Indagine sull'attentato all'ordine sociale
In Next. Il futuro è già avvenuto
Michael Lewis racconta la trasformazione del rapporto tra autorità
centrale e periferia nella famiglia, nella società e nel modello
economico
Sull'effetto dirompente di Internet per l'ordine sociale che abbiamo
finora conosciuto si sono spesi fiumi di parole e di inchiostro.
A questo tema è dedicato anche Next. Il futuro è già avvenuto,
del giornalista e saggista americano Michael
Lewis, appena pubblicato in Italia da Editori
Riuniti, un libro che aggiunge alla riflessione sull'argomento
acute considerazioni. Il saggio, che si impone per la chiarezza
espositiva, la concretezza e un gradevole quanto efficace stile
narrativo, mostra, infatti, come le tendenze destabilizzanti siano
già rintracciabili nella nostra società e lo fa approfondendo alcune
vicende apparentemente singolari e, invece, rappresentative della
realtà in formazione.
Molte delle storie raccontate da Lewis hanno al centro degli adolescenti.
Ragazzi come Jonathan Lebed, il primo minore accusato di truffa
sul mercato azionario in seguito a un'inchiesta della Securities
and exchange commission (Sec), l'organismo americano di controllo
della Borsa, per aver comprato e rivenduto titoli dopo averli raccomandati
nella pagina degli annunci di Yahoo Finance con centinaia di messaggi,
arrivando a guadagnare in pochi mesi 800mila dollari. Ragazzi come
Marcus Arnold, il quindicenne che conquistò il primo posto della
classifica degli esperti di diritto penale del sito di consulenze
AskMe, precedendo 125 procuratori iscritti all'albo, il più giovane
dei quali aveva oltre il doppio della sua età. Ragazzi come l'inglese
Daniel Sheldon, 14 anni, "un protagonista dell'underground",
ideatore di vari siti, tutti finalizzati alla creazione di "un network
che non sia controllato dai capitalisti", tutti portatori di una
visione del mondo peer to peer.
"Jonathan, Marcus e Daniel avevano personalità molto diverse" -
spiega l'autore - "ma una cosa avevano in comune: usavano le nuove
maschere messe a disposizione dalla rete per trasformarsi in qualcosa
che, dal punto di vista dell'autorità centrale, costituiva motivo
di inquietudine".
Dei motivi di inquietudine che stanno facendo esplodere la società
e dei quali Internet è il detonatore le vicende dei tre minorenni
ne portano alla luce almeno tre. Esse, innanzitutto, mettono a nudo
la crisi dei ruoli tradizionali all'interno della famiglia: quando
Internet entra nelle loro case, infatti, "il prestigio e l'autorità
che si accompagnano a una generale comprensione del mondo" passa
dai genitori ai figli, rendendo i primi dipendenti dai secondi.
"Da quando quel computer è entrato in questa casa questa famiglia
è andata in rovina. Si presume che io sappia come funziona. È il
futuro. Ma questo è il suo futuro, non il mio!" - afferma
il padre di Jonathan. Confessa la sua impreparazione anche il padre
di Marcus: "Non sono quel genere di persona che si mette al computer"
e più o meno nello stesso modo si esprime la madre di Daniel: "Non
ne so nulla. Io ho comprato il computer, nient'altro".
In secondo luogo, episodi di questo genere evidenziano lo sgretolamento
del sistema del sapere. Se un ragazzino riesce a intuire "la verità
più profonda del mercato, che anche le persone che si definivano
professionisti spesso erano incapaci di giudizio autonomo, e che
la maggior parte della gente, sebbene ossessionata dal denaro, non
era molto in grado di prendere decisioni in merito"; se un altro
senza "nessun tipo di preparazione giuridica" viene preferito a
specialisti del settore; se un terzo può dichiarare con impressionante
consapevolezza: "Io non posso entrare in un'azienda tradizionale,
a tredici anni, e aspettarmi di fare un lavoro ben pagato e di cominciare
a dare ordini alla gente. Ma nel mondo digitale posso farlo. L'ho
fatto. Mi mette sullo stesso livello degli altri" - ciò significa
che "Internet ha indebolito la posizione di qualunque soggetto il
cui prestigio dipenda da un accesso privilegiato alle informazioni"
e che la conoscenza sta "diventando informale".
Infine, la conquista della ribalta da parte dei giovanissimi - che
si muovono a loro agio nel cambiamento perché godono del grande
vantaggio di non aver "ancora deciso chi sono", di non aver "ancora
investito un grande capitale psicologico su una particolare identità"
- dà l'idea di come Internet abbia risposto alla necessità del corpo
sociale di trasformare relazioni ormai datate. La questione, ovviamente,
non si limita al conflitto generazionale: Internet - spiega Lewis
- riempie il vuoto "rappresentato dal bisogno della società di modificare
i vecchi rapporti tra insider e outsider", cambia
"il significato delle parole 'fuori' e 'dentro' ".
Sono molti gli esempi con i quali il saggio illustra "la nuova stretta
correlazione tra outsider e insider". Paradigmatico
è il caso del ventenne impiegato di America Online Justin Frenkel,
che scrive il codice di Gnutella, un programma per la condivisione
dei file che, diversamente da Napster, non ricorre all'impiego di
un server centrale e può operare, quindi, al riparo da rischi legali:
imbarazzante, visto che la Time Warner, fusa con Aol, possiede la
Warner Music, etichetta discografica ovviamente avversa a questo
tipo di servizio! Eppure, eloquente espressione dei nuovi equilibri
tra insider e outsider, "la compagnia lo tollera perché
sa che l'alternativa sarebbe anche peggiore, meglio tenersi il nemico
in casa, comprandoselo a forza di stock option, che avercelo
lontano a fare il guastatore chissà dove".
Istruttivo anche il "ritorno" del gruppo musicale dei Marillon che
si risollevano, dopo anni di emarginazione da parte dell'industria
del disco, grazie al loro sito Internet, col quale raccolgono direttamente
dai fan l'anticipo necessario a realizzare una tournée e un nuovo
album.
Esemplare, soprattutto, il fatto che le emittenti televisive investano
sulla cosiddetta "scatola nera", un apparecchio in grado di incamerare
nella memoria ore e ore di programmi secondo le preferenze dell'utente,
un'innovazione che secondo Lewis rappresenta una delle tappe fondamentali
del nuovo capitalismo. Le televisioni, cioè, investono su una tecnologia
che consente di eliminare la pubblicità, che toglie senso alle fasce
orarie e agli indici d'ascolto e non possono non farlo: "le autorità
centrali" sanno, infatti, "di non avere altra possibilità che cedere
il potere alla periferia". Non potendo sottrarsi al progresso devono
adattarvisi: se il "telecomputer" uccide il modello esistente, in
compenso la sua capacità di raccolta dei dati permette di fare il
ritratto del consumatore seguendone il comportamento e "il valore
economico di questa conoscenza è enorme" perché gli inserzionisti
sono disposti a pagare di più per una pubblicità mirata.
Infine, per vedere quanto l'autorità centrale sia stata messa in
discussione basta osservare "le tendenze del capitale", il quale,
naturalmente, va dove vanno i profitti. L'incremento del venture
capital negli ultimi anni dimostra, secondo Lewis, che ormai
i capitalisti più abili non sono quelli che fanno grandi affari
con le imprese e gli investitori più accreditati ma piccoli affari
con le imprese che minacciano le compagnie più affermate.
L'evoluzione della relazione tra centro e periferia è sintetizzato
perfettamente da un fornitore di venture capital, Andy Kessler,
che ha fatto una discreta fortuna investendo in piccole compagnie
tecnologiche. Egli scrive una lista di conflitti tra insider
e outsider - ad esempio, France telecom contro Vodafone,
Microsoft contro Linux, Hollywood distribution system contro George
Lucas - lunga pagine e pagine dalla quale emerge con chiarezza una
realtà: che Internet ha "indebolito i vecchi centri di potere".
La dinamica in atto è, più o meno, questa: la tecnologia consente
di scavalcare le regole poste a difesa dell'ordine esistente; i
"titolari" dei profitti dell'ordine esistente minimizzano questo
fenomeno mentre chi sta ai margini cerca di sfruttarlo; dopo una
fase di caos o "i titolari cooptano chi sta ai margini o chi sta
ai margini diventa il nuovo titolare".
Il capitalismo, insomma, sta "cannibalizzando i capitalisti". E
di questo processo Internet è lo strumento fondamentale.
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