"La biodiversità, un'università morale"



Parla Vandana Shiva, teorica dell'ecologia sociale: la cultura della diversità è la condizione essenziale della democrazia, della pace e di una società davvero umana

Qual è attualmente lo stato della biodiversità?

La biodiversità è gravemente minacciata. La maggior parte delle specie agricole sta scomparendo e lo stesso si può dire per quelle ittiche. La biodiversità agricola si sta riducendo rapidamente man mano che il mercato globale restringe la base produttiva a due o tre cereali. In India vogliono ridurre migliaia di varietà di riso a una sola, il "Golden rice", i cui brevetti appartengono in gran parte a un'unica compagnia. Molte specie spariscono o diminuiscono più velocemente di quanto sia mai avvenuto e in più l'impatto del cambiamento del clima sta erodendo la diversità delle zone climatiche che ha permesso alle specie agricole di prosperare. La distruzione della biodiversità è centinaia di volte più veloce rispetto al tasso naturale di estinzione.

In che modo la riduzione della biodiversità rappresenta un rischio per l'uomo?

La distruzione della biodiversità ha implicazioni dirette sulla sopravvivenza degli esseri umani. I nostri due bisogni primari sono il cibo e la salute. La distruzione della biodiversità significa un sistema alimentare più vulnerabile, una maggiore incidenza di infestazioni e un aumento della siccità. Significa inoltre più patologie per l'uomo e l'introduzione di nuove malattie derivanti sia dall'incremento degli agenti patogeni nell'habitat sia dall'ingresso nel sistema alimentare di nuovi fattori di rischio, come ad esempio il morbo della mucca pazza e gli organismi geneticamente modificati.

Quali sono le conseguenze culturali della riduzione o, al contrario, dell'espansione della biodiversità?

Una vera società è quella che ha imparato a conservare la biodiversità. Questa è una priorità anche per le società abituate a mantenere e rinnovare la cultura della diversità. La cultura della diversità è la condizione essenziale della democrazia, della pace e di una società davvero umana. Quando provochiamo l'estinzione delle specie e commettiamo impunemente ecocidi, cominciamo a diventare esseri umani capaci anche di compiere genocidi senza coscienza né etica. La biodiversità è un'università morale, è il terreno su cui si costruiscono le società.

Come si può riuscire a fare della difesa della biodiversità nei paesi poveri un modello di sviluppo alternativo rispetto all'omologazione portata dalla globalizzazione?

Negli ultimi quindici anni ho lavorato allo sviluppo di modelli alternativi che mettono al loro centro la biodiversità e facendo ciò ho visto che era possibile ridurre la povertà, accrescere la ricchezza e accrescere la sicurezza delle popolazioni rurali. Migliaia di contadini indiani muoiono a causa dell'uso dei pesticidi nelle monoculture o, pressati dal bisogno, vendono i loro organi o i loro figli. Semplicemente sostituendo i prodotti chimici con estratti naturali come ad esempio la pongamia e favorendo la biodiversità, che aiuta a controllare le infestazioni, si possono sollevare questi agricoltori dall'indigenza. La biodiversità, infatti, aumenta la produttività. Contrariamente all'opinione dominante, secondo la quale la monocultura serve a produrre di più, e quindi a combattere la fame, è invece con la biodiversità che si produce di più: venti tonnellate è il raccolto medio di una solida azienda agricola coltivata secondo i principi della biodiversità contro le due tonnellate prodotte da una monocultura. Chi pratica la monocultura può sì esclamare "Mio Dio quanto riso!" ma nel frattempo ha distrutto il pesce, i legumi, le incredibili risorse di verde che prevengono la carenza di vitamina A e di altre sostanze nel terzo mondo. Infine la biodiversità è economicamente sostenibile e attenua i rischi del cambiamento climatico, della siccità e delle malattie, tutti fattori di crisi ambientali.

Come portare la battaglia per la difesa della biodiversità nei paesi industrializzati dove l'opinione pubblica è poco sensibile ai temi dell'agricoltura?

Penso che negli ultimi anni i paesi industrializzati, che hanno creato i deserti della monocultura, spingendo la biodiversità all'estinzione, stanno cominciano a comprendere che ogni coltivazione ha bisogno di essere legata alla conservazione della natura, della biodiversità nelle aree rurali. Il problema è che ancora non la considerano come un'attività produttiva ma puramente come un'attività di difesa ambientale. Invece si tratta di un modello che produce cibo migliore, più sano e più redditizio per i paesi rurali ed è un modello che può stare a cuore più al Nord che al Sud del mondo perché il Nord sta attraversando una crisi della biodiversità più grave.

In che modo le nuove tecnologie possono contribuire al successo della battaglia per la difesa della biodiversità?

Le nuove tecnologie dell'informazione e il web permettono una velocità di comunicazione pari a quella dell'estinzione della biodiversità, così possiamo usare questi meravigliosi strumenti per diffondere sia allarmi che soluzioni molto più rapidamente che in passato e raggiungendo molte più persone. Personalmente posso assicurare che i principali obiettivi conseguiti combattendo contro i monopoli del riso, i brevetti dei farmaci, delle piante medicinali, degli alimenti, sono stati possibili grazie alla cooperazione e per ciascuna di queste campagne abbiamo usato Internet.