simili a quelli che oggi si usano per la ricerca in Internet e questo significa avere a disposizione, per la propria ricerca, per le ricerche incrociate, soprattutto, una massa di dati enorme rispetto ad un semplice catalogo di programmi.

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    Domanda 6
    Con quale criterio avete scelto il materiale esposto nella vetrina teche in Rete?

    Risposta
    E' un materiale che viene esposto con lo stesso criterio con cui, rimettendo a posto una soffitta, si trova un gioiello della nonna, un vecchio merletto, o qualcosa di curioso e si decide di portarlo ai piani inferiori e metterlo dietro un vetro e farlo vedere anche agli ospiti della casa. Appena troviamo qualcosa di curioso e di stimolante da offrire immediatamente al pubblico di Internet, che non comporti problemi di diritti d'autore, d'interpreti o cose del genere, cerchiamo di far partecipe anche gli spettatori del piacere della scoperta.

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    Domanda 7
    Quali problemi di Copyright comportano il progetto di mettere in rete un archivio come quello delle teche?

    Risposta
    I problemi di Copyright, in effetti, sono enormi perché si deve ricostruire la storia dei diritti legati ad ogni trasmissione, e siccome la documentazione cartacea allegata ai programmi è, spesse volte, molto lacunosa questa ricostruzione è più faticosa del previsto, specialmente per anni addietro e soprattutto per certi programmi di cui non sappiamo quasi nulla. Proprio ieri hanno aperto delle scatole con delle bobine degli anni quaranta e si sente solo il tecnico che dice: "Si parte a cinque secondi dal mio via", e poi si sente "via!" e parte una musica; questo è tutto quello che sappiamo e dobbiamo ricostruire tutto.

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    Domanda 8
    Cos'è il catalogo multimediale di cui si parla nel sito delle teche?

    Risposta
    Il catalogo multimediale è l'unione di tutta una serie di strumenti che ricostruiscono un programma della RAI e permettono di accedere ad ogni parte di questo programma attraverso la descrizione testuale dei suoi vari frammenti, l'ascolto dell'audio o il controllo di immagini a ogni fermo immagine per i programmi televisivi, più tutta una serie di collegamenti con materiali fotografici, link alle varie annate del Radio Corriere per esempio. Un mezzo che permette di consultare i programmi, controllarli, ascoltarli e contemporaneamente fare le ricerche in maniera assolutamente impensabile a chi oggi semplicemente consulta un catalogo fatto di titoli.

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    Domanda 9
    C'è in cantiere il progetto di utilizzare il materiale delle teche per un canale tematico, Web, tivù o satellitare, incentrato sulla storia della Rai?

    Risposta
    Io credo che sia in cantiere l'idea di utilizzare il materiale d'archivio per canali tematici d'ogni tipo. La prima cosa che viene in mente è di fare una storia della Rai, però credo che sia limitativo pensare soltanto ad un uso storico di questo materiale ordinato e pensato per una storia del canale che lo ha prodotto. Questo materiale costituisce la storia dell'Italia di questi anni. Se pensiamo soltanto al valore documentario di tutti i telegiornali, e di tutti i giornali radio, abbiamo una documentazione viva, con le voci, le interviste, i volti, le immagini degli eventi e dei fatti principali, giorno per giorno, dagli anni Cinquanta ad oggi per quanto riguarda la televisione e per quanto riguarda la radio anche un po' prima. torna a inizio pagina