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    Tullio De Mauro

    Roma, 20-05-1996
    Alfabetizzazione elettronica e nuovi linguaggi
  • La diffusione d'uso del computer minaccia di determinare una nuova forma di discriminazione tecnologia (1) .
  • Per evitare questo rischio si deve fare un grande sforzo di alfabetizzazione informatica (2) .
  • L'uso di strumenti informatici ottimizzerà la conoscenza e l'uso del nostro linguaggio (3) .
  • L'introduzione di nuove tecnologie é auspicabile nelle scuole dove gli insegnanti dovranno sapersi adeguare a nuove forme di comunicazione (4) (5) .
  • La prospettiva di sviluppare nuove forme di didattica a distanza é molto interessante. Si deve, però, combattere contro resistenze culturali a questa nuova forma di insegnamento (6) .
  • De Mauro presenta il Premio Pirelli, sottolineando l'importanza di iniziative per l'educazione ricorrente in età adulta (7) .
  • Le nuove tecnologie, nel differenziare le modalità di gestione dei messaggi, non porteranno, però, ad una nuova Babele tecnologica (8) .
  • nonostante portino alla diffusione di numerosi neologismi (9) .
  • Il broken-english che si parla su Internet è una forma "gergale" (10) .
  • La comunicazione scritta su Internet, come ogni altra forma di comunicazione scritta, si adegua all'esigenza di tradurre in simboli le ricchezze del parlato (11) .
  • Al contrario di quanto previsto da molti, le nuove tecnologie portano al recupero del linguaggio scritto (12) .
  • A questo si aggiungono le potenzialità delle opere multimediali (13) .
  • De Mauro definisce la multimedialità (14) .
  • L'ipotesi di anglicizzazione del pianeta non ha fondamento. Bisogna piuttosto guardarsi dal dominio culturale che il sud-est asiatico eserciterà nel XXI secolo (15) .
  • Internet potenzia e facilita la comunicazione a distanza (16) .
  • De Mauro presenta il programma "Errata corrige Pubblica Amministrazione" (17) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Le leggo una sua dichiarazione elaborata in una recente intervista: «quelli che vengono da famiglie con libri in casa hanno oggi delle occasioni che noi non avevamo. E quindi, considerando le cose evolutivamente, sono più bravi di noi, della mia generazione. Il guaio è che aumenta il distacco tra loro e tutti gli altri. Ciò significa che i più bravi sono molto più bravi, i meno bravi sono molto meno bravi, molto più distratti: una divaricazione molto preoccupante, un problema che non sappiamo come fronteggiare». Sta avvenendo la stessa cosa con il computer?

    Risposta
    Direi che in buona parte le nuove tecnologie ripropongono il problema della divaricazione socio-culturale fra le persone. La tecnologia del computer, però, è relativamente più semplice e più popolarmente accettabile, più connessa al nostro mondo, fabbricato di pulsanti, di "clic": in questa realtà multimediale la giovane generazione si orienta bene, come pure l'anziana, poiché risulta più semplice attivare un computer, e l'uso di un computer, che non sviluppare la capacità di leggere ed acquisire tranquillità nel consultare un libro. Visti in questa prospettiva, gli effetti della distanza culturale fra le persone che può provocare l’approccio alle tecnologie, possono essere minori, anche se, certamente, esistono.

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    Domanda 2
    Ha senso parlare di alfabetizzazione elettronica? E cosa comporta il rischio di una alfabetizzazione elettronica?

    Risposta
    E’ sensato parlare di alfabetizzazione elettronica se si considerano diversi gradi di conoscenza del computer. Il livello cognitivo più elementare consiste nella capacità di orientamento dinanzi ai comandi della tastiera per poter scrivere un testo, o per produrre un grafico, o per richiamare qualche altro testo: per "smanettare", come dicono in gergo. Questo processo di conoscenza richiede uno sforzo di alfabetizzazione di poco più complesso di quello che richiedeva anche l’uso di una macchina da scrivere. Un grado ulteriore di alfabetizzazione elettronica consiste invece nel capire come i programmi sono strutturati: ciò richiede uno sforzo molto più impegnativo, al quale non siamo tutti abituati. In questo campo di conoscenza si viene formando un'"élite". Ma questo accade anche con la produzione scritta: l’alfabetizzazione alla scrittura attiva e formale, destinata ad un pubblico, è complessa, e rimane, per ora , dominio di pochi. Viceversa, si è in molti a saper leggere. In questa prospettiva, l'affabilità delle tecnologie elettroniche nel consentire la produzione di testi potrebbe rappresentare uno stimolo a ridurre la distanza che c'è tra chi legge e chi scrive.

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    Domanda 3
    Lei considera dunque la tecnologia elettronica una possibilità per colmare il divario esistente fra alfabeti e analfabeti? Crede, pertanto, che essa favorirà anche la lettura, l'avvicinamento ad altri?

    Risposta
    In linea generale, l'avvento di nuove tecnologie per fissare e trasmettere le espressioni del nostro linguaggio, hanno sempre avuto un effetto positivo su tutte le tecniche preesistenti. Nel momento in cui abbiamo appreso - come specie umana, come tradizione culturale, mediterranea - l'uso della scrittura alfabetica, nonostante le profezie negative che furono fatte, abbiamo anche imparato a controllare il nostro linguaggio parlato, per definizione più immediato. Allo stesso modo, riprodurre a stampa in migliaia di esemplari ciò che si é scritto, non soltanto ha indotto a migliorare il controllo del linguaggio parlato, ma anche lo scritto tradizionale a mano. Abbiamo appreso a calibrare meglio i nostri testi, a seconda dell'ampiezza del raggio di destinazione. Questo processo di apprendimento credo sia peculiare anche alle tecnologie di telecomunicazione in genere, le quali rafforzeranno la sensibilità ai diversi tipi di testi che possiamo e dobbiamo produrre a seconda delle circostanze. In questa prospettiva credo che aiuti lo sforzo di una società democratica nell’offrire, alla base della sua organizzazione, delle pari opportunità di accesso alla lettura, alla scrittura, all'informazione scritta e letta.

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    Domanda 4
    Come dovrà cambiare la scuola rispetto alla diffusione delle nuove tecnologie? E potrà, saprà cambiare?

    Risposta
    Consentire una mobilità dei percorsi che il discente può scegliere dinanzi all'insieme delle cose da studiare e da imparare in modo interattivo, avvalendosi delle tecnologie automatiche di fissazione e trasmissione a distanza, rappresenta un punto di riflessione molto importante. Affinché ciò sia disponibile agli studenti delle nostre scuole, e a quelli delle scuole di altri paesi, credo che sarà necessario ancora qualche anno: le tecnologie oggi effettivamente accessibili sul mercato, sono ancora troppo rigide, e buona parte degli ipertesti sono in realtà un insieme di materiali non più intelligentemente assemblati di quanto non lo siano in uno zibaldone di carta stampata. L’accesso alle tecnologie porrà, inevitabilmente, dei problemi alla didattica.; in prospettiva, però, rafforza, o crea, molte possibilità di intervento: il discente assumerà una posizione centrale nei processi di studio rispetto alle modalità soggettive dell'apprendimento. Questo nuovo modo di apprendere porrà dei problemi ad una buona parte dei sistemi scolastici, i quali volgono intorno alla lezione centrale. Un metodo, questo, a cui anche io faccio ora riferimento. Dinanzi ad una scuola che è abituata a lavorare in questo modo - l’uno parla, gli altri ascoltano -, l’immissione delle nuove tecnologie crea condizioni nuove. Nell’angusto stato in cui viene oggi a trovarsi la Scuola Media Superiore italiana, un rinnovamento del genere può apparire avveniristico. Credo, infine, che sia in termini di costi, sia di tecnologie, esso sarà acquisibile facilmente nel giro di qualche anno e provocherà un grande "ribaltone".

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    Domanda 5
    E chi formerà i formatori? L 'insegnante non rischia la perdita del ruolo?

    Risposta
    Un buon insegnante sa da sempre che è soltanto un consulente nel processo di maturazione intellettuale degli allievi. I buoni insegnanti ci sono sempre stati, ci sono e continueranno ad esserci; sapranno rinnovarsi, familiarizzando, anche nella vita domestica, con strumenti che non hanno nulla di fantascientifico e che tutti possiamo adoperare.

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    Domanda 6
    Tutto questo favorirà forme di insegnamento a distanza? Esistono già adesso teleuniversità? E’ possibile, attraverso Internet stessa , seguire dei corsi a distanza?

    Risposta
    Il Premio Pirelli International vuole stimolare, sollecitare l'attenzione alla diffusione, non solo delle tecnologie, ma di particolari contenuti rilevanti per lo sviluppo della tecnologia e della cultura scientifica. Per migliorare il rapporto con le conoscenze scientifiche e con i nuclei di base delle conoscenze scientifiche - ormai molto articolate e molto vaste - la società italiana deve imparare rapidamente ad attrezzarsi con un sistema di formazione ricorrente degli adulti, che al momento non esiste. Sono queste le vie maestre per far crescere le conoscenze scientifiche a larga scala in una società contemporanea. Il premio richiama l'attenzione sul problema, ne stimola la percezione. In questo senso credo sia prezioso.

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    Domanda 7
    A proposito della promozione e della diffusione della cultura scientifica, Lei è nella Commissione del Premio Pirelli International. Pensa che operazioni di questo genere possano giovare?

    Risposta
    Il Premio Pirelli International vuole stimolare, sollecitare l'attenzione alla diffusione, non solo delle tecnologie, ma di particolari contenuti, rilevanti per lo sviluppo della tecnologia e della cultura scientifica. Penso che un'iniziativa del genere possa essere un aiuto. E' chiaro che un rapporto migliore, più largo, più diffuso, più sicuro con le conoscenze scientifiche, anche con i nuclei di base delle conoscenze scientifiche, ormai molto articolate e molto vaste, ha bisogno di altro che di premi, ha bisogno di una scuola efficiente, di un sistema di formazione ricorrente degli adulti. E purtroppo, entrambe queste cose, nel nostro paese, o esistono poco o addirittura - è il caso della educazione ricorrente in età adulta - mancano del tutto, sono affidate al "fai da te" individuale. Questo non è possibile. Non dico a lungo, ma a medio termine si sta rivelando impossibile. La società italiana deve imparare rapidamente a attrezzarsi con un sistema di formazione ricorrente degli adulti, che al momento non esiste. Sono queste le vie maestre per far crescere le conoscenze scientifiche, su scala di massa, in una società contemporanea. Il premio richiama l'attenzione sul problema, suscita, per dir così, il problema, ne stimola la percezione E credo che, in questo senso, sia prezioso.

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    Domanda 8
    Le nuove tecnologie comportano la nascita di nuovi linguaggi. Dal momento che lo sviluppo tecnologico è in continua evoluzione, è conseguentemente ipotizzabile una nuova Babele tecnologica?

    Risposta
    Non sono del tutto d'accordo con le premesse della domanda: le nuove tecnologie aiutano a fissare, a trasmettere, a manipolare i messaggi affidati al linguaggio parlato e anche alla scrittura. Entrambe sono le tecniche elementari, quasi naturali - la prima assolutamente naturale - di fissazione del nostro linguaggio verbale. Quest’ultimo conserva, nella sua essenza, le sue ricchezze, le sue approssimazioni, la sua enorme potenza di dare forma ai contenuti più nuovi, più inediti proprio attraverso la sua capacità di manifestarsi in una pluralità di lingue diverse: dal dialetto napoletano al francese, all'inglese, all'italiano, al russo, al latino, al greco e così via. Le nuove tecnologie lavorano all'interno di questa realtà, che alla nostra specie è stata consegnata circa 150.000-200.000 anni fa. Da allora, oltre che comunicare in "altro modo", sappiamo comunicare con le parole. Non mi sembra, infine, di vedere nessuna novità di base, biologica, per dir così, nelle nuove tecnologie di raccolta e fissazione e trasmissione della informazione, affidata al nostro linguaggio.

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    Domanda 9
    Lei recentemente ha parlato della esistenza di "ciberneologismi". Cosa intende con questo termine?

    Risposta
    Con questo lemma intendo indicare tutti i neologismi che nascono e si diffondono nel mondo, affidati al dilatarsi pervasivo delle tecnologie informatiche e telematiche, a cominciare dalla rinnovata fortuna del prefisso "ciber", o "cyber" in inglese - che è stata esplosiva negli ultimi anni -, e continuare con tutti i possibili neologismi legati alle tecnologie delle telecomunicazioni.

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    Domanda 10
    La lingua parlata su Internet è l'inglese: non l'inglese tradizionale, ma quello che gli addetti ai lavori definiscono "broken english". Crede che questa nuova lingua sia specificamente legata al "mezzo" o che riuscirà a superarne i limiti, realizzando appunto il sogno di una lingua universale, condivisibile da tutti?

    Risposta
    Finché gli utenti di Internet saranno, come sono, una minoranza esigua, vivranno come qualsiasi gruppo ristretto. Dinanzi all'impiego di una tecnologia particolare, vivranno l'esperienza della formazione di qualche elemento gergale. Ciò accadeva agli stagnini o ai cavallari di un tempo, così succede agli sportivi, specialmente quelli di sport poco praticati. Negli ambienti in cui esiste una specializzazione di attività riservata, per ragioni sociali o produttive di scarso interesse, e quindi riservata a pochi, si assiste sempre alla formazione di parole "scorciate" e metafore particolari, dando vita a piccoli gerghi. Questi ultimi spesso possiedono dei confini geografici che scavalcano quelli etnico-linguistici abituali. Esistono degli esempi trasparenti per noi italiani: la terminologia relativa al canto e alla musica è largamente italiana. Il gergo dei musicanti e dei cantanti, partendo dall'Italia, ha attraversato nei secoli tante lingue diverse in cui ritroviamo italianismi proprio in questo settore della cultura. Altro settore in cui è nato in Italia un gergo stenografico abbreviato è quello delle transazioni bancarie e finanziarie: dall'Italia è partito ed è andato in giro per il mondo. Questo processo di diffusione di termini "gergali" ha favorito altri settori e altre lingue: la moda, per esempio, oppure la cucina, dove, per molto tempo, tutte le lingue sono state tributarie del gergo dei cuochi e dei ristoratori francesi, così come oggi lo sono del gergo, delle abitudini dei ristoratori italiani; sembra invece che abbia ancora poca incidenza il gergo cinese o coreano. Ma da qui a qualche anno questa mia frase sarà probabilmente superata dai fatti. Le prime maglie della rete di Internet si sono definite negli Stati Uniti d'America, e di là essa si è andata diffondendo in tutto il mondo. Gli elementi gergali ad Internet connessi, sono anglicizzanti. Ma un gergo è tutto tranne che una lingua universale. La lingua universale esiste, e qualsiasi lingua o dialetto noi parliamo è capace di contenere l'insieme delle nostre esperienze in un modo comprensibile, quando se ne imparino le tecniche, per qualunque essere umano.

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    Domanda 11
    Che caratteristiche ha un tipo di comunicazione priva di interazione vocale?

    Risposta
    Dal punto di vista della povertà vocale, la scrittura, e quindi anche la scrittura di Internet, appartiene probabilmente a una fase di transizione. Non è avveniristico pensare che il passaggio dalla grafia al parlato e dal parlato alla grafia, che è già tecnicamente possibile, si realizzi in forme tali da renderlo accessibile nella nostra vita quotidiana. In questa prospettiva Internet potrebbe rischiare una rapida obsolescenza. La povertà di rappresentazione dell'andamento reale del parlato, che spesso è molto importante nella comunicazione tra due persone o in quella pubblica attraverso parole dette e ascoltate, Internet la condivide con qualsiasi altro sistema di scrittura. E’ necessario tuttavia dire che, specialmente nelle interazioni molto rapide, l'utente di Internet ha avvertito il bisogno di marcare l'andamento effettivo di un equivalente vocale attraverso una batteria di segni aggiuntivi ai segni alfabetici; procedimento, questo, a cui i fumetti, del resto, già ci avevano in parte abituato. Agli utenti di Internet accade ancora di più di chi scrive una lettera, che, come sappiamo, ricorre spesso a sottolineature, a stelline e altri artigianali segni di rappresentazione grafica. Se si scorre un fumetto, si trovano per l'appunto stelline, circoletti racchiusi dentro il fumetto ad accompagnare la grafia delle parole, proprio per evocare silenzi, pause, mugolii, risonanze particolari che la parola può avere. Aggiungo, pertanto, che, in complesso, né lo stile scritto Internet innovi in assoluto, né ciò che produce sia destinato a durare, anche se le profezie sono sempre pericolose in tutti i campi, in particolare nel campo del linguaggio. Ma è ragionevole pensare che l’uso di poter registrare un parlato in una forma tale da poter essere rappresentata immediatamente per iscritto, e l'uso di ricostruire un parlato a partire da una forma grafica - che oggi è affidato a tecnologie ancora relativamente sofisticate e di poco mercato - si diffonda. A quel punto, Internet, o come si chiamerà una rete nuova capace di realizzare ciò ho esposto sopra, ci metterà a disposizione un mezzo di interazione anche vocale e uditiva.

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    Domanda 12
    Comunque sia Internet sta sollecitando una sorta di recupero del linguaggio scritto. Come si deve valutare questo fenomeno?

    Risposta
    Negli anni passati alcuni sociologi illustri, soprattutto italiani, avevano immaginato che lo sviluppo tecnologico avrebbe reso obsoleta la scrittura e la lettura. Quando alcuni di noi insistevano o hanno insistito, anche in anni recenti, sulla necessità di far crescere i livelli di alfabetizzazione primaria della popolazione nei paesi sviluppati, e in Italia soprattutto, alcuni altri rispondevano che si stava combattendo una battaglia di retroguardia e che ormai, in realtà, la scrittura aveva esaurito le sue potenzialità a causa le "nuove tecnologie". Alcuni di noi - linguisti per la maggior parte, e qualche studioso di scienza dell'educazione, come Benedetto Vertecchi -, da anni insistevano sul porre l’attenzione al problema che le nuove tecnologie, con la loro pervasività e con il fascino che portano con sé, avrebbero prodotto un "rinnovato radicamento antropologico della scrittura". Le nuove tecnologie portano con sé la necessità di leggere molto e scrivere molto. Internet, o i sistemi di scrittura automatica sotto dettatura o di riproduzione del suono, sono tutte tecnologie che ci costringono a rapportarci continuamente con la scrittura e la lettura, in una misura sconosciuta a età del passato. Pertanto, nel mondo contadino e anche nel mondo della prima industrializzazione, gli esseri umani hanno potuto vivere benissimo senza sapere né leggere né scrivere bene. Nel mondo delle telecomunicazioni, dell'insegnamento a distanza, delle nuove tecnologie ciò è diventato sempre più difficile, per non dire impossibile. Dalle nuove tecnologie, dunque, viene un impulso straordinariamente potente ad una rinnovata diffusione della pratica del leggere e dello scrivere. In generale, riaffermando ciò di cui si è parlato all’inizio, credo che la tecnologia sia capace di accorciare le distanze tra le "élites" scriventi e leggenti e la grande massa delle popolazioni del pianeta.

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    Domanda 13
    Lei pensa che le nuove tecnologie si possono coniugare con le precedenti?

    Risposta
    Nell'aprile del 1996, a Palermo, una società di studiosi e di insegnanti, ha tenuto un convegno di grande interesse sui libri di testo. Uno dei temi trattati è stato proprio quello della interazione tra testi scritti, tradizionali e tecnologie multimediali o di trasmissione a distanza, variamente elettronizzata dell’informazione. Molte case editrici italiane, ma anche francesi, tedesche e statunitensi, si stanno attrezzando alla produzione di strumenti multimediali. Esistono, pertanto, dei settori in cui le possibilità che si aprono sono di enorme interesse: dall'enciclopedia ai dizionari. Credo, inoltre, che non tutte le potenzialità insite in questa integrazione multimediale siano già sfruttate o siano vicine allo sfruttamento. Come nel caso dell’informatizzazione del settore scolastico, anche qui dovremo attendere qualche anno affinché le potenzialità potranno realizzarsi concretamente.

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    Domanda 14
    In questo senso la multimedialità, a Suo avviso, è da intendersi come la possibilità di mettere in voce uno stesso contenuto su più supporti?

    Risposta
    La multimedialità è da intendersi come un concorso di parola, parlata o scritta, e, di conseguenza, è parlata e scritta con immagini, attraverso la possibilità di percorsi all'interno di architetture di qualsiasi tipo: anche attraverso i suoni, o con qualsiasi altro canale di percezione e di ricezione delle informazioni che provengono dal mondo esterno.

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    Domanda 1 5
    Qualcuno ha parlato di una possibile invasione culturale statunitense attraverso Internet stesso, paragonandola a quella della Roma imperiale, ritenendola una cultura dominante, però aperta ad altre forme di contaminazione. Il futuro della cultura europea, di cui si discute molto ultimamente, e della cultura italiana, in particolare, in questo scenario globale, quale sarà? C'è il rischio, per le culture regionali, di scomparire, oppure queste forme di comunicazione le promuoveranno?

    Risposta
    Alla prima parte della domanda ha già risposto, da parecchi anni, John Naisbitt, uno studioso di prospezioni economico-sociali. Naisbitt è nordamericano, statunitense più precisamente, e spiega che dal Seicento circa, ogni volta che si assiste alla nascita di una tecnologia nuova, la quale si afferma e si diffonde per il mondo, si è profetata la scomparsa delle culture e delle lingue diverse dall'inglese. Ciò si è verificato per le macchine tessili, per la macchina a vapore, per le ferrovie, per l'energia elettrica, poi per l'energia atomica, poi per i computer, poi per le tecnologie dell'informazione a distanza automatizzata. Naisbitt afferma che questo continuerà a succedere, se, come è probabile, le innovazioni tecnologiche più significative proverranno dall'ambito nordamericano. Queste profezie si sono rivelate finora sbagliate. La ferrovia o gli aerei hanno aiutato, al contrario, a sviluppare più coscienza culturale di quanto non avvenisse in passato, rispetto alle identità e alle differenze esistenti tra i popoli. Altro problema può essere quello dell’egemonia che una cultura esercita sulle altre. Da questo punto di vista, non in connessione con le nuove tecnologie, ma con altri fatti molto più complessi che sono anche di natura religiosa, antropologica e sentimentale, forse sarebbe più prudente studiare il malese o il vietnamita o il cinese, poiché le culture espresse dai popoli del sud-est asiatico rappresentano il teatro delle egemonie del XXI secolo.

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    Domanda 1 6
    E Internet favorirà invece le culture minori? La possibilità di esprimersi? In realtà questa è una tesi da molti sostenuta: la possibilità data anche ai singoli di mettere...

    Risposta
    In un libro, dal titolo Megatrends , che ormai conta quattordici anni, Naisbitt ha già spiegato molto bene che le tecnologie della fissazione e trasmissione a distanza della informazione danno più potere a chi oggi ha meno potere: è più difficile stampare un libro, che non lavorare in E-mail su Internet. Questo significa che è necessario un investimento industriale, ma anche culturale e organizzativo molto consistente per produrre un libro o una rivista. L'investimento, viceversa, diventa molto meno impegnativo se vogliamo inviare messaggi tramite Internet. La conseguenza estrema di questo fatto è che un curdo possa accedere ad Internet molto più facilmente che non al «Life» o all' «Economist». In questa prospettiva Internet aiuta il curdo.

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    Domanda 1 7
    Lei è uno dei collaboratori impegnati nella realizzazione del programma "Errata corrige, pubblica amministrazione". Ce ne può parlare?

    Risposta
    "Errata corrige" rappresenta lo sviluppo - reso possibile dalla rapidità del computer con la quale svolge migliaia di operazioni in un secondo - di una vecchia idea: si sistema in un programma ciò che noi sappiamo sulle caratteristiche che deve possedere un enunciato per essere leggibile, e quindi di facile comprensione; in seguito, il programma ci segnalerà, in tempo reale, le disfunzioni dal punto di vista della comprensibilità della parola. A noi spetta, se ci piace, correggere ciò che scriviamo, in funzione di una maggiore comprensibilità del testo.

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