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    Derrick De Kerckhove

    Cannes, Milia, 11/02/1997
    Verso la conoscenza connettiva
  • La tele-educazione presenta notevoli vantaggi: qualunque informazione può raggiungere anche le persone che vivono lontane dai centri accademici e questo contribuisce a realizzare connessioni sempre più numerose tra le persone (1) .
  • I nuovi ipermedia possono essere utili in diversi contesti educativi (2) .
  • Lo strumento didatticamente più efficace è il CD-ROM on-line, aggiornabile periodicamente (3) .
  • Le nuove tecnologie di trasmissione aumentano capacità e velocità della trasmissione e permettono di realizzare luoghi virtuali di insegnamento ai quali tutti possono accedere (4) .
  • Questi miglioramenti dei collegamenti arricchiscono la connettività che gli uomini hanno sempre conosciuto ma mai realizzato nelle forme attuali (5) .
  • A Sophia Antipolis si stanno conducendo esperimenti di lavoro interattivo realizzato mediante la connessione dei diversi gruppi di lavoro (6) .
  • Navigare in Internet significa esattamente immergersi nel mare di elettroni che costituiscono la rete. La metafora del navigare è molto più comprensibile di quella racchiusa nel termine "ipertesto" (7) .
  • Con i nuovi agenti intelligenti e i nuovi motori di ricerca il problema dell'eccesso di informazioni che potrebbero sommergere chi naviga è davvero superato (8) .
  • La possibilità di distribuire i propri prodotti in rete rende la comunicazione su Internet davvero interattiva (9) .
  • Internet2 potrebbe essere uno strumento di esclusione rispetto a chi non fa parte della comunità accademica (10) .
  • Il proselitismo religioso in rete è una buona idea perché' si realizza in modo interattivo, con uno scambio dialogico tra utenti (11) .
  • Non tutte le religioni sono in rete, ma questo dipende dalla diversità delle culture alle quali sono legate. Ciò che conta nella comunicazione su Internet non è il numero di persone che si collegano ma il numero di contatti che si stabiliscono (12) .
  • La Web TV sarà uno strumento efficacissimo per un'ulteriore aumento della diffusione di Internet (13) .
  • Presto la tecnologia saprà realizzare una perfetta interattività senza fili (14) .




  • INTERVISTA:

    Domanda 1
    Quali sono, a suo avviso, i vizi e le virtù della tele-educazione?

    Risposta
    La tele-educazione è un sistema straordinario per fornire e per distribuire conoscenze specializzate, che altrimenti resterebbero inaccessibili a chi vive in certi luoghi. Questo è un primo aspetto. Un secondo aspetto è la moltiplicazione delle connessioni tra le persone, non solo tra studenti e professori, ma anche degli studenti tra di loro e tra le zone periferiche e i centri. Il terzo beneficio che la tele-educazione apporta è una ricomposizione completa dei fenomeni della conoscenza, cioè la conoscenza connettiva.

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    Domanda 2
    Lei pensa che gli strumenti multimediali e gli ipertesti possano essere veramente mezzi di formazione? Ed eventualmente di quale formazione?

    Risposta
    Dipende totalmente dagli ipermedia che si usano. E' evidente che la realtà virtuale è un aspetto, il Cd ROM un altro, i video non lineari un terzo: ci sono molte specie di ipermedia. Dipende anche dalle situazioni educative nelle quali questi strumenti vengono utilizzati. Io sono convinto, ad esempio, che la presenza di un professore in video-conferenza è molto diversa dalla conversazione telefonica o su Internet. E' un metodo importante di contatto tra studenti e professori, ma solo in certi contesti. Se si vuole avere la partecipazione di qualche celebrità alla discussione, è più facile ottenerla senza chiederle scomodi spostamenti. Inoltre è più economico farla intervenire dal suo studio, piuttosto che farla partecipare di persona.

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    Domanda 3
    Lei crede anche ai corsi su CD ROM o su Internet come forme di apprendimento autodidattico?

    Risposta
    Sì certo. Credo che il CD ROM possa essere un buon sussidio per i corsi di base e ancora più il CD ROM on-line, cioè un CD ROM modificabile che può essere aggiornato per mezzo di Internet. Questo è quanto c’è di meglio. E del resto si va diffondendo ovunque la pratica di trasferire delle banche dati su CD ROM: è lo stesso principio della video-conferenza, d'altronde, in cui quello che cambia sono i movimenti, le parti che si muovono, mentre quello che non si muove non cambia, è una parte della compressione.

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    Domanda 4
    Lei pensa che le tecnologie per la trasmissione dei flussi, la ATM, per esempio, e ormai anche l'ISDN (Integrated Services Digital Network) possano imprimere veramente una svolta alla tele-educazione. Sono veramente necessarie e avranno conseguenze importanti?

    Risposta
    Si possono fare già molte cose: più larga è la banda più cose si possono fare e, in definitiva, per avere la comunicazione, bisogna aspettare meno di quanto non si faccia nel caso di bande strette. Credo che noi stiamo andando verso un aumento della banda passante. Rispetto alla funzione educativa questo comporta una differenza notevole. Abbiamo creato una Università a tre dimensioni sui mondi  a Mediartech, l'anno scorso a Firenze. E' una università che esiste e cresce continuamente.

    E’ un esempio banale ma ricordo che all’inizio della nostra esperienza se si cercavano dei personaggi sullo schermo, si presentavano come figurine di legno, molto grezzi nella loro rappresentazione grafica. Quei personaggi adesso si muovono, si sente la loro voce, ci si può parlare, dunque c'è una rappresentazione di persone che si scambiano dei commenti in un ambiente educativo. Io non so se i seminari che hanno luogo così sono migliori di quelli che teniamo in presenza reale, ma hanno luogo comunque tra persone che non siedono l'una vicino all'altra.

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    Domanda 5
    Lei è un profeta del lavoro connettivo, del tele-lavoro su rete. Ci può spiegare questo concetto?

    Risposta
    La connettività è veramente una delle grandi scoperte che resta ancora da fare nel mondo moderno: è importante capire, attraverso le reti tutte collegate tra di loro e la cui complessità interna è sempre più grande, che questa possibilità è sempre esistita tra gli uomini, ma prima non si era capaci di servirsene. Adesso sappiamo servirci del nostro cervello, sappiamo accelerare la nostra intelligenza, ci sono metodi per pensare più velocemente, quindi devono esserci anche metodi per far pensare più velocemente un collettivo. Questo è assolutamente chiaro. La connettività è questo: trovare dei metodi che facciano procedere insieme i pensieri in tempo reale, che facciano pensare più rapidamente in gruppo. Io sto esplorando questo fenomeno, che ho accolto nella mia pedagogia.

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    Domanda 6
    Quali sono i suoi ultimi esperimenti in questa direzione?

    Risposta
    Sto facendo degli esperimenti, qui nella regione, a Sophia Antipolis, all'European American Institute. Abbiamo un gruppo di studenti che lavora su un progetto, che è la ricostruzione della cittadina di Sagres, in Portogallo. Sono studenti di management e di comunicazioni. Il mio corso è intitolato "Cultura, tecnologia e impresa". Ho pensato: qui è possibile fare cultura, si possono utilizzare le nuove tecnologie al servizio di una impresa. Noi stiamo facendo proprio questo, stiamo creando il design, il progetto per una esposizione che metterà in valore, sul piano virtuale, la città di Sagres, incantevole cittadina turistica del Portogallo, e permetterà di farne un centro di comunicazione e di intercomunicazione. E' un modello per l'Expo '98 sugli Oceani, che si terrà a Lisbona, un modello di navigazione, perché è da Sagres che sono partiti i grandi navigatori portoghesi, da Enrico il Navigatore in poi. Nella mia classe lavoriamo in piccoli gruppi di cinque persone alla creazione di quest'opera, usando Sagres come metafora. Il corso consiste in questo lavoro comune interattivo, che si fa connettendo i diversi gruppi tra loro.

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    Domanda 7
    Allora Lei crede veramente alla metafora della navigazione in rapporto a Internet? Che cosa ci permette di capire il termine di "navigazione"? Che cosa rappresenta?

    Risposta
    E' una espressione che mi infastidisce meno della parola "autostrada" e questo è già un buon inizio, perché veramente l'idea di autostrada, per designare Internet, non mi piace. L'idea di navigazione, l'idea del mare è già più interessante, perché il mare è l'elemento liquido e gli elettroni hanno qualcosa di liquido. In un certo senso, quando apriamo Internet, siamo immersi in un oceano di elettroni. Ma anche questa è una metafora. Io credo che sarebbe assai meglio parlare di "ipertesto", ma la gente non capisce che cosa vuol dire "ipertesto", è un termine difficile.

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    Domanda 8
    A proposito di Internet c'è un problema, che ritorna sempre più spesso, quello che in inglese si dice information over load, eccesso di informazione.

    Risposta
    Non sono d'accordo, mi dispiace: è un problema che non esiste più da tempo.

    Dopo Yahoo!, dopo il primo motore di ricerca, c’era già una speranza, la questione aveva trovato una risposta ancora prima di essere formulata con Yahoo!, ma dopo Yahoo! ci sono nuove generazioni di sistemi di ricerca con un futuro prodigioso, dei software, degli agenti intelligenti nella creazione e nella produzione; ci sono due tipi di software e tutti e due possono avere una funzione pedagogica: l'agente intelligente, che serve da filtro dell'informazione - ce ne sono già dei buoni esempi - e soprattutto il software, che si chiama in inglese group ware, cioè il software connettivo, che serve ad accelerare lo scambio, la catalogazione e la maturazione delle informazioni, mettendo in contatto parecchie persone grazie a un programma con il quale tutti i calcolatori si possono connettere. E' un avvenire straordinario e sono sicuro che in questo campo c'è una enorme quantità di cose da scoprire e da sperimentare, molte più di quante ne abbiamo apprese attraverso il libro. Pur non avendo sperimentato tutti gli agenti di informazione ho avuto la possibilità di conoscere dei motori di ricerca come Altavista e Lycos dove gli agenti lavorano in maniera differente.

    Il primo è ancora molto semplice, e tuttavia produce effetti straordinari. Si chiama Point Cast . Non so se Lei ne è a conoscenza, ma Point Cast è un agente di selezione delle notizie che interessano, che resta ancora uno strumento un pò primitivo, e tuttavia è già un primo passo verso una straordinaria ricchezza cognitiva e connettiva.

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    Domanda 9
    I modelli che Lei ha citato rappresentano le cose in un certo modo, forniscono una specie di giornale personale, che si può selezionare su temi preferiti. Sono delle information channels: significa che si cominciano a vedere su Internet dei canali in cui le informazioni arrivano come se fossero trasmesse per televisione, cioè preconfezionate. Allora Lei non pensa che ci sia sempre più il rischio che mentre cerchiamo le cose che ci interessano, riceviamo invece cose già confezionate da altri? Io credo che questa sia una nuova forma di passività sulla rete.

    Risposta
    Credo che questo sia vero in parte. Una passione scaccia l'altra. Ci sarà anche questo fenomeno, ma ci sarà anche, a mio avviso - Internet ne è la prova - un bisogno straordinario di creare, di distribuire i propri prodotti. Vedo questo nel moltiplicarsi delle pagine Web, che è un antidoto alla personalizzazione passiva della pubblicità o del giornale. Io credo che la gente comprenderà presto questo genere di trasformazione, soprattutto se verrà educata nel modo giusto ed esercitata fin dall'inizio alla connettività. Ho un sistema per questo. Una volta raggiunta la comprensione, la gente non correrà rischi di condizionamenti, ma, al contrario, esigerà un garante per ognuna delle connessioni. Nella pubblicità classica non c'è nessuno che risponde.

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    Domanda 10
    Che cosa pensa riguardo Internet Due, che sta diventando una rete privilegiata e separata, adatta solo per la grande ricerca? Lo ritiene un fatto positivo o meno?

    Risposta
    Mi preoccupa relativamente, la direzione che sta percorrendo questo fenomeno, perché trovo che sia importante avere un Internet aperto, un sistema completamente aperto, con regole di accesso magari finanziarie, ma non tecnologiche. Trovo che l'esclusione tecnologica è un'esclusione grave e pericolosa. L'esclusione finanziaria è dura da subire, ma al limite può essere dosata; l'esclusione tecnologica no, a meno che non sia variabile, all'infinito, tra il telefono o il telegrafo. Ritengo che l’esclusione tecnologica sia, in ultima analisi, un elemento negativo.

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    Domanda 11
    Lei ha scritto sulla civiltà video-cristiana. Che cosa pensa dell'uso che fa oggi la Chiesa Cattolica, peraltro molto attiva in questo campo, delle reti e della multimedialità?

    Risposta
    Trovo che sia stato più utile per la Chiesa aver scelto senza troppo esitare questa opzione, piuttosto di aver privilegiato acriticamente il tele-evangelismo. Si incontra molta più gente in rete, che non con la televisione classica. La televisione classica ha un aspetto più soggiogante delle reti, perché è a senso unico. Penso che sia un abuona idea che la Chiesa usi la rete perché è un modo di attivare un dialogo molto più interessante del dialogo televisivo. Penso anche che una certa forma di spiritualità possa passare attraverso i media. Il fatto importante è che la rete è il più veloce dei media ed è al tempo stesso connettivo e collettivo, permette di avere una veduta d'insieme. Dunque è essenzialmente connettivo, perché, almeno potenzialmente, comprende tutta l'umanità, riprende una forma di sinergia molto più vicina alla spiritualità e ben più antica della separazione, della frammentazione del campo semiotico, dalla scrittura all'immagine televisiva. E questo è possibile solo con il computer.

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    Domanda 12
    Può dirmi cosa fanno le altre altre religioni sulla rete?

    Risposta
    Credo che vi partecipano tutte, secondo le condizioni economiche dei paesi da cui provengono. In teoria hanno tutte le stesse opportunità di accesso alla rete. Bisogna vedere su quale base facciamo il confronto. Bisognerebbe capire, per esempio, perché ci sono tanti Inglesi in rete, e così pochi Francesi, così pochi Italiani o Spagnoli - anche se di spagnoli forse ce ne sono di più. E' un problema di sensibilità culturale che si riflette nella presenza in rete di una popolazione. Non si tratta di eliminazione o di dominio dell'una sull'altra.

    Ognuno può mettere sulla rete i suoi prodotti. Il problema è che si continua a vedere Internet come un fenomeno di massa. Internet è invece un fenomeno totalmente privato, qualcosa di assolutamente, incredibilmente privato. E' la moltiplicazione degli affari privati, non la moltiplicazione di una massa di persone. Dunque la problematica religiosa, la problematica culturale, la problematica linguistica vengono viste sotto un'altra luce, non so se migliore o peggiore, ma sotto una luce diversa. E’ un fenomeno che non si misura secondo il numero delle persone, ma secondo il numero dei contatti: si misura con straordinaria precisione nel "tutto" e nell'"uno" al tempo stesso.

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    Domanda 13
    A Milano si è sentito parlare molto della presenza del personal computer nelle famiglie. Ma parlare di personal computer in living room significa che si è creata una convergenza di tutti i media nel personal computer. Si potranno vedere anche i film e la televisione. Questo mezzo diventerà un po' più familiare, conviviale, meno individuale, forse. Che cosa pensa della fusione tra televisione e personal computer nella living room?

    Risposta
    Per cominciare non credo che ci debbano essere necessariamente degli scambi tra famiglia e individui a livello di PC. Non ci credo perché è molto più giusto -nei paesi cablati- usare la web TV che si sta sviluppando molto rapidamente, ora, e entrare in Internet attraverso la televisione e trovare nella televisione un'immagine migliore, cosa che adesso è possibile anche con la Web TV, piuttosto che comprare un calcolatore, che costa caro. C'è una saturazione del mercato dei calcolatori per la casa, che sta intorno al 38% negli Stati Uniti, e che è destinato a salire forse fino al 45% o al 46%, ma poi si dovrà fermare. Non tutti si butteranno su un impianto così costoso, mentre il 98% ha la televisione. Il 77%, 78%, 79% della popolazione americana è cablata, nel Canada è l'87%. Quindi perché dovrebbero indirizzarsi verso il calcolatore, quando possono avere, via cavo, una grande quantità di informazioni usando il televisore, salvo comprare un giorno un bel piccolo monitor, che sfrutterà il cavo e sarà in grado di dare un'immagine altrettanto bella di quella che avrebbe dato il calcolatore, ma a un costo nettamente inferiore?

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    Domanda 14
    E' uno scenario molto interessante. Ma negli altri paesi?

    Risposta
    Io credo che in tre anni si troverà un sistema capace di darci una perfetta interattività senza fili, satellitare, cellulare. La forma, il tipo di tecnologia è indifferente. La troveremo, ne sono certo, perché ormai le tecnologie sono in grado di rispondere alla domanda.

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